CAPITOLO
4
Quando
Zungurii mise piede nel
salottino, la luce del giorno stava appena iniziando a illuminare il
Regno di
Rubino. Era stata una notte difficile, le rivelazioni della sera
precedente lo
avevano tenuto a lungo sveglio. Sapeva di non aver recuperato
sufficiente
sonno. Ma come avrebbe potuto dormire? Non riusciva ancora credere che
Dan
fosse morto.
Sussultò
quando si accorse che
c’era già qualcuno seduto sui divani. Fece un
saluto a M.A.I.A., a guardia dei
comandi, e riconobbe la testa viola di Mai.
La
ragazza lo scorse subito e posò
sul tavolino la tazza di thè che aveva in mano.
“Ne
vuoi?”
Il
granroriano annuì e si sedette
sul divano opposto. Mai sorrise e prese la teiera, versandogli il
liquido
ambrato nella tazza.
“Come
stai?”
Zungurii
deglutì, ma non rispose.
Osservò la ragazza spostare lo zucchero davanti a lui e
porgergli la tazzina.
Lui la prese e accennò con il capo un ringraziamento. Per
qualche istante,
entrambi sorseggiarono il thè. Poi il granroriano
sospirò e posò la tazzina.
Non sapeva neppure lui come si sentiva, ma il pensiero che Mai si fosse
alzata
prima per accertarsene, gli riscaldava il cuore.
“Non
lo so. Sono successe così
tante cose brutte in questi anni. Non mi aspettavo una simile notizia
da voi.”
Mai
posò la propria mano su quella
più grande del granroriano.
“A
me è servito quasi un anno per
superare il dolore.” Sorrise tristemente ripensando a quei
mesi. “Non volevo
neppure più giocare a Battle Spirits.”
Zungurii
sgranò gli occhi.
“Davvero?” Mai annuì.
“Io
non potrei mai smettere di
giocare. È l’unico modo che avrei per
ricordarlo.”
La
ragazza sospirò. “Io l’ho
capito più tardi.”
Fissò
il liquido ancora contenuto
nella tazzina e la sua mente si soffermò sugli ultimi
istanti trascorsi con
Dan. Un sorriso le nacque spontaneo.
“Sai,
prima di andare a
combattere, mi disse che alla fine del duello, la prima cosa che
avrebbe voluto
fare era mangiare del curry.”
Zungurii
annuì, non fidandosi
della propria voce. Passarono alcuni istanti, prima che si arrischiasse
a
parlare ancora.
“Mi
mancherà.”
Mai
chiuse gli occhi e si posò sul
divano. “Manca a tutti.”
Nessuno
dei due aggiunse altro ed
entrambi si accontentarono di godere di quel silenzio e di quel dolore
condiviso.
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La
luce del giorno illuminava il
regno di Rubino da qualche ora, quando il gruppo si riunì di
nuovo sui divani.
Nessuno di loro fece domande quando trovarono già in piedi
Mai e Zungurii e gli
umani non ne fecero quando Aileen fu l’ultima a raggiungerli,
dato che nessuno
dei granroriani sembrava esserne sorpreso.
Uno
dopo l’altro iniziarono a
servirsi dal cibo che Zungurii aveva preparato per la colazione.
C’era del
pane, qualche dolce e un po’ di frutta. Da bere, Serjou aveva
riempito di nuovo
la teiera di thè e aveva portato una brocca di succo.
M.A.I.A.,
intanto, aveva attivato
i motori e tramite il pilota automatico stava guidando la Limoviole attraverso il deserto in una
rotta apparentemente
casuale.
In
questo modo, a differenza del
giorno prima, Serjou fu da subito con loro e gli altri due granroriani
si
mostrarono notevolmente sollevati di far iniziare il discorso a lui.
Zungurii
perché ancora s’imbarazzava al pensiero di quanto
fosse stato ingenuo da
bambino e Aileen perché doveva ancora del tutto svegliarsi.
“Dopo
la vostra partenza, Gran
RoRo sembrò finalmente nascere a una nuova vita.”
Serjou esitò un attimo,
ripercorrendo i mesi di quell’avventura. “Non ho
idea di quale sia stata la
vostra percezione, ma nel nostro mondo i problemi c’erano
ancora prima
dell’arrivo del Re.”
Varie
espressioni si dipinsero sul
volto dei quattro Maestri della Luce, ma l’unico veramente
non sorpreso era
Yuuki. Lui lo sapeva fin troppo bene. Lo aveva anche provato sulla sua
pelle.
“Tra
i popoli dei sei regni è
sempre esistita, come dire – ”, il granroriano
rifletté un attimo prima di
proseguire. “Una certa rivalità. Nel corso dei
secoli ci sono stati lotte e
scontri, anche molto violenti, per la predominanza. Diffidenza e spesso
odio
erano alla base dei contatti tra le nazioni.”
Kenzo
sembrava veramente colto
alla sprovvista. “Non sembrava. So che non siamo stati a Gran
RoRo a lungo... ”
“Temo
che l’odio per il Re del
Mondo Altrove sia solo servito a nascondere queste contese.”
Serjou sospirò, a
disagio dal dover mostrare i lati più oscuri del suo mondo.
“Neppure il
desiderio di libertà era così unanime come molti
s’illudevano e anche le
opinioni erano molto contrastanti.”
Aileen,
finito di mangiare la
fetta di dolce che aveva preso dal vassoio, sembrò essersi
finalmente scrollata
di dosso le ultime tracce di stanchezza.
“Il
Re del Mondo Altrove, nonostante
tutto, ha portato molti miglioramenti in questo mondo. Ci ha spinto a
svilupparci, regni che fino a quel momento erano considerati
nullità ottennero
finalmente dei diritti.”
Vey
e Magisa glielo avevano
raccontato in quegli anni e ogni volta la sua mente aveva fatto
riaffiorare la
visione di un essere umano e di un progetto di pace. Accompagnato ogni
volta
dalla sensazione di aver fallito.
I
Maestri della Luce, soprattutto
Mai, Hideto e Kenzo, si sentirono degli sciocchi. Di certo il Re non
aveva
diritto di governare due mondi e imporre la sua volontà, ma
era stato troppo
facile considerarlo la causa di ogni male.
“Ma
le vostre battaglie ci hanno
permesso di vedere oltre le differenze!” Zungurii sorrise
entusiasta. Solo
ripensare a quei pochi anni di rinascita era sufficiente a dargli la
forza per
non arrendersi.
Anche
Serjou sorrise. “Sembrava
veramente che tutta Gran RoRo fosse decisa finalmente a voler onorare
il Patto
dell’Equilibrio.”
Hideto
posò la propria tazza. “Il
cosa?”
Aileen
drizzò la schiena e
sorrise, gli occhi che brillavano. Sembrava una persona diversa, se
consideravano che fino a cinque minuti prima fosse praticamente in
catalessi ed
era già tanto che non si fosse rimessa a dormire sul divano.
“Il
Patto dell’Equilibrio è
un’antica alleanza. Nelle leggende si racconta che il primo
Mago di Gran RoRo lo
promosse per creare la pace. Tutti i popoli di Gran RoRo avrebbero
ottenuto gli
stessi diritti, nascere in un regno o nell’altro non avrebbe
più reso uno
superiore all’altro. Insieme avremmo potuto raggiungere uno
sviluppo mai avuto
prima.” Una patina di tristezza riempì i suoi
occhi e la ragazza abbassò lo
sguardo. “Ma non riuscì mai ad essere
sugellato.”
Yuuki
fissò Aileen per tutto il
tempo che parlò, incapace di mettere a tacere i ricordi del
passato. Le
ricordava lei, quel lontano giorno. Determinata e impavida di fronte ad
una
cerchia di uomini che la considerava inferiore e che aveva accettato di
ascoltarla più per noia che per vero interesse.
“Poi
cosa cambiò?”
I
tre granroriani si scambiarono
uno sguardo sconsolato, poi fu di nuovo Serjou a prendere la parola.
“Furono
i granroriani a cambiare.
Senza alcun preavviso, uomini e donne cominciarono a odiare e
disprezzare chi
veniva da un altro regno. Le stesse famiglie e gli amici se erano
contrari alle
loro idee. E, molto spesso, queste persone erano state tra le
più convinte
nell’opporsi al Re.”
Zungurii
sbuffò e scosse la testa.
“I duellanti più forti, le persone più
influenti… tutti sembravano appoggiare
questo corso degli eventi.”
“Ma
come è possibile?” Hideto non
riusciva a crederci. Solo un lavaggio del cervello avrebbe potuto
cambiare così
tanto le persone, ma era sicuro che qualcuno se ne sarebbe accorto
prima o poi.
“Non
siamo ancora riusciti a
scoprirlo.” Serjou avrebbe voluto avere delle risposte da
dare. A volte era
difficile non sentirsi impotenti. “In questi anni si sono
ricreati gruppi di
resistenza, ma la loro azione è resa difficile e non solo
perché devono agire
di nascosto.”
Zungurii
strinse i pugni, rabbia e
dolore che si accavallavano nel suo sguardo. “Non ci si
può più fidare di
nessuno. Interi villaggi sono stati rasi al suolo perché
traditi da uno dei
suoi abitanti, che aveva rivelato la loro collaborazione con la
resistenza.” Il
granroriano si alzò dal divano e uscì sul
terrazzino, sedendosi su una delle
poltroncine e fissando il deserto.
I
Maestri della Luce esitarono un
attimo, chiedendosi se uno di loro avesse fatto meglio ad andare da
Zungurii.
Era evidente che fosse furioso, ma chi non lo sarebbe stato al suo
posto? Gran
RoRo sembrava decisamente cambiata dall’ultima volta che
l’avevano vista. Alla
fine, decisero che fosse meglio lasciare che si calmasse.
“Ma
non avevate detto che le
persone cambiavano in modo molto evidente?” A Mai quella
situazione non piaceva
neppure un po’. Avevano già avuto esperienza di
tradimenti e inganni nascosti
alle loro spalle, quanto successo sulla Terra le bastava e avanzava.
“Non
sempre.” Aileen sospirò.
“Molti mostrano i loro veri colori solo al momento opportuno.
Anche un Maestro
della Luce ne ha pagato le conseguenze.”
Quella
notizia li colse alla
sprovvista, anche se veramente non avrebbe dovuto. Era ovvio che i
Maestri
della Luce non dovessero per forza essere terrestri. Se qualcosa doveva
sembrare strano, era che non ci fosse stato un numero maggiore di
Guerrieri
granroriani.
“Era
un Mazoku, il Guerriero
Viola. Magisa era convinta di averlo portato al sicuro.”
Aileen si strinse le
braccia: non avrebbe mai dimenticato l’espressione carica di
dolore e rimorso
della Maga. “Non si era riuscita ad accorgere in tempo che,
chi doveva
proteggerlo, li aveva già traditi.”
“Chi?”
Hideto strinse i pugni. Non
aveva mai apprezzato i traditori. Li aveva sempre immaginati simili ai
bulli
della sua scuola. Dopo quello che era successo sulla Terra,
però, li odiava con
tutto sé stesso.
“Dovreste
ricordarvi di lui.
Heliostom.” Una serie di versi strozzati seguì le
parole di Serjou. Quella era sicuramente
una situazione che non si sarebbero mai immaginati. Quando gli avevano
detto
che le persone potevano cambiare completamente, non si erano veramente
resi
conto di che cosa potesse significare. Come avrebbero fatto a
distinguere gli
amici dai nemici?
Zungurii,
accorgendosi del
silenzio alle sue spalle, sospirò e tornò nella
stanza.
“Vi
conviene abituarvi presto ai
cambiamenti.” Si avvicinò al tavolo e prese un
frutto, iniziando a passarlo da
una mano all’altra. “Da anni neppure il mio
villaggio esiste più.”
Nessuno
dei quattro terrestri era
veramente stato al villaggio di Zungurii. Ma potevano intuire che cosa
significasse vedere la propria casa distrutta, la vita di ogni giorno
strappata
via. Lo avevano visto nel futuro, per Mazoku e umani indistintamente.
Yuuki lo
aveva vissuto in prima persona. Loro stessi, in un certo senso, lo
avevano
provato quando i mass media avevano rivoltato contro di loro
addirittura le
famiglie.
“Anche
tra di voi c’era un
traditore?” Ora Kenzo capiva la reazione del granroriano.
Doveva essere stato
difficile per lui anche solo parlarne.
Il
granroriano si sedette stancamente.
Sapeva che quella era una sconfitta che non poteva essere cambiata.
“Credo sia
stata più una rappresaglia. Un modo per mostrarci che sono
loro quelli che comandano.”
Un sorriso rassegnato piegò le sue labbra. “Almeno
quella volta ce lo
aspettavamo, dopo quello che era successo pochi giorni prima. Siamo
riusciti a
metterci in salvo.”
Mai
avrebbe voluto fare qualcosa,
ma sapeva che in quelle occasioni le parole servivano a ben poco. Un mi dispiace non avrebbe certo
ricostruito le case o impedito che quelle cose fossero successe. Erano
solo
parole vuote. Aveva odiato ogni volta che glielo avevano detto a lei.
“Che
cosa è accaduto?”
Zungurii
si posò al divano e alzò
lo sguardo verso il soffitto, ripensando anche con affetto a quegli
ultimi
giorni in cui aveva visto il luogo dove era cresciuto. “Una
perquisizione
inattesa. Hanno trovato un X-Rare.”
I
Maestri della Luce aggrottarono
la fronte e pensarono di non aver sentito bene. Distruggere un
villaggio per
una carta di Battle Spirits, pur rara che fosse, sembrava esagerato
sotto tutti
i punti di vista. Se non fosse stata una terribile realtà,
sarebbero scoppiati
a ridere. Era surreale.
Il
granroriano tornò a guardare il
gruppo e si accorse delle loro espressioni scettiche. Una risata amara
scappò
dalle sue labbra.
“So
che sembra assurdo. Credetemi,
lo so. Ma hanno imposto limiti su Battle Spirits. Master Rare,
X-Rare… per
possederle si devono ottenere dei permessi. E c’è
un limite anche sul numero
che ci possono essere all’interno di un villaggio.”
“Ma
così uccidono lo spirito di
Battle Spirits!” Mai non si era sentita così
indignata in un sacco di tempo.
Quanta voglia aveva in quel momento di potersi sfogare con un bel
duello.
Zungurii
lanciò il frutto nella
ciotola. Il clangore del metallo risuonò nell’aria
per alcuni secondi.
“Non
gli importa molto. Vogliono
essere sicuri che non ci sia modo di potersi ribellare.”
Sbuffò. “Perdi in
partenza anche con i duellanti più mediocri. Sanno
già che non hai X-Rare,
sanno già il tuo mazzo!”
Zungurii
scorse gli sguardi
allibiti e faticò a non rimettersi a ridere. Era certo una
soluzione migliore
che mettersi a piangere. “Ah, giusto. Non ve lo abbiamo
detto. Un’altra
fantastica novità è il censimento ufficiale di
Battle Spirits.”
“Il
cosa?” Kenzo, quasi
strozzatosi con la saliva, era sicuro di non aver sentito
così tante follie in
vita sua. Se neppure sulla Terra avevano deciso di abolire Battle
Spirits, con
tutto quello che era successo…
“Uno dei primi
provvedimenti. Desideri giocare a Battle Spirits? Devi farti inserire
nelle liste
con l’elenco completo delle carte e riferire ogni modifica,
ragazzino.” La
risposta di M.A.I.A. li raggiunse dalla cloche di comandi e la
gravità di
quella rivelazione riuscì a non far notare a Kenzo
l’appellativo con cui il
robot lo aveva chiamato.
Hideto
sgranò gli occhi: si erano
veramente impegnati per rendere Battle Spirits inutile. “Sul
serio?”
Aileen
annuì. “Ufficialmente uno può
ancora difendersi a Battle Spirits. Gli stessi soldati offrono ai
villaggi la
possibilità dei duelli. Ma capite bene, con queste
premesse…”
“Il
giorno della perquisizione,
infatti, abbiamo provato a difenderci, ma è stato tutto
inutile.” Zungurii
incrociò le braccia e si posò allo schienale. Non
gli era mai piaciuto perdere.
Lo faceva sentire debole. Ma, in quegli ultimi anni, la sconfitta era
diventata
un peso insopportabile e una beffa crudele. Avrebbero avuto tutti una
maggior
possibilità di vincere contro il Re del Mondo Altrove.
Almeno lui giocava
lealmente, se si escludevano le piccole sorpresine come Gai-Asura.
“A
volte, l’unico lato positivo è
che l’arroganza vince sul loro buon senso e quindi offrono a
chiunque, anche a
chi non è censito, la possibilità di combattere,
” aggiunse Serjou. “È un modo
per far pesare la loro superiorità, anche perché
generalmente hanno già battuto
tutti i duellanti del villaggio.”
“Quella
volta è stata una salvezza
che quel pallone gonfiato non conoscesse il tuo mazzo,
Aileen!” Zungurii
sorrise, ritrovando per un attimo il proprio buon umore, e
picchierellò con il
gomito il braccio della granroriana. Era stato così
appagante vedere quel
soldato essere sconfitto.
Aileen
si affrettò a spiegare al
gruppo di terrestri. “Io, Magisa e Serjou eravamo arrivati
nelle vicinanze da
poco. Avevamo appena fatto in tempo a nasconderci, prima
dell’arrivo dei
soldati. Quando il loro comandante ha offerto la possibilità
di combattere, mi
sono fatta avanti.”
Il
sorriso sul suo volto si
spense. “Non che alla fine sia servito a molto.”
Aileen ricordava la felicità
di quegli istanti. Si era sentita una vera Maestra della Luce. Non
sapeva
ancora che il suo trionfo avrebbe avuto vita breve.
“Non
è stata colpa tua. Senza il
tuo intervento avrebbero bruciato
il
villaggio quel giorno stesso.” Zungurii le posò
una mano sulla spalla, cercando
di essere incoraggiante. Dopo le minacce del comandante, tutti si erano
aspettati una simile reazione.
Con
decisione, il granroriano
incrociò gli sguardi dei Maestri della Luce. Era certo che
insieme avrebbero
vinto. Avrebbe dimostrato a Dan di meritare il regalo che gli aveva
fatto. Non
avrebbe perso la speranza.
“Lo
spirito di Gran RoRo è ancora
vivo. Ci sono molte persone che usano Battle Spirits senza essere
censite.
Ovviamente questo viene considerato un atto di ribellione. E non sempre
è
possibile usarlo per difendersi.” Tirò fuori le
proprie carte dalla tasca e lo
posò con estrema soddisfazione sul tavolino. “Da
quel giorno ho di nuovo un
vero mazzo.”
“Neppure
io sono censita.” Aileen
imitò il suo gesto e affiancò il proprio mazzo.
“Per questo non possiamo
restare fermi a lungo. Se vieni scoperto, la paghi cara.”
L’immagine
dell’edificio distrutto,
che avevano trovato il giorno prima, tornò prepotentemente a
far capolino nelle
loro menti. Mai ripensò ai tanti duelli che aveva fatto in
quei luoghi, la
sciocca ricerca di vendetta che per prima l’aveva condotta a
Gran RoRo.
“E
i banchi di carte? Ne abbiamo
trovato uno raso al suolo.”
La
voce quieta di Serjou tornò a
inserirsi nello scambio. Nessuno dei quattro ragazzi ne fu sicuro, ma
ebbero
l’impressione di sentire una vena di rabbia e dolore nelle
parole del
granroriano. Pensandoci, quella leggera sfumatura permeava le parole di
tutti i
granroriani dall’inizio del racconto.
“Sono
un’ombra del passato. Può duellarci solo
chi è censito. Se vengono scoperti duellanti senza
autorizzazione o scambi di
carte illegali, il Banco viene chiuso o dato alle fiamme.”
Era
solo la conferma all’evidenza.
Come aveva detto Zungurii, non bastava più difendersi con
Battle Spirits. Non
erano sicuri di essere pronti per quello, ma certo non potevano e non
volevano tirarsi
indietro ora.
“Vi
renderete conto di come sia
difficile opporsi a questo dominio.” La loro attenzione
tornò su Serjou. “La
ribellione fa quello che può, ma ci sono troppi fattori che
si oppongono.”
“Immagino
che anche ottenere carte
di un certo valore sia diventato difficile.” Yuuki non si
sorprendeva più che
ribellarsi fosse concretamente impossibile. Chiunque fosse quel tiranno
aveva
ben chiari i metodi per mantenere il potere a Gran RoRo.
“Esatto.
Qualcuno è riuscito a
nasconderle prima dei sequestri, ma molto spesso si è stati
colti alla
sprovvista. E piuttosto che mettere a rischio la propria
famiglia…” Zungurii
inghiottì il groppo che gli si era formato in gola. Lui
stesso aveva
sacrificato Siegwurm,
ma era certo che Dan
avrebbe capito. Dopotutto lui stesso lo aveva aiutato a salvare la sua
famiglia
anni prima.
“Ma
la cosa peggiore è che è
diventato difficilissimo fidarsi.” Aileen riprese il proprio
mazzo, imitata
subito dopo dal granroriano. “Non si è mai sicuri
che la persona davanti a te
sia pronta a tradirti al momento opportuno.”
“Il
comandante che ha guidato i
soldati al mio villaggio, io lo conoscevo.” Zungurii
abbassò lo sguardo a fissare le mani.
“Non benissimo, ma era sempre stato contrario al Re del Mondo
Altrove.”
“O
Heliostom.” Hideto sbuffò.
Aileen
annuì lentamente. “O
Heliostom. Ma non è l’unico.”
“Sembra
assurdo. Heliostom ci
odiava soltanto perché eravamo umani come il Re.”
Kenzo si prese la testa tra
le mani. Era tutto così sbagliato.
Serjou
chinò il capo, ripensando a
quanti amici e conoscenti aveva visto trasformare senza poter far nulla
per impedirlo.
“Non ha nessuna importanza chi eri prima
dell’oscurità. Ci sono decine di
persone che prima sarebbero morte per la libertà e ora
seguono anime e corpo
questo nuovo tiranno.”
“Come
possiamo fidarci di voi,
allora?” Yuuki non ebbe nessuna esitazione. Sapeva che poteva
suonare ipocrita.
Lui stesso si era trovato nell'identica situazione. Ma sapeva anche che
nessuno
degli altri si sarebbe posto quel dubbio. E, per quanto sperasse che
non
succedesse, era un rischio che non potevano correre.
Il
silenzio calò pesante nella
stanza.
Gli
altri tre Maestri della Luce
si resero conto solo a quel punto di quanto Yuuki avesse ragione. Non
volevano
dubitare dei loro amici o di Aileen, sarebbe stato ingiusto non fidarsi
di lei
solo perché non l’avevano conosciuta nel viaggio
precedente. Ma chi poteva dare
loro la certezza che anche loro non fossero stati cambiati? Che non
fossero lì
solo per consegnarli nelle mani dei soldati?
“Possiamo
solo darvi la nostra
parola. Vogliamo liberare Gran RoRo.” La giovane granroriana
parlò con voce
ferma, fissandoli negli occhi. Avrebbe potuto dire
dell’altro, forse sarebbe
riuscita a rassicurarli. Ma si limitò a stringere le labbra.
Era di lei che si
dovevano fidare. Non di un fantasma.
“Anche
se capiremo, se non vorrete
accordarci la vostra piena fiducia. Non è più una
cosa comune su Gran RoRo.” Il
tono serio di Serjou rese quasi solenne quell’affermazione.
“No.
Ci fidiamo. Vogliamo fidarci.
Ma dobbiamo essere sinceri gli uni con gli altri. Sarà la
nostra arma più
forte.” La Guerriero Viola sorrise, cercando di trasmettere
sicurezza con la
sua affermazione. Sperava di suonare anche sincera. Ma per quanto ne
fosse convinta,
non era sicura che sarebbe bastato quello per aiutarli.
Aileen
si morse un labbro. Non
poteva essere completamente sincera con loro. Se lo fosse stata,
l’avrebbero
guardata in modo diverso. L’avrebbero trattata come
un’altra. Sperava solo che
anche gli altri mantenessero la loro promessa,
almeno per quello che sapevano. Sospirò: non poteva,
però, tenerli del tutto
allo scuro.
“Sono
una Maestra della Luce.”
Passarono
alcuni istanti. Anche
Zungurii e Serjou erano stupiti che la giovane avesse deciso di
rivelare già
adesso il motivo della sua presenza sull’astronave.
Mai
sbattè le palpebre. “Cosa?”
“È
per quello che sono qui.
Magisa, dopo la morte del Mazoku, era venuta a cercare un guerriero del
Regno
di Smeraldo. Ero io. È da allora che viaggio sulla Limoviole.” La granroriana
finì di parlare e strinse le mani,
aspettando la reazione del gruppo.
Hideto
si forzò di non suonare
accusatorio, ma era certo che un dettaglio simile avesse una certa
rilevanza.
Se Mai non avesse proposto di essere sinceri, quando avrebbe pensato di
dirglielo?
“Perché
non ce lo hai detto
subito?” Se cercava di conquistare così la loro
fiducia, partiva male in
partenza.
E,
dagli sguardi degli altri
Maestri della luce, sembrava che anche loro condividessero il suo
stesso
pensiero.
Aileen
abbassò lo sguardo, le mani
strette sulle ginocchia. “Non sapevate neppure chi ero. Ed io
non sapevo chi
eravate voi. Ancora non ci conosciamo veramente. Non volevo darvi
l’impressione
di impormi dentro il vostro gruppo.”
Tutti
gli sguardi si posarono su
Kenzo. Il ragazzino fissò la granroriana davanti a loro, non
sapendo
esattamente cosa avrebbe dovuto provare allo scoprire di non essere
l’unico
Guerriero Verde. Alla fine, si rese conto che la cosa non gli dava
così
fastidio come avrebbe potuto pensare.
“Non
credo mi dispiaccia
condividere il mio ruolo.”
Aileen
annuì sorridendo,
visibilmente sollevata della reazione del suo collega.
Mai
distolse lo sguardo da Kenzo,
lieta che almeno per il momento quella questione fosse risolta e ben
sapendo
che avrebbero dovuto affrontarla con calma in un altro momento. Ma,
dopotutto,
non era quello il dettaglio più importante in quel momento.
La sua attenzione
ritornò su Serjou.
“Quanti
appoggiano questo tiranno?”
“Secondo
alcune stime, nei regni
più potenti più del cinquanta per cento della
popolazione lo appoggia.” Le
parole di del granroriano suonavano irreali.
Yuuki,
come anche gli amici, non
riusciva veramente a capacitarsi di come fosse riuscito ad ottenere un
appoggio
così veloce. Era il dettaglio più inquietante.
Neppure il Re del Mondo Altrove,
con il suo carisma, aveva ottenuto un seguito così
rapidamente.
“Cosa
si sa su questo imperatore?”
“Pochi
sanno chi sia veramente. Alcuni
dicono che è umano, altri che è un granroriano.
Per tutti è solo l’Imperatore.”
Aileen sollevò le gambe e posò il mento sulle
ginocchia. “In meno di un anno,
ogni regno aveva eletto un Governatore che sostituì
qualsiasi fosse la forma di
governo precedente. Poi lui si manifestò e ebbe solo bisogno
di farsi
acclamare.”
Mai
roteò gli occhi. “Ma è una
gara a chi ottiene il titolo più pomposo? Il prossimo che
cosa farà? Si farà
venerare come un dio?”
Aileen
si morse un labbro. “Se non
lo fermiamo, non ci sarà una prossima volta.”
Quell’affermazione
fece correre un
brivido su per la schiena dei Maestri della Luce. Sembrava che le loro
avventure,
prima a Gran RoRo poi nel futuro, si fossero fuse in un’unica
versione più
contorta e terribile. Perché rischiavano sempre che il mondo
attorno a loro fosse
distrutto?
Serjou
fece cenno a M.A.I.A. di
avvicinarsi. Il robot, evidentemente capendo che cosa dovesse fare,
iniziò a
proiettare davanti a loro paesaggi dei vari mondi. E anche se erano
passati
anni e loro conoscevano poco quel mondo, riuscivano a vedere benissimo
che
c’era qualcosa di malato. Sembrava il progetto del Re del
Mondo Altrove, che
inspiegabilmente si stava avverando anche senza l’utilizzo
del Nucleo
Progenitore. Una versione ancora più malata e distorta del
suo progetto.
“Negli
anni anche Gran RoRo sta
venendo consumata. Le foreste muoiono, i fiumi si seccano.”
Una bestia simile a
un lupo, ma dai contorni neri sfumati e gli occhi rossi,
sembrò avventarsi
verso di loro. Il gruppo sussultò e Kenzo si spinse contro
lo schienale. “Gli
animali si trasformano in creature oscure.”
M.A.I.A.
fece svanire la
proiezione e rimase a fluttuare vicino a Serjou.
“Non esistono prove
che la
causa di questi cambiamenti sia l’Imperatore.”
Serjou
annuì. “Ma sicuramente ci
sono molte coincidenze che lo dimostrino. I tempi tra i cambiamenti e
il suo
arrivo. L’appoggio incondizionato che ha da parte di coloro
che cambiano.”
Mai
non riusciva a credere a
quanto sentiva. “Voi credete che questo fantomatico
Imperatore stia volontariamente
facendo morire i regni?”
Hideto
incrociò le braccia e
sbuffò. “Non che questo fosse molto diverso dal
progetto finale del Re.”
Zungurii
roteò gli occhi. “Non è
proprio così. Anche se mi pesa, il Re del Mondo Altrove
aveva a cuore questo
regno. Nel suo contorto e strano modo di vedere, ovviamente. Lui era
convinto
di portarci ad un’evoluzione migliore.”
Aileen
sospirò. “All’Imperatore
sembra interessare solo che questo mondo sia consumato
dall’oscurità e
dall’odio.”
Come
poteva essere possibile che
questo fantomatico Imperatore avesse tutto quel potere? Come riusciva a
contrastare il potere del Nucleo che alimentava la vita a Gran RoRo?
“Ma
perché non ci avete chiamato
prima? Il Nucleo non dovrebbe mantenere l’equilibrio? E
Magisa? Perché non l’ha
cacciato a calci?” Kenzo inspirò con forza
l’aria. Voleva capire, ma fino a
quel momento poco riusciva ad avere un senso.
“Ci
sono stati dei problemi.
Magisa non poteva più usare il Nucleo.” Le parole
della giovane granroriana si
persero nel silenzio lugubre che li avvolse. Era bastata
quell’affermazione a
spiegare tante cose, a dare contorni ancora più minacciosi a
ciò che avrebbero dovuto
affrontare.
Per
un attimo temettero che
l’Imperatore si fosse impossessato del Nucleo, ma ben presto
un pensiero più
terribile, anche se leggermente egoistico, si fece largo nella loro
mente. Un’eventualità
che, fosse stata vera, non avrebbero potuto cambiare.
“Magisa
è – ”, la voce di Mai
tremò. Non aveva la forza di finire.
I
tre granroriani compresero solo
allora quale fosse la conclusione cui i Maestri della Luce erano
arrivati.
Zungurii sgranò gli occhi e alzò le mani,
agitandole davanti a sé.
“No,
che avete capito! Magisa non
è morta!”
Il
sollievo provato dai quattro
umani fu evidente, le loro posture si rilassarono e anche il loro
respiro
sembrò alleggerirsi. Forse avrebbero dovuto pensare alla
situazione nella sua
globalità, per la loro battaglia, che il Nucleo fosse al
sicuro, era
sicuramente più importante. Ma perdere anche Magisa li
avrebbe riempiti di un
dolore troppo forte. Non ne potevano più di dire addio o di
perdere le persone
amate.
Questo,
però, non toglieva che
alla Maga fosse successo qualcosa di brutto.
La
risposta alle loro domande,
evidenti sui loro volti, arrivò da M.A.I.A.
“Maga Magisa
è stata fatta prigioniera circa un mese
fa.”
Annuirono
semplicemente, lasciando che quella notizia
sedimentasse. Pensare a una Magisa catturata, era meno traumatico che
accettare
una Magisa morta, ma era comunque una novità difficile da
digerire. Non
volevano neppure pensare a che cosa potesse succederle, nelle mani
dell’Imperatore o dei suoi seguaci.
C’era
solo una cosa che potevano fare. Non avevano neppure
bisogno di cercare conferma nello sguardo degli altri.
L’avrebbero
liberata
“Dove
si trova?”
La
voce grave di Hideto fu la prima a spezzare quel
silenzio. Altri brevi e lunghissimi istanti passarono. I tre
granroriani si
scambiarono alcuni sguardi veloci per decidere cosa dire ai quattro.
Alla fine,
Aileen fece un cenno a M.A.I.A. che proiettò
l’immagine di una cittadina che
non conoscevano, dominata da una roccaforte in pietra rossa.
“Qui, nel regno di Rubino. Nella fortezza del Governatore."
…
TO BE CONTINUED …
SPAZIO
DELL’AUTRICE:
Siamo arrivati alla fine. Ci
è
voluto più di un anno per arrivare a questo punto, ma in
fondo sono soddisfatta
di quello che è venuto fuori.
Cosa ne pensate della
situazione
a Gran RoRo? Ve lo aspettavate? Vi ha sorpreso? Spero di sentire i
vostri
pareri e che nel complesso, la situazione che ho creato, non sembri
troppo simile
alle situazioni presenti nelle due serie.
A questo punto, alla
conclusione
di questo episodio, mi preme ringraziare tutti voi, lettori e
recensori.
Qualcuno di voi è nuovo, qualcuno di voi è
rimasto nonostante il tempo che è
passato… in ogni caso, vi posso solo dire grazie. Grazie per
aver seguito
questa storia e grazie per esservene appassionati. In particolare
grazie a:
Aiko-Miura_36, HikariBashin12,
lalla20fairy, ShawnSpenstar,
_Mamoru_ e _Secretly_scricc
Detto questo, passiamo
all’unica
cosa che probabilmente vi interessa di queste note… l’anticipazione
del prossimo episodio!
Lascio quindi la parola alla
nostra Aileen Dealan:
I
Maestri della Luce
sono
tornati
a Gran RoRo. Ma è un nuovo gruppo, quello che
si sta formando. E sarebbe tutto più facile se avessimo il
tempo di conoscerci
meglio. O loro abituarsi alla nuova realtà che li circonda.
Nessuno di noi,
però, potrà permettersi questo lusso.
È arrivato il momento di salvare Magisa. Solo
fidandoci gli uni negli altri potremo penetrare nella fortezza e
portare a
termine la nostra missione. Riusciremo a superare le nostre differenze?
Basterà
Battle Spirits a tirarci fuori dai guai? Tutto questo nel prossimo
episodio: IL
SALVATAGGIO DI MAGISA.
Ancora grazie a tutti. Spero
che
continuerete a seguire queste storie. Vi aspetto! (sperando di non
essere io
quella che vi farà aspettare)
Varco
apriti, Energia!
Alla prossima, HikariMoon