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Autore: kiliaduicaps    14/09/2016    0 recensioni
(...) vorrebbe chiedergli se ricorda di tutte le volte che ha desiderato per lui una fine migliore per un Angelo del signore. Se ha mai trovato l’album pieno zeppo di suoi ritratti. Raccolta Destiel!Stucky senza né come né perché.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Dipingimi distorto come un angelo anormale, che cade 
Fandom: Captain America 
Personaggi/Pairing: Bucky Barnes, Steve Rogers, Tony Stark; Bucky/Tony, Steve/Bucky
Genere: Nonsense. ...è un genere?
Avvertimenti: dopo svariate sudate per convincermene... Dean!Steve, Cas!Bucky (e Sam!Sam \o/ Solo io trovo divertentissima la cosa?), Crowley!Tony
Parte: 6/10
Rating: Verde
Conteggio Parole: 299
Riassunto:  (...) vorrebbe chiedergli se ricorda di tutte le volte che ha desiderato per lui una fine migliore per un Angelo del signore. Se ha mai trovato l’album pieno zeppo di suoi ritratti. Raccolta Destiel!Stucky senza né come né perché.
Note: È un fottio che non scrivo del (meta) nonsense, però per questa raccolta almeno una volevo scriverla e quindi ecco qua. Sì, Iron è Tony. Sì, è Crowley. Perché? Perché sì.
Lascio a voi eventuali interpretazioni, e se non ci capite nulla tranquille: è una nonsense. :D
Il titolo viene da Roads.


Dipingimi distorto come un angelo anormale, che cade


6 – regardless of what they say




Non è solo. Bucky non è mai solo.

È illusione, delirio, speranza e fede e salvezza - e gli uomini non possono vederlo, perciò si nasconde nella notte, assieme a chi la abita davvero, a quelli con cui le menti più deboli lo confondono, succubi del sublime evocato in loro alla sua vista. Anche lì, fra quattro pareti senza finestre, sente addosso i loro occhi, studiosi e affamati ma prudenti, consapevoli di non appartenere alla luce, reietti, aborti, di quella debolezza inalterabile sinonimo di trappola, pericolo, con cui l’assassino fissa negli occhi la propria vittima mentre le muore fra le braccia.

La storia delle proprie mani gli sussurra aneddoti di una pelle, una carne, delle ossa di un corpo non suo, in cui è rimasto intrappolato, che l’ha costretto a manifestarsi. Chi è, cos’è lui, davvero?

«Solo,» sospira Iron, il completo scuro scompigliato dalla tramontana, sulla soglia della porta. Bucky lo segue.

C’è la nebbia, fuori, e un singolo lampione che li pone in controluce, sotto alla quale Iron svanisce, diventa un’ombra evanescente addosso alla parete dell’hotel, fondendosi con la sua. Si ferma. «Ecco.» Sbatte gli occhi. «Non ti voltare.» E lui non lo ascolta.

La loro ombra non c’è più.

«Puoi essere quel che vuoi.» Ha gli occhi scuri, il Re dei Demoni, improvvisamente vicino, i fari di un’auto lontana a illuminargli il volto. I suoi tratti sono così diversi dai suoi: gli appartiene, quella forma, o perlomeno era lui, molto tempo prima, a vedere allo specchio le prime rughe, i capelli bianchi, la barba crescere. Non si è mai nascosto. Che bisogno ne avrebbe avuto, con quel suo aspetto da preda e le intenzioni da cacciatore? «Puoi non essere.»

Bucky chiude gli occhi e si concede un momento di debolezza.

Quando li riapre è Steve a sorridergli.

   
 
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