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Autore: DanieldervUniverse    09/09/2016    5 recensioni
Yuna, l'evocatrice che si ama fin dal primo momento in cui la si incontra. Una ragazza forte e determinata, eppure sensibile e lieve come un fiocco di neve. Una ragazza che vuole salvare il mondo, impegnata in una missione suicida per fermare il demone Sin in nome di tutti gli abitanti di Spira, protetta dai suoi indomabili Guardiani. Ma chi sono questi Guardiani? Sono forse immagini scolpite nella nostra memoria, o sono spiriti erranti giunti per caso o seguendo un sogno? Mutevoli o radicati? Se i Guardiani di Yuna fossero diversi da quelli che conosciamo, sarebbe lo stesso? La storia cambierebbe?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rikku, Yuna
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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A\N: Awwww, sento avvicinarsi il momento clou. Cioè, almeno per ora. Poi se ne avranno altri, ma per adesso divertitevi.

DII\N: Apprezzo molto poco quello che stai facendo.

A\N: Il sentimento è reciproco.

DII\N: Preparati a pagare il ticket, l'ospedale ti aspetta.


Rikku balzò letteralmente in braccio a Kuja all'ennesimo fulmine che si abbatteva poco lontano.

-Rilassati per l'amor di Yevon!- esclamò questi, togliendosela di dosso come se fosse un insetto, pulendosi le mani.

-Non posso controllarlo, è più forte di me!- replicò la ragazza, stringendosi le spalle, terrorizzata.

-Non possiamo fermarci ogni volta che senti un fulmine- sentenziò Cid, prossimo all'esasperazione.

L'intero gruppo si fermò attorno alla figura rannicchiata di Rikku, ignorando bellamente la tempesta attorno a loro.

-Fatti coraggio Rikku, forza- la invitò Yuna, inginocchiandosi vicino alla cugina.

-Sei un peso morto. Perché ti ostini a venirci dietro se non ne sei in grado?- fece Kuja, acido, ricevendo un occhiataccia da Yuna e rizzandosi sull'attenti.

Da quando gli aveva dato il bacio sulla fronte, aveva cominciato a comportarsi come un soldatino ubbidiente.

-Avanti Rikku, non possiamo restare qui fuori a terrorizzarci per sempre- la incitò Yuna.

-Ma non posso! Ho paura!- rispose quella, tremante.

-Sir Jecht, le dica qualcosa- chiese Yuna, voltandosi verso l'uomo.

Proprio in quel momento un fulmine cadde su una torre lì vicino, facendo strillare di terrore la bionda, ma l'evocatrice poté vedere chiaramente l'uomo chinarsi in avanti e proteggersi il capo con una mano.

-Sir Jecht...- disse Yuna, sbalordita -... anche lei ha paura dei fulmini?

-Ma cosa dici ragazza!?- rispose lui, prima di chinarsi, teso, quando un altro fulmine si fece udire poco lontano.

-Ci mancava anche questa- commentò Cid, passandosi una mano sugli occhi.

-Senti pivello...!
-Basta!- esclamò Yuna, seguita da un altro lampo, che sottolineò la sua voce -Adesso dobbiamo trovare rifugio da qualche parte, e riprenderci un po. Quindi vediamo di muoverci veloci sulle nostre gambe, che tanto la paura fa novanta. Va bene, Rikku?

La ragazza rimase immobile a fissare la cugina con gli occhi pieni di lacrime, prima che l'ennesimo lampo la facesse balzare ad abbracciarla -Va benebenebenissimo! Svigniamoci!

-Svigniamocela, non svigniamoci- commentò Kuja, finalmente soddisfatto, mentre il gruppo riprendeva il cammino.

-E poi- intervenne Gabranth, che era rimasto in religioso silenzio fino a quel momento -Che male ti fa un fulmine?

In quel preciso istante una lingua di luce centrò in pieno la sacca con l'armatura del biondo, folgorandolo sul posto.

-Ahahahahahahah! Che faccia!- scoppiò a ridere Kuja, imitato da Jecht, mentre l'ex-giudice esalava uno sbuffo di fumo, offeso e ferito.

Ma fatti pochi passi il mago subì lo stesso trattamento, ritrovandosi i capelli ritti per aria.

-Non dite nulla- minacciò, ringhiando.

Yuna e Gabranth gli sorrisero amorevolmente, a monito, e il ragazzo si mise a borbottare sottovoce.

La partenza da Guadosalam era stata tranquilla: i guado li aveva riforniti di provviste, e li avevano anche forniti di Elisir e pozioni per il viaggio.

Così si erano lasciati alle spalle la città, entrando nella Piana dei Lampi, ancora all'oscuro dei problemi di Rikku e Jecht.

Tutto sommato Yuna si era detta soddisfatta della complicità che si era venuta a formare tra la cugina e l'ex-campione, i cui caratteri erano così stranamente simili.

Rikku non ci aveva messo molto ad inserirsi nel gruppo: dopo che l'uomo l'aveva costretta a restare, aveva finito per farci l'abitudine in meno di un giorno, e aveva già deciso che non avrebbe più tentato di ostacolare Yuna nel suo viaggio.

Che fosse solo una mistificazione usata dalla ragazza per ingannarli o di una risposta sincera, l'evocatrice non poteva saperlo, ma era comunque grata che si fosse unita a loro.

Gabranth, Kuja e gli altri erano sicuramente compagni degni, ma per Yuna avere vicino qualcuno come Rikku, con cui aveva convissuto per anni come fosse una sorella, era molto distensivo, la faceva sentire più a suo agio, e soprattutto libera in mezzo a tutti quegli uomini.

Il filo dei suoi pensieri venne interrotto quando un fulmine centrò il deretano di Jecht, che camminava di fronte a lei, facendolo gridare.

-Maledettissime nuvole! Perché non andate a farvi un giro...!

Un secondo fulmine seguì l'esempio del precedente.

-AAAARGH! Te la faccio vedere io, tempesta dei miei stivali! Prova a prendermi se ci riesci!- esclamò l'ex-campione, lanciandosi di gran carriera verso l'ignoto.

-Jecht...- esalò Cid, sbuffando -Vado a riprenderlo, voi trovate la stazione e aspettateci là.

Detto questo l'uomo si lanciò dietro al compagno.

-A me sembra che questa tempesta provi piacere a prenderci in giro- commentò Kuja.

-Oh, andiamo- fece Gabranth, scettico -Non dobbiamo preoccuparci della tempesta. Troviamo quella stazione di servizio e troviamo riparo prima che...

Un fulmine centrò in pieno Yuna, rizzandole i capelli come a Djose.

-Il prossimo di voi che dice qualcosa lo arrostisco con Ifrit, chiaro?- minacciò la ragazza, mentre Rikku la stringeva ancora più forte, troppo distratta dai lampi per ridere.


-Uff, ci voleva- commentò la bionda, rilassandosi nel bagno della stazione, in solitario.

Le dispiaceva che Yuna fosse voluta rimanere in camera, ma dopotutto un pazzo di Yevon le aveva chiesto di sposarla solo quella mattina, e ne era seguita quella strana sfera.

Più ci pensava più la cosa si faceva sospetta.

“Che ci provi a toccarla. Gliela faccio vedere io!” pensò Rikku agitando minacciosa il pugno per aria.

-Cosa stai facendo?- chiese Kuja, affacciandosi dall'entrata.

La bionda balzò a sedere, fissando l'angioletto truccato con occhi inviperiti.

-Che c'è, invidioso della mia grazia?- lo sfidò la ragazza, muovendo seducentemente i fianchi, coperti prontamente da un panno.

-Io?- rispose l'impomatato, scimmiottandola con quella sua posa da ballerina improvvisata, e pure male -Ah, non hai neanche un tocco di grazia nella tua immagine.

-Mhhh- fece, mostrandogli la lingua -Se quella è grazia io sono un chocobo.

-Se ti spuntassero le piume saresti perfetta- rispose lui, ghignando.

-Disse quello che le porta in testa- replicò, ghignando a sua volta.

-Ah-ah, almeno io ho stile- replicò, immergendosi a pochi passi da lei, coprendosi con un panno a sua volta.

-Come mai entri non invitato?- fece Rikku, sarcastica.

-È un bagno misto. Anche se ne farei volentieri a meno, non vedo ragione per aspettare che tu te ne vada- replicò lui, chiudendo gli occhi e rilassandosi.

Ad essere sincera fino in fondo, lo trovava quantomeno gradevole, ed era divertente.

-Oh, speravi di trovarci mia cugina?- fece, maliziosa.

-C-COSA!?- esclamò lui, rizzandosi e arrossendo peggio del suo sederino quando la mamma la prendeva a sculaccioni.

-Beccato- ghignò, cercando di non scoppiare a ridere alla sua espressione -Devo aspettarmi che arrivi anche il soldatino di piombo?

-Quello è rimasto di sopra, non so perché- rispose Kuja, e a lei non sfuggì il suo lampo di godimento a sentir chiamare Gabranth “Soldatino di Piombo”.

-Bene allora- si arrese, rilassandosi e tornando a godere del tepore dell'acqua -Sembra che saremo solo tu e io.

Rimasero in silenzio per svariati secondi, ascoltando il fruscio dell'acqua quando si muovevano, o magari qualche parola attutita al di là del muro.

-Rikku- disse Kuja ad un certo punto, facendola voltare.

-Si?

-Vorrei chiederti perché hai cambiato idea sul viaggio di Yuna.

Rimase in silenzio soppesando le parole.

Era fermamente convinta che il viaggio di Yuna fosse pura follia, oltre che sbagliato, ma effettivamente, senza saperlo, crescendo assieme, era arrivata ad accettarla come realtà.

Anche se aveva tentato più volte di distogliere la cugina dai suoi intenti, sapeva che non vi sarebbe mai riuscita.

-Yuna- rispose sinceramente.

Kuja spiegò le sopracciglia, sorpreso.

-Fa quell'effetto, no?- riprese Rikku -Di star facendo a cosa giusta, di sapere sempre cosa fare, di... sai com'è?

Kuja fece una strana smorfia, alzando gli occhi al soffitto, riflettendo.

-Capisco- ammise -A quanto pare.

Si prese una pausa, prima di tornare a guardarla e continuare -Non mi sarei aspettato di trovare un Albhed ad aiutarmi in questo viaggio, ma ammetto che per quanto strano, mi fa sentire sollevato. Sai, io e mio fratello siamo stati cresciuti in una comunità Albhed.

-Davvero!?- esclamò lei -E allora cos'era tutto quell'odio per gli Albhed?

Balzò piedi nel dirlo, e dovette fermare l'asciugamano prima che le scivolasse giù.

-Non era odio per gli Albhed, era odio rivolto verso coloro che attentavano al viaggio di Yuna. Non sono come quei pazzi del clero o Gabranth, io rispetto la mia gente.

Un gridò di terrore, seguito da un ruggito assetato di sangue li distrasse dalla conversazione.

Rikku balzò fuori dalla vasca e si lanciò verso la porta, ignorando il fatto di essere nuda, preceduta di poco dal mago, la cui coda svolazzante era in piena vista per la fretta.

Quando raggiunsero la sala principale si arrestarono sconvolti alla vista dei mostri che avevano invaso l'ambiente, terrorizzando gli inservienti e sbranandoli.

Un paio di mostri lì puntarono, ma Kuja si mise in mezzo, abbattendoli con un Sancta, mentre lei si gettava alla ricerca dei suoi vestiti, dove teneva tutte le sue armi, temendo il peggio.


Yuna rimirò la Looksfera con occhi tristi.

Quello che aveva visto non era per niente buono.

Aveva ricontrollato il messaggio due volte, ma non c'era modo di reinterpretarlo.

Sospirò alzandosi.

Era turbata, non tanto da quello che mostrava la Looksfera, ma sulla sua stessa moralità.

Chiuse gli occhi, sedando il suo dissidio interiore.

Sapeva che decisione doveva prendere, e sapeva anche come fare.

Non c'erano alternative.

Un improvviso ruggito scosse la stanza, facendola rizzare in piedi, prima che la parete della sua stanza, quella che dava sull'esterno, venisse sfondata da un Garuda impazzito.

La ragazza richiamò immediatamente lo scettro, evocando Ifrit e lanciandolo contro il mostro, abbattendolo.

Mentre il Garuda si ritirava, altre bestie entrarono, dai corpi serpentini e la testa coperta di aculei, che le scagliarono contro.

Yuna evocò lo scudo magico appena possibile, ma nella frenesia del combattimento uno degli aculei la colpì, trasmettendole un dolore pungente alla spalla.

La ragazza si ritrovò bloccata contro il muro, mentre le creature picchiavano contro la barriera, impotenti.

Ma in quelle condizioni non se la sarebbe cavata da sola, aveva bisogno dell'aiuto dei suoi Guardiani.

D'improvviso si sentì indebolita, la mente annebbiata.

Realizzò con errore che l'aculeo era avvelenato, ma ormai la sua energia magica andava svanendo, permettendo alle creature di assalirla con le loro bocche irte di zanne.

Crollò a terra, mentre la afferravano senza pietà, strattonandola con ferocia e straziando il suo corpo, ma ormai non era più in grado di sentire il dolore.

Guardava impotente e sempre più distante quello che le accadeva intorno.

Poco prima di svenire, scorse delle luci argentee abbattersi sui mostri, mentre una forma scura e confusa calava su di lei.


I mostri li avevano circondati, e non sembravano neanche ritirarsi di fronte ai suoi distruttivi Sancta.

Aveva una ferita al braccio, causata da un morso, e per altro doveva difendere gli inservienti e Rikku.

-Copriti gli occhi!- gridò in quel momento la ragazza, e lui eseguì inconsciamente.

Ci fu un botto, e poi i nemici cominciarono a guaire feriti e storditi.

Il mago riaprì gli occhi e vide le anime esitare, contorcendosi, come accecate.

-Approfittane adesso! Vai a cercare Yuna!- gli gridò Rikku.

Kuja si volse verso di lei, scorgendola fedelmente al suo fianco, con in mano il congegno con cui aveva salvato Yuna quella mattina.

Esitò ancora un istante, quando Jecht e Cid irruppero nella stazione con la stessa furia della tempesta, falciando i mostri come una valanga.

Si gettò verso le scale, al massimo della sua velocità, salendo al piano superiore in un lampo.

Vide subito Gabranth coinvolto in un mortale duello con diversi mostri, che l'avevano circondato e lo incalzavano senza pietà, impedendogli di difendersi come sapeva fare.

Un bestia gli balzò sulla spalla, artigliandolo, ma Kuja fu lesto ad eliminarlo con una sfera magica.

Il guerriero reagì immediatamente, falciando due nemici che lo stavano assalendo da davanti con un fendente, prima di indietreggiare prontamente, permettendo al mago di finire quelli di fronte con un Sancta.

-Ora vai! A questi ci penso io!- gridò il guerriero, voltandosi a fronteggiare altre bestie che giungevano dalle scale.

Kuja sfrecciò attraverso lo stabile, raggiungendo la porta della sua signora e spalancandola con un incantesimo, facendola saltare dai cardini.

La stanza era interamente distrutta, i mobili fatti a pezzi da colpi precisi e letali, come un lama, mentre altre parti erano a brandelli, a causa di morsi.

Il vento entrava violento dall'enorme squarcio nella parete opposta, fuori dal quale si vedevano i mostri sciamare tutt'attorno alla stazione.

-YUNAAAAAAAHHHHHHH!!!!!!


A\N: E adesso non sappiamo dov'è. Yuna? Yuna?

DII\N: Spiritoso. Muoviti avanti, dobbiamo concludere.

A\N: Alla prossima. Ciao.

  
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