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Autore: Lissi_77    08/09/2016    5 recensioni
La mia storia è ambientata un anno dopo dall'ultima puntata della quarta stagione. Un nuovo personaggio entrerà a far parte della storia e se volete sapere...beh, leggere è l'unico modo per scoprire cosa succederà tra i personaggi della storia. (Sono nuova, ma accetto qualsiasi consiglio e critica)
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’ARCIERE MISTERIOSO

 

“Oliver…” stesi a terra doloranti c’erano Thea e Diggle, mentre Oliver li guardava serio e incredulo. “Ho capito” alzò le mani fingendo di essere colpevole, quando sapeva che aveva perfettamente ragione. “Non siete allenati…come pretendevate di aiutarmi? Ho bisogno di contare nelle vostre capacità…avete bisogno di allenarvi tutti i giorni per tornare come prima” li rimproverò, mentre beveva dalla sua borraccia.

“Perché sei così duro con loro? Con tutti noi per dirla tutta…andiamo…è passata una settimana, pensavo avresti capito che ci dispiace!” lo guardò Felicity. “Scusami?” Oliver aveva lo sguardo ancora più severo “Qui non c’entra niente quello che stai dicendo…se loro non sono all’altezza…finiranno con il farsi ammazzare e se devono coprirmi le spalle o coprirsi le spalle a vicenda?” prese con ferocia la sua felpa ed entrò in ascensore, lasciandoli soli.

“Non credo abbia tutti i torti” Thea si avvicinò al tavolo dove Felicity controllava i suoi computer “Non siamo allenati come prima e visto con chi abbiamo a che fare, dovremmo seguire i suoi consigli, anche se potrebbe darli più delicatamente” alzò le spalle.

“Dai Thea, torniamo ad allenarci…abbiamo poco tempo per poter raggiungere il livello che vuole Oliver…non perdiamo tempo” la invitò John. Felicity mentre li guardava tornare ad allenarsi, si avviò per raggiungere Oliver, sapeva bene dove si intratteneva quando era arrabbiato.

 

“Come sta andando?” l’arciere che tre mesi prima lo aveva salvato era seduto al suo fianco. Mentre Oliver allenava la squadra, lui pattugliava le strade della città. “Non bene, non sono all’altezza…hanno perso l’allenamento e non so se posso contare su di loro” spiegò, sedendosi e passandosi le mani tra i capelli. “Non credi che forse sei un po’ duro? Lo sai meglio di me che senza fiducia non si va da nessuna parte” lo affiancò sul cornicione.

“Lo sai che dovrei essere io quello più saggio vero?!” scherzò Oliver, guardandolo ridere come lui. “Hey bro…qualcuno dovrà aiutarti no?” gli lasciò una pacca sulla spalla “E per quel che vale…sai che ci sono sempre a proteggerti le spalle…” gli disse, prima di lanciarsi e agganciarsi ad una corda scoccata dalla sua freccia.

“Chi era quello?” la voce di Felicity lo fece sobbalzare, preoccupato che possa aver visto in faccia il suo amico. “Un amico…” rispose semplicemente, tornando a guardare le luci della città. “E da quando? Non sapevo ci fossero altri arcieri in città” era confusa, ma voleva sapere. “Non preoccuparti…è dalla nostra parte, ma forse è meglio tornare disotto…è freddo” le disse, senza dilungarsi.

“Ieri ti ho visto con la tua segretaria al Billy Burger” Felicity non sapeva da dove le era uscito quell’argomento. “Oh…Emma…e con questo?” la guardò serio. “Sembra una persona perbene” commentò lei. “Si…è una bella persona” le disse “e…Edward?” le rimandò la domanda. Felicity si sentì morire. “Sta bene…grazie” rispose con un filo di voce. “Sarà meglio scendere” concluse la conversazione, avviandosi alle scale.

 

 

Il mattino seguente Oliver come sempre si dedicava alla corsa. La sua nuova casa era un loft nel centro della città. Molto accogliente. Corse per più di un’ora, per poi tornare per farsi una doccia e fare colazione.

“Ho preparato la colazione!!” una voce lo chiamò dalla zona cucina. “Arrivo…devo solo finire di fare questo stupido nodo” disse, avviandosi fuori dalla camera. “Lascia…faccio io” una ragazza dai lunghi capelli biondi si avvicinò e in pochi minuti gli sistemò la cravatta e il colletto.

“Sei molto più brava di me in queste cose” le sorrise, lasciandole un bacio sulla fronte, per poi sedersi insieme al bancone.

“Tieni…il tuo caffè” gli passò una tazza, mentre ne versò un’altra per se stessa. “Grazie…adoro i waffel, ma se continui così dovrò aumentare le ore di corsa” scherzò. “Certo…come no…così invece che le sei ti sveglierai alle cinque della mattina e quando dormi?” lo punzecchiò lei. “Faccio le ore piccole…” le fece l’occhiolino.

Emma gli lanciò un canovaccio in faccia. “Sai forse dovresti rallentare…inizi ad avere una certa età” disse, già pronta a dileguarsi dalla stanza. “Piccola lingua lunga!!” le andò dietro fino al garage, dove insieme presero la macchina per andare in municipio.

 

 

“Felicity…come sta andando la giornata?” John ormai capo della sorveglianza della Palmer Technologies, aveva portato da buon amico un caffè alla ragazza. “Lunga e lenta…tutte queste carte mi hanno fuso il cervello” rispose, ringraziandolo del caffè “Ancora non ci credo…questa azienda è ancora mia e quei babbei…se solo mi capita per le mani uno di quelli io…” Felicity strinse i pugni.

“Ti capisco, ma credimi…non ne vale la pena” si sedette su una delle sedie davanti all’amica. “Come va con Oliver?” chiese alla fine. “Potrei farti la stessa domanda” lo guardò lei. “Non va eh?” i loro sguardi erano affranti.

“Ci vorrà parecchio tempo…ne sono sicura…” annuì Thea entrata in quel momento. “Hey…qualche novità?” le chiesero. “Nessuna…tranquilli, io e Oliver siamo ancora nella fase in cui è meglio stare lontani” spiegò, sedendosi anche lei.

“Lo sapete…ieri ho visto un altro arciere sul tetto del covo” li informò l’informatica, facendoli sorprendere e raddrizzare sulla poltrona. “E chi è?” chiese curiosa Thea. “Non lo so…non ho fatto in tempo a vederlo e Oliver si è rifiutato di dirmelo” spiegò, facendo sbalordire ancora di più i due.

“Non sapevo ci fossero altri arcieri in città…forse potremmo capire per conto nostro di chi si tratta…in qualche modo si metteranno in contatto quei due” commentò Diggle. “Lo sai che hai ragione…forse dovremmo controllare il telefono di Oliver” annuì la bionda.

 

 

“Che ci fai qui?” Oliver guardò il suo nuovo partner finire di indossare il costume. “Tu che cosa pensi? Vado a pattugliare le strade…sbaglio o non hai ancora finito l’allenamento con i tuoi amici?” lo guardò, prima di infilare la machera e poi il cappuccio.

“Potrebbe essere pericoloso…non sappiamo quando colpiranno e cosa vogliono” Oliver si preoccupò della sua incolumità. “Non preoccuparti…se ho bisogno ti chiamo…” gli spiegò, mentre inseriva nella sua faretra diverse frecce e ponendone altre all’interno di un borsone.

“Ok…” si arrese. “Un’altra cosa…tieni” li lanciò un orologio. “Cosa devo farci?” gli chiese Oliver. “E’ un trasmettitore…c’è un pulsante, spingilo…è per un segnale SOS che manda anche la posizione GPS…in caso uno dei due sia nei guai” alzò le spalle. “Forte…e per quanto riguarda le telefonate?” gli chiese. “Quelle evita di farle con il tuo telefono…la mia intuizione era corretta…i tuoi amici si sono messi all’opera per sapere chi sono…” sospirò “Prendi…è un telefono sicuro e irrintracciabile…potrai usare questo” gli rispose.

 

 

“Oliver…pensavamo ti fossi dimenticato di noi” Thea e John avevano già iniziato ad allenarsi per conto loro. “Ho avuto un contrattempo” rispose semplicemente, togliendosi la felpa, pronto per l’allenamento.

“Felicity ci ha detto del tuo nuovo amico” Thea voleva sapere e forse tutti lo volevano. “Ma davvero e cosa di preciso? Che indossa un costume blu scuro?” sorrise divertito.

“E argento” precisò la bionda. “Il punto è…perché non ce ne vuoi parlare? Perché non ci dici chi è?” gli chiese la sorella. “Ah…è questo il punto? Beh…per ora vi basta sapere che il giorno in cui avevo bisogno di aiuto…solo lui si è presentato in mio soccorso…gli devo la vita…e questo è quanto” rispose, irritato dal loro comportamento.

“Non puoi dirci almeno come si chiama?” insisté Diggle. “Temo di no…non spetta a me dirvelo, è una questione di fiducia…ho promesso che non avrei rivelato a nessuno” concluse, prendendo i suoi bastoni.

Thea cercò di insistere, ma John la fermò con lo sguardo. Sapevano che non dovevano insistere, visto in che condizioni era il loro rapporto.

Si allenarono per diverso tempo, finché il telefono di Oliver iniziò a suonare incessantemente. Lui guardò il numero e subito divenne serio. “Hey…che succede?” chiese, rimanendo in ascolto “Ho capito…aspettami, arrivo subito…” chiuse la telefonata e il suo sguardo cadde sui sulla squadra.

“La Bratva ha assaltato l’archivio della polizia…vestitevi…vediamo se siete pronti come credete” li fece muovere. Cinque minuti e Oliver era diventato Green Arrow, in sella alla sua moto seguito dal furgone con Thea e John.

Per le strade buie della città, il loro movimento venne notato da molti passanti, che istintivamente si voltarono per guardarli, anche per un breve istante. Qualche isolato e alla moto di Oliver si affiancò una seconda moto.

“Che diavolo?” John guardò meglio, dalla descrizione sembrava essere l’arciere di cui parlava Felicity. “Quindi è lui il misterioso arciere” Thea rimase a guardare i due in motocicletta, sentendo un pizzico di gelosia nel notare quella sincronia apparente.

 

Il furgone si fermò e venne utilizzato come scudo per i ragazzi. Green Arrow e il suo amico, imbracciarono l’arco ed iniziarono a rispondere al fuoco della banda. Neanche una delle loro frecce mancò un bersaglio. Solo Thea e John avevano notato che la loro mira doveva essere affinata. Il sangue inebriò l’aria del suo sapore pungente, le urla di dolore divennero la colonna sonora di quel momento.

Al fuoco si unì anche il capitano Lance e la sua squadra, favorendo la cattura e la vittoria ella giustizia.

In lontananza Oliver stava parlando con il suo misterioso amico, mentre gli altri due parlavano tranquillamente con il Capitano.

“Non sapevo ci fossero altri arcieri in città” commentò Quentin, guardando i due incappucciati. “Forse la sorprenderà, ma non lo sapevamo neanche noi” i loro sguardi si incrociarono “il signore in verde si rifiuta di dircelo” alzarono le spalle. “Capisco, ma adesso c’è anche l’arciere blu…perché non glielo chiedete direttamente?” propose lui.

 

“Ci vediamo in giro…” l’arciere salì a bordo della sua moto. “Si…fa attenzione” si raccomandò Oliver. “Si…anche tu” si sorrisero. “Aspetta…chi sei?” Thea cercò di fermare la moto, ma era ancora troppo lontano.

“Chi sono?” sorrise tra se “Il mio nome è Blue Phoenix” doveva averlo inventato in quel momento “che dici ci sta?” chiese divertito ad Oliver. “È azzeccatissimo…” annuì, conoscendo la sua storia.

“Il tuo nome originale?” chiese Thea ancora. “Cara…” la voce sicuramente modificata “Tu hai chiesto il nome alla persona con il cappuccio…non a quella senza…per saperlo dovrai chiederlo a lei, sempre che tu lo scopra” rise, andando via con il proprio mezzo.

Oliver se la rideva, ma rimase comunque in attesa di qualche commento, che non arrivò mai. Erano rimasti troppo sconvolti dalle parole del suo amico e partner.

 

Oliver rientrò in casa esausto, la giacca appesa all’appendiabiti. La cravatta allentata. Si lasciò cadere sul divano comodo e confortevole, per poi chiudere gli occhi e godersi il silenzio. “Ciao” la voce familiare della ragazza lo risvegliò. “Ciao” le sorrise. “Nottata difficile eh?” gli passò una tazza di cioccolata fumante.

“Ti ho preparato un bagno caldo…sono sicura che il tuo corpo ne sarà grato” gli disse, avvolgendolo da un abbraccio dall’alto. “Sei un angelo…grazie, ne avevo proprio bisogno” le sorrise, prendendo la sua mano e avviandosi verso il piano superiore, grato della sua presenza. I suoi occhi blu lo tranquillizzavano e lo facevano rilassare.

“Buona notte” si salutarono con un bacio sulla guancia, Oliver entrò in bagno ed Emma nella sua camera.

 

 

ECCOMI SONO TORNATA. IL CAPITOLO PUBBLICATO IERI ERA SOLO PER INTRODURRE IL NUOVO ARCIERE E ABBOZZARE UN’IDEA DI COSA HA PORTATO ALLA ROTTURA NELLA SQUADRA. VI RINGRAZIO MOLTO PER LE RECENSIONI E SPERO DI AVERVI INCURIOSITO ANCHE CON QUESTO CAPITOLO. IL PROSSIMO LO PUBBLICHERO’ SABATO O DOMENICA, DPENDE DA COME SONO MESSA. PER IL RESTO GRAZIE PER AVER SEGUITO ANCHE QUESTO CAPITOLO…CI VEDIAMO ALLA PROSSIMA PUBBLICAZIONE. LISSI.

   
 
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