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Autore: Barby_M    31/08/2016    0 recensioni
Lei è una ragazza di quattordici anni,
che deve affrontare da sola il liceo visto che i suoi migliori amici hanno scelto un altro tipo di indirizzo.
Ha un carattere molto forte e deciso e tra i suoi pensieri c'è sempre lui...
Il tipico ragazzo misterioso, che all'inizio ti incute timore, ma che poi con il tempo ti affascina a tal punto da farti perdere la testa, con un terribile passato sulle spalle di cui nessuno è a conoscenza.
DAL CAPITOLO 16
"Tu sei il mio inferno, mi hai portato più dolore che gioia" gli urlo a pieni polmoni, per via della rabbia.
"Allora perché non te ne vai?" mi urla lui poco dopo avvicinandosi pericolosamente a me.
"Per lo stesso motivo per cui non lo fai tu" gli dico con voce incolore, prima di andarmene.
Ma mentre sto per aprire la porta sento
le sue braccia che circondano la mia vita...
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Sguardo Magnetico

La luce del sole, che passa solitamente fra i piccoli spiragli della serranda, 
oggi non c'è, perché sta piovendo.
In questo periodo dell'anno è anche normale, è Settembre, si sta avvicinando l'autunno...
Fantastico... 
La sveglia sta suonando e con aria seccata la spengo malamente,
per poi alzarmi di malavoglia dal letto,
sistemo il piumone super caldo che tanto adoro
e mi stiracchio, permettendo all'aria fresca di avvolgere il mio corpo abituato al caldo delle coperte. 
Camminando a modo di zombie, mi allontano dal letto, per dirigermi in bagno a prepararmi. 
Mi pettino in meno di dieci minuti e metto alla svelta, un po' di fondotinta, il mascara e un rossetto neutro sulle labbra, facendo attenzione a non concentrarmi troppo sulla mia immagine riflessa sullo specchio, troppo stanca per autocommiserarmi per il mio aspetto banale e goffo. 
Una volta finito in bagno, ritorno in camera e prendo dal l'armadio una maglietta grigia con delle labbra rosse e dei pantaloni neri che infilo il più velocemente possibile, per poi prendere la felpa grigia e bianca e indossarla per non prendere freddo. 
Raccolgo da terra, lo zaino di scuola e inizio a correre come una furia, verso la casa della mia migliore amica, Valentina, dove si trova la fermata dell'autobus.
Una volta arrivata, vedo Vale, che mi guarda con aria di rimprovero, probabilmente non ho risposto a un suo messaggio.
"NON MI HAI RISPOSTO!" mi urla puntandomi un dito contro, come si fa con i bambini piccoli quando fanno una marachella.
"Scusa, non lo avevo visto... Sai che tolgo la suoneria al telefono la mattina" le rispondo con un sorrisetto sghembo.
"Non mi interessa! Potevi cadere, potevi morire ed io non l'avrei saputo" mi dice lei con aria melodrammatica. 
"Per fare quattro passi da casa mia a casa tua, non sarebbe umanamente possibile far accadere tutto ciò" le rispondo trattenendo le lacrime dalle risate. 
"E che ne sai tu? Sei un'esperta in queste cose? No. Allora taci" mi dice guardandomi, cercando di trattenere pure lei le risate. 
Ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere come due cretine, in mezzo a tutti che ci guardano come se ci servisse uno psichiatra, probabilmente hanno ragione.
Quando arriva l'autobus, la mia migliore amica, si volta verso di me e sta in silenzio un attimo, come se stesse pensando a cosa dire... 
Scuote la testa in maniera di nego e saliamo sul mezzo pubblico. 
Stranamente riusciamo a trovare due posti vicini, così ci sediamo tranquillamente su quelle sedie che la mattina sembrano tanto comode per via della stanchezza. 
"Mi devi dire qualcosa?" mi chiede dopo un po', guardando con aria distratta fuori dal finestrino.
Rifletto su cosa non le ho detto e quando arrivo alla conclusione che c'è qualcosa che mi sfugge le domando:" A quale argomento ti riferisci?" 
"Di quel ragazzo che ti fissa da quando ci siamo sedute" mi risponde lei indicandomi con la mano un sedicenne dagli occhi verdi che guarda nella nostra direzione.
Quegli occhi verdi sono splendidi, ha degli occhi davvero magnetici... 
Questi miei pensieri, vengono interrotti da uno schiocco delle dita, da parte di Vale. 
"Ah allora sei ritornata nel mondo dei comuni mortali..." mi dice una volta certa che la mia attenzione sia completamente rivolta a lei. 
Indispettita, le tiro un calcio sulla gamba, talmente forte da farla urlare.
"MA SEI CRETINA?!" mi dice poco dopo con la faccia tutta rossa.
"Chi? Io? No, perché dici così?!" le domando con El lacrime che scivolano sulla guance per via delle troppe risate.
"DEMENTE! Dobbiamo scendere" mi dice lei sbuffando per poi sorridermi come fa sempre. 
Una volta scese dal mezzo, mi ritrovo a pensare che il ragazzo sull'autobus mi ha colpito come nessun altro prima d'ora...
   
 
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