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Autore: Hikari_Sengoku    15/09/2016    2 recensioni
Kaname é ormai un membro esterno della Mithril, e ha bisogno di una protezione ridotta. Viene assegnata a Sousuke una nuova missione. Chi sará il nuovo soggetto da proteggere? In quali guai trascinerá i nostri eroi? (Nuovi capitoli a scadenze non assolutamente fisse, ma piú o meno ogni settimana per i primi tempi, credo!)
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kurz Weber, Melissa Mao, Nuovo personaggio, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si entra in azione!


1,2,1,2... A passo di marcia, sotto la pioggia, Hikari sembrava piú un militare che una ragazza. In realtá non é che sapesse bene cosa fare, si era sentita sotto pressione ed era fuggita, punto. Ma adesso? Che fare? Andare dai ragazzi, o tornare da sola fregandosene? Cavolo, si sarebbe dovuta cambiare le bende un'altra volta!
Un urlo improvviso la riscosse dai suoi pensieri. Tre isolati piú in lá, due persone lottavano sulla soglia di un portone. Una era sicuramente una ragazza. Era bassa e formosa, e la persona con cui stava lottando tentava continuamente di palparla. Hikari subito accorse per fermare l'uomo, che portava un... Cappellino a spicchi bianchi e verdi! Era il ragazzo di prima! E la ragazza che stava tentando di violentare era veramente bella. Hikari era ormai vicina, e sentí dire a lui con tono piuttosto alto: "Se non potró avere lei, avró te al suo posto!". A quel punto, lei decise di intervenire. Avvicinandosi, i lunghi capelli castano chiaro di lei le frustarono il viso mentre la ragazza si divincolava.
"Lasciala andare! Ora!" Hikari picchió forte sulle mani del ragazzo, che stringeva le braccia della ragazza fino a farle male, dododiché la afferró per la vita e la spostó sulle scale. Lei fuggí su, lasciando sul pavimento un giacchetto stracciato, mostrando i tatuaggi che aveva sulle braccia. Hikari si giró verso il mostro pronta a combattere, ma subito inorridí. Sotto il cappellino c'era il viso di Mathieu, deformato da una smorfia crudele. Lui approfittó della sorpresa per tirarle un pugno allo stomaco. Lei si piegó, ma senza fermarsi lo afferró per la spalla e la manica e girandosi se lo caricó sulle spalle e lo lanció addosso al muro. Quello da terra la afferró per i piedi e la fece cadere, poi si buttó sopra di lei, tirandola su e bloccandola col corpo contro il muro. "Adesso non fai piú la dura, eh?" Le alitó in faccia Mathieu. "Disse la voce bianca" rispose lei tirandogli una ginocchiata alle parti basse. Quello si ritiró e lei ne approfittó per afferrarlo di nuovo allo stesso modo, e sollevandolo e andandogli di fianco, lo squilibró, alzó la gamba e la abbatté su quella dell'avversario, facendolo cadere. Subito si gettó su di lui, tenendo il suo collo col braccio destro, e il suo braccio destro con il sinistro, stringendoglisi contro perché non potesse liberarsi. Ma con il braccio sinistro libero Mathieu rovistó nel giubotto di pelle della ragazza coi tatuaggi e prese una pistola! Puntandogliela alla schiena disse: "Il gioco é finito. Lasciami andare, tesoro". Lei, con una smorfia di disgusto dipinta sul volto, lentamente lo lasció e si alzó in piedi. Anche lui si alzó, e nel momento in cui lo stava facendo, la ragazza ne approfittó per tirargli un calcio alla mano, che non molló la pistola, ma lasció partire un colpo, che la ferí di striscio al fianco. La maglia grigia si coloró di altro sangue. Nel frattempo, Mathieu si era alzato, e vedendola aveva digrignato i denti:"Lo sai, mi piacciono le ragazze focose. Avremo molto tempo per conoscerci meglio, madamigella" disse puntandogli la pistola alla gola e spingendola nel seminterrato. La spinse dentro e con la pistola in mano la costrinse ad indietreggiare vicino all'unica sedia del locale altrimenti vuoto. Una grata di metallo era saldata alle pareti come uno di quegli esercizi ginnici scolastici. Mathieu la legó per le mani ad una sbarra, non curandosi delle sue urla e delle sue lamentele. Hikari scalciava, tirava, spingeva, imprecava, ma era tutto inutile. Con una pistola puntata contro era difficile ribellarsi direttamente. Mathieu senza degnarla di uno sguardo si mise in piedi sulla sedia, fissando il panorama fuori dalla finestra. Perplessa, Hikari si mise a calciare le gambe della sedia, ma il ragazzo le puntó di nuovo la pistola contro: "Ora smettila. Non ho tempo per i giochetti". Poi sembró ripensarci e si abbassó al suo livello visivo. "Ho bisogno che tu stia in silenzio per un po'. Non voglio farti del male. Me lo faresti questo favore?" Le chiese con fare gentile ed il suo solito sorriso sulle labbra. Hikari lo guardó, ma non riusciva comunque a capire. Che cosa stava succedendo? Che cosa voleva Mathieu? Ma prima che lei potesse sputargli qualche risposta caustica, un suono lungo e basso le perforó la mente, e lei credette di vedere un enorme velivolo scuro, pieno di piccoli puntini dorati, sorvolare la cittá lentamente. Anzi, piú che una visione, le parve una sensazione potente dentro di lei, come se qualcosa stesse reagendo alla sua presenza. Hikari rovesció la testa e gli occhi all'indietro...

Kaname cadde in ginocchio improvvisamente in mezzo alla strada. Stavano cercando Hikari, quando all'improvviso una visione l'aveva pervasa completamente, svuotandola. "Kaname stai bene?" "Stanno arrivando!" Gridó a Sousuke che le era subito corso affianco. "Chi?"
"Non lo so... Ma é di sicuro qualcuno che possiede la Black Technology! Sta per sorvolare la cittá!"
"Provo a contattare Kurz, chiedo se puó venire a prenderci"
"E Hikari?"
 "Abbiamo il microchip. Appena saremo sul M9 sapremo dove si trova"

"Ehi, stai bene?" Dalla nebbia che la aveva avvolta fuoriuscí una voce bassa ed un volto... Mathieu! Hikari alzó gli occhi alla finestra. Presto quello sarebbe stato fra i posti piú sicuri, ma Kaname e Sousuke erano ancora per strada!
"Togliti da lí!" Gli urló lei tirando un altro calcio alla sedia. Tentó di nuovo di divincolarsi. Il tipo la afferró per le spalle: "Mi spieghi che sta succedendo?" "Non te lo posso spiegare, devi fidarti! Allontanati dalle finestre e slegami!" Un basso mormorio le stava invadendo la mente, sempre piú insistente. Voci che le suggerivano formule matematiche complesse stavano lentamente prendendo il sopravvento, ed il mormorio stava aumentando di intensitá. Non una, ma tante piccole luci dorate le esplodevano davanti agli occhi. All'improvviso perse conoscenza, e si ritrovó a vagare all'interno del velivolo. Andava a velocitá folle, e vide in un lampo una decina di AS dotati di Lambda Driver pronti per essere lasciati cadere sul centro abitato. Ancora piú in profonditá, una cella che emanava una forte energia, probabilmente il centro di controllo, che era occupato da qualcuno... All'improvviso Hikari si ritrovó catapultata indietro nel seminterrato. Mathieu la guardava preoccupatissimo, e la chiamava, ma le sembrava di stare sott'acqua insieme a delle sirene che le cantavano nelle orecchie, stava impazzendo! Improvvisamente una voce emerse piú forte delle altre. Era la voce di Kaname: "Hikari, ci sei? Riesci a sentirmi?" "Si, ti sento" Rispose lei stancamente. "Hai visto quello che ho visto io, per caso?" "Se hai visto un enorme velivolo che sorvolava Tokio con tanto di robottoni giganti al seguito interiora comprese, allora si" "Dove sei?" "In un seminterrato a pochi isolati da dove ci siamo lasciati, voi?" "Lá vicino, tra poco Kurz ci raggiunge con l'M9" "Perfetto, mi é venuta un'idea"
"

"Vicecolonnello, richiediamo immediatamente il lancio dell'Arbalest! É una situazione di massima emergenza, un velivolo da guerra sta sorvolando la capitale" Urló Melissa Mao nel microfono. Sousuke, Kaname e Hikari stavano per strada, ottimi bersagli per qualsiasi genere di attacco terroristico! E a quanto ne sapeva, i nemici possedevano i Lambda Driver.
"Si tranquillizzi Tenente Maggiore Mao. Il Colonnello Testarossa ha giá dato disposizioni per il lancio dell'M9 denominato Arbalest" rispose con il suo solito flemma sdegnoso il Vicecolonnello del De Danaan. Come se fosse mai riuscito a impedire un colpo di testa del Colonnello!

"Hai capito bene?" Chiese Hikari una volta finito di spiegare. "Questo piano é folle, rischieremo la vita! Ma se é l'unico modo, sono pronta" Rispose Kaname.
La voce si affievolí fino a sparire in quel mare di sussurrii confusi.
Ancora intontita, urló: "Mi vuoi liberare adesso? Guarda dalla finestra e dimmi se vale la pena tenermi ancora legata qui". Mathieu obbedí, e
trasalí quando guardó fuori dalla finestra, poi si affrettó a slegarla. Quando lei peró volle uscire, le si paró davanti. "Non ti posso permettere di uscire mi dispiace" le disse tutto d'un fiato. Allora la ragazza lo prese per i baveri e gli urló in faccia: "La vuoi piantare? Io devo uscire da qui, che tu lo voglia o meno non m'importa!". Poi peró abbassó lo sguardo e vide un simbolo sul giacchetto. Era un disco di gomma cucito approssimativamente sul bavero, su cui spiccava un airone in volo su una via di stelle puntanti verso est. Hikari quasi scoppió a piangere.
"Invece dovrebbe importarti" Disse lui piano mentre lei gli lasciava il bavero.
Stava quasi per scoppiare. Com'era possibile, no! Perché proprio adesso? Ma non aveva tempo. Mentre lo attaccava, gli singhiozzó uno strozzato "Perdonami". Poi lo afferró per la spalla sinistra e la manica destra, poi con la destra lo sollevó, mentre colla gamba sinistra gli spazzó il piede destro, e tenendolo lo fece cadere di nuovo. Quando fu a terra, velocissima gli bloccó le gambe con le sue, e pesandogli sopra gli frugó in tasca, prendendogli uno spago con tre chiavi di diverse lunghezze. Poi fuggí di gran carriera, spingendo contro la porta e chiudendolo dentro al secondo tentativo. Poi uscí in strada correndo. Sopra di lei incombeva il maestoso velivolo, che stava aprendo i boccaporti, bocche demoniache vomitanti mostri d'acciaio guidati dalla volontá dell'uomo. Il mormorio andava intensificandosi ad ogni AS che veniva acceso, e presto sarebbe stato insostenibile. Il prino AS ricadde pesantemente a terra, crepando un tetto che per fortuna non cedette. A seguito, tutti gli altri planarono sulle strade e sui palazzi, ma nessuno di loro attaccó. Non ne scesero che tre, ma erano piú che sufficenti per scatenare il panico. Sembravano cercare qualcosa. Ogni volta che si avvicinavano ad un umano, sulla loro fronte si illuminava un disco luminoso azzurro. Poi questo si spegneva e l'AS li abbandonava, chi nelle case scoperchiate, chi in stato di shock per strada. La confusione era palpabile, ma ad Hikari sembrava di stare in una vasca piena d'acqua. I rumori le arrivavano ovattati, la vista dei robot e delle persone urlanti non la toccava. Le sembrava di avere dentro un mare in bonaccia.  All'improvviso, due ultimi AS atterrarono di fianco al velivolo, che si stava abbassando e sfiorava le antenne sopra i palazzi.  Era l'Arbalest, in tutta la sua magnificenza, ed un altro M9 scuro. In mano portavano Kaname e Kurz nella sua tuta da tiratore scelto. Mentre l'Arbalest li copriva con uno scudo integrale, l'M9 sparó due cavi d'acciaio in uno dei boccaporti, mentre con dei ganci motorizzati i due vi si catapultavano dentro. Ora toccava a lei! Era ancora lontana peró dal luogo dell'azione. Come avrebbe fatto ad arrivarci? Dal lato dove stava lei, intanto, un terzo AS di terza generazione si era avvicinato. Mentre tutti gli AS erano impegnati nella ricerca o con l'Arbalest, nessuno faceva caso a quel catorcio, che tra l'altro si nascondeva pure dietro un palazzo. "Mordred" scritto in caratteri di sangue sulla fiancata dimostrava a pieno titolo che il pilota di quell'AS era un codardo, e non si vergognava di esserlo. Anche lui sparó due cavi d'acciaio, ma nessuno vi si arrampicó. Sembravano attendere lei. Cosí salí sulla scala d'emergenza del palazzo dietro cui si nascondeva, e salita su vide un uomo vestito di nero, col volto coperto da un passamontagna e gli occhiali da sole. Appeso alle spalle teneva un mitragliatore. La stava fissando. Le sembrava quasi che ondeggiasse ad un certo punto, prima che una scarica di mitraglia non spezzasse l'incantesimo. Dal palazzo a fianco, quello di Mathieu, qualcuno li stava coprendo. Era la ragazza coi tatuaggi! Il tipo col passamontagna chiamó Hikari con un gesto, e insieme si avvinghiarono alle corde, cominciando ad arrampicarsi. Una gamba dell'uomo pendeva inerte dalla corda, forse era stato ferito. Lentamente, coperti dai mitragliatori dell'AS e della ragazza e dal diversivo dell'Arbalest, i due si arrampicarono. Hikari era veloce e non aveva problemi, ma la sua schiena non era dello stesso parere, infatti le ferite aperte avevano cominciato a colare copiosamente. La maglia era rossa ormai, ed il sangue scorreva a rivoli lungo le gambe. Il tizio di fianco a lei continuava a trascinare la gamba, e nonostante tutto stava solo un paio di metri dietro a lei, e continuava a fissarla. Chi erano quei tipi? Che avevano a che fare con Mathieu ed il simbolo sul giacchetto? Confusione aggiunta a confusione, il suo pensiero era un groviglio informe di determinazione mista a speranza immersa in un mare di voci martellanti. Finalmente, dopo una scalata interminabile, arrivarono al boccaporto, che oscillava tra la presa dei cavi d'acciaio e l'ordine di richiudersi. Hikari arrivó prima e tese la mano al compagno, che si issó, emettendo un verso stridulo, chiaramente modificato: "Grazie". Si trovavano nella base di lancio. Un tombino nell'angolo superiore portava verso l'interno. I due si issarono fuori. Superato un breve corridoio le voci si intensificarono notevolmente, tanto da destabilizzarla. L'altro appoggiato al muro le posó una mano sulla spalla: "Ehi, stai bene? Sembri un colabrodo. T i posso portare io, se vuoi." Disse con quella stridula vocina robotizzata. "Colla gamba che ti ritrovi? "rispose lei preoccupata "Ah, perché tu invece stai meglio" ribatté lui sarcastico.
"Dove senti le voci piú forti?" Chiese lui.
"Eh?" E adesso che c'entra?
"Dobbiamo andare  al centro, no? Dove senti le voci piú forti?" Se l'aveva deciso lui. Aveva ragione tra l'altro.
Indicó il corridoio di sinistra: "Di lá".

Dal lato sinistro del velivolo, Kaname e Kurz stavano cercando i sistemi di controllo centrali per disattivare gli AS. L'uno armato di un mitragliatore, l'altra solo del suo ventaglio, si stavano avventurando nei corridoi deserti. Piú il tempo passava, piú Kaname si sentiva debole. Le voci incessanti la stavano torturando, ma lei continuava a camminare in silenzio. Stranamente, il velivolo era vuoto. Non c'era traccia di traffico umano, solo grandi stanze vuote.
"La comune struttura dei velivoli impone che le sale di controllo si trovino sulla punta. Dovremo cominciare le ricerche da lí" disse Kurz.
"D'accordo, andiamo" rispose Kaname.
Bastarono pochi passi. Anzi neanche quelli, prima che Kurz approfittasse della situazione per tentare di palparla. Una bella vena pulsante fece la sua comparsa sulla fronte di Kaname.

Dall'altra parte del velivolo,  un boato come di un'esplosione fece rimbombare le pareti di metallo. Hikari rabbrividí. Che cosa poteva essere successo a Kaname?
Straordinariamente, l'intero velivolo risultava vuoto. Il suo nuovo compagno di giochi insisteva per controllare ogni angolo col mitragliatore, ma non ce n'era bisogno. Ormai in prossimitá del centro, sentirono dei passi andare nella direzione opposta alla loro. Sentí una scarica di mitraglia, dei lamenti, e poi un urlo che somigliava a qualcosa come: "Lo vedi cosa hai combinato, brutto maniaco? Che mal di testa!". Hikari sospiró. Quei due stavano pure troppo bene! Peró di guardie ce n'erano veramente poche!

In seguito al tentato omicidio di Kurz da parte di Kaname, i due avevano sentito dei passi, cosí si erano nascosti dietro l'angolo, ed all'arrivare delle due guardie Kurz aveva puntato alle gambe, imbavagliandoli subito dopo. "Ma sono dei bambini!" Esclamó Kaname. Erano infatti due ragazzi govanissimi. Non avrebbero avuto piú di tredici anni, e stavano lí con un mitra in mano ed una divisa blu ormai lorda di sangue. Dovevano essere fratelli, perché avevano rntrambi i capelli rossicci e gli occhi azzurri. "Uccidici" mormoró il piú grande a terra. Era rimasto con la faccia premuta contro il pavimento.
"No. Potete cercarvi una vita migliore di questa merda da mercenari." Gli rispose Kurz dopo avergli fasciato alla buona le gambe.
"Ti prego. Per noi non puó esserci soluzione migliore" Continuó l'altro.
"C'é sempre qualcosa di meglio" disse Kurz allontanandosi e portando con se Kaname. I due ragazzini scossero la testa sconsolati.
Appena girato l'angolo Kaname chiese: "Staranno bene quei due?"
"Non ho leso arterie od organi vitali. Con un po' di voglia di vivere e una buona fasciatura se la dovrebbero cavare tranquillamente" rispose lui serio.
"Secondo te continueranno ad essere mercenari?" Kaname era preoccupata per loro. Cosa ne sarebbe stato di quei bambini soldato?
"Temo che la loro situazione sia piú complessa di quel che sembra." La serietá di Kurz non tendeva a svanire. A metá di quel corridoio c'era finalmente la sala di controllo.

Nel frattempo, poco piú avanti, i nostri eroi avevano trovato il Centro. L'uomo in nero l'aveva preceduta, e prima che lei potesse vederlo aveva avvolto il corpo di un uomo steso in quella che sembrava la bara di Biancaneve in un telo nero e coperto il volto con un passamontagna. Cosa poteva avere di cosí raccapricciante da non poter essere visto da lei?
"É morto?" Chiese lei esitante.
"No" rispose secco l'altro. Poi lo prese in braccio e fece per portarlo fuori. Poi si giró e le disse: "Hai cinque minuti per prendere il controllo del velivolo prima che cominci a precipitare. Una volta che gli hai dato la rotta, lui andrá da solo. Devi sbrigarti. Entro dieci minuti assumerá una velocitá che noi non potremo eguagliare, quindi una volta datagli la rotta dovrai immediatamente tornare indietro. A sinistra o a destra o io o i tuoi amici saremo lí per prenderti" e se ne andó.
Appena Hikari entró nella sala, le voci si spensero. Chiuse gli occhi e lasció che il suo corpo diventasse il velivolo, ed il velivolo il suo corpo, ed il suo corpo pulsó, orientandosi da solo fuori Tokio. Quella era la direzione da seguire, ne era certa! Inarcó la testa all'indietro, ed il velivolo partí. In quella sensazione di beatitudine quasi dimenticó perché fosse lí, finché ai suoi occhi cominciarono a sfuggire i dettagli. Stava correndo! No! Si sveglió di soprassalto ed immediatamente spinse forte contro il coperchio. La bara si aprí, e lei mezzo intontita uscí dalla sala e corse via.
 



Ed ecco qua il nuovo capitolo! Che é praticamente un combattimento continuo inframmezzato a tante novitá, una corsa dietro l'altra e sangue, tanto sangue. In ordine di apparizione, per chi lo volesse sapere, ecco le tecniche di Hikari, tutte appartenenti al Judo: Una semplificazione dell' Hippon Seoi Nage, O soto gari, Hon Kesa Gatame, Okuri Ashi Barai, ed un accenno di Tate Shio Gatame. Di sicuro non interesserá a nessuno ma vabé, per maggiori informazioni si chieda pure a me. Che altro devo dire... Beh, spero sia piaciuto, insomma qualcosa d'interessante c'é. E finalmente é finito l'angolo depressione ed é cominciata l'azione, oltre che la scuola! Alla prossima, Hikari_Sengoku


http://www.grandeblu.it/index.php?url=saccheggio&id=53936
   
 
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