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Autore: DanieldervUniverse    08/09/2016    4 recensioni
Yuna, l'evocatrice che si ama fin dal primo momento in cui la si incontra. Una ragazza forte e determinata, eppure sensibile e lieve come un fiocco di neve. Una ragazza che vuole salvare il mondo, impegnata in una missione suicida per fermare il demone Sin in nome di tutti gli abitanti di Spira, protetta dai suoi indomabili Guardiani. Ma chi sono questi Guardiani? Sono forse immagini scolpite nella nostra memoria, o sono spiriti erranti giunti per caso o seguendo un sogno? Mutevoli o radicati? Se i Guardiani di Yuna fossero diversi da quelli che conosciamo, sarebbe lo stesso? La storia cambierebbe?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rikku, Yuna
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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A\N: Va bene d'accordo, questo capitolo non dovrebbe essere niente di nuovo. Ma...

DII\N: Stai zitto che tra Exile, Sophie e Devil hai spoilerato mezzo pianeta! Zitto maledizione, zitto!

A\N: Mi devi un giorno di ospedale tu, ricorda.

DII\N: Ma stai zitto, che ti sto pure aggiornando la storia. Ingrato.


-Siete sicura di volerlo fare?- chiese Cid.

-Lo so che ognuno ha la sua da dire, ma vorrei che fosse una decisione ben presa- rispose Yuna, passando il suo sguardo dal genitore adottivo a Kuja, poi Gabranth, e perfino Rikku.

-Se è così, sono lieto che abbiate scelto di farlo adesso- la rassicurò Cid, accarezzandole il capo.

-E così, vorresti “vedere” i tuoi genitori per farti dire se dare un calcio negli stinchi a quel cornuto o no?- chiese Rikku, battendo persino il sarcasmo di Jecht.

-Rikku!- la rimproverarono in coro.

-Lei mi piace- intervenne Garnet, con un sorriso di complicità.

-So che non può sembrare molto sensato per te- riprese Yuna, senza esserne disturbata -Ma è un qualcosa che voglio vedere, prima che anche il mio tempo giunga.

-Uff, e va bene. Voi andate, io resto- si arrese la bionda, con una scrollata di spalle.

-E come facciamo a sapere che tu non proverai a scappare mentre siamo via?- chiese Kuja.

-Facciamo così- rispose Rikku -Voi tornate tutti interi, io resto qui ad aspettarvi.

Yuna fece un mezzo sorriso, abbracciando la cugina, che ricambiò.

-Non mi dispiacerebbe seguirla, Lady Yuna, ma come Evocatrice ho un dovere verso Spira, e il mio viaggio deve riprendere- disse Garnet, con un inchino.

-Ma siamo appena arrivati!- esclamò Gidan, facendosi crollare le braccia.

-Aspettiamo solo Beatrix e poi ripartiamo, prima di sera.

-Capisco. In questo caso fate un buon viaggio- annuì Yuna, prima di registrare un errore nei presenti.

-Scusatemi, ma Sir Jecht dov'è?

-Qui- rispose l'omone, da dietro -Scusate, non riuscivo a smettere. Non mi divertivo così da tanto.

Sotto gli occhi spalancati dei due gruppi, quattro guado arrivarono sorreggendo l'omone e la donna, conciati per le feste.

-È questo che definisci divertimento?- fece Cid, sollevando il sopracciglio.

-Certo ragazzo. Non vorrai mica dirmi che l'unica fonte di svago viene dal sedersi ad un tavolino e giocare con dei pezzi di legno bianchi e neri?

-Almeno non dobbiamo ricucirvi dopo- disse Gidan, guadagnandosi uno scappellotto da Steiner.

-Lady Beatrix, state bene?- chiese il cavaliere, avanzando verso i guado che la portavano.

-Mai stata meglio- replicò con un mezzo sorriso quella.

-Bene allora. Rikku, puoi badare a Jecht mentre siamo via?- chiese Cid, sollevando l'amico e posandolo a terra.

-Agli ordini!- esclamò quella, sorridendo malevola.

-Bene, allora credo che dovremo fare una sosta prima di ripartire. Per quanto comunque breve- esalò Garnet, lanciando un'occhiata di rassegnazione alla donna più anziana.

-Allora non ci resta che separarci- disse Yuna inchinandosi.

-Buona fortuna Lady Yuna- rispose la mora, imitandola.

BONK

-Questa sta diventando vecchia- commentò Jecht.


Il Farplane era un semplice pezzo di terra, un luogo arido e spazzato dall'eterno vento del mondo dei Morti.

Se mettevi un piede in fallo eri perso.

Kuja si grattò il retro della testa, imbarazzato.

Quel momento sarebbe stato traumatico per molti, ma per lui, che non ricordava nemmeno i suoi genitori...

Si sentiva fuori posto, d'impiccio.

Aveva visto Yuna tendersi, mentre le scalinate finivano e il portale si mostrava turbolento ai loro occhi.

Gabranth aveva impastato la lingua, perfino Cid aveva sospirato con più forza.

“I morti non dovrebbero essere disturbati” si ripeteva Kuja.

-Allora- chiese -Come funziona?

-Aspetti- rispose Yuna -E osservi.

-Reks?- fece Gabranth facendoli voltare.

Kuja riconobbe molto in fretta il giovane fanciullo dai capelli neri, Larsa, ma affianco a lui appariva un giovane, quasi adulto, e biondo, che ricordava un Gabranth meno stoico e più sereno, dai tratti gentili.

-Reks!- esclamò l'ex-giudice, con più forza, avanzando verso le due ombre.

-C-cosa? Come? Qua... oh Yevon!- fece il guerriero, crollando in ginocchi, battendo i pugni al suolo -Perché?

-Mi dispiace molto- disse Yuna, andando a posargli una mano sulla spalla.

-Ha lasciato Kilika in pellegrinaggio, non più di due anni fa. Non ho avuto notizie di lui da allora- disse il biondo.

Kuja rimase in silenzio, spostando gli occhi dagli spiriti al compagno, e viceversa, combattuto.

Gabranth aveva perso un fratello, sotto i suoi occhi, e adesso, che credeva di essersi liberato dal fardello della sua morte, si era ritrovato a doverne portare un secondo, ancora più doloroso.

L'altro si rimise, in piedi, passandosi una mano sugli occhi.

-Non eravamo molto legati, ammirava più mio fratello gemello, Basch.

“Un altro fratello?!” venne da pensare a Kuja.

-Anche lui è in pellegrinaggio?- chiese Yuna.

-Sono partiti tutti di comune accordo- annuì il guerriero -Molti non ce la facevano più a sopportare di vivere sull'isola.

-Perché non sei partito con loro?- chiese il mago, andando ad affiancarsi al compagno.

-Avevo i miei doveri. E mia madre stava morendo. Era sempre stata una donna gentile e generosa, e li ha lasciati partire volentieri, senza rimpianti. Larsa era ancora troppo piccolo, così è rimasto al sicuro con me- spiegò Gabranth -Ironia della sorte.

-Non fare così. Sono sicuro che Larsa non rimpiange di aver trovato la morte sull'isola- lo incoraggiò Kuja.

Gabranth sospirò, facendo intendere al mago che voleva privacy.

In silenzio, Yuna e il ragazzo si allontanarono, lasciandolo solo con le sue pene.

Cid era immobile, fissando da lontano un uomo, con una barba ispida e i capelli corti, con lo stesso taglio militare di Gabranth, che indossava la divisa dei miliziani e il lungo mantello che Cid si portava sempre dietro.

Accanto all'immagine se trovava un'altra, un semplice miliziano, più giovane, con i capelli mossi e castani.

-Siete preoccupata, Lady Yuna?- chiese sottovoce Kuja.

-No, non temo la morte- rispose la ragazza, fissando dritto davanti a se.

-Non parlavo di quello- replicò il mago, ma lei si volse verso di lui, sorridendo con serenità.

-Essere nervosi è normali, ma non ho paura di quello che potrebbero dirmi.

-I morti non parlano- replicò Kuja.

In quel momento la nebbia ventosa tremolò, mostrando due figure distinte ma comunque immateriali.

Braska era sempre solenne e sereno, nonostante la morte.

La donna affianco a lui sorrideva silenziosamente, e Kuja riconobbe i tratti umani e gentili di Yuna, con quegli occhi affascinanti e brillanti di meraviglia, che riflettevano l'animo carismatico e affascinante della ragazza.

Inconsciamente Kuja cominciò a sudare freddo, sentendosi sotto pressione.

Quelli erano i genitori di Yuna, dopotutto.

-C-credo che ti lascerò sola a... a riflettere- balbettò il ragazzo indietreggiando.

Si sentiva decisamente a disagio, ora più che mai.

Se solo avesse avuto qualcuno che gli premeva di vedere lì... no, cosa andava a pensare, una cosa del genere era troppo crudele.

Kuja si arrese osservando da lontano i suoi compagni, riflettendo sulle loro emozioni.

Yuna era sicuramente commossa, ma a modo suo: una piacevole sensazione di sollievo e malinconia, con quella sua sensibilità verso tutto ciò che era umano.

Gabranth e Cid invece... Kuja sbirciò i loro volti, riconoscendo un apparente calma nei loro lineamenti, ma riconoscendo il senso di colpa nella luce spenta dei loro occhi.

Il mago si sentì solo per la prima volta, alla deriva in un mare di cui non aveva memoria o mappa.

I sentimenti negativi tendeva a sopprimerli con la poesia o il ricordo dei suoi cari, così preziosi e così importanti, capaci di far sparire anche il peggiore incubo.

-Non ti crucciare- fece una voce vicino a lui.

Kuja si volse, scorgendo il grande Jecht, ripresosi, affianco a lui.

-Sir Jecht, siete di nuovo in sesto- riuscì a sussurrare, trattenendo la sorpresa.

-Ehi, quella ragazzina si porta dietro ogni genere di oggetto- rispose ghignando l'uomo, usando lo stesso tono di voce.

-E l'avete lasciata da sola?- lo interrogò Kuja, sorprendendosi.

-Non andrà da nessuna parte- fece con semplicità il gigante -Coraggio. Se ti senti di troppo, forse è il caso di uscire.

Kuja lanciò un ultimo sguardo a Yuna, indeciso, prima di accettare il consiglio del veterano e andarsene.

I due uscirono dal regno dei morti, e fu quasi come prendere un bel respiro dopo essere rimasto in apnea.

L'atmosfera nel Farplane era veramente opprimente, molto meglio starsene fuori.

Kuja si volse a guardare il volto del guerriero, scorgendo una rapida ombra attraversarlo, facendolo rabbrividire.

Ma prima che potesse chiedere di più, scorse Rikku alla fine della scalinata, che li salutava.

“È ancora qui?” si chiese, non capendo a cosa era dovuta questa improvvisa fedeltà della ragazza.

-Allora, Kuja- disse Jecht, iniziando a scendere le scale -Parliamo un po, ti va?

Il mago sollevò il sopracciglio, seguendolo -C'è... qualcosa che vuole chiedermi, Sir?

-Io?- fece l'uomo, voltandosi verso di lui -Non sei tu quello che fa le domande?

Kuja impastò la bocca, non sapendo cosa chiedere, nonostante i suoi trascorsi.

Si era ripromesso di restare vigile nei confronti di Yuna, ma affrontare la verità da solo... non era così rassicurante come avrebbe creduto.

-Perché ha chiamato Sin su quella spiaggia?- chiese alla fine, mentre i due raggiungevano il piano dove si trovava Rikku.

-Perché ho un conto in sospeso con quel mostro- rispose sinceramente l'uomo, massaggiandosi la spalla, prima di sedersi sul corrimano.

-E lei non ha pensato a tutte le vite che sono state perse a causa sua, quel giorno?- insisté Kuja, confrontandolo da in piedi.

Jecht rimase in silenzio, soppesando la risposta prima di sorridere con una strana nota e grattarsi la nuca.

-Immagino di no- ammise.

Il mago scosse il capo, non credendo alle sue orecchie, prima che Rikku lo interrompesse -Eccoli!

Kuja spostò gli occhi di nuovo verso il portale, notando Yuna e gli altri Guardiani che sopraggiungevano, uno dopo l'altro.

-Continueremo questa discussione un'altra volta. Ma sappi che anche io ci tengo a proteggere Yuna- intervenne l'ex-blitzaballer, mettendogli una mano sulla spalla.

In quel momento un improvviso movimento ai piani alti attirò l'attenzione il gruppo in cima alle scale, facendoli voltare indietro.

-Che sta succedendo?- chiese Rikku.

Kuja risalì in fretta i gradini, levitando, e raggiunse la sua evocatrice: un ombra, un morto, quasi invisibile, cercava di passare attraverso il portale, mentre diverse anime rifuggivano la loro prigionia, liberandosi dal suo corpo.

-Che diavolo succede?- disse Kuja, sbalordito.

-Quella creatura non dovrebbe essere qui. Yuna, la rispedisca nel suo mondo- fece Gabranth, mettendo mano alle spade.

-Aspettate- intervenne Cid, allungando il braccio verso di loro -Io lo conosco.

-Cosa?- chiese Rikku, facendosi largo tra Kuja e Gabranth e mettendosi davanti a Yuna, attivando nuovamente lo scudo.

-Egli è il defunto Maestro Jyscal Guado- spiegò l'uomo, avanzando verso l'ombra -Credo stia cercando di dirci qualcosa.

Cid tentò di afferrare l'ombra del Maestro, senza successo.

Quello sembrò gesticolare qualcosa, che fece voltare l'uomo verso Yuna.

-Credo voglia qualcosa da te- le disse, invitandola a farglisi vicino.

Lei avanzò lentamente, mentre Kuja tratteneva il respiro, mordendosi il labbro.

La ragazza allungò una mano verso lo spirito del guado, che con un ultimo sforzo sembrò ripiegarsi su se stesso, condensandosi in un oggetto, nelle mani della ragazza.

-Che cos'è?- chiese Rikku, avvicinandosi per vedere meglio, imitata dagli altri.

-È una Looksfera- rispose Yuna.

-Beh, vediamo cosa dice- continuò la bionda.

-Non credo- intervenne Cid, allontanandoli tutti con una mano -Ha preteso di darla a Yuna. Non credo riguardi nessun altro di voi.

-Altri segreti?- chiese Kuja, senza pensarci.

-Non angustiamoci, non sappiamo ancora di cosa si tratti- spiegò Yuna -Adesso dobbiamo prepararci per la partenza: Spira non aspetta.

-E nemmeno noi- sorrise Jecht, ghignando.

Mentre gli altri iniziavano la discesa, Kuja si fermò accanto a Yuna e Cid, preoccupato.

-Perché Maestro Jyscal farebbe una cosa del genere? Da morto, poi- chiese, riflettendo ad alta voce.

-Temo di non poter rispondere neanche io a questa domanda- ammise l'uomo, scambiando uno sguardo con il ragazzo, prima di abbassare gli occhi sulla sfera.

-Non pensiamo a questa, adesso- decise Yuna -Saprò di più dopo aver visto cosa Maestro Jyscal voleva comunicarmi.

-E se la sfera avesse a che fare con Seymour?- suggerì Gabranth, senza poter nascondere un certo nervosismo, fermo sulle scale, poco sotto di loro.

-Ehi!- li richiamò Jecht, molto più in basso -Io e la ragazza vi lasciamo indietro se non vi muovete! Coraggio, quegli altri clown hanno già parecchio vantaggio. Non ho intenzione di farmi battere da quella donna!

-Di che sta parlando?- azzardò Yuna, mentre Kuja si passava una mano sulla fronte, di fronte alla manifestazione di delicatezza dell'uomo.

-Ho il sospetto che sia entrato in competizione con i nostri amici di Guadosalam- osservò Cid, iniziando a scendere le scale.

-Avete trovato la vostra risposta?- chiese il mago, tornando a rivolgersi alla ragazza.

Quella sospirò.

-Si.

-E... qual è?- si azzardò Gabranth, mentre Kuja sentiva un peso diffonderglisi nel petto, sul punto di esplodere.

Yuna li guardò entrambi, sollevando un sopracciglio.

-O-ovviamente rispetteremo la vostra scelta, qualunque essa sia- aggiunse l'ex-giudice, inchinandosi per sottolineare le parole.

La ragazza sorrise, per niente scossa, e gli diede un bacio sulla fronte.

Kuja provò la stessa cosa che aveva provato quando, una volta, gli era caduto un macigno addosso.

Panico, paura, dolore, ansia, frenesia.

Ma il suo corpo si era congelato sul posto, incapace persino si muovere le pupille.

Yuna si risollevò lentamente, mentre Gabranth arretrava, incespicando, sempre a capo chino.

Quindi la ragazza alzò lo sguardo sul suo corpo rigido, facendolo sentire come se il peso del cielo si fosse piazzato sulle sue spalle; si avvicinò con calma, lasciando momentaneamente lo scettro a lievitare in aria, prima di abbassarlo al suo livello con le mani e baciarlo allo stesso modo del collega.

Il gelo che l'aveva attanagliato fino a poco prima si sciolse di colpo, facendolo cadere in avanti, ritrovandosi sorretto dalla ragazza.

-Kuja, tutto bene?- chiese Yuna, mentre arretrava sotto il suo peso.

-Si...- replicò lui, sentendosi in paradiso.

-Eh... ragazzi? Aiuto, ho un mago svenuto per le mani.


A\N: Va bene, la gita è finita. Ora si passa oltre.

DII\N: Se inizi a scalpitare ti rovino male.

A\N: Smettila con le minacce di morte. Tanto non ci crede nessuno.

DII\N: Nessuno che non mi conosce.

A\N: Finiscila. Alla prossima. Ciao.

  
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