Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: AlessiaCo    03/09/2016    1 recensioni
Era come se le loro labbra fossero state create per baciarsi in un solo modo, il loro
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-..-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
- E questo che significa? -- L'ho fatto per non dimenticare - - Per non dimenticare che cosa? - - Che ho trovato il mio punto cardinale -
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scusate il ritardo ma, come anticipato, sono un po' incasinata. Buona lettura a tutti :)


ELYZA
 
" Colpire un Generale? Ma è impazzito?" Pensai studiandolo con  sguardo impassibile. Mi scostai leggermente dal suo volto, poggiando la schiena contro il sedile e voltando lo sguardo verso Alicia per avere un suo cenno. Lei si limitò a guardarmi, socchiudendo le labbra, ma senza farne uscire alcun suono.
Guardammo gli altri soldati davanti a noi, solo due. Forse con un po’ di fortuna ce l'avremmo fatta, ma sarebbe stata una lotta ben differente da quella che eravamo stati costretti a fare fin ora. Non si trattavano di zombie, si trattava di esseri umani vivi e vegeti.
.- Ely, non sei costretta - mi sussurò appena il soldato si allontanò per andare a chiamare il suo superiore. Era vero... Non ero costretta a farlo, ma le parole del soldato mi sembrarono molto di più un ordine che un consiglio - Lo farò - risposi quindi convinta della mia decisione.
Osservai il giovane giungere al fianco dell'uomo intento a parlare con Bellamy e, non appena lo raggiunse, attirò la sua attenzione sussurrandogli qualcosa all'orecchio che lo costrinse a voltarsi verso il nostro pick-up. Il Generale non prestò più interesse a Bellamy e a passo di marcia raggiunse il nostro finestrino ma, contrariamente a quello ci aspettassimo, si fermò davanti a quello di Alicia.
 
Il mio cuore si strinse in una morsa e sentii il mio stomaco saltare per aria appena l'uomo giunse con un sorrisino stronzo sulle labbra. Si stava prendendo gioco di noi e sembrava anche divertirsi molto. Con il fiato sospeso, guardai Alicia non muovere nemmeno un muscolo. La sua mascella era rilassata, i suoi lineamenti erano seri, il suo respiro regolare e quieto. Non so per quale motivo… ma mi ritrovai a sorridere. Ero fiera di lei, ero fiera del modo in cui riusciva a comportarsi in occasioni così complicate.
.- E quindi arrivate da est - disse l'uomo incrociando le braccia sul finestrino
.- Si, esatto -. La voce ferma, lo sguardo fiero, quasi non la riconobbi più.
Sentii un leggero tocco sulla mia gamba e, abbassando gli occhi, notai il suo palmo aperto in attesa che le passassi l'arma.
Tornai con lo sguardo verso il Generale, cercando di sfilare la pistola il più lentamente possibile per non destare sospetti.
 
.- E io vi dovrei credere? - chiese con un tono straffottente. Guardai il viso di Alicia abbassarsi e assumere un sorriso divertito ma inquietante. - No... - gli sussurò a pochi centimetri dal viso .
 
PAM
 
Un suono, un tonfo e il tempo si fermò. Non saprei dire con quanta velocità ci mise ad afferrare l'arma e sparare proprio al centro del cranio, ma fatto sta che non mi resi conto nemmeno di non aver più l'arma tra le mani. Il corpo cadde quasi a rallentatore e vidi gli occhi dell’uomo buttarsi all'indietro e diventare improvvisamente bianchi. Morto.
 
ALICIA
 
 
Mi porsi dai finestrino, osservando il corpo di fianco a me afflosciarsi e assumere una posizione anormale sul terreno. Lo sparo risuanava ancora dentro il mio petto, ma non mi pentii di quello che avevo fatto.
.- Hey! Che cazzo avete fatto!? -
Uno dei soldati iniziò a correre verso di noi ma, non appena giunse davanti al muso della nostra auto, il soldato Marphy lo bloccò da dietro. - Mi dispiace amico - lo sentii dire quando circondò il collo del collega con un braccio fino a farlo soffocare e cadere a terra inerme.
 
Il resto del gruppo davanti a noi ci guardò, non capendo il perché avessimo fatto una cosa del genere. Guardai Jasper scendere dal cassone davanti e inginocchiarsi al fianco del ragazzo appena ucciso dal nostro nuovo "Salvatore" - L'hai ucciso - disse toccando il collo con le dita per sentirne i battiti.
 
Con ancora la pistola tra le mani, aprii la portiera e scesi, cercando di non calpestare la mia vittima. Elyza fece lo stesso e insieme andammo incontro al soldato.
.- Chi sei? - chiesi duramente stringendo l'impugnatura in caso non avessi ascoltato una risposta valida.
.- Un grazie sarebbe sufficiente... Ma comunque, mi chiamo Murphy - rispose allungandomi la mano. Abbassai i miei occhi osservandola davanti a me, ma non lo strinsi e lui, dopo poco, se lo riportò al fianco.
.- Mi stai dicendo l'unica cosa che sapevo già - gli dissi spostando il mio sguardo sull'etichetta della divisa dove era impresso il suo nome. Lui sorrise, toccandosi quel lembo di stoffa e assumendo una smorfia buffa non appena si rese conto della Gaffe.
.- Ok, hai ragione. Mi chiamo Murphy e so da dove venite -
A passi incerti Elyza mi raggiunse, rimanendo però con lo sguardo sul ragazzo
.- Come fai a saperlo? - la sentii chiedere anticipando la mia domanda
.- Conosco quelle auto. Sono di Nyko, giusto ? -
Ci scambiammo tutti un veloce sguardo d’intesa, forse potevamo davvero fidarci di lui, ma l'aver confessato di conoscere Nyko non era di certo una valida risposta per scioglierlo da qualsiasi dubbio.
.- Sono suo nipote - continuò avanzando di un passo verso di me. Appena si mosse, il resto del gruppo gli puntò all'unisono le armi che già da tempo avevano impugnato. " Sono migliorati " pensai soddisfatta dei loro sviluppi.
.- Ok... Scusate... - sussurrò alzando le mani e tornando indietro mortificato
.- Mi dispiace... Murphy... Spero tu possa capire le nostre precauzioni - dissi volendo in qualche modo scusare le loro azioni
.- Se tu sei il nipote di Nyko, come si chiama tuo padre e dove abita? - chiesi per avere più informazioni. - Si chiama Marcus e vive a Puerta de Luna - rispose con tono fermo e sicuro di se.
Una mano sulla spalla catturó la mia attenzione e senza perdere d'occhio il mio interlocutore, mi abbassai appena verso Elyza - Corrisponde Ali... Magari dice il vero - mi sussurrò lasciando poi la presa.
Ok, forse diceva il vero o forse no, ma credo che non avevamo tante soluzioni. Rilassai i muscoli e infilai la pistola tra la cinta dei pantaloni
.- Va bene... Piacere Murphy, io sono Alicia - dissi rivolgendogli la mano io questa volta. I ragazzi abbassarono le armi rimanendo però in allerta, fin quando il soldato non strinse la mia mano e abbassò il viso in segno di rispetto - Non possiamo perdere altro tempo, forza sali - gli ordinai voltandomi verso il pick-up.
 
.- Hai davvero intenzione di portarlo con noi!? - Per un attimo socchiusi gli occhi, mentre le mie gambe si erano già fermate appena sentii l'inizio di quella domanda. - Si Bellamy - risposi non voltandomi - Io dico che invece non lo faremo -
 
Sospirai pesantemente e, prima di girarmi verso di lui, incontrai lo sguardo di Elyza, anch'essa stufa dei capricci del suo amico. - Dimmi Bellamy... Una volta arrivati a Puerta de Luna... Sai per caso come trovare questo... Marcus? - chiesi portandomi sempre più vicino a lui - No, ma lo troveremo - - Certo, con un po’ di fortuna ci riusciremo. Ma sai come trovarlo senza perdere altro tempo? Perché non ne abbiamo - continuai senza abbassare la guardia. - No - rispose trattenendosi da altri commenti - Ottimo. Allora Murphy viene con noi. Una volta arrivati deciderai tu se ucciderlo o meno - finii di dire prima di voltarmi nuovamente, decisa questa volta a non sprecare altro fiato.
 
ELYZA
 
Sapevo che sarebbe successo. Non avevo dubbi che Alicia non avrebbe accettato ordini da Bell e io ne gioii come non mai. La sua schiettezza era diventata disarmante e per la prima volta non udii nemmeno i chiacchiericci degli altri ragazzi, consapevole che anche loro ritenevano Alicia più consona a prendere decisioni.
 
Eravamo in viaggio ormai da un'ora e per tutto il tempo nessuno osò parlare. Decisi di prendere posto nel cassone, insieme a Raven e Monty, per tenere d'occhio il nuovo membro del gruppo. Non volli tener nascosta l'arma nei jeans, ma la strinsi per tutto il tempo tra mani, indifferente di come potesse sentirsi Murphy vedendosi controllato. Ormai ero stanca di sotterfugi, non avevo più intenzione di incombere in altri problemi.  
 
.- Come sta? - alzai il mio volto, sentendo il mio collo indolenzito per i contraccolpi subiti dai sobbalzo dell'auto dopo l'intera ora passata in quella posizione - Chi? - chiesi non capendo a chi si riferisse - Nyko, come sta? - .
Mi scambiai una veloce occhiata con Raven di fianco a me. Era dura per me parlare di quanto accaduto quel giorno. Sentivo ancora le loro parole di conforto mescolarsi con i rantoli successivi al loro mutamento. Era difficile, troppo difficile dimenticare con quanta gentilezza si presero cura di noi.
.- Si è trasformato - rispose Raven concedendomi il silenzio.
.- E... Non l'avete ucciso?- chiese speranzoso.  Forse anche lui la pensava come noi, era meglio morire che vivere la propria esistenza in quelle condizioni.
.- Si... Lei lo ha ucciso - la sentii rispondere indicando Alicia dal finestrino retrostante la cabina.
Osservai il volto del ragazzo assumere un'aria rilassata, di chi aveva appena risolto un problema con il passato, un problema che di certo doveva riguardare Nyko.
.- Ha un bel caratterino la vostra amica - constatò puntandomi gli occhi addosso - Si. Ha coraggio da vendere - - Perché, tu non ne hai? - mi chiese incrociando le braccia e attendendo una mia risposta. Restai in silenzio, iniziando a mordicchiarmi il labbro inferiore appena udii quella parola. "Coraggio". Non ero convinta di possederne. Le mie mani tremavano ancora al pensiero delle persone che avevo ucciso, al male che avevo fatto e ai ricatti ai cui mi ero dovuta inginocchiare.  È vero… in fin dei conti dobbiamo tutti morire, non possiamo scegliere in che modo, ma possiamo decidere come andare in contro alla fine. Era quello che io stavo facendo… prendevo decisioni per altre persone nella speranza di condurle a una morte più degna di altre. Era forse coraggio questo? Le mie azioni erano soltanto frutto di impulsi e gesti involontari, al fine di prolungare i nostri giorni, niente di più.
 
 
 
.- Parlami di tuo padre. Non sembri felice di andare da lui – chiesi non sopportando più il silenzio - No, in effetti non lo sono. Mio padre è una persona complicata - - Chi non lo è… - osservai abbassando gli occhi sulla pistola e facendola roteare
. - Io non sono veramente suo figlio, mi ha adottato quanto ero piccolo, ma poi la sua compagna morì in un incidente e da qual giorno cambiò tutto - - Non te la ricordi? - - Lei? No… no, ero troppo piccolo. Ma ricordo il suo profumo, era gentile –
.- Cosa dobbiamo aspettarci laggiù? Voglio dire… Nyko ci ha detto che Marcus ci avrebbe aiutati, ma dai tuoi racconti non sembra una persona così… -
.- Cordiale? … Non è una persona cattiva, è burbero ma non crudele. Mio padre è molto famoso nel corpo dell’esercito –
.- Ci stai portando nella bocca del lupo!!? -  Urlò Raven stringendo i pugli tentando di non scoppiare
.- No tranquilli. Lui gestiva tutti gli impianti di sicurezza, è un ingegnere con un’esperienza incommensurabile. Molte volte abbiamo detto a mio zio di trasferirsi da noi proprio perchè la nostra villa è impenetrabile –
.- Noi non andiamo d’accordo con i militari – La sentii dire con un tono un po’ più rilassato.
.- Nemmeno lui, almeno… non più. Sono stato io a volermi arruolare per forza. Credevo in questa causa… quella di sterminare questi mostri e mettermi in salvo insieme alle poche persone ancora sane - - E allora perchè sei qui con noi ? - - Perchè ho capito che mi stavo sbagliando. Non si tratta più di voler salvare la gente, no… loro stanno lavorando a un progetto più grande, un piano che nessuno è in grado di capire. Mio padre questo inganno lo aveva fiutato molto prima di me e io… beh… ho fatto la mia scelta –
 
----------------------------
 
Le abitazioni iniziarono a intravedersi tra la vegetazione arrida e secca della tanto agognata "Puerta de Luna". Il terreno chiaro e polveroso risultava in leggero contrasto con le case di colori sgargianti. Nonostante la città fosse fantasma, riuscii a percepire una sensazione di gioia. Le case erano praticamente tutte ad un piano, con qualche finestrella piccola su una facciata e grandi porte di legno colorato. Non mi sarei mai aspettata un ambiente così giocoso e originale. Per qualche istante dimenticai la nostra situazione e, senza pensarci, mi portai più vicino alla parete del cassone per osservare meglio il panorama. Mi sentii una bambina e mi vergognai quando Raven iniziò a ridere notando la mia espressione.
.- Dopo ti porto a un parco divertimenti piccola Elyza - mi disse assumendo un'aria da superiore. Feci roteare gli occhi, ma in fin dei conti sperai davvero di passare una giornata in un Luna Park, e lasciare per qualche giorno questo mondo devastato.
.- Non siete mai state da queste parti, non è vero? - Ci chiese Murphy notando i nostri sguardi sulle case - No. Doveva essere bellissimo - - Lo era davvero. Qui la gente era sempre allegra. Organizzava feste, sagre, e i compleanni erano aperti a tutti gli abitanti. Non è una città grande, ci conoscevamo tutti. -
Sorrisi al ragazzo, parlava di quel posto con occhi lucidi e non mi stupii di leggerci un po' di tristezza. " Chissà come sarebbe stato viaggiare con lei " mi chiesi guardando Alicia ancora intenta a guidare. Avrei voluto davvero conoscerla in un momento diverso, goderci la vita, scappare insieme da qualche parte e visitare le città più belle del mondo. Un sogno che sapevo sarebbe rimasto nel cassetto per il resto della mia vita.
 
ALICIA
Ero sconvolta da quella città e in breve tempo rimasi affascinata da tutto ciò che mi stava circondando. Elyza era felice e potei notarlo dallo specchietto retrovisore. Sapevo che le stava piangendo quel posto, un luogo adatto a un'artista come lei, nei ero sicura. Avrei voluto chiederle di dipingermi quella città con i suoi colori più belli, per poi appendere il suo quadro in camera in memoria di questo inusuale pellegrinaggio. Sentivo la sua mancanza. Mi mancavano le sue risate, le sue battute, le sue mani su di me. Desideravo un momento di pausa,un 'attimo in cui concedermi solo la sua compagnia. Vederla felice, gioiosa, allegra, grazie a me. Non vedere il suo sorriso da giorni mi stava deteriorando, era come se, in fin dei conti, il mio animo dipendesse solo dalla luce di esso. "Ce la faremo" cercai di auto convincermi mentalmente.
 
.- GIRATE A SINISTRA! -
 
Eseguii l'ordine e i colpi sul tettuccio della cabina che mi incentivarono a girare, mi risvegliarono dalla mia fervida immaginazione. Quando voltai l'angolo una distesa di frutteti si espandeva davanti a noi ma, nonostante sembrasse non finire, una muraglia ruppe la vista dell'infinito.
Percorremmo lo stretto viale tra i piccoli alberi innestati, cercando di cogliere al volo qualche frutto senza arrestare i veicoli. Quando Nick mi passò una mela, l'acquolina aveva già preso possesso della mia bocca. Il suo nettare mi parve la cosa mi dolce mai assaggiata e non riuscii a evitare di socchiudere gli occhi perdendo per un attimo di vista la strada.
Man mano che ci avvicinammo all'imponente cinta muraria, una pesante e impenetrabile porta in ferro fu facilmente avvistabile alla fine del viale.
.- Che diavoleria è questa!? - sentii commentare Raven prima di spegnere il Pick-up e vederla scendere dal cassone. La osservai avvicinarsi alla porta osservando gli enormi bulloni su di essa.
Non capendo il perché Murphy ci avesse condotto in una strada senza uscita, scesi dal veicolo tenendo stretta la pistola infilata nella tasca dei pantaloni.
.- Dove siamo!? - chiesi nel mentre che i miei passeggeri scendevano indolenziti dal viaggio.
.- A casa - rispose il ragazzo strofinandosi le mani sui pantaloni e scrollando la polvere sulla giacca.
Lo osservai giungere al fianco di Raven, intenta a osservare una scatola meccanica al lato della porta - Ha una chiusura elettrica - la sentii dire sfoggiando la sua cultura in quel campo - Sei sveglia! Ci penso io –
 
 Murphy si avvicinò al marchingegno munito di tastierina e, dopo aver digitato un codice, la chiusura ermetica provocò un “clic”.
 
Avete presente quando, da bambini, si scartava il pacco più grande sotto l’albero di Natale? Quel regalo che attendevi ansiosamente da una vita ma che, una volta davanti, era in grado di scombussolarti l’intero corpo lasciandoti inebetita per minuti interi? Ecco… è così che mi seniti.
Quel posto era un angolo di paradiso, una città dentro un città. La gente camminava, lavorava e alcuni sistemavano alcune piante sul terreno.
.- Forza, entrate –
Non me lo feci ripetere due volte.
Dopo aver fatto oltrepassare i Pick- up all’interno della residenza, scesi nuovamente dal veicolo ma, appena chiusi la portiera, sentii un corpo pesante schiacciarmi su di essa. I capelli di Elyza mi coprirono l’intera faccia e dopo qualche istante sentii le sue calde labbra sulle mie. Le sentii tremare e insolitamente umide. Quando si staccò da me notai delle lacrime scenderle sul volto ma, dai sorriso raggiante, capii che non erano di certo di dolore.
.- A cosa devo l’onore? – chiesi diverdita dopo quella inaspettata scena – Sono felice Ali – rispose stringendomi in un abbraccio che ricambiai.
 
.- Benvenuti –
Una voce calda e profonda ci costrinse a sciogliere la nostra presa. Davanti al gruppo, un uomo ci accolse con un sorriso sul volto.
.- Papà! – Rimanemmo a guardare padre e figlio salutarsi dopo tanto tempo e inevitabilmente pensai ai miei cari.
 
.- Ciao ragazzi, io sono Marcus. Prego… entrate dentro – ci invitò indicando la direzione da prendere ma precedendoci con il figlio sottobraccio.
 
.- io ho finito. Vai pure – dissi a Elyza ancora intenta spogliarsi dai suoi vestiti decisamente sporchi. Ancora bagnata e con l’accapatoio sulle spalle, mi misi a sedere sul comodo letto matrimoniale al centro della stanza. La sentii sbuffare quando rischiò di scivolare sul pavimento umido successivo alla mia doccia, ma lei non me ne fece una colpa e scomparve chiudendosi in bagno.
La camera era enorme, la più grande che io avessi mai visto. Ogni mobile brillava e la polvere sembrava non intaccare in nessun angolo della casa. Vedendoci così stanchi e mal ridotti, Marcus decise di ritardare la visita della Villa e concederci subito del tempo per noi, dandoci la possibilità di lavarci e di rilassarci per qualche ora.
Rimasi seduta e a mani giunte per minuti interi e, non avendo più nessuna forza in corpo, il richiamo del materasso si fece sempre più forte. Mi lasciai cadere di schina e i piccolo rimbalzi mi causarono delle fitte che scomparvero  appena rilassai i muscoli. Chiusi gli occhi, l’unica cosa che potei udire era lo scroscio della doccia, un suono talmente rilassante che il sonno sembrò travolgermi.
 
 
ELYZA
 
Mi mancava l’odore dello shampoo, sentire la mia pelle liscia, i capelli setosi e il corpo rinfrescato. Credo di non esser mai restata così tanto sotto la doccia e per qualche momento capii il perchè Alicia desiderasse rimanere tutta la vita sotto un getto d’acqua.
Spannai il vetro con la manica e quando vidi chiaramente il mio riflesso su di esso, lasciai andare un sospiro che non pensavo uscisse così forte. Ero magra, pallida e le occhiaie erano decisamente peggiorate. Non mi stupii di vedermi in quello stato, ma di certo sperai di rendermi presentabile il prima possibile.
Uscii dal bagno e quando spalancai la porta, vidi Alicia straiata sul letto nella sua solita posizione a braccia e gambe aperte. L’accapatoio, semi aperto, faceva intravdere le sue forme toniche. I capelli bagnati sul materasso le incorniciavano in viso rendendo la sua pelle ancora più chiara.  Sgattaiolai davanti a lei, cercando di non inciampare sui vestiti che avevo lasciato alla rinfusa sul pavimento. Mi presi la libertà di osservarla ancora per qualche secondo. Il suo petto faceva su e giù con regolarità, facendomi intedere che doveva già essersi addormentata profondamente. Nonostante volessi lasciarla riposare, non riuscii a trattenermi. Lasciai cadere il mio accapatoio a terra e, puntando le ginocchia sul materasso, le andai a cavalcioni.
I suoi occhi iniziarono a muoversi sotto le palpebre, mentre le mani iniziarono già ad alzarsi per andarle a stopicciare. Sorrisi… completamente affascinata dalla meraviglia che avevo davanti.
Quando i suoi occhi Verdi incontrarono i miei, iniziai a sentire quel solito turbinio di emozioni che solo lei era in grado di procurarmi.
Mi piegai verso di lei, baciandola sulla fronte, sugli occhi, sul naso, sulle labbra. Un sapore che non gustavo da tempo, ma che ero in grado di apprezzare come la prima volta. Sentii le sue braccia incrociarsi dietro al mio collo, catturandomi e inchiodandomi in quella posizione come se non avessi più scampo.
I nostri visi si allontanarono, di poco, giusto il tempo di sorriderci e guardarci per qualche istante.
.- Ti amo Alicia –
.- Ti amo anche io Ely -
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: AlessiaCo