Zelda
era a terra, vicino a una pozza di sangue.
Non era
il suo.
Avevo
frainteso.
Avevo
maledettamente frainteso.
Non
l’aveva sfiorata nemmeno con un dito.
L’ho
ucciso per niente.
Avrei
potuto fare qualcos’altro.
-Non è
vero, Link.- mi rincuora Impa. –Hai fatto la cosa
giusta. O lei morta, se tu non avessi agito; o entrambi morti, se tu avessi
agito troppo tardi; o solo lui morto, come è successo.
Ed è stata l’opzione migliore, credimi.-
-Sono
crudele quanto loro. Non avrei dovuto uccidere nessuno.- sussurro.
-Link- fa
Zelda –E’ stato necessario.-
-Già,
ma non lo sarebbe stato se tu non ti fossi stiracchiata a caso senza nemmeno
controllare chi o cosa c’era! Sapevi benissimo che stavamo facendo da esca!-
-Io?! Ti ricordo che è stata una tua idea!-
-Questo
non-
-ZITTI!-
ci ferma Impa. –Anziché litigare, lasciate perdere e
rilassatevi. Avete avuto una brutta nottata.-
Sospiro,
mentre una guardia corre verso di noi.
-Principessa!
Abbiamo controllato i cadaveri! Alcuni abitanti del borgo hanno riconosciuto le
divise che avevano, sembra che siano tipiche di una specie di club formatosi
recentemente ai confini del Regno, praticamente sul
Lago Hylia!-
-E’ una
buona notizia, Impa?- chiede Zelda.
-Decisamente.-
risponde lei.
-C’è…
un altro particolare.- fa la guardia.
Zelda
annuisce.
-Sembra
che il club sia formato da una sola persona. Tutte le altre… sono anime che vengono messe all’interno di un corpo, e sono controllate da
questo capo. In sostanza, se eliminiamo il capo, non ci sarà più nessun club.-
-Sapete
chi è il capo?- Impa.
La
guardia scuote la testa.
-Nessuno
l’ha mai visto in faccia. Voci dicono sia il Re delle Gerudo.-
-Lo
devo incontrare.- dico fermamente. –Lo voglio fare a
fette.-
Sì, non
sono coerente… ma diamine, non mi interessa.
Entro
mezza giornata arriviamo al Lago.
E’
calata la notte, quando troviamo finalmente l’entrata del club.
Rompo
la porta di legno con qualche calcio, per poi urlare:
-Re
delle Gerudo! Vieni fuori, la tua ora è arrivata!-
Sento
una voce molto profonda che mi risponde.
-Vi aspettavo, sai?-
Non è
un uomo alto e muscoloso quello che mi si presenta davanti, ma più basso… e
piuttosto in carne.
Troppo,
direi.
E il
solito, maledettissimo cappuccio in testa.
-Questa
voce la conosco…- sussurra Impa, l’unica ad essere
venuta con me.
-Peccato
che io non sia chi tu credi.- continua quello.
-Beh,
allora…- faccio io –Dov’è il tuo capo?-
-Oh,
no. Hai frainteso. Io sono il capo. Non sono il Re delle Gerudo.-
-E chi
sei?-
-Sempre
un Re… ma il tuo.-
Resto
zitto.
Re
Daphnes?!
No, non
ci crederei manco morto.
-Già.
Esatto. Re Daphnes. Coraggio, ora che lo sai, mi ucciderai comunque?-
Si
toglie il cappuccio dalla testa.
Non ho
dubbi.
E’… il
padre di Zelda.
-Perché?-
chiede Impa. –Vi sono sempre stata fedele, mio Re…-
-Sono
stufo di tutto. Nessuno mi considera, nessuno mi ha mai considerato.
Uccidendovi tutti, avrei ottenuto il potere assoluto della Triforza e sarei
diventato il Dittatore più potente di tutti i tempi.-
-Anche
Voi avevate una parte della Triforza?!-
-No.
L’ho rubata al vero Re delle Gerudo, che ho già eliminato da un po’ di tempo.
Quel Ganondorf… così debole.-
-Finiamola
qui.- dico.
-Quando
vuoi.-
-Link.-
fa Impa. –So che sei tu il Prescelto e tutto quanto… ma voglio occuparmi io di
lui, se permetti.-
-Impa,
ma…-
-Ti
prego. E’ mio dovere, ok? Mi sento ferita nel profondo della mia anima.-
-Stupida.-
fa il Re.
Stupido
tu, brutto… coso! Non ti meriti di avere una figlia come Zelda…
E-ehi…
Era un
complimento indiretto, quello?
I-intendevo
dire che sei stupido proprio come tua figlia!
-Non
voglio stare qui a guardare, Impa!-
-E va
bene. Cerca di non morire.-
Sorrido,
e insieme partiamo alla carica.