Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: YukiWhite97    04/09/2016    1 recensioni
Storia ambientata sei anni dopo la fine del film.
Elsa è ormai regina e governa sul regno di Arendelle con saggezza, nonostante la giovane età. La ragazza però si porta dietro un segreto che l'ha profondamente segnata, di cui solo Anna e Kristoff sono a conoscenza. Questo segreto le viene ricordato ogni qualvolta che guarda negli occhi il figlio Helge, principe illegittimo avuto da un uomo sconosciuto.Il suo cuore verrà messo nuovamente alla prova quando farà la conoscenza di Jack Frost, spirito dell'inverno e dotato come lei di poteri sensazionali.
Cosa si nasconde dietro l'apparente perfezione della regina dai poteri di ghiaccio?
E la sua famiglia riuscirà a rimanere unita dinnanzi a tutte le minacce che incomberanno su essa?
.
Jelsa - Kristanna - Accenni Helsa
ATTENZIONE: Alcuni capitoli potrebbero salire al rating giallo
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16 - Rivelazioni

La nave avanzava imperterrita e senza interruzioni verso le Isole del Sud. Hans era esasperato: Helge e Aurora fin ora non avevano fatto altro che discutere, e adesso si erano zittiti, imbronciati, seduti gli uni lontani dagli altri, a braccia conserte.
Doveva assolutamente trovare un modo per riportarli indietro. Le rispettive famiglie dei due bambini dovevano sicuramente essere  già sulle loro tracce ed il principe non aveva intenzione di passare dei guai.
Così prese un respiro profondo, sgranchendosi la voce.
"Umh, bambini - li chiamò - ascoltate, voi non potete stare qui. Mi piacerebbe, ma non è possibile. Voi appartenete ad Arendelle"
"Io appartengo ad entrambi a i regni - puntualizzò Helge - rimarrò con te solo per un po', ti prego, per favore!"
Nel vedere la sua espressione supplichevole, il principe adulto si sentì parecchio in difficoltà. Non poteva negare che il fatto di avere suo figlio lì gli facesse molto piacere. Forse avrebbe potuto prendersi cura di lui, per un periodo di tempo.
"Va.. va bene - sospirò - ma quando tua madre verrà a saperlo, ti riporterà indietro"
Il principino scosse il capo.
"Non lo farà - rispose tristemente - non le importa di me"

In realtà ad Elsa importava fin troppo di Helge, tanto che aveva perfino perso i sensi. Almeno ciò l'aveva aiutata ad ignorare il dolore. Anna, Kristoff e Jack però parevano abbastanza preoccupati. Quest'ultimo non faceva altro che passeggiare nervosamente.
"Stupido ragazzino - sbottò - cosa gli è saltato in mente? Se mi capita tra le mani giuro che lo rinchiudo a vita dentro questo palazzo!"
"Calma Jack, non è il caso di farsi prendere dal panico - suggerì la principessa - mentre noi stiamo qui a parlare, Helge e Aurora potrebbero essere arrivati già lontani. Dobbiamo assolutamente andare a prenderli"
In quel momento i tre udirono un lamento. Quando si voltarono si accorsero che Elsa si era risvegliata.
"Elsa" - sussurrò Jack, andandole vicino.
"Helge - chiamò - devo andare da lui, dobbiamo trovarlo... adesso!"
"Non puoi andare da nessuna parte! - esclamò il guardiano - guarda in che condizioni ti ritrovi!"
La regina sorrise debolmente, cosa che si contrappose alla sua espressione sofferente.
"Io sono sua madre. Devo"
Jack sospirò, sapendo che non ci fosse modo per convincere Elsa. Quest'ultima però continuava a star male, ancora senza un apparente motivo.
"Allora è deciso - disse Kristoff - si va?"
"Sì, ma.... - rispose Jack - prima... non c'è un modo per scoprire cosa Elsa abbia?"
"E' incinta! - spiegò brevemente Anna - e sta molto male, sembra che si tratti di magia!"
"Magia, eh? - domandò il biondo - non ne sono sicuro, ma forse i Trolls potranno aiutarci"
"Davvero? - chiese speranzosa la moglie - allora dobbiamo andarci subito! E poi andremo a cercare Helge e Aurora!"
Jack avvicinò delicatamente la mano al viso di Elsa, portandola a guardarlo negli occhi.
"Va bene per te?"
Elsa annuì debolmente, cercando di regolarizzare il respiro.
Fu così che i quattro lasciarono Arendelle per indirizzarsi verso le Terre del Ghiaccio, dimora dei Trolls.
In realtà ci volle quasi un giorno e mezzo, più di quanto avessero previsto, poiché Elsa alternava momenti di sofferenza a momenti di tranquillità assoluta. Ed inoltre la regina era esausta, preoccupata per Helge e si sentiva estremamente debole.
"Quanto manca ancora?" - domandò impazientemente Jack.
Kristoff si guardò intorno, rispondendo.
"Ci siamo, lasciate fare a me"
Si fece avanti, seguito da Anna, mentre la neve continuava imperterrita a depositarsi al suolo. Quando il biondo fu abbastanza vicino, prese a chiamare:
"Granpapà!"
Pochi attimi dopo, le rocce lì presenti si trasformarono in dei buffi e tozzi Trolls, che parvero molto felici di rivederlo.
"Ciao  Kristoff, sei tornato!"
"Da quanto tempo!"
"Hai portato anche Anna con te!"
Un coro di voci lo accolse immediatamente. Kristoff rispose gentilmente a tutti, rivolgendosi poi a Granpapà, il quale si era fatto avanti.
"Kristoff - lo chiamò - Anna, è un piacere rivedervi. Suppongo che ci sia un motivo se siete giunti fin qui"
"Si tratta di mia sorella! - esclamò prontamente la principessa - sta molto male, forse tu puoi aiutarla!"
Dopodiché la principessa fece segno a Jack si avvicinarsi. Quest'ultimo infatti sorreggeva Elsa, che tentava inutilmente di stare in piedi sulle proprie gambe.
"Cosa le è successo?" - domandò il Troll.
"E' incinta - spiegò Jack - cosa c'è che non va?"
"Cercherò di capirlo" - rispose avvicinando una mano al ventre di Elsa. La regina rimase immobile, così come gli altri tre, aspettando una sentenza.
Qualche secondo dopo, Granpapà scostò la mano: nella sua espressione si poteva leggere chiaramente che sapesse quale fosse il problema.
"Allora?" - domandò Jack.
"E' magia oscura - rispose senza girarci troppo attorno - il bambino che porti in grembo è dotato di poteri magici come voi, ma a differenza vostra, è magia che uccide"
Non appena ebbe udito quelle parole, Elsa ebbe nuovamente l'impressione di svenire. Era preparata a tutto, meno che a questo. Non riusciva a spiegarsi perchè una cosa così assurda dovesse accadere proprio a lei... però era successo!
Jack pareva sconvolto tanto quanto lei.
"Non è possibile - mormorò - sia la magia mia, che quella di Elsa, è magia di luce. Come può essere la sua magia oscura?"
"A volte capita, non sempre dal bene nasce altro bene - sospirò il Troll - e il motivo per cui stai male è chiaro. La tua magia di luce cerca di contrastare quella oscura del bambino, che è sorprendentemente forte. Purtroppo non c'è modo di evitare la cosa. Andrà a peggiorare, man mano che il piccolo crescerà. Diventerà difficile"
"Ma non può essere! - esclamò Jack, questa volta più adirato - ci deve essere un modo per farla smettere di soffrire!"
"Non essere incinta, solo questo potrebbe aiutarla" - affermò duramente.
"No - gemette la regina - io...voglio andare avanti"
"Elsa, cosa stai dicendo?" - domandò il guardiano. Lei gli sorrise, accarezzandogli il viso.
"Voglio che questo bambino nasca. Forse la sua sarà anche magia oscura, ma questo non vuol dire che non possiamo correggerlo in tempo. Sarà di animo buono e quindi anche il potere di cui è dotato sarà usato per il bene. E poi... non posso non amare ciò che mi unisce così tanto a te"
L'altro avvertì gli occhi pizzicargli per la commozione. Doveva ammettere di sentirsi in colpa nei confronti di Elsa, ed il fatto di aver udito quelle parole, era per lui molto importante.
"Io amo te Elsa... Ma non so se riesco ad amare qualcosa che ti fa stare così male..." - ammise.
"Il bambino non ha alcuna colpa - cercò di spiegargli - ti prego, sappi che io nonostante tutto sono felice"
Sul viso di Jack a quel punto comparve l'accenno di un sorriso.
"C'è anche un'altra cosa - disse poi Granpapà - durante il parto... Elsa potrebbe morire"
"Cosa? - domandò la regina - io... morire?"
"Non è detto. Ma dovrai essere forte. Magia oscura e magia di luce tendono sempre a lottare tra di loro"
"Non accadrà - dichiarò Jack - io non permetterò che questo accada. Ho promesso di prendermi cura di te e lo farò. Riporteremo a casa Helge e saremo una famiglia, hai la mia parola, Elsa"
Quest'ultima, emozionata, si portò una mano sul cuore, sorridendo. Pareva aver trovato finalmente ciò che stava cercando ormai da tempo.

Hans, Helge e Aurora erano intanto arrivati alle Isole del Sud. Il principino parve molto contento, a giudicare da come si guardava intorno, dopotutto quello era un regno molto diverso dal suo.
"Wow! - esclamò - e così questo è il tuo regno! Diventerai re di tutto questo, un giorno?"
Hans sbuffò nervosamente: non amava quando qualcuno infieriva su quella questione, ma dopotutto Helge era un bambino ed era normale che facesse tante domande.
"In realtà no - rispose - ho tredici fratelli prima di me"
"Tredici? Così tanti? - domandò - oh, beh, fa niente"
Aurora, ancora imbronciata e a braccia conserte, camminava accanto al cugino senza rivolgergli la parola. Pensava che sarebbe stato contento di vederla lì con lui, ed invece le aveva anche detto di tornarsene a casa. Proprio non lo capiva... e poi erano le femmine quelle ad essere complicate.
Dopo un breve giro per il regno, i tre arrivarono al palazzo del principe.
"Quindi questa è un po' come se fosse casa mia - disse Helge incantato - che bello!"
"Sì, ma vi prego, non... esagerate, d'accordo?" - fece Hans, per nulla abituato ad avere bambini intorno. 
Oramai Helge pareva stare al settimo cielo. Quasi non pensava più alle parole di sua madre, al fatto che suo padre le avesse fatto del male. Era felice di trovarsi lì e più di una volta il pensiero di rimanervi per sempre gli attraversò la mente. Poi però un pensiero triste interruppe il suo flusso di felicità: probabilmente gli sarebbe piaciuto se Elsa si fosse preoccupata al punto di venirlo a cercare. Ma dubitava che ciò sarebbe accaduto e per questo doveva farsene una ragione.

Se solo avesse saputo quanto si sbagliava! La regina, assieme a Jack, a Kristoff e all'amata Anna, era salpata da Arendelle già da un pezzo, direzione, Isole del Sud.
"Pff - sbuffò Kristoff guardando l'orizzonte - la mia povera Aurora! Continuando a frequentare Helge mi domando che fine potrà fare, un giorno!"
"Kristoff! - lo rimproverò Anna - non dire queste cose!"
"Va bene Anna, va bene così - sussurrò Elsa - dopotutto, Aurora è scappata per seguire Helge. Loro sono molto uniti, un po' come lo eravamo noi"
"Oh, ma lo siamo ancora- disse sorridendo - vedrai che andrà tutto bene Elsa, promesso. Adesso ti lascio un po' da sola con Jack, mentre cerco di calmare i nervi di Kristoff" - concluse ammiccando. La sorella maggiore sorrise.
Dopodiché si accarezzò il ventre. Adesso stava un po' meglio, riusciva a stare in piedi e a respirare senza problemi, ma avvertiva comunque una sensazione di pesantezza immane. Jack le si avvicinò.
"Allora? - domandò - come stai?"
"Sicuramente meglio di prima - rispose - cielo, sono stata presa completamente alla sprovvista. Non pensavo avrei mai avuto un altro figlio... Mi chiedo come Helge la prenderà. Sarà contento?"
"Non so. Forse inizialmente no. Ma sono sicuro che alla fine ne sarà felice. Adesso so di avere delle responsabilità. Già, proprio io, chi l'avrebbe mai detto"
"Ma come? - domandò ella guardandolo - tu sei uno spirito. Come potrai stare con noi come una persona normale?"
Jack chinò leggermente lo sguardo.
"Come ti ho già detto una volta, un modo ci sarebbe. Vedi... è stata la Luna a darmi i poteri e l'immortalità. E la Luna può togliermeli, se è per un motivo del genere"
"Cosa? - domandò - no... non voglio, non è giusto. Non devi rinunciare al tuo essere uno spirito solo per me!"
"Infatti non è solo per te. E per voi. Per questo sarei felice di farlo" - sussurrò avvicinandosi al suo viso. Elsa si commosse parecchio a quelle parole, che l'avevano però spaventata. Cosa sarebbe accaduto se Jack avesse rinunciato a tutto? Sarebbe cambiato, sarebbe sopravvissuto? Nessuno dei due in realtà lo sapevano. Avevano troppi dubbi sul futuro, se mai ci fosse stato. Ma non voleva prendere in considerazione quest'opzione.
Ed Anna pareva dello stesso avviso. Era terribilmente preoccupata per la sorella. Non voleva perderla e il solo pensiero le faceva venire le lacrime agli occhi. Nonostante ciò però cercava di essere positiva.
"Mh - sbuffò Kristoff - sono impaziente, non mi piace il fatto che Aurora si trovi con Hans, insomma, lui è il tuo ex fidanzato! Anna...?"
"Eh? Cosa?" - domandò distrattamente.
"A cosa stai pensando? E perché hai gli occhi arrossati?"
"Non è niente" - rispose.
"Anna, io ti conosco molto bene - disse poggiandole le mani sulle spalle - qual'è il problema?"
La principessa sospirò, chinando lo sguardo.
"E' dura - spiegò - ho così tanta paura di perdere Elsa. Eppure sto cercando di non pensarci, di essere positiva. Perché è tutto quello che so fare. E mi sento così stupida per questo"
"Non dire queste cose - disse l'altro sollevandole il viso - sei di grande supporto morale per lei. Sei forte, molto più di quanto immagini"
Anna sorrise, non potendo ancora trattenere le lacrime.
"Davvero?"
"Ma certo, è per questo che mi sono innamorato di te" - disse dolcemente.
"Oh, Kristoff" - sussurrò con fare sognante, lasciandosi stringere dalle sue braccia e baciandolo.

La notte era passata. Helge aveva dormito benissimo e si era svegliato tanto presto da poter osservare l'alba. Purtroppo Hans quel giorno sarebbe stato impegnato, ma per il principino non vi sarebbero stati problemi. Avrebbe passato il suo tempo a scoprire le tante cose che ancora non conosceva di quel posto, e poi era in compagnia di Aurora. Beh, non esattamente. La principessina infatti era ancora parecchio adirata, non gli aveva ancora rivolto la parola, nonostante il cugino stesse cercando di prendere un discorso.
"Guarda  questi fiori - disse indicando una delle tante aiuole presenti in giardino - ad Arendelle non ne crescono, magari potrei porrtarne un po' con me"
Aurora però rispose con un'espressione accigliata.
"Ma insomma - borbottò - si può sapere perché continui a tenermi il broncio!"
"Perché te lo meriti! - rispose finalmente - io mi sono messa nei guai solo per seguire te e tu cosa fai? Mi dici di andarmene! Non è affatto giusto!"
"Ti avevo detto di rimanere ad Arendelle, ma tu non mi ascolti mai!"
"No, tu non ascolti mai, a nessuno - borbottò - io rivoglio la mia mamma e il mio papà"
"Loro sicuramente si stanno cercando..." - sospirò.
"Stupido Helge! - esclamò - sei proprio testardo! Ma non capisci che la tua mamma ti vuole bene allo stesso modo di prima? Che c'è di male se, oltre a volere bene te, vuole bene anche a qualcun'altro?!"
"E tu cosa ne sai?"
"Io so molto più di te! - disse con rabbia - perchè al contrario tuo, che hai visto solo quello che volevi vedere, io ho visto dell'altro. Lei è davvero felice, non ha più lo sguardo triste. Ma tu non te ne accorgi, perché pensi sempre e solo a te stesso! Sei cattivo!"
"Aurora!"
Helge provò a chiamarla inutilmente. La principessa era corsa via piangendo. Odiava i suoi piagnistei, ma odiava di più quando Aurora aveva ragione, come in quel caso. Probabilmente era vero, aveva sempre pensato solo a sé stesso.
Sospirando si sedette sul terreno. Per qualche strano motivo, adesso iniziava a sentire un pizzico di nostalgia di casa...

Fortunatamente la sua casa era molto più vicina di quel che pensava. Dopo aver passato una notte un tantino turbolenta, Elsa e gli altri tre erano giunti nel regno. Per la regina fu una vera e propria stretta al cuore. Erano ben sei anni che non veniva lì, nello stesso luogo dove la sua violenza si era consumata. E adesso era tornata, per recuperare il frutto di quella violenza, che amava con tutta sé stessa.
Il palazzo di Hans non distava molto dal porto, tant'è che fu facile raggiungerlo a piedi. Quando furono arrivati di fronte però, non entrarono immediatamente.
"Forse è meglio se non andiamo  tutti insieme - disse Kristoff - così sembrerà un'incursione"
"Parli come se fossimo in guerra - gli fece notare Anna - Hans sicuramente capirà, non li ha mica rapiti"
"E tu che ne sai?" - domandò a braccia conserte.
"Forse è meglio se vado solo io - disse Elsa - prima di tutto ho bisogno di parlare con Helge"
"Non vuoi che venga con te?"- domandò Jack.
"No - rispose - è una cosa tra me e mio figlio. Se solo sapessi dove si trova precisamente"
Poi, i quattro udirono un lamento, anzi, più precisamente un pianto, che si avvicinava sempre di più. Si trattava di Aurora, la quale era scappata da Helge e stava correndo con i pugni chiusi.
"Aspetta - fece Anna - ma quella è..."
"Aurora!" - esclamò Kristoff. Nel sentirsi chiamare, la principessa si fermò di colpo. Sollevò gli occhi ancora ricolmi di lacrime, che poi spalancò.
"Madre, padre! - esclamò sorpresa - non ci posso credere, siete voi, siete venuti veramente!"
Mentre diceva ciò la bambina era corsa incontro ai genitori, abbracciandoli con foga.
"Tesoro, sono così contenta di vedere che stai bene. Come ti è venuto in mente di scappare?" - le domandò Anna.
"Mi spiace - rispose Aurora, che si trovava in braccio a Kristoff - volevo seguire Helge. Lui però è testardo, i maschi sono troppo stupidi, non mi piacciono!"
"Brava bambina - sospirò Kristoff- continua a pensarla così per molto, molto tempo!"
"Tesoro, dov'è adesso Helge?"- domandò Elsa.
"Si trova in giardino, precisamente da quella parte! - disse indicando un punto con il dito - ti prego zia Elsa, fa in modo che cambi idea!"
"Speriamo bene" - sospirò.

Helge intanto si trovava ancora seduto, mentre le parole di Aurora gli rimbombavano nella testa. Sicuramente Elsa doveva essere un minimo preoccupata. E poi doveva ammettere che mai l'aveva vista così felice da quando c'era Jack. Ciò però non toglieva nulla all'affetto che provava nei suoi confronti.
Sì, probabilmente, pensando razionalmente, tutto ciò aveva un senso. Ma allora perché era scappato? Forse era stato un po' troppo impulsivo. Magari sarebbe dovuto tornare a casa... e chissà, forse tutto si sarebbe aggiustato.
"Helge!"
Il principe sollevò immediatamente il capo. Come poter non riconoscere la voce di sua madre?
Una visione che lo sconvolse parecchio. E lui che pensava non l'avrebbe mai cercato. Invece lei era lì, apparentemente più sollevata.
"Madre" - la chiamò. Elsa si avvicinò, circondandogli il corpo con le braccia e stringendolo.
"Oh, Helge! - sussurrò - sono così felice di vederti"
"Io sono sorpreso" - ammise.
"Perchè sei scappato? - domandò guardandolo - poteva essere pericoloso, hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere?"
"Mi dispiace, ma io volevo solo stare con mio padre - disse scostando lo sguardo - e tu non volevi..."
"Lo so, lo so - sospirò - magari avrei dovuto dirti di sì, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente. Lui è tuo padre e deve far parte della tua vita. Però fai anche parte della mia"
"Questo vuol dire che mi vuoi ancora bene?"
Elsa sorrise dolcemente.
"Che domande, certo che ti voglio bene! Coraggio Helge, torniamo a casa. Possiamo essere una famiglia, se anche tu lo vuoi!"
Il principe la guardò a lungo. L'idea di tornare non gli dispiaceva troppo. Impegnandosi forse sarebbero stati tutti felici. Insomma, non voleva essere un egoista, come Aurora lo aveva chiamato. Così fece per allungare una mano, cercando di afferrare quella di Elsa.
In quello stesso istante però, la regina fu colta da un malore che la costrinse ad indietreggiare.
"Madre! - esclamò Helge - cos'hai? Ti senti male?"
"E'... tutto apposto Helge - sussurrò portandosi una mano sul ventre - purtroppo starò male per un po' di tempo..."
"Cosa? Sei malata?!"
"No, Helge - disse sorridendo - aspetto un bambino"
Quella frase prese completamente alla sprovvista il piccolo principe, il quale rimase immobile con lo sguardo vitreo.


Ciò avrebbe cambiato qualcosa?













N.D.A
Bene, mistero svelato! Il bambino di Jack ed Elsa, si presuppone, dovrebbe essere cattivo, visto che è dotato di poteri oscuri, ma i due sembrano decisi a non demordere!
E ora Elsa sa che Jack può vivere con lei... sì, ma a che prezzo?
E finalmente Aurora ne ha dette quattro ad Helge, direi che era ora!
Almeno questa volta il principino ha saputo una cosa decentemente... la prenderà bene o male secondo voi?
(ah beh, che domande XD)




A presto, bye!


   
 
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