Cap.4 Nessun sintomo
Steve
si sporse in avanti e pulì la bocca di Tony da dei rimasugli
di omelette.
"Ti
piacciono proprio tanto le uova, vero?" domandò.
Tony lo
scostò con un gesto secco, grugnì e
arricciò il labbro.
"Mettiamo in chiaro che odio essere trattato come un bambino indifeso, ti va?".
"Mettiamo in chiaro che odio essere trattato come un bambino indifeso, ti va?".
Steve
arrossì e tirò indietro la sedia, mordendosi il
labbro.
"Mi
dispiace Stark" rispose. Si alzò in piedi ed
iniziò a prendere i piatti sporchi dal tavolo.
"Gli
altri dovrebbero arrivare a minuti". Aggiunse, rendendo più
atono il tono.
Tony
prese a dondolare sulla sedia, guardandosi i piedi intensamente.
"Non
volevo offenderti" borbottò. Sbuffò, si
passò la mano tra i capelli e
si alzò. Barcollò, scivolò in terra e
grugnì frustrato.
"Sembro un bambino incapace come al solito". Fece forza per rizzarsi, la testa gli girò e ricadde seduto.
"Sembro un bambino incapace come al solito". Fece forza per rizzarsi, la testa gli girò e ricadde seduto.
Steve
lo raggiunse, si piegò e gli porse il braccio.
"Tony,
sei il mio miglior elemento e potranno confermarlo tutti. Se sei
ridotto così, vuol dire che ci sarà qualcosa di
grosso sotto" lo
rassicurò.
Tony si
aggrappò al suo braccio, fece leva tirandosi in piedi e
deglutì.
"Non riesco a camminare" ammise.
"Non riesco a camminare" ammise.
Steve
lo sollevò, prendendolo in braccio e lo riportò
alla sedia, facendolo accomodare.
"Allora
non lo fare. Appena Banner sarà qui, ti faremo controllare"
promise.
Si
sentì il trillo del campanello seguito da dei possenti colpi
alla porta, che la fecero tremare.
"Sono
arrivati gli altri. Resta lì" disse Rogers.
Tony
lo guardò scomparire oltre la cucina, sentì dei
rumori e delle voci,
sporse il capo.
"Romanoff?" chiese. Natasha avanzò, sorrise appena e lo guardò.
"Qualcuno ha problemi di memoria, eh?".
"Romanoff?" chiese. Natasha avanzò, sorrise appena e lo guardò.
"Qualcuno ha problemi di memoria, eh?".
Thor si
affacciò da dietro la porta.
"Uomo
di Metallo?" domandò. Wanda lo afferrò per un
braccio e lo strattonò, allontanandolo dalla porta della
cucina.
"Non
riusciamo a trovare Vision a casa sua" spiegò Banner.
"Bruce,
potresti andare a visitare Tony? Credo sia fisicamente provato" gli
disse Steve.
"Nessuno
entri in cucina oltre Banner, Nat e Steve. Non mettiamogli altra
confusione" ordinò Clint con voce matura.
"Lasciali
entrare" protestò Tony. Natasha gli poggiò la
mano sulla spalla, negò
con il capo.
"Meglio che prima ti fai controllare" suggerì. Tony la guardò aggrottando la fronte, voltò il capo osservando Banner sorridere gentilmente chinandosi su di lui.
"Meglio che prima ti fai controllare" suggerì. Tony la guardò aggrottando la fronte, voltò il capo osservando Banner sorridere gentilmente chinandosi su di lui.
Steve
entrò nella stanza e chiuse la porta della cucina,
dall'altra parte si
sentiva un brusio incessante. Rogers incrociò le braccia al
petto e
rimase immobile, appoggiato all'uscio.
"Ti
dispiace se ti visito, Tony?" chiese Bruce. Tony strinse le labbra, si
poggiò contro lo schienale della sedia e aggrottò
la fronte.
"Lei è specializzato in chimica e radiazioni, è sicuro di poter visitare qualcuno?" domandò. Natasha ridacchiò voltandosi di lato.
"Lei è specializzato in chimica e radiazioni, è sicuro di poter visitare qualcuno?" domandò. Natasha ridacchiò voltandosi di lato.
Steve
sorrise e chinò il capo, guardandosi i piedi.
Bruce sospirò appena, tirò fuori una lucina e gli controllò gli occhi, strinse le labbra e tirò fuori uno strumento che poggiò sul polso di Tony.
"Non hai traumi cranici, e sembri stare come al solito, fisicamente". Guardò lo schermo dello strumento controllando la pressione e il battito.
"Forse è meglio fare un'analisi del sangue, perché qui sembra tutto come al solito".
Bruce sospirò appena, tirò fuori una lucina e gli controllò gli occhi, strinse le labbra e tirò fuori uno strumento che poggiò sul polso di Tony.
"Non hai traumi cranici, e sembri stare come al solito, fisicamente". Guardò lo schermo dello strumento controllando la pressione e il battito.
"Forse è meglio fare un'analisi del sangue, perché qui sembra tutto come al solito".
Steve
ticchettò con il tallone del piede sulla porta e
sospirò.
"Nat,
hai provato a contattare Pepper? Tony ha detto che tra loro non andava
bene" sussurrò roco.
Tony
alzò di scatto la testa.
"Cos'è successo con Pepper?". Natasha si morse il labbro spostando il peso da un piede all'altro, sospirò e scosse il capo.
"Mi dispiace dirtelo così, ma ti ha lasciato".
"Cos'è successo con Pepper?". Natasha si morse il labbro spostando il peso da un piede all'altro, sospirò e scosse il capo.
"Mi dispiace dirtelo così, ma ti ha lasciato".
Steve
si allontanò dalla porta e strinse i pugni, fino a sbiancare
le nocche.
"Banner,
Tony era abbastanza ubriaco quando l'ho trovato. O almeno sembrava"
sussurrò.
"Non
credo sia l'effetto della sbornia, Steve" mormorò Bruce.
Tony tremava
appena, Natasha gli strinse la spalla e lo guardò.
"Mi dispiace tanto". Tony alzò lo sguardo, negò con il capo e deglutì.
"Devo trovare una soluzione" sussurrò.
"Mi dispiace tanto". Tony alzò lo sguardo, negò con il capo e deglutì.
"Devo trovare una soluzione" sussurrò.
Steve
mise le mani dietro la schiena e negò.
"Mi
chiedevo se quella che mi sembrava sbornia, potesse essere un sintomo"
ribatté.
Raggiunse
Tony e lo guardò in viso.
"La
troverai, ci riesci sempre" lo rassicurò.
Tony
scosse il capo, chiuse gli occhi e sentì una forte nausea.
"Devo ...". Natasha lo sollevò, lo fece poggiare a sé e gli carezzò la schiena.
"Lo accompagno" disse. Bruce la guardò uscire, sospirò e si sedette strofinandosi gli occhiali.
"Steve, non ha alcun sintomo fisico che giustifichi né la perdita di memoria, né il malore. Posso fargli delle analisi più profonde al laboratorio, ma credo dipenda da altro". Si rimise gli occhiali.
"E non la sua invenzione, 'sta volta. Erano proiezioni olografiche di ricordi, non andava a modificare gli originali, li proiettava solo in modo che il soggetto potesse superarli".
"Devo ...". Natasha lo sollevò, lo fece poggiare a sé e gli carezzò la schiena.
"Lo accompagno" disse. Bruce la guardò uscire, sospirò e si sedette strofinandosi gli occhiali.
"Steve, non ha alcun sintomo fisico che giustifichi né la perdita di memoria, né il malore. Posso fargli delle analisi più profonde al laboratorio, ma credo dipenda da altro". Si rimise gli occhiali.
"E non la sua invenzione, 'sta volta. Erano proiezioni olografiche di ricordi, non andava a modificare gli originali, li proiettava solo in modo che il soggetto potesse superarli".
Steve
si morse il labbro e piegò in avanti la schiena.
"Possiamo
solo sperare che si salvi da solo, come sempre" gemette.