Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: YukiWhite97    08/09/2016    1 recensioni
Storia ambientata sei anni dopo la fine del film.
Elsa è ormai regina e governa sul regno di Arendelle con saggezza, nonostante la giovane età. La ragazza però si porta dietro un segreto che l'ha profondamente segnata, di cui solo Anna e Kristoff sono a conoscenza. Questo segreto le viene ricordato ogni qualvolta che guarda negli occhi il figlio Helge, principe illegittimo avuto da un uomo sconosciuto.Il suo cuore verrà messo nuovamente alla prova quando farà la conoscenza di Jack Frost, spirito dell'inverno e dotato come lei di poteri sensazionali.
Cosa si nasconde dietro l'apparente perfezione della regina dai poteri di ghiaccio?
E la sua famiglia riuscirà a rimanere unita dinnanzi a tutte le minacce che incomberanno su essa?
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Jelsa - Kristanna - Accenni Helsa
ATTENZIONE: Alcuni capitoli potrebbero salire al rating giallo
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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18 - Il cuore di Aurora

Tutto adesso era silenzioso, immobile. Helge era stato portato al caldo in una delle tante stanze del palazzo, ma non accennava né a muoversi né a migliorare. Stava immobile e con gli occhi chiusi, mentre la pelle diveniva ogni secondo più fredda e i capelli si schiarivano, diventando bianchi. Elsa gli reggeva una mano, cercando invano di riscaldarla. Stava china sul figlio, senza muoversi di un millimetro. Ormai non le importava più di sentire dolore a causa dell'oscurità che stava crescendo dentro di lei. L'unica cosa che le importava era che Helge aprisse gli occhi, che parlasse, che facesse qualsiasi cosa, purché fosse stato bene.
Ricordi terribili presero a riaffiorarle alla mente. Già una volta aveva rischiato di perdere Anna, ma l'aveva poi salvata. Sorprendentemente, adesso non sapeva come salvare Helge.
Avvertì dei passi dietro di sé. Jack era sconvolto tanto quanto lei. Si era lasciato andare alla rabbia e le conseguenze erano state disastrose. Quale guardiano faceva una cosa del genere? Soprattutto, adesso Elsa con che occhi l'avrebbe guardato?
"Elsa" - la chiamò. Udì un flebile respiro provenire da ella.
"Il suo cuore batte così debolmente" - le sentì dire. 
Jack sospirò ancora.
"E' colpa mia, è tutta colpa mia. Se non fosse per me adesso Helge non starebbe rischiando la vita. Ti prego Elsa, perdonami se puoi!"
Elsa però si era voltata a guardarlo con un triste sorriso stampato sul volto.
"Non ce l'ho con te. Anche io una volta ho commesso il tuo stesso errore. So per certo che non è nella tua natura fare del male ad un bambino"
"Sì, ma Helge sta comunque male. Ti prego, dimmi che non morirà"
"Non lo so - sospirò avvilita - solo un Atto di Vero Amore può salvarlo. Se solo sapessi come. Forse... forse potrei dare la mia vita per..."
"Tu hai già fatto abbastanza! - esclamò - se c'è qualcuno che caso mai deve sacrificarsi quello sono io! Io l'ho ferito ed io devo salvarlo, anche se non so come!"
In quel momento qualcuno bussò alla porta. La testa della piccola Aurora fece timidamente capolino.
"Posso entrare?" - domandò.
"Ma certo tesoro, vieni pure" - le disse gentilmente Elsa. Aurora si avvicinò quindi al cugino, il quale pareva star soffrendo molto a giudicare dall'espressione contratta sul viso. Era molto triste per quello che era successo: Helge era per lei non solo un cugino, ma anche un fratello, un amico, un compagno di avventure. E non poteva accettare il fatto che stesse male o che, peggio, sarebbe morto. Il solo pensiero le faceva venire le lacrime agli occhi.
"Helge - sussurrò sfiorandogli una mano - ti prego, non puoi non svegliarti. Mi avevi promesso che avremmo fatto un pupazzo di neve. Le promesse si mantengono!"
Il suo tono di voce era spezzato dal pianto. Le lacrime aveva preso imperterrite  a scivolarle giù per le guance. Nel vedere quella scena, Elsa avvertì il proprio cuore spezzarsi. Dovette portarsi una mano sul viso, per tentare di nascondere invano il suo dolore. Per quanto riguarda Jack, invece, non aveva intenzione di starsene lì a guardare, doveva assolutamente trovare un modo per rimediare all'errore commesso. Poggiò con determinazione una mano sulla spalla di Elsa.
"Io troverò il modo di salvarlo" - sussurrò a denti stretti.
"Jack... come?"- domandò.
"Non lo so, ma stando qui non troverò alcuna risposta. Devo andare via di qui..."
"Oh, voglio venire anche io! - esclamò Aurora alzando una mano - se stai cercando un modo per salvarlo, voglio partecipare!"
"Aurora, forse è meglio di no - suggerì Elsa - hai visto cos'è successo? Non possiamo rischiare di perdere anche te!"
"Ma sarò con Jack, non mi accadrà niente!"- tentò di spiegare. La regina, parecchio in difficoltà, si guardò intorno.
"Io dico di lasciarla venire - suggerì il guardiano - l'affetto che prova nei confronti di Helge ci aiuterà di sicuro!"
"E va bene! - sbuffò - ma bisogna avvertire Anna e Kristoff"
Detto fatto, i due furono avvertiti. In realtà l'idea di lasciare andare la loro bambina non piaceva loro molto, specie a Kristoff, iperprotettivo per com'era.
"Aurora, ti prego di fare attenzione - le disse infatti - e tu, Jack Frost, se le succede qualcosa, conoscerai un lato di me non molto gentile"
"Grazie per la fiducia - rispose ironico, voltandosi poi verso Elsa - Elsa... sii forte"
"Cercherò di esserlo ma... non impiegarci troppo tempo. Più quest'ultimo passa e più rischio di perdere Helge... ed io non posso permettermi di perderlo"
"Non accadrà - sussurrò afferrandole il viso - te lo prometto"
Lei gli sorrise, per poi avvicinarsi e baciarlo. Poco distante da loro, Hans li guardava a braccia conserte. Per ovvi motivi ce l'aveva a morte con Jack. Quest'ultimo però, ad un certo punto, gli si avvicinò.
"Cosa vuoi? - domandò il principe - vuoi raggelare anche me?"
"In realtà sono qui solo per chiederti una favore - gli disse - mentre non ci sono, prenditi cura di Elsa... e soprattutto di Helge"
Hans sollevò gli occhi al cielo.
"Pensavo che non ti fidassi di me"
"Infatti è così. Ma Helge è tuo figlio, e per quanto tu possa essere pessimo, so che vuoi solo il suo bene. Allora? Puoi farlo sì o no?"
"Posso - sbottò - ma lo faccio per loro, non per te"
"Questo mi basta" - rispose mestamente.
"Jaaaack! - chiamò Aurora - allora andiamo?"
"Arrivo Aurora - disse avvicinandosi e caricandosela sulle spalle - vieni qui, volando faremo sicuramente prima"
"Oh, mi raccomanda, andate piano! - esclamò Anna - e tornate presto!"
"Tranquilla madre, facciamo presto!" - la rassicurò la principessa. Jack si voltò a guardare Elsa.
"A dopo, mia amata". Dicendo ciò si sollevò in aria, mentre gli altri quattro li osservavano da giù. La regina si portò una mano sul cuore, sperando di non dover rivivere per la seconda volta un dolore tanto grande come quello della prima volta.

Jack si era intanto levato in aria e aveva preso a volare nel cielo. Aurora, saldamente aggrappata a lui, si guardò intorno, totalmente incantato. Da lassù, il mondo appariva totalmente diverso.
"Dov'è che andiamo?" - domandò ad un tratto la principessa.
"A trovare dei mie vecchi amici" - rispose.
"Amici? Con amici intendi gli altri guardiani, quelli come te?"
"Esatto - rispose - loro proteggono i bambini, quindi sicuramente sapranno aiutarmi. Adesso aggrappati più forte, devo andare più veloce".
Dicendo ciò si indirizzò verso l'alto, tanto veloce che Aurora fu costretta a chiudere gli occhi, tanto il vento la infastidiva. Quando, qualche minuto più tardi, aprì gli occhi, la principessa si rese conto di trovarsi non nel cielo, ma in un luogo ancora più in alto, un luogo che sicuramente non doveva essere raggiungibile per gli esseri umani.
"Wow - sussurrò guardandosi intorno - siamo arrivati?"
"Sì - rispose - guardati bene intorno, a nessun bambino è stato mai concesso di venire qui". Era un luogo tranquillo, che non doveva sicuramente trovarsi in una dimensione temporale: quello era il luogo dove dove tutti i guardiani vivevano. Quando arrivarono, Aurora poggiò i piedi sul pavimento, inesistente in realtà, fatto di nuvole color oro.
"Ma non c'è nessuno?" - domandò ella.
"No, è impossibile - disse Jack guardandosi intorno - dove diamine...".
Prima che potesse finire di parlare, il guardiano cadde, anzi, più precisamente, fu atterrato da qualcuno. Aurora era rimasta a bocca spalancata.
"Ah, ma guarda un po' chi si vede. Ciao Jack, è un pezzo che non ti fai vedere!"
"Calmoniglio, cosa stai facendo? - sbuffò - vuoi lasciarmi stare?!"
"Jack, qualcuno ha detto Jack? - domandò ad un tratto una voce femminile - per tutti i molari, è proprio lui, Jack Frost!"
"Ciao anche a te, Dentolina" - rispose l'altro salutandolo con la mano. Ad unirsi anche ai tre,  vi fu anche Sandman, il quale pareva sprizzare gioia, anzi, sabbia, da tutti i pori.
"Cosa ci fai qui? - domandò Dentolina a Jack - dove sei stato per tutto questo tempo?"
"Oh, è una storia lunga, molto lunga. Vedete, io e Aurora..."
Nell'udire quel nome, i tre guardiani si voltarono a guardare la bambina, la quale sussultò.
"Ma guarda, una bambina!" - esclamò la fata.
"Non posso crederci! - fece Calmoniglio - hai portato una bambina qui, sei impazzito?"
"No, no, no, lasciatemi spiegare! - esclamò - se solo..."
Il guardiano si interruppe di nuovo nell'udire dei pesanti passi alle sue spalle. Una figura mastodontica e all'apparenza anche minacciosa, fece il suo ingresso,  per poi parlare.
"Cose essere questo baccano?"

Tutto ciò che Elsa poteva fare, in attesa che Jack e Aurora tornassero, era vegliare su Helge. Si fidava del guardiano, ed era certo che avrebbe trovato una soluzione.
Doveva essere così, non voleva pensare a nessun'altra opzione. Gli accarezzò i capelli, che adesso sembravano ricoperti di brina.
"Andrà tutto bene, Helge - sussurrò - non ti lasceremo morire"
Dop qualche attimo, un flebile suono uscì dalle sue labbra.
"Madre" - sussurrò.
"Helge, sei sveglio allora! Ti prego, non parlare, non devi sforzarti!"
"E' colpa mia - ansimò - Jack non c'entra nulla"
"Tesoro, stai delirando"
"No - disse sforzandosi - sono stato io. Io ho voluto sfidarlo, perché ero arrabbiato. Non avercela con lui, ti prego"
Elsa sorrise dolcemente.
"Non ce l'ho con lui. Anzi, se può farti sentire meglio, adesso si trova con Aurora a cercare un modo per salvarti"
"Perché? - domandò - dopo tutto quello che ho fatto. E dopo tutto quello che ti ho detto..."
"Sssh, va bene così - sussurrò rimboccandogli le coperte - non hai nulla da farti perdonare"
"Madre - la chiamò ancora - lui ti vuole bene e anche tu gliene vuoi. Se ti fa felice, non lasciarlo andare"
La regina sorrise di nuovo, questa volta più commossa. Adesso che Helge le aveva detto quelle parole, era felice. E lo sarebbe stato ancora di più se solo suo figlio non fosse stato in pericolo.
"Stai tranquilla, Helge. Tutto si risolverà e torneremo ad essere felici. Soprattutto tu"

Aurora non aveva ancora trovato il coraggio di muoversi, era fin troppo incantata. Gli altri guardiani invece non si muovevano neanche, ma per un motivo ben diverso. Nord poteva essere molto inquietante quando voleva, ma immediatamente la sua espressione severa lasciò postò ad un'espressione più cordiale.
"Oh, oh, Jack!  Essere tu! Ma che bella sorpresa!"
"Eh, ciao Nord" - salutò sollevato.
"E tu? - domandò poi indicando Aurora - chi essere tu?"
"Emh... mi chiamo Aurora! - esclamò - voi siete... siete gli altri guardiani?"
"Giusto, lascia che te li presenti, anche se sicuramente li conosci già - disse Jack - lui è Nord, anche più comunemente detto Babbo Natale. Lei è la Fata del Dentino, l'Omino del Sonno e... il coniglietto di Pasqua!"
"Coniglietto?!" - domandò quest'ultimo adirato.
"Wow! - esclamò con gli occhi lucidi - non ci posso credere! Voi... voi esistete veramente! lo sapevo io, l'ho sempre saputo! Oh mamma mia, se solo Helge fosse qui, sarebbe così felice...!"
"Chi è Helge?" - domandò Dentolina.
"Il motivo per cui siamo qui - sospirò Jack - è... il figlio della donna che amo..."
"Donna? - domandò Nord - intendere... donna umana?"
"Sì - sospirò ancora - e se non faccio immediatamente qualcosa, quel bambino morirà. Io gli ho... congelato il cuore..."
Aurora a quel punto si fece avanti, con le mani congiunte.
"Vi prego, dobbiamo trovare una soluzione! - supplicò - Helge è il mio migliore amico, gli voglio bene, dobbiamo fare un pupazzo di neve insieme!"
"Cara, piccola Aurora - rispose Nord -  tuoi sentimenti essere sinceri. Ma solo Atto di Vero amore può sciogliere cuore di ghiaccio"
"E se io volessi sacrificarmi per lui?" - domandò Jack.
"Ma non è giusto! - esclamò la principessa - dovrei sacrificarmi io per lui, tu hai un compito troppo importante!"
"Non ho intenzione di lasciartelo fare, sei solo una bambina!"
"Calma, calma - l'interruppe l'altro - nessuno sacrificherà propria vita. Basterà sacrificare solo una parte... ad esempio... il cuore..."
"Allora prendi il mio cuore!" - lo supplicò lo spirito dell'inverno.
"Il tuo cuore non battere ormai da tanto tempo. Occorre un cuore che batte, un cuore puro... - disse poi indicando con il dito Aurora - il tuo"
La principessa si portò una mano sul punto il cui il cuore doveva trovarsi.
"Il mio?" - sussurrò con gli occhi lucidi.

 






 
N.D.A
Ebbene sì, tutto dipenderà da Aurora, ma in che modo? Come farà a sacrificare il proprio cuore senza sacrificare la propria vita?
Questo lo si vedrà nel prossimo capitolo, sperando che vi piacerà, perché è una cosa molto fluff [?]
Mi ritiro, fatemi sapere cosa ne pensate :D
   
 
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