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Autore: winterlover97    05/09/2016    1 recensioni
Post Captain America CivilWar
{Nuovo personaggio x James Barnes ---- Pepperony}
Abigael Lotris è una comune giornalista di un piccolo quotidiano della sua città. Esce con gli amici, lavora, si tiene in forma e ha una vita piuttosto ordinaria..
Steve Rogers, ancora distrutto dalla guerra civile contro Tony, sta cercando di lasciarsi tutto alle spalle, vivendo da fuggitivo con gli Avengers che lo avevano supportato.
Tony Stark, sebbene non lo voglia dare a vedere, è distrutto, vuole riacquistare la Fiducia con Steve e l'amicizia con il resto della squadra. Nel frattempo aiuta Rodhes con la riabilitazione e sponsorizza Peter Parker.
Bucky Barnes invece, dopo aver desistito dal congelarsi in Wakanda, ha riacquisito poco alla volta ogni ricordo che aveva perso.
Pietro Maximoff, apparentemente morto nella battaglia contro Ultron, invece, è vivo e vegeto e si sta rimettendo in sesto grazie alle cure della dottoressa Cho.
Tuttavia questa è solo una facciata, le persone, dopo il caso 'Wanda Maximoff' hanno un atteggiamento tutt'altro che buono nei confronti dei mutanti, e l'Hydra sta rinascendo, come nella sua natura, taglia una testa e ne compariranno due, più forte di prima, pronta a intralciare lo SHIELD e i nostri eroi.
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Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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1

Avevo un gran mal di testa. Mi pulsava e al solo pensiero di sollevare le palpebre lo faceva maggiormente. Mossi le punte delle dita e occhi ancora chiusi, nel mentre sentivo i suoi intorno a me farsi meno ovattati.
Sentivo un odore non troppo pungente, probabilmente sapone di Marsiglia. Voci non troppo vicine a me, poi aprii di scatto gli occhi. 

Il soffitto era bianco, la luce filtrava dalle serande e illuminava in modo tiepido la stanza. Ero stesa in un lettino dalle lenzuola candide e morbide, profumavano di bucato. Profumavano di casa in un certo qual modo. 

Le mie scarpe erano appoggiate a fianco dal letto ed erano state completamente pulite, la giacca invece era appesa ad un appendino attaccato all'armadio. 

Mi sollevai e misi le scarpe poi uscii dalla stanza. L'ambiente era accogliente, qualche quadro qua e là appeso alle pareti, qualche foto incorniciata, nel particolare una bambina sui dieci - undici anni, due ragazzi simili nell'aspetto, alcune foto d'epoca. 
Percorsi tutto il corridoio fino a una porta chiusa dietro la quale sentivo delle voci farfugliare qualcosa a basso volume.

Chiamatemi incosciente, ma a causa della mia curiosità la aprii.

Sei paia di occhi si voltarono verso di me e cessarono di parlare.

Li guardai uno a uno, poi indietreggiai

"Tranquilla, non vogliamo farti male, non c'è bisogno di scappare"

La ragazza dal pullover rosso mi parlò per prima.

"Come faccio a saperlo? Fino a quanto, due, tre ore fa mi volevano linciare, perché 
dovrei credere a voi?"

"Allora perché sei entrata e non sei scappata subito?" Fece il ragazzo di colore.

"Mera curiosità? Dopotutto l'uomo è un animale curioso per natura, senza aggiungere che Ulisse, nella Divina commedia, è stato condannato per questo." Risposi subito.

"Senti, devi stare tranquilla, ok? Sei tra amici." Il ragazzo a fianco a quello di colore parlò. "T abbiamo salvato dal linciaggio e dalla caccia alle streghe"

Mi allontanai un poco, in ogni caso ciò che avverto in questo momento non mi è chiaro. 

"Non mi fido. Chi mi dice che non siate della polizia o altro?"

Ero nervosa.
Troppo

"Credo che abbia bisogno di una dimostrazione di fiducia."
Una nube rossa simile a quella di prima fece sollevare la tazza dal lavello di mezzo metro. Rimasi immobile con una mano appoggiata al muro. 

"Credo sia meglio che ti calmi, qui sta cominciando a far freddo, non tutti siamo super soldati o con qualche potere."

Freddo?
Io non ho affatto freddo.
Poi voltai lo sguardo verso la mia mano. Uno strato di ghiaccio piuttosto sottile si era formato sotto di essa e proseguiva sul muro intero.
Ops.
Tolsi la mano.

"Chi siete?"

"Forse dovresti dire prima te chi saresti e da quanto hai quei poteri" fece il biondo.

"Per tutta risposta potrei dire che mi avete sequestrata e potrei dire che sono come un'ospite da voi." Dissi di tutta risposta.

Sbuffò leggermente e si passò una mano tra i capelli abbassando la testa.

"Capitano Steve Rogers, Sergente James Barnes, Wanda Maximoff, ex marine Samuel Wilson, Scott Lang e Clint Barton." Disse indicandoli uno a uno e pronunciando con difficoltà la parola Capitano.

Ero di fronte a una parte degli Avengers.

Sospirai.

"Abigael Lotris"

Nessuno rise per fortuna. 
Un punto in più per loro.

"Abigael? Non è un nome americano o inglese..." Riflettè Sam

"Sono Islandese, mi sono trasferita qui una decina di anni fa."
Fece una strana smorfia poi Steve prese nuovamente la parola.

"Ok, la situazione 'nomi e presentazioni' è risolta. Rimane da scoprire la questione poteri. Da quanto li hai e come li hai avuti?"

Come possono pretendere che io sappia come ho avuto i miei poteri quando fino a stamattina ero una comune ragazza? 

"Non. Ne. Ho. La. Più. Pallida. Idea. Credo sia una risposta esaustiva." Risposi scandendo le parole una a una in modo deciso.

"Allora cosa puoi dirci riguardo i tuoi poteri?" Riprovò a parlare.
Mi sedetti una sedia vicino a loro.

"Stamane sono uscita a fare una corretta come mia consuetudine. Quando avevo finito mi sono accorta di avere della brina sulla punta delle dita, ma non ci ho dato molto peso. Successivamente, per strada, dopo che una macchina aveva urtato un idrante, istintivamente mi ero portata le mani al viso per coprirmi, però si era come formato un sottile strato di ghiaccio. Il resto lo sapete."

I loro sguardi erano ancora puntati su di me. Li guardai uno a uno, soffermandomi in particolar modo sul ragazzo di fronte a me di nome James: capelli piuttosto lunghi, una felpa nera e al posto del braccio destro, un braccio bionico. Tuttavia non fu questo ad attirare la mia attenzione, bensì i suoi occhi. Erano di un colore tra azzurro e grigio, incredibilmente brillanti anche se solcati dal dolore e stanchi.

Abbassai lo sguardo e il capo sul bordo della felpa torturandolo con le unghie.

"Allora -fece Steve- direi che è fuori discussione che tu torni a casa, perlomeno da sola, quindi starai qui."

Come sarebbe a dire?
Sta scherzando mi auguro.

"Quindi devo anche abbandonare il lavoro... Potrò almeno passare a prendere la mia roba a casa?"
Dissi spazientita.

"Wanda, dato che tu hai molta esperienza nel campo, accompagnala a prendere le sue cose, poi tornate qui. Nel frattempo dobbiamo rintracciare Nat e Bruce. Io provvederò a chiamare T'Challa."

"Me ne occuperò io Capitano, so come contattare Nat in modi anti convenzionali."

"Procedi. E Wanda, sta attenta."

"Certo Steve."

Uscimmo di casa con addosso delle felpe da uomo di colore scuro in modo da coprire la figura e camuffarci. Io per la cronaca, vestita così a strati, stavo letteralmente morendo di caldo

"Senti, Abigael. Come avrai capito, siamo stati anche noi con problemi giudiziari se così si possono chiamare. Steve ha subito un brutto colpo, così come Buck, quindi cerca di non farglielo pesare troppo, in alcun modo. Da un certo punto di vista mi spiace che tu sia come noi, una fuggitiva, da un altro però sono felice, finalmente una ragazza un più in squadra." Disse in modo veloce.

Mi stava simpatica. 
"Tranquilla..."

Camminammo un paio di metri poi Wanda chiese nuovamente.
"Ma che lavoro fai di preciso?"

"Lavoro da casa principalmente, sono una giornalista, scrittrice in un piccolo giornale qui in città." 

"Anche a me piaceva molto scrivere da piccola. Diverso per Pietro, sempre in movimento" disse in modo quasi amaro.

"Pietro?"

"Mio fratello gemello, in questo momento è in Wakanda a riprendersi delle ferite di un anno fa. Credevo di perderlo, è stato trivellato dai proiettili, è morto, poi il suo sistema ha ricominciato a funzionare e ora si sta rimettendo in sesto."

Non dissi nulla, volevo solo stare in silenzio. 
Non oso nemmeno pensare perdere una persona cara, un fratello.
Credo sia un dolore ineffabile, continuo e duraturo. Per fortuna sul ha dovuto sopportarlo poco a quanto ho capito.
Intanto l'aria fredda penetrava nelle felpe e mi schiariva le idee sul futuro ancora incerto.









Angolo autrice 
Primo capitolo, spero vi piaccia, lo ammetto non è dei migliori e non è molto 'd'azione'
A presto sentirci nelle recensioni!
   
 
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