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Autore: Meramadia94    30/08/2016    1 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Non gli era mai capitato di essere ucciso e al contempo di restare in vita e la prima volta che qualcuno gli aveva fatto un discorso del genere, aveva pensato che quel qualcuno avesse bevuto qualche bicchierino di troppo.
Invece, altrochè se era possibile.
Vedere Lunette in quelle condizioni, senza l'energia, la vivacità e la voglia di vivere che aveva quando l'aveva conosciuta ed avevano lottato contro Maschera di Ferro equivaleva ad essere trafitto da mille coltellate, tutte nello stesso momento.
'' Devo aver commesso un peccato gravissimo, e senza rendermene conto...''- aveva detto ad Athos il giorno prima, che era venuto per chiedere notizie della povera Lunette ed offrire al giovane una spalla amica su cui potersi sfogare -'' se il cielo mi punisce in questo modo.''
'' Non è colpa tua.''- fece Athos cercando di tranquillizzarlo, anche se capiva il tormento che scuoteva l'animo dell'amico -'' e non è colpa nemmeno del cielo. E' stata Milady a ridurre Lunette in quello stato.''
Lui stesso aveva stentato a riconoscerla in quei giorni, vedendola inerme sul letto, sprofondata in un sonno paragonabile alla morte.
La conosceva fin da quando era solo una bambina... e poteva dire che si trattava di una giovane forte, coraggiosa, quando c'era da lottare non si tirava mai indietro... ma in quel momento, di quella donna non rimaneva che un'ombra.
Forse era anche molto stanca... Lunette aveva lottato come una tigre per tutta la vita, prima alla locanda, poi contro Milady, Richeliu e Rochefort, poi era arrivato Maschera di Ferro... vent'anni passati a combattere avrebbero prosciugato persino un militare serio, preparato e resistente come la roccia come il capitano Treville, figurarsi Lunette.
Nicolàs però non riusciva a darsi pace lo stesso. Tutti dicevano loro che nè lui nè Lunette avevano colpa di quanto era accaduto alla sua consorte, eppure lui non riusciva a smettere di dannarsi l'anima.
Vegliava la moglie, stringeva a sè la figlia e di tanto in tanto Mariette, Aramis, Athos e tutti i loro più cari amici prendevano il suo posto per permettergli di riposare un poco... ma anche quando si ritirava in una delle stanze per gli ospiti non faceva altro che vagare per la stanza come un'anima in pena.
'' Dannata...''- aveva borbottato in uno dei momenti in cui lo avevano lasciato solo. Subito dopo, Mariette era accorsa nella stanza in cui si era rifugiato il conte e si era ritrovata davanti un quadro, a terra.
E non c'era finito da solo.
Qualcuno ci aveva tirato contro un candelabro e per far cadere quel quadro, doveva essere stato tirato anche con una notevole forza.
Si sentiva divorare dalla rabbia più che mai. Milady e Maschera di ferro parevano essersi messi d'accordo per portargli via, a turno, tutto ciò che gli era più caro.
Quello che però gli lacerava di più era il sapere che Milady fosse viva e che solo quando avrebbe raggiunto una veneranda età, la morte se la sarebbe presa. Mentre Lunette... non lo sapeva quanto gli restava da vivere.
Il sapere che Milady avrebbe passato il resto della vita in prigione, senza possibilità di appello avrebbe dovuto dargli un po' di pace... invece non riusciva ad accettarlo. Non poteva accettare che Milady avrebbe vissuto con la soddisfazione di aver eliminato l'odiata rivale fino a quando Iddio non avesse deciso che aveva passato troppo tempo sulla terra, e che invece la sua Lunette...
'' Gliela farò pagare tesoro mio...''- fece Nicolàs baciandole una mano -'' ti giuro che quella donna pagherà per tutto il male che ci ha fatto.''
'' Signor Conte...''- fece Mariette entrando nella stanza.
'' Sì? Dimmi pure.''- fece il giovane, rivolto alla loro domestica.
'' Mi... mi sono permessa di prepararvi qualcosa da mangiare...''- dichiarò la ragazza.
Nicolàs le sorrise, riconoscente ma scosse il capo.
'' Ti ringrazio, Mariette... ma non dovevi disturbarti per me. Non ho appetito.''
'' Signore...''- fece la ragazza cercando di non mancare di rispetto al padrone di casa, tuttavia contraddendolo -'' io... mi permetto d'insistere.
Siete molto pallido in questi giorni e non vi siete ancora ripreso dalle ferite che vi hanno inferto... se continuate di questo passo vi ammalerete anche voi... e la signora non mi perdonerebbe mai, pensando di aver trascurato la vostra cura o quella della contessina Reneè.''
Nicolàs fece per negare di nuovo e per tranquillizzare la giovane che quando e se Lunette avesse ripreso i sensi e lo avesse trovato non troppo bene, si sarebbe assunto ogni responsabilità e che l'avrebbe '' scagionata da tutte le accuse''... poi si bloccò.
Qualcosa aveva preso forma nella sua testa. All'inizio ne ebbe quasi paura... ma poi si convinse.
Sorrise benevolo alla cameriera.
'' Va bene... ma prima credo che uscirò per prendere una boccata d'aria... chissà che non mi faccia tornare l'appetito.''
Mariette annuì, sorridendo, grata.
'' Dico allo stalliere che vi selli il cavallo?''
'' No.''- fece lui -'' Farò due passi.''
'' Come volete signore.''- fece la giovane riverendolo per poi prendere il suo turno di veglia.

Nel cassetto del suo studio, aveva conservato un oggetto. L'unico ricordo che gli rimaneva di suo padre. Il giorno in cui erano morti i suoi, lo stesso in cui il loro maggiordomo lo aveva accompagnato da sua zia, gli aveva consegnato una sorta di eredità paterna.
Un pugnale con lo stemma dei Montmercy.
Il servitore gli aveva detto che era un cimelio di famiglia, tramandato di generazione in generazione, di padre in figlio, e che avrebbe voluto consegnarglielo di persona il giorno del suo diciottesimo compleanno... ma la vita aveva deciso un cammino diverso e il pugnale lo aveva ricevuto con largo anticipo.
Non lo aveva mai usato però. Si era limitato a portarlo sempre con sè come un ricordo... ma a quanto pare aveva deciso che quello era il momento giusto per usarlo.
Un po' si sentiva male al pensiero...
'' Madre, padre, zia cara...''- borbottò guardando fuori dalla finestra, con lo sguardo rivolto al cielo blu di Parigi -'' perdonatemi se potete...''
Prese un mantello in cui avvolse l'arma e poi si avviò per uscire.
Aveva appena varcato  il muro di cinta costruito attorno alla villa quando...
'' Nicolàs.''
L'interpellato si voltò e quando vide che si trattava di Aramis esibì un sorriso tirato.
'' Oh, sei tu...''
'' Già...''- fece la moschettiera smontando da cavallo -'' come stai?''- s'informò -'' Sei riuscito a dormire un po'?''
'' Sì...''- rispose senza troppa convizione -'' forse... giusto qualche minuto più di te...''- aggiunse poi ammiccando alle occhiaie da spavento del moschettiere biondo.
'' Non mi sono proprio avvicinato al letto.''- confessò la bionda. Aveva passato tutta la notte nella chiesa di Notre Dame, lo stesso posto che alla fine di quella storia sarebbe potuto diventare il teatro della morte della giovane fanciulla, per pregare Qualcuno più potente del re, più potente di Richelieu affinchè salvasse la vita della sua più cara amica e confidente.
'' Lo vedo...''- fece il conte.
'' Tu invece...?''
Nicolàs decise di mentire -''  Sto andando a fare due passi... ho bisogno di un po' d'aria.''
'' Fai bene.''- fece Aramis -'' Lunette non sarebbe felice di...''
'' Sì, lo so...''- fece Nicolàs -'' stai andando a trovarla?''
'' Sì...''- poi, qualcosa catturò l'attenzione della bionda. Non era una giornata particolarmente fredda.. anzi, faceva fin troppo caldo per portarsi dietro un mantello.
Nicolàs capì che il moschettiere sospettava qualcosa, ma cercò di sviare i sospetti che sarebbero sicuramente arrivati da un momento all'altro -'' Lo porto da Bonacieux per una riparazione.''
La spiegazione però non era convincente.
'' E non potevi chiedere ad una delle cameriere di aggiustarlo...?''- indagò la giovane moschettiera.
'' Preferisco che si occupino di Lunette e di Reneè... scusa, ma ora vado. Prima finisco di fare due passi, prima torno da lei...''- e nel dir così si allontanò.
Aramis bussò alla porta della villa, con un'espressione preoccupata. Nicolàs, per tutta la durata del loro breve colloquio era imbarazzato, e pareva anche ansioso di liberarsi di lei. Non era da lui.
C'era qualcosa di strano ed aveva anche un brutto presentimento...
'' Buongiorno monseiur Aramis.''- lo accolse Mariette, aggiustandosi i capelli, con un sorriso a trentadue denti.
'' Buongiorno Mariette...''- salutò la moschettiera togliendosi il cappello -'' Come sta la contessa?''
La cameriera s'incupì a tale domanda.
Ed Aramis capì. Non era peggiorata ma nemmeno migliorata.
'' Capisco...''- poi decise di farle alcune domande. Nicolàs non poteva essere uscito di casa senza avvertire e fare in modo quindi che Lunette non fosse lasciata da sola. Ergo, qualcosa a Mariette doveva aver detto. Per forza.
'' Dimmi... per caso sai dov'è andato il conte?''
'' Gli ho preparato qualcosa da mangiare perchè riprendesse le forze...''- spiegò Mariette -'' all'inizio si è fatto pregare, ma poi ha detto che sarebbe uscito a fare due passi prima di mangiare.''
'' E dimmi...''- continuò la moschettiera -'' in questi giorni, il conte ti ha accennato ad un mantello da riparare o qualcosa del genere?''
'' No...''- fece la ragazza -'' in questi giorni è stato sempre vicino alla signora e non ha fatto caso a nient'altro.''
Aramis annuì.
C'era qualcosa di strano... solo che non riusciva a capire che cosa.
E qualcosa gli diceva che non era niente di buono. Lo ignorava, ma sentiva che non erano buone nuove.
Dal piano di sopra si sentì una voce di donna che si agitava e che implorava.
'' Oddio...''- fece Mariette.
'' LUNETTE!!!''- Aramis corse su per le scale in direzione della camera da letto dei conti Montmercy con il cuore ed il viso illuminati dalla speranza, seguita a ruota da Mariette.
'' Vuoi vedere che...''- pensò speranzosa la bionda. Ma dovette ricredersi: Lunette aveva gli occhi chiusi, ma si agitava nel sonno innaturale in cui era costretta per colpa di Milady, come in preda al più feroce degli incubi.
'' No... per favore...''- borbottava.
Come quando era piccola e si agitava in preda alla febbre, la bionda moschettiera, bagnò il proprio fazzoletto nella tinozza d'acqua presente nella stanza bagnandole il collo e la faccia, per tentare di calmarla, seppur con scarsi risultati.
'' Lunette...''- fece Aramis con un'espressione piena di speranza ed incredulità, ma anche di rassicurazione, dandole dei buffetti sulla guancia -'' Lunette... tranquilla, sono qui piccola... coraggio.''
'' No...''- fece la giovane agitandosi nel sonno -'' No... ti prego no...''
'' Lunette calmati... sei al sicuro qui...''
'' No... Nicolàs no... ti prego.''- continuò Lunette.
'' Ma che sta dicendo...?''- fece Mariette confusa e preoccupata al tempo stesso.
Aramis si sedette sul letto, mise leggermente a sedere la sua giovane amica e la strinse a sè in un abbraccio fraterno, cercando di tranquillizzarla e di tenere a bada la crisi che aveva preso possesso della giovane contessa.
'' Va tutto bene piccola...''- fece la bionda carezzandole i capelli per calmarla -'' tranquilla.''
'' Nononono...''- fece nuovamente -'' Nicolàs... è in pericolo... salvatemelo...vi prego.''
'' Monseiur...''- fece Mariette preoccupata -'' ma che sta dicendo...? E' forse successo qualcosa al signor conte?''
Aramis s'impensierì. Nicolàs che sembrava ansioso di andarsene quando invece avrebbe dovuto accogliere ogni tipo di conforto a braccia aperte... un mantello '' da riparare'' che doveva essere incombenza di una cameriera e non del sarto personale della regina... ed ora Lunette che si agitava in preda agli incubi.
Forse si preoccupava  troppo e stava rivivendo l'ansia e la paura del rapimento di Nicolàs... ma c'erano troppe cose che non tornavano.
Poi le venne un terribile sospetto.
'' Ho capito.''- pensò la giovane senza smettere di fissare la sua ex domestica per poi riadagiarle la testa sul cuscino -'' stai tranquilla. Non ti deluderò.''
Solo allora Lunette si calmò, ma ricadde anche nell'oblio in cui si trovava fino a prima di agitarsi.
'' Mariette, scusa, ma devo proprio scappare, ti chiedo di non lasciare la contessa da sola nemmeno per un attimo...''- fece uscendo dalla stanza e scendo le scale a rotta di collo, seguita dalla giovane Mariette, la quale faceva non poca fatica a starle dietro, nemmeno tirandosi su la lunga gonna.
'' Ma che succede, si può sapere?''- fece la cameriera sempre più in asia.
'' Niente...''- fece la moschettiera raggiungendo la porta e recuperando il cappello -'' solo... un guaio con il conte Montmercy.''
'' E' in pericolo?''- domandò la ragazza.
Aramis ritenne giusto darle una spiegazione.
'' Voglio dire che se non è ancora nei pasticci, sta per cacciarsi in un guaio da cui non sarà facile uscire...''- ed anche se non fosse uscito, avrebbe dovuto farci i conti per tutti gli anni che gli restavano da vivere.
E considerato che era ancora molto giovane, si parlava di mooltoo tempo. Troppo per convivere con qualcosa di così orribile.
Una volta fuori dalla villa, saltò in sella al suo cavallo bianco e lo spronò a correre il più velocemente che poteva.
'' Nicolàs Montmercy... ti prego, dimmi che ancora non l'hai fatto.''
Aveva capito fin troppo bene quello che il marito di Lunette aveva in animo di fare. Un po' lo capiva, in quanto anche lei aveva provato lo stesso, medesimo desiderio per sei anni. Ma poi avrebbe dovuto fare i conti per tutta la vita. Inoltre... Milady era stata condannata all'ergastolo dal re, se qualcuno l'avesse uccisa in carcere pur con tutte le motivazioni del mondo e malgrado fosse certa al cento per cento che il re avrebbe capito i sentimenti del giovane conte... non avrebbe potuto evitare di applicare la legge e le conseguenze sarebbero stati terribili.
Ma chiamava Dio a testimone: fin quando avrebbe avuto aria in corpo, non gli avrebbe permesso di commettere una simile sciocchezza.
Lo doveva a Lunette e sua figlia Reneè.
'' Corri...''- fece spronando il cavallo a più non posso -'' CORRI!!!''

  
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