Film > Disney
Segui la storia  |       
Autore: Ciel Shieru Chan    03/09/2016    0 recensioni
I più famosi personaggi della Disney, e non solo, sono costretti ad uscire dal loro dorato mondo di sogni e desideri, per affrontare la dura realtà del regno delle favole.
Essere principi e principesse non comporta solo bellezza, eroismo, balli e abiti fantastici, cavalli bianchi e vero amore.
Il prezzo del potere esige di essere pagato.
Decisioni drastiche, guerre e priorità che rasentano il limite tra bene e male devono essere prese per la salvezza di vite e di reami e ben presto si renderanno conto che draghi sputafuoco, mele avvelenate, matrigne malvagie, streghe e stregoni erano solo l'inizio.
Perchè il vero nemico si nasconde in loro stessi.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Sposare la principessa?!”
Adam batté più volte le palpebre incredulo, quasi gridando.
“Come sarebbe a dire??”       
Il ministro di giustizia chiuse a sua volta gli occhi e sospirò profondamente.
Si levò dallo schienale di tela blu, ormai appiattito dal tempo, sistemato sul grande scranno gotico di legno scuro e poggiò i gomiti sul tavolo, seguiti dalle ampie e pesanti maniche della tonaca scura bordate di morbida pelliccia bianca ai margini.
Unì i polpastrelli delle rispettive dita e incrociò nuovamente il suo sguardo con quello del principe.
“Mio signore, come ho avuto modo di mostrarvi pocanzi, le ultime volontà testamentarie del nostro defunto, amato sovrano, Stefano di Neustria…che il cielo lo abbia in gloria…”
Aggiunse sollevando il viso ad osservare verso l’alto, aprendo le braccia in segno di pia devozione, per poi riposizionarsi nello stesso identico modo di prima.
“…Prevedono che la principessa Aurora, sua unica figlia ed erede, si mariti con vostra signoria”
“Ma io non posso sposarla…non la conosco…non…non l’amo…io…”
Con aria interrogativa, Frollo, ritrasse lievemente il mento, inarcò un sopracciglio e strizzò gli occhi, come se non vedesse.
Ed infatti non vedeva proprio il problema.
Era più unico che raro che gli sposi si conoscessero prima delle nozze vere e proprie.
Lo interruppe con voce austera.
“Domando perdono, ma temo di non concepire il punto della vostra situazione”
Adam sbuffò sconsolato e ricominciò il suo discorso, cercando di essere più chiaro possibile, tradito, tuttavia, dall’eccessivo nervosismo manifesto dal suo tremule tono.
“Io amo un’altra donna…non potrei nemmeno prendere in considerazione l’idea di sposare qualcuna che non sia lei…che oltretutto…”
Mentre parlava, l’interlocutore, dal canto suo, roteò gli occhi, spazientito.
Quel giovane gli ricordava tutto ciò che aveva sempre disprezzato dei grandi nobili del suo genere.
Lui stesso proveniva dalla nobiltà, seppur piccola, di campagna.
Tuttavia, sin dall’infanzia, fu destinato prima allo stato ecclesiastico, poi agli studi di giurisprudenza.
E nel rispettare il disegno che i suoi genitori e i precettori avevano realizzato per il suo avvenire, studiò sempre con ardore e dedizione.
In silenzio dall’alba fino al tramonto nelle stanze di quel rigido collegio.
Diritto, legge, retorica, teologia, storia, medicina, arti, lingue e molto altro ancora erano il suo pane quotidiano.
E quel bamboccio di bell’aspetto, dalla pelle chiara, la mascella squadrata, le labbra carnose e gli occhi penetranti come il cielo ghiacciato d’inverno, dalle larghe spalle possenti contornate dalla pregiata marsina stretta di velluto blu e i capelli orrendamente lunghi, agghindati in un riprovevole, femmineo codino, certamente mai aveva dovuto far nulla per offrire un’essenziale spiegazione al motivo della sua esistenza.
Che senz’ombra di dubbio, come molti suoi coetanei, passava le intere giornate nella deprecabile condizione di perder tempo e sprecar denaro con futili attività quali la caccia, lo stomaco o il ridicolo vanesio sforzo di soddisfare la propria vanità innanzi ad uno specchio, al pari d’un volgare cicisbeo.
Ora, innanzi alla promessa di un futuro regale, si tirava indietro pensando alla precaria passione per una qualche dama approfittatrice.
Forse, ragionandovi su, sarebbe stato meglio evitare un re di questo stampo, ma oramai era troppo tardi.
Aveva commesso un incalcolabile errore di giudizio.
La fretta, si sa, è cattiva consigliera.
Ad ogni modo egli rappresentava comunque il male minore, se confrontato con la situazione più ampia.
“Mio signore”
Proferì in tono autoritario interrompendolo nei suoi sproloqui, che aveva cessato di ascoltare sul nascere.
“Siete cosciente del fatto che, mancando il giuramento di servire il re nell’intento di adempiere ai suoi bisogni e desideri fino a che le vostre possibilità ed i vostri mezzi ve ne dispongano, commette un gravosissimo atto, al pari del tradimento verso la corona ed il reame intero?”
Quello fece per rispondere, aggrottando le sopracciglia, socchiudendo le labbra ed emettendo una lieve esclamazione, ma Frollo non gliene offrì la possibilità, continuando a sua volta.
“E vi rendete conto che, così facendo, compromettete la vostra posizione di privilegio nobiliare, che vi garantisce quegli stessi mezzi e disponibilità di cui vi ho appena accennato?”
Adam sgranò gli occhi ed, irato, si alzò in piedi di scatto, lasciando che il seggio offertogli poco prima, senza troppe cerimonie, stridesse fastidiosamente contro il freddo pavimento di pietra.
“Voi mi state forse minacciando alludendo alla revoca dei beni!?”
Il ministro stese nuovamente le braccia e inspirò profondamente, recitandosi desolato.
“Mio signore, quegli stessi beni che, a quanto pare, non sono affatto proficui nelle vostre deliziose mani, così come il vostro titolo nobiliare, le vostre terre e gli introiti a voi assegnati”
“Risparmiatemi l’ipocrisia”
Rispose il giovane con decisione.
Poggiò i palmi delle mani contro il legno della scrivania e si ancorò con le dita per venire avanti con il busto, verso il viso spigoloso dell’altro.
Puzzava di incenso e di un vecchio stanzino chiuso.
“Non avete alcun mezzo con cui osare minacciare me”
Rispose quasi sussurrando, ad un palmo dal suo naso adunco.
“Ma certo…”
Gli sorrise quello.
“Dopotutto sono solo al servizio della regina madre, membro del consiglio regale, tutore della principessa ed amministratore della giustizia del paese”
Rimarcò l’ultimo incarico con particolare cura, con un accento quasi sibillino.
Il principe sostenne tentennante il suo sguardo malignamente divertito.
Improvvisamente le pesanti ante di legno della porta sbatterono con fragore contro il muro e, violento come una tempesta, fece irruzione nello studiolo lord Tremaine, che con tono irruente accusava l’intero reame dell’ignobile reato di cui era colpevole, quello di non renderlo partecipe dell’arrivo di sua signoria Adam presso la capitale ed il Palazzo di Giustizia.
Frollo sbuffò, roteando gli occhi teatralmente, con il gomito sulla scrivania, poggiò il pollice sulla tempia destra ed indice e medio sulla fronte e si accasciò fiaccamente contro il pesante tavolo, scuotendo la testa rassegnato.
Il nuovo arrivato si fece avanti, scandito dal tintinnio dell’armatura di metallo, nel piccolo studio di forma quadrata dalle pareti altissime, lasciando che l’entrata si chiudesse, circondata com’era, da due piccoli arazzi ai lati e da uno molto più grande, che copriva l’intera superficie sopra le boiserie che ornavano la parte superiore del telaio della porta.
Tutti raffiguranti rigorosamente scene di tipo religioso.
Con passo sicuro, gonfiò il petto come una fregata quasi ad intimorire i presenti, avanzando tra le elevate librerie che circondavano la sala ricoperte da centinaia di libri, antichi e nuovi, ma anche statuette, tele e piccoli dipinti, miniature, candelieri, calici e vasi, gioielli sparsi in piccoli scrigni e decine e decine di candele.
Giunto innanzi alla vasta scrivania, che rendeva l’austera sala ancora più piccola, si inchinò al cospetto del principe, che si era voltato, stupefatto.
Con il ginocchio a terra e la destra sul petto, sollevò il capo per raccogliergli la mano e baciare uno degli anelli che portava, constatandone, sorpreso, l’assenza.
Adam, dal canto suo, la ritrasse fulmineo, quasi disgustato.
Frollo portò un pugno alla bocca e tossì per schiarirsi la voce e segnalare la sua persistente presenza.
L’altro si rialzò, riversando tutto l’imbarazzo di quell’inusuale scena sull’ospite, che alternava occhiate alla sua mano e ai due presenti.
Si eresse in tutta la sua massiccia statura e, guardando il ministro dall’alto verso il basso, lo salutò freddamente.
“Mio signore”
Frollo lo ricambiò, con un lieve cenno del capo, senza distaccare la sua espressione pacata.
Ovviamente non si alzò, come avrebbe dovuto.
Adorava stuzzicare la già facile ira del suo rivale con queste piccole, infantili dimostrazioni di sfrontata impertinenza.
Tremaine si voltò nuovamente verso il principe e con la sua voce tonante esclamò
“Domando scusa a Vostra Grazia, se il qui presente ministro vi ha tediato con le sue ignobili, subdole questioni!”
Adam aggrottò le sopracciglia, estraniato, e ringraziò incerto.
Era l’uomo più brutto che avesse mai visto in vita sua.
Con quel naso storto, schiacciato sul viso, la pelle segnata da cicatrici e segni di una violenta acne passata facevano crescere rada la barba pel di carota sulle guance, che andava arricciandosi, poi, sul mento.
I suoi occhietti scuri e luccicanti, infossati sotto le spesse e folte sopracciglia, non si levavano dal suo viso, dall’alto della loro statura, resa ancora più colossale dalla grande armatura corazzata d’argento.
Gli rispose titubante
“Oh…bene…Sono certo che questo malinteso verrà chiarito al più presto quindi”
Il lord assunse un’aria interrogativa, mentre ripeteva tra sé e sé quelle parole.
“Malinteso?”
Frollo si mise finalmente in piedi e, annuendo con aria di monito verso di lui, alzò la voce, caparbiamente.
“Egli nutre dei riserbi riguardo l’idea di sposare la principessa”
Tremaine, con la stessa espressione lenta, continuò a ripetere le sue frasi
“Dei riserbi riguardo lo sposare…”
Improvvisamente, come si fosse appena svegliato, sgranò gli occhi e si voltò nuovamente verso il giovane, esclamando vibrante
“Come sarebbe a dire?! L’onorabilissima principessa è la giovane più graziosa ed innocente che questo secolo abbia mai visto!”
“La carica di sovrano è troppo per voi?”
Sottolineò il ministro con la sua voce sibaritica.
“Sovrano?!”
Adam vide aprirsi una gravosissima incognita sul suo futuro più prossimo.
Non poteva governare!
Al di fuori di quanto faceva ogni giorno, sapeva di non esserne veramente in grado.
Destreggiarsi tra leggi, editti, favori, titoli, nobili, guerre alleanze e sovrani.
Cose di cui amava sentir racconti da piccolo, quando sembrava bastasse il coraggio per vincere il mondo.
Ben diverso dalla reale situazione.
Il solo pensiero gli strinse lo stomaco in una morsa dolorosa e la pelle gli si accapponò.
“Io non ambisco a quel genere di potere”
Rispose seccamente fingendo di riprendendosi dallo stupore iniziale.
Tremaine gli poggiò pesantemente una mano sulla spalla, strattonandolo sotto il suo peso e, forse con l’intenzione di stabilire un contatto più intimo, continuò
“Tutti agognano il comando”
Frollo lo guardò di sottecchi con astio.
Era un uomo eccezionalmente pericoloso.
“Io sono promesso ad un'altra”
Cambiò argomentazione il principe.
I due uomini si scambiarono un’occhiata furtiva.
Tremaine si separò da lui per spostarsi verso la stretta, altissima finestra sulla destra.
Accarezzandosi il pizzetto silenziosamente, si mise ad osservare la piazza sottostante, dove, nel viavai generale di uomini, donne e bambini, identificò il suo cavallo e i suoi uomini, che lo attendevano.
Si voltò nuovamente per chiedere all’interessato.
“E la donzelletta di cui andate cincischiando è vostra promessa…ufficialmente?”
Il ragazzo, con tono suspicioso, rispose
“Beh…ecco…non esattamente…lei è…”
“Eccellente!” esclamò quello con la sua voce fastidiosamente irsuta.
Frollo, intercettata l’intenzione del rivale, continuò soddisfatto.
“Questo fa di voi un uomo senza alcun impegno”
Adam sospirò rumorosamente e si morse il labbro inferiore.
Aveva commesso un errore fatale e gli sarebbe costato molto, molto caro.
“Io non ho intenzione di sposarmi”
Annunciò ancora, tentando sicurezza, mentre la camicia gli aderiva sempre più per il sudore.
“Sì! E nei più grandi ed importanti tomi di storia gli amanuensi scriveranno che il reame cadde sotto la sudicia impronta dello straniero!
Del crucco nemico che attese la guerra civile che ci sta divorando per invadere questa bella terra!
Ma si saprà, nei millenni a venire, che la colpa fu di un unico uomo! Voi! Che potreste essere il baluardo della salvezza per la nostra nazione! Voi! Che avete scelto il baratro! La caduta! Che avete condannato tutti noi alla sconfitta per un vostro futile capriccio!
E scriveranno di voi pagine e pagine! Si accuserà la vostra inettitudine! Chiameranno in causa la vostra impotenza! Vi crederanno omosessuale! Ostinato! Malato! Ritardato o semplicemente stupido!
Ma ogni cosa andrà in secondo piano innanzi all’odio che vi spetterà per il destino che avete prescelto al nostro paese!
E sputeranno sul vostro nome! Demoliranno il vostro palazzo e trucideranno coloro che vi sono cari e che vi amano a loro volta! Non vi sarà pietà per le vostre terre e le vostre genti, che verranno annientate dopo essere già state decimate dai rigori della battaglia che solo voi potevate stroncare!”
Tremaine concluse ansimando, dopo aver pronunciato, urlato il suo discorso simile ad una nefasta predizione.
Frollo aggiunse, con molta più indifferenza
“Il destino del reame, come quello della donna che…amate…”
si sforzò di proferire quest’ultimo verbo, dati i suoi forti dubbi.
“…è nelle vostre mani.
Ma siate cosciente che questa giovane, bella e senz’altro intelligente, patirà la fame, la miseria e magari il fatale colpo, dato dalla caduta della vostra casa e dalla fine della protezione che irradiate su di lei”
Vigoroso, l’altro riprese il discorso
“Non vi permetteremo di distruggere tutto ciò che i nostri avi hanno costruito, pezzo dopo pezzo con fatica e sacrificio, per la vostra inesperienza giovanile!
Voi sarete Sua Altezza Reale! Che vi piaccia o no! Il peso della corona che porterete sulle spalle sarà affievolito solo dall’esperienza che noi sapremo trasmettervi.
Ma è giunto il momento, per voi, di guardare in faccia alla realtà e afferrare la vita per le redini”
“Ma vi sbagliate! Voi non potete!”
Adam sbatté i polsi sul tavolo, irato e disperato.
“Portatelo via”
Decretò infine Frollo, tenebroso, con appena un filo di voce in più del solito.
Due guardie entrarono dall’entrata principale, dove rimase affacciato un ometto grassoccio che doveva essere il suo primo maggiordomo, ed altre due da una porticina minuscola, seminascosta dagli affreschi del muro e dagli scaffali della libreria.
Dapprima incerti sul da farsi, all’assenso del loro signore, i soldati afferrarono il ragazzo per le braccia, mentre quello si divincolava e si lamentava senza ritegno.
“Scortatelo nei suoi alloggi ed assicuratevi che abbia modo di riposarsi”
L’ometto seguì il pietoso corteo chiamando il suo padrone.
Il silenzio totale tornò ad incombere nella stanza.
Entrambi avevano appena appreso una lezione inestimabile, che li poneva in netto vantaggio, rispetto a tutti gli altri lord.
Tremaine irruppe con voce fredda e distaccata, tornando a guardare fuori della bifora, verso le svettanti torri in lontananza.
“Non lo lascerò tra le vostre grinfie un minuto di più.
Manderò una carrozza che condurrà il principe a palazzo, la sua vera, nuova casa”
“Sarò lieto di raggiungerlo”
Rispose in tono mellifluo.
“…per servire il reame”
“Per servire il reame”
Ripeté l’uomo con fermezza, per poi incamminarsi a passi lunghi e decisi vero l’uscita, senza proferir parola, senza salutare.
Ad entrambi era chiaro che l’autorità del nuovo re era tanto effimera quanto un mazzo di fiori.
E dato che, per loro, era impossibile collaborare, nonostante avessero appena avuto dimostrazione di quanto fossero potenti di comune accordo, non restava che spartirsi il resto quanto più in fretta possibile.
Le cose cominciavano davvero ad incrinarsi.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Disney / Vai alla pagina dell'autore: Ciel Shieru Chan