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Autore: ImperioMagicum    16/09/2016    1 recensioni
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Appunto: Vi ringrazio per l'attenzione , sono appena arrivato su EFP e questa è la mia prima storia. Vi ringrazio del tempo che avete dedicato a leggere la trama , spero vogliate continuare leggendo il prologo.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cap 11:

Shade l'assassino

< Non credi sia ora di dirmelo? > chiesi io < Il segreto della felicità? Il senso della vita? Se ti servono quelle informazioni non posso aiutarti. > < No, intendo... Non pensi sia ora che mi racconti chi sei? In fondo è un bel po' di tempo che siamo qui, io sto scrivendo e tu non mi hai dato ancora risposte alle mie domande. >

Shade mi guardò severamente: < Sei certo di voler sapere chi sono? > < Sì > risposi io deciso < Me lo devi, dopotutto ti ho dato retta ligiamente a ciò che mi hai detto di fare in questi..giorni...Non sò nemmeno quanto tempo sono qui...quanto tempo ho dedicato a narrare... > < Non temere, il tempo a tua disposizione è praticamente infinito, almeno qui... > La frase mi sembrò strana: Qui dove? Ma non mi dette il tempo di fare altre domande. < Va bene, se lo desideri , comincerò a spiegarti chi sono. >

La storia di Shade

Immagina un mondo crudele ed infernale. Immagina l'Inferno stesso con tutti i suoi demoni, e poi accorgiti, che essi esistono. Immaginati qualcuno, così malvagio, così criminale, intelligente e pazzo da voler controllare questi esseri. Ebbene, qualcuno ci riuscì. Un uomo di nome Freak Humane, usando degli antichi riti magici andò nel mondo dei demoni, dove cercò di scendere a patti con molti esseri mostruosi. Essi si rifiutarono tutti e tentarono di divorarlo ed ucciderlo più volte, ma senza risultato. Purtroppo la sua grande abilità nelle arti esoteriche lo rendevano immune ad ogni attacco. Nessun essere delle ombre sembrava in grado di sconfiggerlo, nessuno.

Un giorno, mi trovò e mi chiese quale fosse il mio più grande desiderio. Non avevo mai visto un umano, ma alcuni demoni più potenti erano andati sulla Terra molte volte ed avevano raccontato che molti di loro erano peggiori di qualsiasi mostro. Ma i suoi modi gentili mi rassicuravano e mi fidai. Gli dissi che avevo sempre desiderato uscire da quel mondo arido ed informe dove abitavo per poter visitare la superficie. Lui mi convinse a stringere un accordo: se fossi stato suo alleato. Accettai, ma fui raggirato. Arrivammo insieme nel suo mondo, fatto di uomini , macchine, pioggia e fiori. Non avevo mai visto niente di simile, ero impressionato da quel luogo straordinario e desideravo vederlo tutto. 

Freak disse che avrei dovuto prima fare delle cose per lui. Mi disse di aiutarlo ad introdursi in una casa. Io ubbedii e lo trasformai in fumo nero, come ho fatto con te, per raggiungere l'interno dell'abitazione attraverso una finestra. Entrammo in una camera da letto dove dormiva un bambino. Lui mi disse: < Uccidilo > ed io lo feci senza batter ciglio, senza provare nessuna emozione, come ogni demone. Subito dopo 

mi ordinò di farci tornare a casa. Io ci trasformai in fumo nero e scomparimmo. Facemmo altre volte la stessa cosa, ed ogni volta mi ricompensava facendomi visitare posti nuovi: laghi, monti, spiagge,... Ma mai zone abitate. Per un qualche motivo non voleva che uscissi in luoghi con molte persone. 

Io, incuriositò, aspettai di vederlo addormentato, presi forma umana ed arrivai in una città molto popolosa, una certa Londra. Era immensa e così bella. Vi vivevano numerose persone di tutti i tipi. I palazzi erano enormi ed antichissimi. La visitai tutta, in una sola giornata e fu meraviglioso. Verso sera, però, andai ad un parco giochi, dove giocavano molti bambini. Non li avevo mai visti svegli, solo mentre dormivano. Correvano, ridevano, sembravano così...felici. Solo allora mi feci delle domande: perché Freak me li faceva uccidere? E perchè, ora che li avevo visti, provavo una specie di dolore per ciò che avevo fatto? 

Stavo tornando a casa, quando vidi la casa della sera prima. Attorno ad essa vi erano molte macchine della polizia. Entrai, rendendomi invisibile a tutti. Una donna piangeva disperatamente mentre un uomo, anche lui in lacrime, cercava di consolarla. I poliziotti facevano delle domande: parlavano di una televonata di qualche giorno prima. Un uomo li aveva minacciati di uccidere il loro bambino nel sonno, se non avessero pagato dei soldi. Loro avevano comprato delle telecamere ed avevano assoldato delle guardie del corpo, ma era stato tutto inutile. La polizia disse che non era il primo caso di quel tipo. Una telefonata minacciava la famiglia e chi rifiutava dopo pochi giorni trovava il proprio figlio morto. Impossibile risalire all'assassino: non vi erano impronte, DNA o altro e nessuno capiva come questi bambini morissero. Non vi erano tracce di tagli, veleno, strangolamento o traumi. Io sapevo, ed ero furioso.

Tornai a casa ed affrontai Freak dicendogli che non lo avrei più aiutato. Lui non si scompose e con un suo rito mi incatenò. Anche senza il mio consenso, lui mi avrebbe fatto uccidere. Gli sarebbe costata più fatica, ma era sempre meglio che non possedere un demone. Mi fece uccidere ancora innocenti. Nonostante io non volessi, lui ed i riti erano molto potenti e non riuscii ad oppormi. 
Fortunatamente, un giorno entrammo dentro una casa molto più grande delle altre, probabilmente di qualche migliardario. Ad aspettarci però non c'era solo un bambino, ma anche un sacerdote. Appena comparvi, lui mi lanciò contro dell'acqua santa e recitò formule in latino. Tentò una specie di esorcismo che non mi distrusse, ma spezzò la magia che mi teneva sotto il controllo di Freak. Io lo aggredii, le sue formule venivano bloccate dal sacerdote ed era indifeso. Aprii un crepaccio verso il mondo dei demoni e lo feci precipitare al suo interno, imprigionandolo. 

Mi girai allora verso il sacerdote, mentre lanciava altri anatemi. Era spaventato da ciò che aveva visto, cominciava a dubitare dell'efficacia delle sue frasi latine ed il suo tono scemava lentamente ad sussurro. Mi avvicinai , finchè non gli fui a circa un metro di distanza. Allora avevo l'aspetto simile a quello che ho ora, quello di un uomo che trasuda fumo nero. < Grazie per avermi liberato. > dissi. Lui ora era ammutolito e sudava dalla paura. Gli dissi di non aver paura di me, gli spiegai cosa era accaduto e come ero stato usato. Chiesi scusa per le mie vittime e chiesi se, secondo lui , potevo fare qualcosa per rimediare. 

< Non puoi > disse < Chi viene ucciso non vive più su questa terra, ma solo nei Cieli > Mi dovevo scusare con loro, dovevo trovare quei bambini e chiedere il loro perdono. Da allora iniziò un lungo viaggio per me...

 

< E poi? > chiesi incuriositò < E poi... sarà meglio che continui il tuo lavoro se vuoi sapere la fine di questa storia. Io sorrisi e tornai alle Pergamene.

   
 
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