Inspirai. Sentì un pungente freddo nella pelle e il profumo del mare, mischiato al sapore del fumo in gola. Ero sola sulla banchina del porto e stavo fumando una sigaretta, sarà stata la quarta quel giorno. Il sole era nascosto dalle nuvole, e la visuale dell'immensa distesa del mar Tirreno davanti a me mi tranquillizzava. Avevo saltato la colazione e il pranzo, come sempre del solito, e subito dopo scuola ero scappata lì, nel mio posto felice. Sono sempre stata una ragazza felice e spensierata, prima di entrare al liceo. Ho scoperto il peso, la bilancia e la dieta e la mia vita è cambiata. Ho iniziato ad odiare me stessa più di quanto potessi immaginare, e ho iniziato a perdere chili su chili. Non che fossi obesa, eh. Ma i miei muscoli da pallavolista mi davano fastidio e non li sopportavo. Sono sottopeso ma non me ne importa, se voglio continuare ad essere abbastanza popolare non devo mangiare. Quindi, dicevo.. Il brusìo dei miei pensieri venne interrotto da una voce alle mie spalle che mi chiedeva: "Scusa, hai da accendere?" Era una voce molto vellutata, e piacevole. Mi girai di scatto e mi ritrovai davanti Valentina Rossi, una delle ragazze più popolari della mia scuola, con i capelli spettinati dal vento e le labbra colorate di rosso. "Sì, certo, tieni" Risposi, cercando di controllarmi dall'entusiasmo, porgendole l'accendino. Valentina era la meta più ambita dalla metà dei maschi della scuola, e forse anche da qualche femmina.. Me compresa. Cioè, sono completamente etero, ma da quando incrociai il suo sguardo, due anni fa, ne rimasi stregata e decisi che se avessi dovuto diventare lesbica, sarebbe stato per lei. Come darmi torto? Alta e magra, lunghi capelli biondi, sorriso stupendo e occhi grigio fumo. Lei prese l'accendino e notai che aveva le unghie impeccabili di uno smalto nero. Era vestita con dei jeans attillati e un cappotto molto elegante, e una sciarpona a coprirle il delicato collo. "Ti dispiace se mi siedo qui? Le altre panchine sono tutte bagnate." "No, figurati, ecco" spostai quindi lo zaino per farla sedere vicino a me, e mi risporse l'accendino. Inspirò e buttò fuori il fumo, mentre io me ne accesi un'altra. Poi lei tirò fuori il telefono e le cuffie, e mi chiese se volessi ascoltare. Ovviamente risposi di sì, ero sempre più incuriosita da lei. La riproduzione casuale portò a "L'importante" di Boomdabash, e mai canzone fu più azzeccata, almeno per me. "Comunque sono Valentina" mi porse la mano. *certo, come se non lo sapessi chi sei* "Alice" "Che bel nome. Adoro Alice nel Paese Delle Meraviglie, è una delle mie storie preferite" "Anche per me.. Anche se quella Alice lì è un po' stupida, a mangiare funghi a caso o farsi prendere per il culo da tutto il Paese" Rise. E la sua risata mi affascinò tantissimo. Era semplicemente meravigliosa. "Già, è vero." Parlammo un po' tra una sigaretta e l'altra, e persi la concezione del tempo. Poi lei guardò l'ora e disse che doveva andare, così mi salutò: "Allora ci vediamo, Alice nel Paese delle Meraviglie." "Sì.. Ciaoo" Ero incantata, e mi scossi altrimenti avrei perso l'autobus. Nelle ore seguenti non vidi l'ora di andare a scuola il giorno dopo per rivederla.