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Autore: Vanessa1995    13/09/2016    1 recensioni
In questa storia Rhaegar è sopravvissuto alla battaglia con Robert, il quale invece ha perso la vita nello scontro. Anche Lyanna era sopravvissuta e aveva sposato Rhaegar.
Molti anni dopo l'inizio del suo regno, Rhaegar si trovava ad affrontare una terribile crisi finanziaria ed era costretto a cercare una moglie per Aegon che potesse aiutare la corona e dargli i soldi di cui necessitava. La scelta cadde su Anna, la figlia di Jaime Lannister e di Myranda Belmur. La ragazza non era per nulla contenta del matrimonio, ma decise di accettare il fidanzamento. Tuttavia la storia sembrava destinata a ripetersi quando il principe Jon si innamorò della futura moglie del fratellastro.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Lyanna Stark, Nuovo personaggio, Rhaegar Targaryen
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Jon non aveva riflettuto su quale reazione il suo gesto avrebbe potuto provocare. Non era sua intenzione incoronare Anna, anzi aveva pensato di incoronare Visenya se avesse vinto. Però quando dopo il secondo giro i suoi occhi si erano incrociati con quelli di Anna era rimasto fulminato. Insomma, era una tentazione quella ragazza, più delle prostitute del bordello mezze nude. I suoi occhi brillavano alla luce del sole e delle candele. In certi momenti sembravano più chiari o più scuri, in base a come il sole li colpiva. Quelli di Myrcella erano uguali, ma non avevano tale caratteristica. Solo quelli di suo padre e, in base a quanto potesse ricordare, di lord Tywin.

Anna era la preferita di tutti i Lannister, eccetto forse del padre. Secondo Tywin aveva qualcosa di Joanna, la sua povera moglie. Invece Jon, forse perché non aveva conosciuto la donna, in lei vedeva solo Cersei. Myranda era una donna tranquilla, solitaria proprio come la figlia. Il carattere e il colore della pelle sembrava essere l'unica cosa che avesse preso dalla madre. Jaime era incontrollabile e succube della moglie e della gemella. Era Myranda che comandava a Castel Granito, sebbene il più delle volte doveva rispondere alla cognata. A sceglierla come legittima consorte dello Sterminatore era stato proprio lui. Era partito per Dorne solo per godersi un po' di libertà dopo essere stato congedato dalla Guardia Reale ed era tornato con lei.

Non erano ancora sposati, solo fidanzati e nemmeno si poteva dire di fatto. Cersei si era infuriata e aveva spaccato ogni cosa che le capitava a tiro. Aveva costretto la futura cognata a farsi visitare da un maestre che doveva autenticare la sua verginità, la quale con suo profondo rammarico risultò intatta. Dopodiché le provò tutte per far annullare la cerimonia. Arrivò al punto di distruggere l'abito di nozze e di minacciare la sposa, però Myranda aveva pur sempre il sangue ardente di Dorme e non si lasciò spaventare. Myranda era una donna caparbia e testarda, oltre a possedere un pizzico di orgoglio. I dorniani erano persone combattive, difficili da spaventare.

Gli piaceva lady Lannister, era una donna intelligente e tranquilla, che possedeva una grande calma. Di certo non poteva immaginare cosa si nascondesse dietro a quella coppia apparentemente così unita e amorevole. Myra, come dolcemente l'aveva soprannominata il marito, dopo il torneo si era recata in camera, seguita da Jaime. Arrivata si sedette davanti alla toeletta e si sciolse i lunghi capelli scuri, prima abilmente legati dietro alla testa, con due ciocche che le ricadevano ai lati del viso. Suo marito appariva nervoso, al contrario di lei, e dopo aver chiuso la porta della camera si era messo a camminare avanti e indietro nella stanza dinanzi al letto.

Finito di liberare i capelli dai vari ornamenti che li tenevano legati sul capo, si voltò verso il marito.

« Smettila di fare così caro o finirai per creare un buco nel pavimento. Non credo che il re sarà molto contento. » disse calma. Jaime smise e la guardò con aria sorpresa e un po' infastidita. Allargò le braccia.

« Come puoi restare così calma dopo quanto accaduto? Si preannuncia una tragedia! » esclamò. La donna si voltò.

« Jaime, non vedo perché. Ha solo incoronato la dama più bella. » rispose calmissima. Lui scosse la testa e abbassò le braccia.

« Magari fosse solo quello, sai che è scoppiato un macello dopo il torneo. La gente sta già spettegolando. » spiegò riferendosi alla voce secondo la quale Anna e Jon fossero amanti.

« Solo perché l'ha incoronata non vuol dire per forza qualcosa, considerando poi che nostra figlia non gli ha quasi mai rivolto la parola. » osservò e in effetti era vero. « Rilassati Jaime, perché non ti siedi? » propose sorridendo. Il marito seguì il suo consiglio e si sedette sul letto. La donna si girò verso lo specchio e iniziò a pettinarsi i lunghi capelli. « Meno male che Anna assomiglia a te e Cersei, se no avrei potuto pensare che non fosse tua figlia. » disse tranquillamente. Il leone la ignorò e si chinò verso i piedi per slegare i lacci degli stivali. « Del resto Oberyn ha un sacco di figlie bastarde. » aggiunse posando la spazzola sul tavolino e si drizzò in piedi.

« Se non la finisci con questa storia finirò per crederci e appena rivedo tuo cugino gli tiro un pugno. » minacciò coricandosi sul letto. La donna scoppiò a ridere e si stese accanto a lui.

« Io non sono gelosa di Cersei, sai perché? » chiese. Il marito la fissò confuso e lei gli mise una mano su una guancia, accarezzandola dolcemente. « Perché sei sposato con me e non con lei. Senza contare che anche se io dovessi morire e pure suo marito non potrà mai averti. » continuò.

« Peccato che tu, invece, potresti sposare Oberyn. » la bruna scosse la testa.

« Dimentichi Ellaria, l'ama troppo per lasciarla e alla fin fine sarebbe lei sua moglie. » notò. Su questo non aveva tutti i torti e lei lo baciò dolcemente, sfiorando le sue labbra con le proprie.

« Davvero temevi che Anna fosse la figlia di Oberyn? » domandò. L'altra si mise seduta sul letto e alzò e abbassò le spalle.

« Sì, l'abbiamo concepita durante la nostra permanenza a Dorne. » gli ricordò.

« Perché devi torturarmi? » chiese con un'espressione da cucciolo bastonato. Sua moglie socchiuse gli occhi e la sua espressione cambiò in una corrucciata.

« Perché tu hai tre bastardi con tua sorella, semplice. » strillò furiosa.

« Ricordami di far assaggiare tutti i cibi. » Myra scoppiò a ridere. Quella sera Jon aveva trovato il coraggio di farsi vedere in pubblico e quando entrò nella sala del trono, dove si tenevano la maggior parte delle feste e dei banchetti, calò il silenzio. Tutti si voltarono verso di lui. Dopo un po' vide Anna in piedi accanto a una colonna con indosso un vestito di colore acquamarina e accanto a lei Aegon. Suo fratello si teneva in piedi con l'aiuto di un bastone e lo guardò come per dire: "lei è la mia futura sposa, non la tua". Al collo la fanciulla portava una catenina d'oro con un ciondolo, sempre dorato, a forma di leone con due rubini al posto degli occhi. La sua pelle olivastra pareva morbida e liscia come la seta.

Il ciondolo ricadeva lungo le curve dei seni che quella sera erano ancora più invitanti, alti e stretti nel corpetto. Non guardava verso di lui. Dopo qualche secondo la vide sorridere e allargò le braccia diretta, probabilmente, verso qualcuno. Si aspettava di vedere la testa bionda di qualche Lannister, invece si trattò di una bruna e riccia. Oberyn Martell provava per Anna un grande affetto. Odiava i Lannister ed era stato fortemente contrario quando sua cugina Myranda aveva deciso di sposarne uno. Ma poi le cose erano cambiate con la nascita di James, Anna e Jo, come lui la chiamava. James era il viziato, Anna la coccolona, Joanna la scapestrata. Quando Tywin era morto anche Anna aveva rischiato, però appena lo aveva visto stare male aveva subito smesso di bere e quello, oltre al fatto che odiava il vino, doveva averla salvata.

Nel suo corpo c'era poco veleno e quindi si era salvata grazie al master. Se avesse bevuto di più probabilmente sarebbe morta, in quanto l'antidoto funzionava solo se il veleno nel corpo, come in quel caso, non era molto. Il vino che avevano bevuto era forniamo, quindi la gente puntò subito il dito contro i Martell, sopratutto Oberyn, che avevano un buon movente. Di certo non desideravano toccare la ragazza a cui Oberyn era pure affezionato. In seguito Cersei accusò il Martell di avere dato il vino avvelenato alla nipote dicendole di dare da bere al nonno. Anna aveva negato con decisione l'accusa. Restava il fatto che poco prima del accaduto l'uomo era venuto da loro in visita e avrebbe potuto benissimo dare la bottiglia alla cugina, che ignara servì il vino a Tywin.

Lo accusò persino di averla plagiata. Visto il suo grande talento con le donne era plausibile, poi lei all'epoca era una ragazzina di tredici anni. I suoi pensieri vennero interrotti da una voce femminile.

« Jon. » si voltò per vedere sua cugina Arya. La ragazzina gli sorrise e lo abbracciò forte.

« Arya, come stai? » chiese. La bruna sorrise.

« Bene, Jon. Tutto apposto, mi sembri teso. » notò. Lui la prese a braccetto e si allontanarono insieme.

« A te non si può proprio nascondere nulla cuginetta. » commentò sorridendo. Era di certo la persona che lo conosceva meglio, forse addirittura più di sua madre o sua sorella Visenya. Più tardi Anna passeggiava nel giardino del castello in compagnia di Oberyn.

« Non provate proprio nessun senso di colpa? » chiese bloccandosi di colpo. La ragazza scosse la testa.

« No, andava fatto, se non allora poi. » rispose. « Bisognava vendicare Elia e Rhaenys, abbiamo fatto quello che Rhaegar non ha voluto fare vent'anni fa. Mio nonno meritava di morire e lo sappiamo bene entrambi. Ho bevuto un sorso di vino per distogliere tutti i sospetti da me, abbastanza da non morire e far credere che non sapessi nulla.» raccontò senza rimpianti. Ricominciarono a camminare e si diressero verso il castello da cui proveniva la musica. Quando arrivò accadde una cosa inaspettata, anche se in fondo abbastanza imprevedibile. Un giovane menestrello, forse un po' ubriaco, iniziò a intonare la canzone su Naerys e Aemon. Lei era la moglie di Aegon IV Targaryen e, secondo i pettegolezzi dell'epoca, aveva tradito il fratello-marito con un membro della Guardia Reale, ovvero Aemon, il quale era pure lui un loro fratello.

Quanto accaduto poche ore prima al torneo doveva aver ricordato al menestrello di quella faccenda e aveva deciso di intonare proprio quella canzone. Rhaegar si avvicinò all'uomo e gli ordinò di smettere, gli diede qualche moneta e lo mando via. Non era stato scortese, ma si leggeva rabbia nei suoi occhi. Lanciò un'occhiata ad Anna e poi si rivolse ai presenti che erano rimasti tutti impietriti. Un grande silenzio era caduto sulla sala e c'era anche una tensione talmente densa che si poteva tagliare con un coltello. La poveretta voleva scappare da quella sala piena di vipere velenose. Decise di prendere dell'acqua da bere e si diresse verso uno dei servi del palazzo. Gli chiese di portarle un calice d'acqua e l'altro annuì allontanandosi subito dopo.

« Cosa avete fatto, Anna? » sentì una morsa allo stomaco e si voltò verso la persona che aveva appena parlato. Un sorriso finto le apparve sul viso quando vide la faccia alterata di sua zia.

« Buonasera zia, come state? » chiese cercando di portare il discorso altrove, sebbene non capiva esattamente di cosa volesse parlarle. La bionda teneva le braccia incrociate ad altezza del petto.

« Vorrei tanto sapere Anna come vi è saltato in mente di portare quella bastarda a palazzo! » strillò. Capì che si riferiva a Emily.

« La bastarda, come la chiamate voi, ha un nome: Emily. » precisò non sopportando il suo tono di voce quando parlava di quella povera creatura.

« Non avreste dovuto portarla a palazzo. Come avete potuto fare una cosa del genere? Eventuali bastardi del vostro futuro sposo... Li devi tenere alla larga Anna, se no possono rivoltarsi contro di voi un giorno. » suppose esasperata, abbassando con forza le braccia.

« Se li tratti bene, come dei figli, magari no. » rispose decisa. « Non potevo lasciare che crescesse in quel posto terribile, con il rischio che un giorno intraprendesse la carriera della madre. » aggiunse.

« Questo non è un vostro problema, ma voi tendete ad agire guidata dal cuore, invece che dalla mente. » esclamò.

« Almeno io un cuore ce l'ho, al contrario di voi. » disse, per poi allontanarsi arrabbiata. Si diresse verso la sua camera e quando ci arrivò aprì la porta. Si bloccò alla vista i Varys. Aveva sentito molto parlare di lui e dei suoi uccellini. L'uomo stempiato la fissava attentamente.

« Lady Anna, vorrei parlarvi a proposito si vostro nonno. » disse. Entrò e chiuse la porta.

« Di mio nonno? » domandò perplessa.

« So che siete stata voi a ucciderlo, insieme a Oberyn, ma io non mi accontento di un "andava fatto". Voglio una vera spiegazione. » la bionda tirò un sospiro e sorrise.

« Perché mio nonno era diventato strano, stava impazzendo. Era convinto che fossi mia nonna Joanna. » affermò.

« Capisco, quindi per evitare il seguito avete deciso di eliminarlo, decisa pure a vendicare Elia e Rhaenys che in fondo erano vostre cugine. » osservò. Lei annuì piano.

« Ora cosa farete? Mi denuncerete? Sapete cosa succederà in quel caso? Io me la caverò, nessuno crederà mai a questa accusa, tanto meno la mia famiglia. » esclamò.

« Oh, lo so bene Anna, lo so bene. Infatti non intendo denunciarvi, avete solamente anticipato quello che un giorno comunque sarebbe accaduto. » notò. « Prima o poi Tywin sarebbe morto lo stesso ed era già fortunato che non fosse già accaduto. » aggiunse. « Buona notte, lady Anna. » detto questo uscì fiori dalla stanza lasciandola da sola.

   
 
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