Eccomi
ancora qui, con un’altra song fic di un solo capitolo.
Questa
è uno dei miei scritti preferiti e ieri, rileggendola, mi sono detta che
meritava di vedere la luce ufficiale qui su EFP, dopo mesi passati dentro un
file di word.
La
canzone che fa da filo conduttore alla storia è “Giulia si Sposa” dei Pooh,
non sono una loro fan e non so neanche una canzone, ma dato che sono molto auto
celebrativa l’avevo scovata cercando canzoni col mio nome, lol. La storia è
vista da un punto di vista maschile ed è un vero e proprio esperimento per la
sottoscritta, ma ne sono molto soddisfatta, onestamente parlando.
Dedico
questa shot ad Elisa che nemmeno sa che la pubblico, perché mi manca e vorrei
avere il coraggio di parlarle e chiederle dov’è finita la mia Gemella.
E
ovviamente la dedico alla mia Sis, Arianna, che odia il suo nome per intero, ma
che è una delle cose migliori che mi siano capitate da un anno a questa parte,
ti amo.
Infine
dedico questa storia a chi è Giulia fin
dentro l’anima, proprio come me.
Non
vi sto neanche a dire che una recensione sarebbe molto gradita, se avete voglia
di lasciarmi un commento qualsiasi (va bene anche solo una faccina!) cliccate
su quella bella scritta blu con scritto “Vuoi lasciare una recensione?”
che trovate all’inizio e alla fine della pagina, sapete da soli cosa fare :D
Quindi
ora vi saluto e vi lascio alla storia, buona lettura! (:
~ Giulia si Sposa ♥
http://it.youtube.com/watch?v=KKLstSvs99U
Casa
dolce casa. Rientro dopo l’ennesima tre giorni in giro per due città,
stanchezza a palate e voglia di riordinare il casino che regna in giro proprio
inesistente. Butto le chiavi della Mini sul tavolo della cucina, tolgo la
giacca e osservo le buste trovate in casella, una soltanto colpisce la mia
attenzione, la fisso incredulo. È uno scherzo?
Non
sono mai stato uno che pretende la luna, probabilmente perché ho sempre avuto
tutto quello che volevo senza dover sbattermi troppo. Pigro e sempre viziato,
narcisista quanto basta. Dalla sorte ho avuto tanto, tutto quello che si
potesse desiderare. Faccio il lavoro che voglio, ho una casa in centro, ho una
bella macchina.
Ma
qualcosa che manca c’è. L’Amore.
Ho
avuto tante donne nella mia vita, per quello che sono e per come sono.
Incapace
di fare il fidanzato, figurarsi il marito.
Tante
che volevano la luna, le stelle e pure qualche pianeta, quelle stesse che
invece ero sempre pronto a scaricare, quelle stesse che in lacrime escono da
casa mia.
Però
c’è stata una che dalla mia testa non c’è uscita veramente mai.
Una
che non me la dava vinta, una che mi aveva stregato, Giulia.
E
ora davanti a me una busta bianca in filigrana, da parte sua.
Giulia si sposa,
ma che sorpresa
Ebbene
si, proprio lei si sposa.
Lei
che non ho cancellato e che ora si ripresenta nella mia vita, violenta come
sempre a stravolgermi l’esistenza, la cosa che ha sempre saputo fare meglio.
Ricordo
bene quando la vidi per la prima volta.
‹‹Giornata
di liceo e come al solito tanta voglia di far niente. Era sempre stata nella
classe affianco alla mia ma non l’avevo mai vista. Non mi ero mai accorto di
lei. Fino a quel giorno, quando la vidi passando per caso davanti alla
palestra.
“chi è
quella?”
Che
cos’è quella, avrei dovuto dire. Quella che sto guardando non è una ragazza, è
un’apparizione piovuta da un altro mondo, da qualche lontano pianeta della
galassia più lontana, non può essere vera. È come se all’improvviso fossi
rinato e avessi capito perché si vive, perché vengo a scuola ogni giorno,
perché respiro. Perché siamo su questa terra.
“chi è
quella?”
La
domanda era rivolta al mio migliore amico di sempre, quello che conosci il primo
giorno d’asilo e non lo molli più, quello con cui condividi ogni singola
cazzata e ogni momento importante, il tono della mia voce lo fa voltare verso
di me incuriosito. Ansimo e tremo, senza fiato, e lui vuole capire perché, cosa
mai può aver ridotto proprio me in questo stato pietoso. Probabilmente pensa
che abbia infilato due dita nella presa elettrica e onestamente non stento a
capire perchè. Guarda con me dalla finestrella rettangolare della porta della
palestra.
“quale?”
Come
quale? Quella. Quella là, con quei capelli rossi e quella figura e quella
grazia. Quella che sembra essere un angelo caduto dal cielo, quella che mi sta
lasciando senza fiato, quella che mi ha ipnotizzato senza neanche guardarmi
negli occhi. L’unica.
“laggiù,
quella vestita in viola”
“oh lei.
Si chiama Giulia, sta nella classe affianco alla nostra”
“ma da
dove salta fuori?”
È
apparsa per magia dal Paese delle Meraviglie proprio come Alice? È volata
quaggiù dal paradiso per salvare me povero peccatore? Si è materializzata dal pianeta
Uau? La vedo parlare e ridere con un suo compagno di classe, senso di
irritazione. Guai in vista. Non riesco a crederci: l’ho vista per la prima
volta neanche un minuto fa e sono già geloso. Se mi piace? Decisamente mi piace.
Ma non è neanche la parola giusta per descrivere quello che provo. Non ci si
avvicina neanche un po’. La pelle mi è diventata bollente e sento che ci potrei
cuocere sopra una frittata senza alcuno sforzo. Il cuore nel torace balla la
break dance e credo che lo sentirebbe anche un sordo, visto come batte. La
bocca è asciutta come carta vetrata. Come un vulcano in piena attività sto per
eruttare lava, che sia acida o basica fa poca differenza, sarebbe ugualmente ad
una temperatura tanto alta da sciogliere il polo nord. Per la prima volta
capisco che cosa vuol dire la gente quando dice che ha le farfalle nello
stomaco perché è eccitata. Farfalle?!? Nel mio caso è più uno sciame di api
inferocite. Come può farmi questo effetto? Come fa? Magia. È magica? Non a uno
come me. Non può, non deve. Ma lo fa.››
Giulia
che
quand'era insieme a me
diventava seria
È
stata una preda dura. Testarda forse più di me, orgogliosa fino al midollo.
L’unica
che mi ha mollato, l’unica che non ho dimenticato.
Mi
ha dato tutto e le ho dato il meglio, è stata amante e amica allo stesso tempo.
Focosa sotto le lenzuola, del tutto a suo agio se davanti a tutti non dovevamo
mettere in piazza quello che c’era tra noi. È stata quella che è durata di più,
due anni a vivere di cose che non avevo mai provato prima. Ma è passato tanto
tempo, eppure ricordo tutto. Ogni giornata, ogni notte, ogni semplice colazione
o pranzo.
E
si incazzava se mi dimenticavo un anniversario o un compleanno, si incazzava se
arrivavo in ritardo, si incazzava se non le dedicavo attenzione. E si. Un po’
forse mi ha cambiato, è riuscita là dove tante avevano e hanno poi fallito.
Le
mancava l'aria se io insistevo
‘Vieni a vivere con me’
diceva: "io do a un uomo tutto,
ma non accetto che pensi
Giulia è mia"
Lei
mia non lo è mai stata, davvero mai.
Né
mai potrà essere di nessun altro.
Perché
è sempre stata come la libertà, senza catene né freni, senza limiti e piena di
eccessi. Sempre pronta alla lotta, sempre decisa ad arrivare fino in fondo.
Giulia
nata per combattermi, Giulia nata per essere ricordata e amata dal mondo.
Giulia
che era una droga, uno stupefacente naturale a costo zero.
Giulia
che faceva l’amore con te ogni volta come fosse la prima, appassionata e
sensuale, sapeva mandarti al Nirvana anche solo con un bacio.
Giulia
che ti dava tutto e pretendeva tutto, ma non voleva appartenerti fino in fondo.
Giulia
si sposa
è la sola cosa
che lei non ha
mai fatto insieme a me
Nessuno
dei due l’avrebbe mai accettato.
I
“per sempre” per noi non sono mai esisti, entrambi troppo insicuri e fragili
verso il domani probabilmente, entrambi a voler costruire la vita giorno per
giorno e a voler ignorare il doversi sistemare. Perché un matrimonio è per
sempre e un divorzio sono solo tante scocciature. Lei che sosteneva che l’uomo
a cui legarsi per la vita non esisteva, ora si sposa e un po’ di amaro in bocca
c’è, perché se quell’uomo non ero io.. chi è?
Domanda
sciocca, risposta ovvia. È uno che ha saputo incastrarla, imprigionarla.
Ma
è uno che non l’ha capita fino in fondo allora, perché non puoi chiudere in
gabbia una che è nata per volare. Sarebbe come tarpare le ali a una rondine a
primavera.
Neanche
gliel’ho mai chiesto di sposarmi.
Eravamo
giovani, volevamo divertirci, goderci la vita e non pensare a niente.
Ne
parlammo una volta soltanto.
Una
notte d’agosto, dopo essere stati ad un altro matrimonio di amici.
Una
notte passata abbracciati in un letto d’hotel mezzi ubriachi facendo discorsi
che da sobri non avremmo mai affrontato. Mi disse che se mai si fosse sposata
l’avrebbe fatto di sera tra pochi intimi, non avrebbe fatto né rinfresco né
pranzo, ma una pizzata con gli amici, niente ristoranti chic per lei, solo una
villa in campagna e un cielo stellato.
Giulia
si sposa di domenica mattina nel Duomo della città.
Giulia
se ha invitato me ha fatto le cose veramente in grande, perché non sono un
amico intimo proprio per niente.
Giulia
fa un pranzo in un ristorante alla moda con almeno 10 portate.
Giulia
è diventata un’altra?
Perché
lei diceva
che l'amore è amore
non un contratto o un fido in banca
Me
lo ripeteva sempre. L’amore è amore. E non se l’è inventato Venditti
aggiungeva.
Per
Giulia l’amore era prima di tutto fedeltà. E poi per Giulia c’era il sesso.
Solo
dopo venivano i sentimenti, gli anniversari e i regali, i fiori e quant’altro.
Viveva
l’amore con gioia, perdonava difficilmente ma concedeva tutto.
Diceva
che ti lasciava per amore e forse era vero. Perché amava chi le piaceva, come
le andava e per il tempo che voleva, né più né meno. Ti lasciava perché amava
si, ma qualcun altro. Non mi ha lasciato per amore, non a me.
Non
mi ha detto questo, l’ha detto agli altri prima di me, magari a quelli dopo.
Mi
ha lasciato per poter riavere la sua libertà, me l’ha urlato in faccia quella
mattina di gennaio in cui è finito tutto. Geloso io, possessiva lei. Fatti per
attrarci come calamite e rinfacciarci ogni minimo dubbio, tante grida dettate
dall’insicurezza.
Mi
ha lasciato perché “tu mi rubi l’anima”
mi disse in lacrime.
Mi
ha lasciato perché “non posso andare
avanti così, non posso davvero”.
Mi
ha lasciato e mi ha fatto tornare all’uomo sciupa femmine che ero prima di
conoscerla, il cuore che per anni ha messo toppe su ferite aperte accusa un
altro colpo.
dirà di si perché è un po' stanca
ma chi la sposa non sa una cosa
Giulia
me la immagino già, tra qualche giorno, in quel suo vestito bianco che le starà
d’incanto che cammina dritta verso l’altare.
Giulia
dev’essere stanca, è l’unica soluzione che riesco a trovare a questo
matrimonio.
Me
la ricordo d’estate, la pelle abbronzata, il segno audace del costume che si
intravedeva per quelle magliette troppo scollate. Le notti in spiaggia a fare
l’amore, le labbra rosse da mordere e assaporare per minuti interi, i suoi
capelli sparsi sulla sabbia e la sua risata cristallina quando le facevo il solletico.
Me
la ricordo d’inverno, quando togliere i vestiti rendeva tutto più eccitante,
lei sotto un piumone ci avrebbe vissuto proclamava, lei che amava il Natale e
Capodanno più di ogni altra cosa, lei che era sempre fredda e aveva bisogno di
calore.
Aveva
quel sorriso, Giulia.
Sorrideva
in un modo che nessun’altra sa fare, era maliziosa, era dolce, era sincera.
Sorrideva
e la giornata andava meglio, sorrideva e ti incantava.
A
volte era triste, aveva quelle giornate in cui le vedevi gli occhi lucidi anche
se non piangeva, passava le ore sdraiata su un divano sotto una coperta con lo
sguardo perso e la abbracciavo senza dire niente, perché nel suo dolore non ci
dovevi entrare.
Aveva
sofferto Giulia, davvero tanto e ne portava ancora i segni sulla pelle.
Non
piangeva mai però, era forte come una leonessa.
Quando
mi ha lasciato era in lacrime, non l’avevo mai vista piangere.
L’ho
resa debole, per questo mi ha lasciato.
Giulia
io e te
sappiamo invece che
nessuno più di me al mondo
ti conosce fino in fondo
sa dirti il fatto tuo
sa prenderti se stai cadendo
Non
è presunzione la mia, ne sono certo.
Nessuno
la conosce come me, probabilmente perché nessuno è più simile ed opposto di noi
due sulla faccia della terra. Eravamo la coppia perfetta, quante volte ce lo
siamo sentito dire? Tutti i miei amici dicevano che era troppo per me, e forse
avevano ragione. Un’altra come lei al mondo non esiste e io sono sempre stato
troppo giù per mirare ad una come Giulia.
Se
lei non me la dava vinta, neanche io mollavo l’osso.
Quante
discussioni nate per sciocchezze abbiamo affrontato? Ogni pretesto era buono
per farne venire fuori un’odissea, ma ogni volta facevamo pace. Giulia mi
guardava negli occhi, fissandomi severa e poi rideva, mi buttava le braccia al
collo e mi baciava. Da lì il passo era breve, facevamo l’amore dove capitava,
in cucina o in bagno, in sala o in camera da letto, in auto o in un parco.
Adoravo la sua allegria, mi mancava se partivo, la chiamavo di continuo e lei
che si lagnava perché le facevo spender soldi.
E
s’incazzava quando non telefonavo per due giorni.
Sposarti
è un gioco nuovo
però non t'assomiglia
e Giulia è Giulia
solo con me
Non
è fatta per fare la moglie, non quella Giulia che conosco io.
Lei
odiava cucinare, non stirava quasi nulla e metteva in ordine una volta ogni
tanto. Giulia viveva nel suo caotico mondo di disordine preciso, sapeva dove
mettere ogni cosa, ci mettevo il naso io e ne veniva fuori un dramma. Era
indipendente, Giulia.
Viveva
da sola già quando la conobbi, il nostro ultimo anno di liceo.
Lavorava
per un sogno che ha realizzato un po’ alla volta.
Giulia
avrà dei figli, farà la madre e preparerà la cena alla sua famiglia.
Stirerà
le camicie di suo marito che lavora, farà il bucato tutti i giorni e passerà
l’aspirapolvere per casa. Io così non ce la vedo.
Giulia
si sposa
ha già la casa
si farà le foto in chiesa
Domenica
mattina, mi sto preparando per andare al matrimonio.
Giulia
si è accasata, me l’hanno detto ieri. Il suo fidanzato è un avvocato, ha tanti
soldi e una vita da nababbo, hanno comprato una villa in campagna con il
giardino.
Giulia
sognava un attico a Londra, una vita tranquilla, non s’è mai preoccupata del
denaro ma era sempre stata bene. Lei che proclamava “io dalla città non me ne
vado”, lei che era nata a Milano e se ne sarebbe andata solo per l’estero, ora
va a vivere lontana dal centro del suo mondo.
La
chiesa è bardata a festa, tutto è pronto.
Fiori
bianchi ovunque per una che amava le rose rosse. I fotografi sono pronti a
immortalare i momenti del matrimonio. Lui è già lì sotto i flash, è uno che con
lei non centra nulla, troppo serio, troppo pomposo, troppo snob.
I
fotografi aspettano solo lei, la sposa.
lei, lei che odiava fare
quel che fa la gente
Ed
eccola Giulia.
Bella
più di come me la ricordavo, stretta in un vestito bianco che non le si addice,
i capelli che una volta erano sempre tinti ora di quello che è il suo colore
naturale.
Giulia
è diventata un’altra.
Lei
che non voleva essere alla moda, lei la moda la faceva.
Lei
che andava sempre contro tendenza, stravolgendo ogni dettaglio.
Lei
che cambiava di continuo perché non trovava se stessa in quello che era.
Lei
che aveva giurato sarebbe rimasta sempre la stessa ragazza di sempre.
Che cosa le manca? Cosa
non ha? Cos’è che insegue se non lo sa?
Se
la sua corsa finisse qui, forse sarebbe meglio così.
Ma
non è fatta per lasciare che tutto scorra senza metterci piede.
Cammina
lenta per la navata Giulia, al suo fianco nessuno, né un padre né un amico.
Fissa
l’altare ma non guarda lui, lascia che lo sguardo si perda sulla folla.
Non
sorride, sembra solo rassegnata.
Ma
poi il suo sguardo cambia, fissa me e la sua espressione riprende vita. Sei
stupita? Sono qui a vedere che combini.
Mi
fissa e già mi sembra di capire cosa sta per fare…
ma
io lo so che cosa ha in mente
arriverà davanti al prete
ma Giulia è Giulia
e lì dirà di no
Giulia
ha ritrovato il suo sorriso.
Ora
cammina dritta verso il suo destino, sa cosa la attende.
La
cerimonia inizia, osservo in silenzio il rituale, quante parole inutili starà pensando
lei.
Gioco
con le chiavi della macchina, qualcosa mi dice che serviranno tra breve.
-
vuoi tu prendere quest’uomo come tuo legittimo sposo, in salute e in malattia,
finchè morte non vi separi?- il prete fissa la sposa, convinto che tutto andrà
come da copione. Ma lui non sa che con Giulia niente è prestabilito, niente ha
una trama da seguire. E no. Non mi stupisco quando lei candida e serena
risponde con un bel “no” e si alza con grazia da dove era seduta. Giulia è
fatta così, tira su il vestito e percorre la navata al contrario fino ad
arrivare davanti a me. Mi sorride allegra “mi dai uno strappo?”.
Scuoto
la testa e la seguo ridacchiando, va che figure mi fa fare.
Giulia
io e te
sappiamo bene che
nessuno più di me al mondo
ti conosce fino in fondo
sa dirti il fatto tuo
sa prenderti se stai cadendo
Giulia
esce dalla chiesa, io dietro di lei, il tumulto che comincia ad alzarsi.
Ride
divertita Giulia, forse aveva già in testa cosa fare da molto.
Forse
era qualcosa che doveva fare prima o poi, piantare un uomo sull’altare.
Cammina
affianco a me senza dire niente, con le mani tiene su il vestito che comunque
striscia per terra e da bianco sta diventando grigio.
Non
ci vediamo da anni e l’unica cosa che sappiamo fare è scappare da una chiesa,
il giorno del suo matrimonio. La vita è proprio strana, la guardo che punta
dritta alla mia macchina come faceva tanto tempo fa, del tutto a suo agio.
Giulia
è libera, ancora una volta. Libera di farsi deludere da qualcun altro, libera
di dire che si sposerà e poi non farlo, libera di volare quanto più lontano
possibile da qui.
Giulia
si è già liberata delle scarpe e ha già appoggiato i piedi sul cruscotto.
Giulia
siede scomposta affianco a me, mi sorride e mi sembra di essere tornato
indietro di quasi una decina d’anni. Siamo ancora quei ragazzi di allora?
Sembrerebbe di si.
-
dove si va?- me lo chiede tranquilla, come se stessimo partendo per una gita al
mare.
-
cosa stiamo facendo?- le rispondo fissandola negli occhi e prendendole una
mano.
-
cosa abbiamo fatto fino ad ora?- sfiora il mio viso e non posso che rispondermi
da solo, abbiamo fatto la stessa cosa per anni. Chiederci perché, senza trovare
una risposta.
puoi
farlo fino in fondo
il gioco se ne hai voglia
ma Giulia è Giulia
solo con me
Giulia
mi bacia e si siede in braccio a me.
La
stringo forte e me la porto più vicina. Non ha un senso, non avrà mai fine.
Spiegazioni non ne ho.
Il tragitto fino a casa
mia è fin troppo breve, i passi fino al letto ancora di più.
Eccitante toglierle quel
vestito, cosa che forse sarebbe dovuta toccare ad un altro.
Sensuale come nessuna mi
spoglia, assaporando ogni centimetro del mio corpo.
Mi era mancato averla così
vicina, averla e basta.
Fare l’amore come fosse la
prima volta, sentirla respirare piano, il respiro affannato sul mio collo, le
mani che si cercano, addormentarsi insieme aspettando il nuovo giorno.
Svegliarsi e parlare,
parlare di tante cose.
Parlare degli errori,
delle sconfitte, delle proprie vite.
Parlare di come è stata
dura andare avanti.
Parlare di tutto e di
niente per ore, soltanto sfiorandosi.
Capire che sono stati anni
vuoti senza di lei, capire che forse si può ancora andare avanti insieme, dirsi
che c’è sempre una seconda volta.
Giulia non è mia, ma è Giulia solo con me.
~
The
End, or the Beginning?
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Questo è quanto. A voi la parola!
Giulia ©