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Autore: Artemide5775    04/09/2016    1 recensioni
Erza Scarlett é una ragazza di vent'anni che ha lasciato la carriera di modella e fa la cameriera in un semplice ristorantino.
Un giorno si ritrova a dover fare i conti con una cotta che negli anni si era trasformata in vero amore. Era stata respinta e credeva di aver chiuso definitivamente con quella storia, ma, per un sadico gioco del destino, lo incontrerà. Lui, il suo primo amore.
N.A: accenni Gruvia, Lories, Gale e Nalu.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gerard, Levy McGarden, Lluvia, Lucy Heartphilia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno


 

Erza Scarlett era da poco uscita dal suo part-time in un ristorante rustico e poco elegante, quando sentì il suo cellulare squillare. Lo estrasse dalla borsa e se lo portò all'orecchio. -Pron...?- non poté finire di parlare che, il suo interlocutore la interruppe.

-Erza, sono Lucy- le disse la Heartphilia, un po' frettolosamente.

-Tutto bene?- le chiese la rossa, accortasi dello strano tono dell'amica.

-Abbastanza- mormorò la bionda portandosi due diti alla fronte e massaggiandosela. -Qui é un disastro- le rivelò, parlando del suo lavoro come manager del gruppo musicale: e dodici chiavi dello zodiaco.

-Cos'è successo?-

-Un enorme casino. I giornalisti hanno scoperto della relazione tra Aries e Leo. Li hanno beccati a baciarsi in hotel, o qualcosa del genere. Non so che fare- dal suo tono di voce era chiaro che fosse disperata.

-Yukino non é con te?- chiese Erza, nominando l'assistente dell'altra.

-Sì, é qui. Sta provando a calmare Aries che non fa altro che scusarsi.-

-Loki come l'ha presa?- domandò la Scarlett. Loki era il vero nome di Leo, mentre quest'ultimo era solo il suo nome d'arte.

-É furioso perché Aries é così stravolta e mortificata. Sai come ci tiene a lei. Però, in fin dei conti, sta abbastanza bene.-

Erza sorrise al ricordo di quanto amorevole fosse Loki con Aries. Per quanto facesse il playboy con tutte le altre donne, con lei era assolutamente diverso. Il potere dell'amore...

Decise, tuttavia, di tornare all'argomento principale, o meglio, a quello per cui veramente le aveva telefonato l'amica. -Cosa mi dovevi chiedere, comunque?- domandò mentre camminava per andare al suo appartamento.

-Oh, vero, scusa. Mi sono distratta- biascicò l'altra, stanca. -Ti ho chiamata per chiederti che regalo hai preso a Levy, per stasera. Non ho idea di cosa si porti a una festa di fidanzamento... Si porta un regalo, giusto?-

-Anch'io non ci sono mai stata- rifletté la rossa. -Io ho preso a lei e Jet un frullatore. Lluvia ha detto che é buono regalare cose utili per i futuri sposi. Lei gli ha fatto un album di foto.-

Ci furono alcuni minuti di silenzio dall'altra parte. -Credi sia felice di sposarsi? Ieri sono stata a cena con lei per parlare della pubblicazione del suo libro. L'ho vista strana. Forse si sta arrangiando...- mormorò la bionda, preoccupata.

-Sembra anche a te- la Scarlett cercò di ricordare alcuni momenti in cui aveva visto Levy Mcgarden davvero felice e dovette ammettere che, da quando si era messa con Jet sembrava solo più triste. -Credo abbia scelto Jet solo per non vedere litigare lui e Droy per lei. É troppo buona.-

Altro minuto di silenzio. -Lo credo anch'io- asserì Lucy, con un gran mal di testa. -Prenderò un set di candele, o un qualcosa di simile. Poi, ti vorrei chiedere un altro favore...- pareva esitante.

-Cosa?- domandò la scarlatta, guardando davanti a sé, stando attenta a non perdersi nelle caotiche strade della sua grande città.

-Fra una settimana Lluvia compirà gli anni- le ricordò.

-Hai ragione. Mi pare che sia venerdì, nel mio giorno libero- pensò ad alta voce la rossa. -Non le ho preso ancora nulla. Opterò per un qualche Gadget di quella serie TV che ama tanto.-

-Pensavo a una cosa migliore di un gadjet- la informò subito la Heartphilia.

-Cosa?-

-Proprio quel giorno ci sarà il Comic-Con di San Diego...- fu fermata dalla Scarlett.

-Vorresti andare a San Diego? I biglietti saranno finiti da mesi- le fece notare, un po' troppo dura. Seppur aveva lavorato come modella, quando andava solo al liceo, Erza aveva con sé pochissimi risparmi e sicuramente, quei pochi, non sarebbero mai bastati per un viaggio in California. Per di più, era certa che avrebbe perso delle ore di lavoro di giovedì e di sabato. Non sarebbero andate fin lì per un giorno, soprattutto se quel festival ne durava quattro e loro avevano con sé un'amica fangirl.

-Lo so, lo so- mormorò l'altra. -Semplicemente Lluvia ci tiene tanto, ma non ci andrà mai da sola e non mi fiderei neanche di mandarcela. Sarebbe una vacanza estiva. Solo io, te, Lluvia e Levy. A quest'ultima ne ho parlato ed é d'accordo.-

Erza si passò una mano tra i capelli. -Verrei, ma é impossibile trovare ora i biglietti- le ripeté.

-Lo so, perciò sto chiedendo a te- parlava cautamente, la bionda, per non far arrabbiare la sua amica. -Hai quell'amico a cui chiedere...- sussurrò preoccupata per una cattiva reazione da parte della Scarlett.

La rossa, appena capì, si bloccò sul posto. -G...Gerard?-

Anche se Lucy non poteva vederla, immaginava che fosse sbiancata e che le sue pupille si fossero dilatate. -Lo so che non lo senti d...- fu bloccata dalla scarlatta.

-Non lo vedo dalla fine delle medie. Ho il suo numero... ma sicuramente a quest'ora l'avrà cambiato. E poi... parlagli dopo che mi ha rifiutata...- per quanto Erza fosse una donna forte e indipendente, Gerard era uno dei punti deboli.

Si conoscevano sin dalle scuole elementari e da allora, fino alle medie, erano sempre stati uniti, insieme al loro piccolo gruppo di amici. La rossa si prese una bella cotta per lui quasi alla fine delle elementari e fino alla conclusione medie non aveva mai provato a dichiararsi. Quando lo fece, si ritrovò un bel due di picche. Gerard le disse che non provava lo stesso, ma che la vedeva come una migliore amica e non avrebbe mai potuto considerarla come altro.

Poco tempo dopo si trasferì a Vancouver a causa del lavoro della mamma e si sentirono raramente nei primi mesi, fin quando non cessarono completamente di scriversi o telefonarsi.

-Erza...- provò a convincerla la Heartphilia -Lluvia non fa altro che lavorare alla gelateria e, quando sta a casa, cuce i suoi pupazzi che poi vende su internet o ai conoscenti. A parte noi e Meredy, non esce con nessun altro e non ha un ragazzo dal secondo anno di liceo. Vuoi mica vederla tra vent'anni circondata da gatti a cucire qualche stupido coso di pezza?- le domandò, sapendo un altro suo punto debole: la Scarlett aveva un istinto materno ben sviluppato per tutte le persone a cui voleva bene.

Riuscì a farla sentire in colpa, secondo i piani. -Va bene... proverò a chiamarlo- disse, prima di chiudere quella telefonata. Era vero che era da tempo che voleva fargli uno squillo, ma non ne aveva il coraggio...

Oramai lui era un attore e modello famoso che recitava nella serie tv "Crime Sorciere" e veniva contattato per posare su un sacco di riviste importanti, mentre lei serviva in un ristorantino da quattro soldi solo per mettere da parte un bottino che le avrebbe consentito di aprire una sua pasticceria, specializzata nelle torte con fragole e panna.

Benché fosse l'ora di tornare a casa, Erza non se la sentì più. Si fermò in un giardino verde e posò la schiena contro un muretto. Il numero di Gerard era sempre stato il primo tra tutti quelli che aveva salvato tutte e tre volte che aveva cambiato scheda telefonica in quegli anni. Era il più importante tra tutti.

"Chiamarlo per chiedergli un favore... non mi sembra giusto" pensò, tentennando. Poi, l'immagine di Lluvia seduta su una sedia a dondolo, circondata a una marea di gatti, mentre cuciva l'ennesimo pupazzo, si fece strada nella sua testa.

Forse Lluvia, grazie a quel viaggio, avrebbe deciso di prendere in mano la sua vita, cercandosi un ragazzo e un lavoro tutto suo e non quello da addetta in una gelateria.

Beh, Lucy era riuscita a farla sentire in colpa. "Ma... se la prendesse male che io lo chiami per questo?" vedere Erza che dubitava su qualcosa era più che raro, la faceva sembrare un'altra persona.

Gerard Fernandez era però capace di renderla uguale a una scolaretta alla sua prima cotta. Forse anche peggio.

-Erza...- qualcuno la nominò, una voce maschile, famigliare, ma non troppo.

Sembrava... più matura.

E tremendamente simile a quella di lui.

Che ci stesse pensando così tanto da immaginare la sua voce?

Possibile.

Alzò gli occhi dal suo cellulare e guardò il tipo davanti a sé che si stava avvicinando a lei. Indossava un cappuccio che gli copriva la faccia e anche degli occhiali da sole. E, di sole, non ce ne era, visto che erano le sette e mezza di pomeriggio e i raggi non erano più fastidiosi. Quando alzò la mano per toglierle un qualcosa che le era finito tra i capelli, lei lo stese con dei movimenti veloci ed eleganti per terra, sotto di lei. -Chi sei e come fai a conoscermi?- chiese. Era cresciuta in una grande città perciò non era insolito che sapesse l'autodifesa.

Lui si tolse velocemente il cappuccio e gli occhiali. -Hem... Erza, sono io, Gerard- mormorò, imbarazzato dalla vicinanza con la Scarlett e della strana posizione in cui stavano: era cavalcioni su di lui.

Gerard non era il tipico bad boy, freddo e pericoloso. Anzi, se messo a confronto con Erza, era un piccolo e dolce agnellino e lei la temibile ed elegante pantera nera. Praticamente, lui era Anastasia Steele e lei Cristian Gray.

Il viso della Scarlett divenne color vermiglio e si alzò di scatto. -G... Gerard?!- farfugliò, sconvolta.

L'azzurro si passò una mano fra i capelli, anche lui un po' rosso. -Eh già. Sono proprio io- mormorò rimanendo colpito dal corpo della fanciulla, che cercava di non guardare, a disagio.

Anche se a 13 anni lei era già molto bella e con un fisico più sviluppato delle altre sue compagne, a 20 era diventava bellissima.
Con lui aveva sempre provato a far prevalere il suo lato femminile, nascondendo quel suo secondo lato da maschiaccio che lo divertiva tanto. Erza Scarlett era una forza della natura.

-Che ci fai qui?- gli domandò, non riuscendo ad elaborare di averlo rincontrato, finalmente.

-Sono venuto qui perché un'amica doveva incontrare qualcuno che abita qui, non so chi... Che sorpresa rivederti, Erza. Vedo che sei... stai benissimo- stava per dirle che era bellissima, ma si trattenne, conscio che lui non ne aveva il permesso.

-Anche tu- ritrovato il controllo, la rossa sorrise.

Anche Gerard fece lo stesso, felice di rivederla dopo anni. Si guardò intorno per vedere se le fan l'avevano beccato, ma nulla. Potevano stare da soli. -Hem... Ti andrebbe di prenderci qualcosa?- le propose.

Lei annuì. -Certo. Dove vuoi andare?- domandò, contenta.

Il loro rapporto era rimasto immutato nel tempo, per fortuna. -Una pasticceria? Non conosco molto la zona ma mi pare di averne vista una da queste parti- le disse, cercando di ricordare il posto, non riuscendovi.

Pasticceria?

Non aveva dimenticato il terzo punto debole di Erza: le torte con panna e fragole.

Lei annuì con vigore e con gli occhi che luccicavano e, se fossero stati in un anime, avrebbero preso una forma cuoriforme. Lui rise per quella sua reazione. Non era cambiata per nulla.
Finirono col camminare uno affianco all'altra, un po' a disagio. -Come va con la carriera da modella?- le domandò per fare conversazione.

Era una cosa che lei gli aveva accennato nelle loro ultime conversazioni. -Oh, l'ho lasciata. Dopo che ti ritrovi un fan vestito da sposo nella doccia, capisci che, da un hobby, é diventata una cosa troppo esagerata.-

Gerard si bloccò di scatto, preoccupato. -Ti ha fatto qualcosa? Ti ha toccata?!-

Erza sbatté le palpebre, intontita da quella sua reazione. -L'ho steso e ho chiamato la polizia. Mi pare normale. Non ha avuto neanche il tempo di parlare- gli rivelò, come se fosse una cosa da nulla.

Dopo aver realizzato che non era successo niente di grave lasciò la presa sulle sue spalle e, imbarazzato, farfugliò: -Tutto é andato bene...-

Beh, quella era Erza la cazzuta Scarlett, di certo non si faceva far del male da un banale e debole fan. -E a te come va? Ho visto che sei diventato un attore.-

L'azzurro si coprì di più il volto con il cappuccio e le rispose. -Sì... Ho iniziato con la serie tv "Crime Sorciere" e sono finito, dopo quasi tre anni, col diventare famoso grazie a questa serie che ha avuto un discreto successo- decise però di cambiare argomento, cercando di scoprire quello che veramente voleva da anni. -E con Simon e gli altri?-

-Simon non lo sento da un po'. Da quando si é trasferito in Giappone con la sorella, due mesi fa. Gli altri... Beh, ho sentito qualche giorno fa Millianna, mi pare che sia andata a trovarlo. Gli altri invece, dopo il liceo, hanno deciso di viaggiare per il mondo "vivendo alla giornata". Ogni tanto mi mandano delle cartoline- raccontò sorridendo per come si erano evolute le cose. Tutti quelli del loro gruppo, da bambini, avevano preso delle strade diverse, ma comunque positive.

-Non ti sei messa con Simon?- chiese, stupito, Gerard, nascondendo la speranza in un dissenso. -Sai, lui era molto innamorato di te.-

-Si confessò, alla fine delle medie, ma lo rifiutai- rivelò la rossa, un po' dispiaciuta. -Amavo un altro ragazzo- ammise, sorridendo appena.

Il Fernandez si rese conto di aver fatto un grave errore in passato e volle rimediarvi... in qualche modo.
Calò il silenzio. Gerard fece per dirle una cosa di seria importanza, ma appena la Scarlett vide la pasticceria con esposte alla vetrina, non una, ma ben due torte con panna e fragole, non ascoltò più niente e nessuno e vi entrò.

Quel tipo di reazioni gli avevano sempre fatto dubitare se non preferisse quelle torte a lui, però non si era mai dato una vera risposta, cosciente che c'era una gran possibilità che preferisse di gran lunga le prime. Rise appena al vederla così spensierata mentre comprava due fette belle grosse di torta per tutti e due. -Scusa, non ti ho chiesto se volessi questa o un'altra- si rese conto, dopo aver assaggiato il primo pezzo.

Lui scosse la testa, sorridendo per quanto fosse bella mentre mangiava tranquillamente quel semplice dolce. -Che fai nei prossimi giorni?- le chiese, dopo aver assaggiato una fetta di torta. Buona.

Però, come quando erano più piccoli, le disse che non ne voleva più e gliela cedette solo per vederla entusiasta.
Tra una una forchettata e l'altra, lei gli rispose. -Lavoro. Forse mi prenderò alcuni giorni liberi per andare a San Diego con delle amiche... ma ne dubito- lo informò, non guardandolo neanche ma prestando attenzione al dolce con panna e fragole.

Cavoli... Gerard si sentiva quasi geloso per quel piccolo pezzo di cibo amico di tutte le bilance e nemico di tutte le donne che volevano rimanere un forma. Anche se, Erza non sembrava mai essersi preoccupata del suo peso, o forse aveva notato anche lei che ogni grammo in eccesso si andava a posizionare nel suo davanzale.

Aveva fatto una magia per far in modo che ciò accadesse?

Imbarazzato da simili pensieri, cercò di prestare ascolto alla risposta della scarlatta. -Pure io ci andrò. A San Diego la mia serie tv terrà conferenza- rivelò.

Erza si sorprese un po'. Una conferenza, lui? Era così strano... Ricordava ancora quando da bambini giocavano al principe e la principessa e lui finiva costantemente legato da qualche parte da una sciarpa o nastro colorato e lei fingeva di salvarlo maneggiando una cucchiarella della madre.

Quello stesso ragazzo a cui Millianna faceva i codini e infilava il rossetto per renderlo più "una principessa" avrebbe tenuto una conferenza... Era assurdo. -Forse ti vedremo...- accennò, senza parlargli del fatto che non aveva i biglietti. Le dava fastidio chiedergli un favore proprio quando si erano rivisti dopo tanto tempo.

Il telefono di lui squillò, interrompendoli. -Ciao Meredy. Hai finito? Okay, passo a prenderti se mi dai l'indirizzo della tua amica- disse alla persona dall'altro capo dell'oggetto.

Meredy, eh? Aveva una ragazza?

Appena lui chiuse la conversazione, si girò, notando che la Scarlett non aveva finito la sua fetta di torta, cosa assurda. -Tutto bene?- chiede, preoccupato.

Erza Scarlett che non finiva una torta alle fragole con panna? Era grave quando un'esplosione nucleare.

Erza giocherellò con la forchetta e un pezzetto di torta che aveva tagliato. Le era passata la fame quando aveva immaginato il suo primo amore che passeggiava mano nella mano con una bellissima modella meglio di lei. -Sì... ho solo poca fame- farfugliò in risposta.

-Sicura? Non vuoi vedere un medico?- azzardò, temendo che fosse una cosa grave.

-No... Tutto apposto- posò la forchetta e raddrizzò la schiena. -Vai pure da... Meredy, giusto?- chiese, provando a non mordersi un labbro mormorando quel nome che avrebbe potuto appartenere alla ragazza di lui.

Analizzando il comportamento di lei e ripensando alla dichiarazione che lei, anni prima, gli fece, realizzò che Erza aveva bisogno di una spiegazione. La conosceva troppo bene. -Meredy é una mia collega. Purtroppo, guidare non é il suo forte, perciò non ha mai preso la patente. Allora mi sono proposto ad accompagnarla dalla cittadina dove vivono i suoi genitori, nonché un mio amico da cui sto, e portarla qui da una sua amica che vive qui- spiegò, notando con sollievo che lei, nel frattempo, aveva ripreso a mangiare e si era spazzolata via tutto quello che restava, comprese le briciole.

Vedendola più serena, le propose di portarla a casa in macchina, siccome l'aveva parcheggiata un attimo, prima di incontrarla, per poter andare a comprare un pacco di mentine. Lei accettò siccome che erano le otto passate. Doveva sbrigarsi perché la festa di fidanzamento di Levy sarebbe stata alle nove. -Grazie mille, Gerry- ridacchiò a quel vecchio soprannome che gli aveva dato una volta per scherzo e che usava ogni tanto a caso.

In verità, si era accorto lo stesso Gerry, che lei lo usava quando era davvero di buon umore. Sorrise, felice che lo fosse anche lei. -Di nulla. Spero di vederti a San Diego- le rivelò con le gote un po' rosse.

Lei sorrise. -Ci proverò a venirci- promise.

Avrebbero voluto baciarsi, ma riuscirono solo a darsi un impacciato abbraccio.

 

   
 
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