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Autore: Panenutella    16/09/2016    1 recensioni
Sara Vitali è una che scappa: ha lasciato l'Italia, ha cambiato cognome e numero di telefono pur di sfuggire al suo stalker, e si è nascosta a Belfast nella speranza che lui non la trovi mai. Non si fida di nessuno e sente il disperato bisogno di sentirsi al sicuro, protetta e non più sola. E' in questo stato che una sera in un anonimo bar incontra Kit Harington, appena uscito dalla sua relazione con Rose Leslie e nel pieno delle riprese del Trono di Spade. Sara non pensa che da quell'incontro possa cambiare qualcosa, ma scoprirà presto di sbagliarsi.
Nota: il primo capitolo è identico alla prima parte della mia One-Shot "Two stories in the night". Se siete curiosi di leggere anche la seconda, fateci un salto! Grazie in anticipo a chi leggerà.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kit Harington, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When You Say Nothing at All
 
All day long I can hear people talking out loud
But when you hold me near, you drown out the crowd
Try as they may they can never define
What’s been said between your heart and mine.
- Ronan Keating
 
***
Sara
 
La partenza del cast e della crew convocata alla volta dell’Islanda è prevista per il 28 luglio.
Oggi è il 24.
Per giorni persone esaltate hanno vagabondato per tutto il set sventolando per aria i fogli delle convocazioni, vittoriose ed eccitate per l’imminente partenza.
Partirà l’80% dei membri della crew: cioè quasi tutti… tranne io.
Ormai ho perso la speranza, anche se la convocazione non è arrivata nemmeno a Sheila. Ho provato a parlare con Michele e David, ma nessuno dei due sapeva niente: il loro unico compito è quello di inviare alla HBO i nomi dei candidati, con annessi dei validi motivi per finanziare la loro trasferta a Reykjavík. E io, contro Sheila, non ho nessun valido motivo: lei è qui da molto più tempo di me, è la candidata ideale per l’Islanda.
Anche Kit si sta mettendo il cuore in pace: per quanto abbia cercato di far valere anche la sua opinione essa non è stata giudicata oggettiva e scartata. Fine dei giochi.
Tutto quello che ora posso fare è cercare di trovare un appartamento: non voglio continuare a vivere in casa di Kit, nonostante lui passi ogni minuto libero della giornata a cercare di convincermi. Non voglio sentire ragioni.
- Oh, coraggio, su di morale! – Michele cerca di sorridermi, incoraggiante. – Se non verrai convocata, non è la fine del mondo. Potresti essere trasferita in Spagna nella troupe di Daenerys, sarà favoloso!
- Non me ne frega niente della troupe di Daenerys – ribatto sbattendo sul tavolo le buste di plastica vuote. – Il mio obiettivo era Reykjavík.
- Beh, non fasciarti la testa prima di rompertela. Potresti ancora essere convocata.
- Sì, certo, due giorni dopo tutti gli altri! È facile per te parlare, sei convocata a prescindere essendo la prima costumista dello show.
- Prima di tutto, bada a come parli, sono sempre il tuo capo. – Mi fulmina Michele. – Secondo, io non andrò in Islanda: la scelta dei costumisti è tra le mie assistenti che dovranno ricoprire il mio ruolo. Io sono richiesta nelle altre troupe. Per questo motivo la convocazione del costumista richiede sempre più tempo degli altri. Se tu non ti fossi chiusa a riccio su te stessa e avessi chiesto a me o a Sheila, l’avresti saputo sin dall’inizio.
- Ti chiedo scusa, Michele. Solo provo amarezza a dover rimanere qui.
- Non è ancora detto. Continua a lavorare e sarai ripagata.
Dentro questo gira sui tacchi e sparisce nel corridoio. Io ricomincio a mettere a posto le buste, cercando di non fare troppo casino sbattendo cose da tutte le parti.
Volevo andare a Reykjavík. Volevo stare con Kit.
- Goditi l’Islanda, Sheila, e non prendere troppo freddo! – Esclamo per farmi sentire dall’altra parte della stanza. Lei, in tutta risposta, rannicchiata su un cumulo di stoffe, scoppia in lacrime.
- Oh, no, Sheila, non volevo farti piangere! – Corro da lei facendomi largo in mezzo al disordine e abbracciandola. - Non preoccuparti, vedrai che ti convocheranno!
- Non lo faranno mai! Non so fare niente!
- No, non è vero. Vedrai che ora arriva David e ti dà la busta della convocazione.
I singhiozzi aumentano, talmente forti che quasi mi unisco a lei.
- È un brutto momento?  
La voce di David provoca un immediato stop dei singhiozzi di Sheila, facendo alzare lo sguardo di entrambe su di lui. Sorride imbarazzato e in mano tiene una busta aperta.
LA busta.
Scattiamo immediatamente sull’attenti e David sembra quasi imbarazzato: fa palleggiare lo sguardo fra noi due con l’aria di chi vorrebbe essere dovunque – a casa ammalato, sul lettino del dentista… dovunque tranne che qui.
- Scusate, se è un brutto momento torno dopo, ma…
Si blocca, inchiodato dai nostri sguardi fissi sulla busta come quelli di mastini affamati. La alza, pronto a consegnarcela e poi darsela a gambe.
- …Qui c’è la convocazione per la prima costumista…
Sia io che Sheila stiamo trattenendo il fiato, la tensione è palpabile.
Alza la busta all’altezza dei suoi occhi… e me la porge.
- Sara Vitali, questa è tua. Fai le valigie.
Scoppio in un grido esaltato e mi metto a saltare sul posto, per poi gettare le braccia al collo di David e abbracciarlo più stretto che posso.
- Grazie David!! Grazie, grazie, grazie!!!
David ricambia l’abbraccio ridendo imbarazzato.
- Te lo sei meritato – Sorride per poi rimettermi a terra. – Leggila, ci sono scritte delle cose carine.
Io non riesco a smettere di saltellare in giro, ma chissà come riesco a estrarre i fogli e a leggerla.
Dalla redazione generale dell’HBO con sede a Los Angeles.
Convocazione ufficiale per la trasferta in Islanda che si terrà dal 28 luglio 2013 al 15° settembre 2013.
Gentile SARA VITALI,
La informiamo che Lei è stata scelta per la trasferta finanziata dalla redazione generale in qualità di Prima Costumista della crew e assistente Fisioterapista.
Le raccomandazioni che abbiamo ricevuto e valutato su di lei, scritte dai sig.ri DAVID BENIOFF e MICHELE CLAPTON, l’hanno definita indispensabile per la crew e per la buona riuscita dello show.
È stata definita dal sig. BENIOFF versatile, affidabile e “incredibilmente capace”, e dalla sig.ra CLAPTON “la migliore assistente costumista che si potesse desiderare”.
Per questi motivi siamo felici di convocarla.
Cordiali saluti,
la redazione generale dell’HBO”.
- OHMMIODDIO VADO IN ISLANDA!!!! VADO IN ISLANDA!!!
- Complimenti Sara, davvero. – La voce rotta di Sheila mi riporta alla realtà facendomi voltare verso di lei: cerca di sorridere, ma i suoi occhi sono tristi e lucidi di lacrime.
“Come farmi sentire una merda in cinque secondi, puntata 98”.
La abbraccio stretta.
- Mi dispiace, Sheila. Tu te lo meriti di più.
- Evidentemente non è così.
La bacio su una guancia e Sheila mi prende per le spalle. – Vai a dirlo a Kit – sorride.
Certe persone hanno la sportività e la bontà d’animo di essere felici per le opportunità che hanno gli altri nonostante siano state loro a prendersela in quel posto, perdendo e finendo nella merda: Sheila è senza dubbio una di quelle persone e, sotto sotto, anche se egoisticamente sono al settimo cielo, vorrei davvero che venisse in Islanda.
Lei mi tira un buffetto su una guancia e io volo fuori dalla porta, con la lettera in mano.
 
***
Kit
 
- STOP! DIECI MINUTI DI PAUSA! – Gracchia Alik Sakharov dentro al megafono, provocando un brusio di voci sollevate e un coro di stiracchiamento di giunture.
Mi tolgo il mantello da Corvo dalle spalle e lo appoggio su una staccionata, rimanendo in abiti di pelle da Jon Snow. Mi allontano dalla scena cercando un posto tranquillo dove rilassarmi un secondo.
Sara è impegnata di sopra e non scenderà per un bel po’, credo, a meno che non le arrivi la convocazione, cosa che vorrei con tutto il mio cuore ma su cui purtroppo abbiamo entrambi perso le speranze.
Faccio appena in tempo a raggiungere il tavolone del caffè e a versarmene una tazza, quando mi sento afferrare per un braccio da una mano esile e fine di cui riconosco il tocco ancora prima di voltarmi.
Rose ha in testa un cappuccio sportivo, un cappello e i suoi occhiali da sole, e sembra voler fare in modo che nessuno la riconosca. Si sfila gli occhiali, rivelando due occhi rossi e gonfi.
- Rose, che c’è? – Poso la tazza sul tavolo e mi volto verso di lei.
- Potresti… potremmo andare in un posto tranquillo?
Ha la voce rotta di chi ha pianto a lungo, motivo per cui non ci penso due volte ad accontentarla.
Andiamo in quello che nello show è il passaggio sotto la barriera, dove non c’è mai nessuno a meno che non si stia girando una scena. Una volta che siamo soli Rose si abbassa la cerniera della felpa e mi guarda accusatoria, triste e arrabbiata.
- Che cosa devo fare con te, Kit?
Questa sì che è una sorpresa. – Che intendi?
Scoppia in singhiozzi. – Oh, lo sai benissimo! Che cosa devo fare con te, per farti tornare da me? Ho provato di tutto, persino far fare ricerche su di lei per convincere David che aveva qualcosa da nascondere e che doveva licenziarla: ma niente, hai occhi solo per lei!
- Frena, frena, aspetta un momento. Che cosa hai fatto?!
Tira su col naso e mi guarda sorpresa. – Non te l’ha detto?
- Non una parola. – Muovo un passo verso di lei con la rabbia nelle vene. – Porca troia, Rose, perché cazzo l’hai fatto? 
- La voglio fuori dai piedi!
Avanzo ancora verso di lei. – Pensi di poter ottenere il mio perdono comportandoti così? Pensi che, se Sara se ne andasse, tornerei da te con la coda tra le gambe?
- Non ringhiare con me, Kit!
- Vattene.
Senza aspettare che faccia come le ho chiesto le volto le spalle e comincio a camminare verso l’uscita. Solo dopo aver fatto qualche passo sento Rose correre nella mia direzione e abbracciarmi la schiena.
- Quindi tra noi è davvero finita? – Singhiozza. – Tu ami lei?
Combattuto fra dirle la verità e spezzarle il cuore oppure mentire e darle una speranza, opto per la prima opzione. Prendendole le mani e togliendole dal mio petto, rispondo ad alta voce senza guardarla.
- Sì, la amo. E per la cronaca, tra noi è finita quando tu mi hai urlato in faccia che per te era un gioco e te ne sei andata dal mio appartamento. Sei stata tu a spezzarmi il cuore, non il contrario, e non riuscirai a cambiare le cose tra me e Sara.
Senza indugiare oltre e senza distogliere lo sguardo dalla porta, esco dal tunnel e lascio Rose sola con i suoi pensieri.
Una volta tornato nella sala delle riprese, Alik mi fa un cenno e da lontano mi grida, indicando una direzione col pollice:
- EHI KIT! QUALCUNO TI STAVA CERCANDO!
Mi volto nella direzione indicata, e vedo Sara saltellare con un sorriso a trentadue denti sventolando un foglio.
Nel momento stesso in cui realizzo che cosa sia il foglio che tiene in mano non posso fare a meno di esplodere in uno “Yeah” disumano che fa saltare in aria la povera gente attorno a me, e io e Sara cominciamo a correre l’uno verso l’altro. Ci abbracciamo saltellando in cerchio e gridando come dei matti frasi sconnesse contenenti “Islanda”, “Wo-oh”, e “Andiamo insieme” e continuando a stringerci forte.
Non vediamo neanche che intorno a noi si è formato un gruppo di persone, tra cui spicca una chioma rossa sotto a un cappuccio.
 
***
Sara
 
Essendo l’ultimo giorno di riprese in Irlanda del Nord per la nostra troupe abbiamo fatto solo mezza giornata di riprese. Sono andati tutti a casa a prepararsi per la partenza di domattina, con tanto di shopping e il consueto “oddio chiamate la make-up artist, qui la situazione è grave” da parte delle attrici. La festa di metà riprese, infatti, non si tiene a Belfast ma a Londra, come reunion di tutto il cast. Sarei partita a prescindere dalla convocazione, ma averla ricevuta rende questa che viene l’ultima sera che passeremo a Belfast.
Subito dopo aver ricevuto la convocazione e aver festeggiato con Kit nel bel mezzo del set ho chiamato i miei genitori: non appena mio padre ha sentito la mia voce ha cominciato a urlarmi contro di tutto, chiedendomi “perché mai non controllo mai la belin di posta elettronica” e informandomi che “il 3 agosto dobbiamo tutti testimoniare in tribunale contro Matteo”.
Dopo aver visto la citazione ufficiale del tribunale nella mia e-mail ho deciso che, almeno per stasera, non voglio pensarci: farò come Rossella O’Hara e ci penserò domani.
Sono troppo felice per la convocazione: ogni secondo di ogni minuto non posso fare a meno di immaginarmi come sarà meraviglioso visitare l’Islanda assieme a Kit, e tanto basta a farmi saltellare per casa cantando ogni canzone di Fabrizio De André che mi passa per la testa.
Quando per la terza volta consecutiva inizio a cantare a squarciagola “Amore che vieni amore che vai” mentre riempio il trolley verde mela coi miei vestiti, Kit bussa allo stipite della porta e mi chiede che cosa sto cantando.
- È una canzone del mio cantautore italiano preferito, Fabrizio De André.
- Ti va di tradurmela? – Domanda buttandosi sul letto.
- Se la traduco si perde tutta la poesia, ti avverto.
- Pazienza – insiste. – Hai una bella voce! – E si lancia nella pallida imitazione di occhiolino che sa fare.
 Mi siedo sul letto accanto a lui e, giocando con le sue dita, cerco di accontentarlo e conservare il più possibile l’integrità della poesia di Faber.
- Quei giorni perduti a rincorrere il vento / a chiederci un bacio e volerne altri cento… Io t’ho amato sempre e non t’ho amato mai / amore che vieni, amore che vai…
 
Non sapevo che Kit avesse paura di volare, e che subito prima di entrare sull’aereo battesse tre volte sulla fusoliera con una penna a sfera.
Non sapevo che Londra fosse così grande, luminosa e cosmopolita.
Non sapevo che qui fosse il vero appartamento di Kit, quello in cui abita quando non è in giro a lavorare.
Non sapevo che suddetto appartamento fosse a Kensington e che fosse molto più grande di quello irlandese.
Appena arrivati a Heathrow io e Kit ci siamo separati dagli altri e siamo andati a casa sua – un posto grande e meraviglioso con tante stanze di parquet scuro e pareti bianche -, abbiamo posato le valigie e poi lui mi ha portato in giro per la città. Al parco che si vede nel film “Notting Hill”, prima di tutto, e poi in centro.
Verso le quattro del pomeriggio siamo tornati a casa e abbiamo cominciato a prepararci per la festa: dal momento che il dress code è “informale ma con stile”, Kit ha indossato il maglioncino viola attillato che mi piace da impazzire su un paio di jeans scuri, io dei pantaloni di pelle nera attillati, una camicia e un maglioncino bianche a righe nere. Ho lasciato i capelli sciolti e ho indossato una collana e degli stivali comprati apposta per l’occasione.
Pochi minuti prima di uscire, non posso fare a meno di fargli una domanda che mi assilla da quando mi ha chiesto di accompagnarlo alla festa.
- Kit, sei sicuro che non ci siano il red carpet, i paparazzi e i fan impazziti?
Lui ridacchia, mi accarezza i capelli e risponde:
- Stai tranquilla, Fawny, è una cosa tra noi: ci sarà solo un fotografo e i buttafuori controlleranno che non succedano casini. Ok?
- Ok.
Mi prende per i fianchi, mi avvicina a sé e mi bacia dolcemente sulle labbra.
- Non ti mollerò per un secondo. Dai, andiamo.
 
Il locale dove si tiene la festa è pazzesco e pieno di gente: molti sono camerieri, ma la maggior parte dei presenti è composta da ogni personaggio e volto visto nel Trono di Spade. Dentro ci sono luci soffuse, musica e mormorio indistinto. Kit e io varchiamo la soglia del locale mano nella mano, e ci separiamo appena entrati. Kit però non si allontana di mezzo centimetro, ma mi conduce verso il primo gruppo di amici attori.
Sansa, Arya, Margaery, Joffrey, Bran e Hodor stanno chiacchierando quando io e Kit arriviamo da loro. Poco lontano Jamie, Sandor Clegane, Cersei, Samwell, Rose e Daenerys stanno bevendo dei drink.
- Ragazzi, posso presentarvi Sara?
Un coro di “Ciao!” si alza dal gruppo.
- Sara, posso presentarti Maisie – lei mi stringe la mano con un gran sorriso; - Sophie – la sua bellezza toglie il fiato; - Nathalie – lei sorride come se sapesse esattamente quando sarà la fine del mondo; - Jack – è totalmente diverso dal suo personaggio, ha l’aria davvero simpatica; - Isaac – vederlo su due piedi fa veramente impressione, è alto! – e Kristian – non sentirlo dire “Hodor” è incredibile!
- Piacere di conoscervi! – Esclamo.
- Ciao, Sara, come stai? Kit ci ha parlato un sacco di te! – Sorride Sophie.
- Ah, ma davvero? – Mi volto verso Kit con un mezzo sorriso.
 
***
Maisie
 
È strano vedere accanto a Kit una ragazza che non sia Rose, eppure Sara sembra essere nata apposta per stare insieme a lui. E poi il mio fratellone ha una luce completamente diversa negli occhi.
- Ah, ma davvero?
Si guardano di sfuggita, uno sguardo d’amore.
- Puro e semplice gossip tra amici.
Ridiamo.
- Isaac, devo chiederti scusa, la tua performance è fantastica, ma il tuo personaggio è un coglione.
- Ho sentito opinioni peggiori! – Risponde Sa.
- Ho sentito che verrai anche tu in Islanda!
- Sì, insieme a Thomas e Ellie.
Si riferisce a Thommie Brodie-Sangster e Ellie Kendrik, Jojen e Meera Reed.
Anche Natalie inizia a chiacchierare con Sara, subito prima che Kit la rapisca e la porti al tavolo del buffet.
Appena ci voltano le spalle Sophie, Nathalie e io ci inchiniamo l’una sull’altra e iniziamo a lanciare gridolini eccitati e a ridere di contentezza.
 
***
Sara
 
- Secondo me il fotografo si sta divertendo come un pazzo – borbotto prendendo da un vassoio di metallo delle mozzarelline fritte e mettendole in un piatto.
- Se ti dà fastidio andiamo a casa subito.
Arriviamo alla fine del tavolo del buffet e rimaniamo nell’angolo appartato.
- No, va bene, davvero. – Sorrido. – Mi fa piacere conoscere tutti i tuoi amici.
- Anche a me. Era importante per me farteli conoscere.
- Ne sono contenta. – Alzo lo sguardo su di lui e sorrido.
 
***
Rose
 
Appartati in un angolo ma comunque perfettamente visibili da tutta la sala, Kit e Sara stanno parlando nella loro intimità tenendo in mano i piatti pieni di cibo. Il fotografo ufficiale della serata, poco lontano da me e da Lena, scatta foto a più non posso intorno a sé, riprendendo tutti i presenti.
Io non riesco a staccare gli occhi da Kit.
Vedo Sara dire qualcosa, sorridere e alzare lo sguardo su di lui e sorridere, e Kit guardarla con occhi dolci.
Sara posa il piatto sull’angolo del tavolo, si alza in punta di piedi e lo bacia piano sulle labbra. Entrambi chiudono gli occhi.
Delle persone attorno a noi, molti li vedono baciarsi.
Dicono tutti cose carine su la nuova coppia della serata, e nessuno consola me.
 
   
 
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