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Autore: renge_no_hana    05/09/2016    4 recensioni
"Avrei potuto definire la mia vita in mille modi: ripetitiva, anonima, normale, mai entusiasmante. Tuttavia "entusiasmante" non era di certo la parola più adatta a descrivere la situazione in cui mi ero andata a cacciare sin dal momento in cui quei due mi avevano trovata agonizzante sul marciapiede... "Pura follia" sarebbe stato probabilmente più accurato."
Questa fanfiction nasce in risposta alle molteplici contenenti statuarie Mary Sue che bazzicano per il Grande Tempio, sterminando i potenti Gold Saint con i loro occhi cerbiattosi, maciullando i cattivi coi loro poteri incredibili e cercando di soppiantare l’autorità del Big Boss, ovvero la dea Atena.
Si tratta della storia di una ragazza che può "fare cose", ma le quali priorità fino al giorno prima erano comprare il tonno e studiare per l'esame bastardo della sessione. Uno stuolo di bei ragazzi in armatura non conta molto, quando l'immediato futuro prevede il fuoricorso assicurato, allenamenti spaccaossa e l'incombere di un nemico terribile... O forse mi sbaglio?
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Saori Kido, Scorpion Milo, Virgo Shaka
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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ASPETTAZIONE


La Sesta Casa trasudava santità da ogni parete.
Io sudavo e basta, sentendomi quasi un'eretica a sostare in mezzo al tempio come una turista smarrita, vestita come una beduina e con l'aspetto di chi ha avuto un incontro troppo ravvicinato con un camion. 
Il sole era ormai tramontato da un po' e la calura del primo pomeriggio aveva lasciato spazio a una piacevole brezza che soffiava attraverso il fitto colonnato... Un sollievo dopo il migliaio di gradini macinati per giungere lì, di cui novecentonovantanove percorsi mentre mi chiedevo come facesse quel ragazzo a scendere giù per quella ripida scalinata con la grazia di un cervo e ad occhi chiusi!

Una volta giunti alla meta, Shaka della Vergine o come accidenti avrei dovuto chiamarlo, era sparito in una nuvola di ascetismo e capelli biondi in quelle che dovevano essere le sue stanze private, raccomandandomi di rispettare quel luogo sacro e lasciandomi nelle esperte mani di Priyanka, l'anziana donna indiana a capo della sua servitù, che mi avrebbe condotta presso gli alloggi di quest'ultima.

"Il silenzio più profondo ha una propria melodia, talmente dolce da mettere tacere l'insopportabile frastuono del mondo."* disse.
Non ti voglio tra le palle, tradussi mentalmente.

Priyanka era una nonnina decrepita dal sorriso sdentato e la dolce fermezza di chi è ormai abituato a parlare con chi approdava al Santuario in preda alla confusione più totale.

"Anche gli allievi che ti hanno preceduta, Shiva e Agorà... Sembravano due ebeti, la prima volta che sono stati portati al cospetto del Sommo Shaka!" mi disse ridendo di gusto. 

"Ah, ce ne sono altri? E dove sono?"

"Morti, figliola. Che gli dei possano vegliare sulle loro anime! D'altronde erano certe teste calde... Cosa speravano di ottenere lanciando una bambina in un vulcano attivo?"

Mi sa che avrei fatto meglio a smetterla, di pensare che in quel posto ci vivesse anche gente normale.

Dopo le spiegazioni di rito Priyanka si congedò, promettendomi che la cena sarebbe stata servita di lì a breve.
Nella stanzetta in cui l'arzilla nonnetta mi aveva portata c'erano solo tre letti e un piccolo bagno, mentre la cucina era in comune e si trovava nel corridoio. Mi stavo guardando intorno, quando il rumore improvviso della porta che si apriva mi fece voltare di scatto. 
Sulla soglia vi erano un ragazzo e una ragazza che a prima vista sembravano miei coetanei: l'uno dal cipiglio cagnesco e l'altra dall'aria molto più mite.

"Sei tu l'ospite di cui ci è stato riferito?" chiese la ragazza con tono gentile. Aveva fini capelli biondi raccolti in un'elaborata treccia e sorrideva mettendo in mostra una fila di denti candidi e dritti. 

"Ah, uhm...Sì, sono io" mi resi conto di essere nella posizione tipica della ficcanaso professionista. Schizzai davanti alla porta a tempo record, porgendole la mano "Mi chiamo Eva!"
Lei me la strinse nella sua, piccola e callosa.
"Il mio nome è Sigrid. Lui invece è il mio collega Kyriakos" disse indicando il ragazzo ingrugnito, che per tutta risposta continuò a fissarmi truce. 
Ma che voleva questo? 

"Guarda che se vuoi rimanere qui devi sgobbare come facciamo tutti" sbottò questi, passandosi una mano fra i capelli castani e ispidi "Non credere che essere l'allieva del Sommo Shaka ti metta in una posizione privilegiata rispetto a noi!"

Questo Kyriakos mi sapeva di uno col complesso del senpai che, oltre ad essere piacevole come limonarsi un cactus, rosicava un pochino troppo. 

"Devi scusarlo, fa così con tutti i nuovi arrivati." mormorò Sigrid imbarazzata "Ma è solo il suo modo buffo di fare amicizia... In realtà è un pasticcino!" concluse sorridendo felice come una Pasqua.

"La pianti di dire scemenze, brutta strega???" strepitò il fantomatico pasticcino arrossendo come un gambero.

"Suvvia, Kyri-Kyri, non farti riconoscere subito! E saluta come si deve la nostra nuova compagna di stanza, da bravo..."

"Ti ho detto mille volte di non chiamarmi così!"

Fantastico.
Un' altra esperienza da fuorisede, solo che stavolta avrei condiviso tutto col Buddha e i suoi seguaci. 
Rabbrividii.

 
*****

"Non è abbastanza."

"Come dice, mio Signore?"

"Questo mio patetico cosmo che invano cerca di liberarsi dalle catene che lo vincolano... !"

"Ma mio Signore... I Druidi stanno facendo il possibile per prepararsi al Vostro ritorno..."

"Ho detto che non è abbastanza!"

"E come nutrirlo?"

"Il nostro Regno non rimarrà senza il suo degno sovrano ancora per molto, Lugh... La senti? Senti la nostra Medhelan che domanda a gran voce i suoi sacrifici?"

"La sento, mio Signore."

"E allora chiama a raccolta tutti i Druidi... Di' loro che da questo momento faremo in modo che il 
Ver Sacrum si compia."

"Ai Vostri ordini, 
Brehin."
*****

Quella sera avrei dovuto cenare con Shaka della Vergine e un altro ospite di altrettanta importanza, aveva detto Sigrid e Kyriakos mi aveva incenerita con uno sguardo omicida. 

Cosa volesse questo da me, ancora non l'avevo capito.

Consumare un pasto in compagnia di un asceta, un suo collega altrettanto intoccabile come Mu dell'Ariete e con il suo ancello psicopatico che probabilmente aveva tentato di avvelenare il mio pollo al curry, si era rivelata una delle situazioni più imbarazzanti della mia esistenza. 
Una persona naturalmente rumorosa con me era probabilmente la meno indicata a respirare lo stesso ossigeno di individui così pacati. 
La maggior parte della cena si era svolta infatti nel più religioso silenzio, con i due Gold Saint che ogni tanto si scambiavano informazioni sull'andamento del Santuario e Kyriakos che grugniva il suo disappunto ogni volta che doveva servirmi. 
C'entravo con la Sesta Casa più o meno quanto Saori Kido con la sagra della porchetta di Ariccia. 

"Shaka mi ha detto che domani comincerete il vostro percorso... E' una splendida notizia." mi disse Mu tra un sorso di tè verde e l'altro.

Non mi aspettavo che mi rivolgesse la parola. 

Lui, a differenza di Shaka, non metteva ansia meramente esistendo. Oltre ad essere assurdamente bello come la maggior parte dei suoi compagni e a portarsi dietro l'aura di inarrivabilità tipica di quelli della sua casta, sembrava un ragazzo molto gentile e ragionevole. Se non avessi avuto la certezza che egli fosse perfettamente in grado di polverizzarmi con un'unghia, probabilmente gli avrei dato un bacino sulla fronte proprio fra quei curiosi puntini. Erano molto simpatici. 

Mi autoimposi di scacciare quel pensiero inquietante dal cervello prima che provocasse moti di ilarità fuori luogo.

"Presumo di sì, anche se non ho ben capito di cosa si tratta." risposi. Ed effettivamente era vero: nessuno mi aveva spiegato una beneamata cippa.

"Questa fanciulla ha bisogno di disciplina" disse Shaka, che fino a quel momento si era espresso solo a monosillabi "Quando riuscirà a controllare il proprio cosmo, ella sarà in grado di chiamare a sé le manifestazioni volontariamente."

Mu annuì. "Eccellente... E come ha detto la Venerabile Atena, in questo modo individueremo il pericolo ancor prima che esso si palesi."

"Esattamente."

Davvero eccellente, sì. Non vedevo l'ora di  cominciare a svenire a comando per poi fare una bella chiacchierata con i miei incubi! Yu-hu!

"Beh, spero di riuscirci in fretta. Anche perché ho lasciato un sacco di cose in sospeso, fuori di qui!" sbottai mandando giù l'ultimo sorso di tè. 
Una vagonata di esami, ad esempio. E probabilmente avevo accumulato un arretrato pazzesco con Game of Thrones... Nadia non me l'avrebbe mai perdonato. 

Quell'improvvisa sensazione di fastidio mi aveva fatto posare la tazza con un po' troppa foga. Lo sfortunato utensile si esibì in un'improbabile evoluzione rotolando giù dal tavolo per poi sfracellarsi tristemente ai piedi del Saint della Vergine. 

.... Che figura di merda. E proprio davanti al Maestro che avrei dovuto impressionare a partire dal giorno seguente.

"Oddio, mi dispiace!" esclamai mortificata "Giuro che non l'ho fatto apposta, sono veramente un disastro!"

Shaka, tuttavia, non sembrò fare una piega, mentre Mu nascose un sorrisetto divertito dietro il tovagliolo. Kyriakos che si scompisciava aggrappato a una colonna vicino all'entrata delle cucine fu la ciliegina sulla torta; arrossii di vergogna. 
Mi alzai di scatto per fiondarmi a raccogliere i cocci -sia quelli della tazza, che quelli della mia dignità- ma il movimento brusco mi provocò una sensazione di nausea quasi insopportabile e la mia testa si riempiva ormai di quel ronzio che mi accompagnava da giorni e che anticipava il palesarsi di quelle voci. 
Avrei voluto resistere, almeno davanti ai due Gold Saint che si erano alzati osservandomi preoccupati, indecisi sul da farsi. Avrei voluto resistere e scacciare quelle voci prima che si reimpossessassero dei miei pensieri senza il mio consenso.
Allungai una mano nel vano tentativo di aggrapparmi a qualcosa prima che il buio mi avvolgesse completamente.
Svenni.

 
Che abbondanza! Che abbondanza! 

Sacrificarsi per la Rinascita è un onore.

Il cuore di 
Medhelan batte ancora

Occorrono più Sacrifici

Nutrite il vostro Signore del loro sangue

Lasciate che il 
Ver Sacrum si compia

Per 
Medhelan

Per il Regno

"Ai Vostri ordini, 
Brehin."

 
_________________________________________________________________

*Mi sono ispirata a una citazione del Buddha, che in inglese recita "That deep silence has a melody on its own, a sweetness unknown amid the harsh discords of the world's sounds."


Rieccomi con un nuovo capitolo. Uno che miracolosamente sono riuscita ad ultimare prima di andare al macello continuare con lo studio matto e disperatissimo per l'esame della settimana prossima!
Da qui in poi il gioco si fa duro e le pappemolli cominciano ad allenarsi... Che qui non si può stare un giorno si e l'altro pure svenendo in posti random!
A quanto pare i nemici del Santuario hanno qualcosa in mente... Sti cattivi vogliono tornare a qualsiasi costo, oh! Non c'è verso. 
E Mu dell'Ariete è coccoloso e lilla, ma in realtà non lo è. Perché lui è gentile e garbato, ma in battaglia ti mena prima che tu possa dire "A" e ti fa esplodere male... Altro che puntini simpatici e bacini sulla fronte (Soul of Gold docet).
Una sola piccola nota per quanto riguarda la mitologia celtica presente in questa storia: essa si rifarà a quella delle tribù provenienti dalla Gallia in quanto sono state proprio queste ad aver invaso l'Italia :) 
Alla prossima. Io devo andare, anche perché Alla Decima Casa hanno bisogno di un arrotino. 
Che vita grama, quella al Santuario!

Ren 
  
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