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Autore: Sakkaku    17/09/2016    1 recensioni
Se non avete finito la visione della 6° stagione, vi sconsiglio la lettura, perché potrebbe contenere degli spoiler, perché in questa fanfic ci saranno dei riferimenti su fatti accaduti durante la stagione. E' un AU non al 100%, perché ci sono zombie e tutto il resto, solo che c'è un'aggiunta irreale da essere possibile nella serie.
Dal testo:  - Tutto questo è molto strano – bisbigliò Sasha a Daryl.
- In passato anche Michonne ha usato degli zombie per mascherare la sua presenza, nonostante li avesse resi inoffensivi. Questi sono diversi – concordò lui – Vediamo cosa ci racconteranno una volta giunti alla loro base.
- Se fosse una trappola? - suppose lei.
- Se si rivelerà essere un agguato, lo capiremo presto. In quel caso, preparati a correre, io ti coprirò le spalle – si limitò a dire Daryl – Dubito che succederà qualcosa di simile. Ho la sensazione che sono sinceri, sopratutto per la paura di Giselle quando pensava fossimo uomini di Negan.
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Sasha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7: Max
 

Daryl e Sasha stavano finendo di raccontare cos'era accaduto durante l'ultimo incontro avuto con Giselle e Max.
Carol impallidì, come se si fosse accorta per la prima volta delle vite che aveva tolto quando aveva attaccato Terminus. Non li aveva mai contati o considerati, dopotutto erano persone peggio dei vaganti.
- Se mi devo consegnare per salvarvi tutti... - iniziò a dire Carol.
- Tu non lo farai - affermò in tono secco Daryl - Troveremo una soluzione. Ad esempio potresti restare ad Alexandria mentre noi andiamo e fingiamo di cercarti in qualche altro gruppo di sopravvissuti.
- Avete detto che il ragazzino conoscenza la verità - intervenne Glenn - Se continuate a mentire potrebbero stufarsi e consegnarvi a Negan e tutto quello che avete fatto finora perderebbe di significato.
Dixon sentiva il dovere di proteggere Carol a tutti i costi. Sapeva che non era più la donna sottomessa dal marito manesco, però non voleva abbandonarla in balia dei due fratelli, non lo avrebbe permesso. In passato non era riuscito a trovare in tempo sua figlia e a salvarla. Se ora avesse lasciato andare Carol, per lui sarebbe stato come fallire una seconda volta.
- Calmiamoci e pensiamo. Ci dev'essere un'altra soluzione – disse Rick in tono autoritario.
Sasha scosse la testa – E' stato molto chiaro, vuole Carol o non ci darà il suo aiuto.
Calò il silenzio. Nella stanza si udivano soltanto i respiri dei presenti.
Maggie si massaggiava le tempie con due dita, facendo movimenti circolari.
- Vuoi andare a stenderti? - le propose con un sussurrò Glenn preoccupato per la salute della moglie.
Lei allungò le labbra in un sorriso – Sto bene, cercavo di trovare una soluzione.
Carol li osservava e annuì tra se e se, come se in quel momento avesse preso una decisione. - Vi ringrazio tutti per l'impegno che state mettendo per trovare un modo di avere l'aiuto da quel ragazzino senza dovermi consegnare. Lo apprezzo. Siamo onesti, se facciamo saltare quest'accordo non ci ricapiterà mai più un occasione simile. Dobbiamo coglierla e approfittarne adesso.
- Tu non ti consegnerai a quei due – sibilò Dixon guardandola dritta in volto – Quello ha mangiato il suo stesso fratello, fa merenda con cervello di vagante, chissà cosa potrà mai fare a te. E' fuori discussione!
- Daryl – iniziò a dire Carol ricambiando lo sguardo con dolcezza – Sai che non hai nessun obbligo nei miei confronti, ti sono grata per la tua preoccupazione, ma so badare a me stessa. La decisione spetta a me e io sono d'accordo.
- Ne sei sicura? - le domandò Rick – Possiamo cavarcela lo stesso, finora siamo riusciti a sopravvivere e continueremo a farlo con o senza l'aiuto di quel ragazzino.
- Voglio farlo – insistette Carol – Per tutti voi, per regalarvi un futuro più tranquillo. Ormai si sta facendo buio, domani mi accompagnerete da quei fratelli, intesi? - guardò prima Sasha che annuì, accettando la sua decisione.
Daryl reagì alzandosi rumorosamente dalla sedia borbottando – Al diavolo! Vado a fumarmi un paio di sigarette, qui non mi ascolta nessuno.

Giselle stava cercando di far parlare Max. Lo aveva visto scambiare due parole con i due ospiti prima che questi uscissero dalla casa.
- Cosa ti costa dirmelo? - iniziava spazientirsi e stava alzando sempre di più la voce. - Devo domandarlo a loro quando ritorneranno?
Per tutta risposta il fratello minore si allontanò sbuffando salendo le scale per raggiungere la propria stanza.
- Max!! - gridò esasperata Giselle – Max per una buona volta dammi ascolto. Max fai quello che ti dico, poi ti lascio stare.
Lo raggiunse al piano superiore, aprì la porta e sempre usando il tono alterato ripeté – Max dimmi cosa gli hai detto.
- Max qui, Max là, devi chiudere quella maledetta bocca Giselle! - esplose il fratello minore. - In tutto questo tempo è impossibile che non ti sia accorta che sono Mason!
La donna sgranò gli occhi e fece qualche passo indietro, colpita dalle parole del fratello.
- No... non è possibile – la voce uscì con un suono flebile.
- Ora ti racconto una storia – continuò il ragazzino – Da quando è iniziata questa invasione di zombie, Max è crollato. E' vero, quello cagionevole sono sempre stato io, però incredibilmente sono migliorato. I nostri poteri per qualche strana ragione si sono intensificati e questo spaventava Max. Era come se ci fossimo invertiti i ruoli. Lui era diventato quello bisognoso di protezione e il compito di essere quello spietato era tutto mio, il mio desiderio si era avverato – gli scappò una risata. Subito dopo riprese a parlare – Di certo non ti biasimo se non te ne sei accorta, da quel momento ti abbiamo fatto credere di essere il gemello di sempre invece di rivelarti la verità. Quando Max è rimasto a Terminus non era vero che stava male, era terrorizzato nel comandare gli zombie, pensava fosse un brutto segnale e non voleva approfittarsene, gli sembrava sbagliato. Non è esilarante? Lui aveva iniziato a pensare a cosa fosse giusto e cosa no – fece una pausa per vedere se la sorella maggiore avesse una qualche reazione, ma era ancora ferma e immobile, forse aveva indietreggiato ancora di qualche passo. - Quando abbiamo ritrovato Max, ho sentito il mio potere diminuire, temevo di tornare debole come prima, anzi sentivo salirmi la febbre. Ho dovuto mangiarlo, per non indebolirmi e prendere la sua parte di potere. Le visioni del suo assassino sono vere così come le mie intenzioni di vendicarlo, perché se fossimo ancora insieme in questo momento avremmo l'intero pianeta ai nostri piedi e un esercito di zombie infinito.
A quelle parole Giselle appoggiò le mani sulle guance scuotendo la chioma corvina.
- Oh mio... non è possibile – le parole uscivano dalla sua bocca in un sussurro.
Mason spostò un ciuffo biondo, aveva lo sguardo annoiato. - Ti chiederai perché ti svelo il mio segreto proprio adesso...
- Non voglio saperlo – le mani si erano spostate per raccogliere i capelli e appoggiarli tutti sopra una spalla. - Mi hai mentito fino a oggi, so che continuerai a farlo.
- Così mi ferisci sorellona – disse Mason mimando un espressione ferita – Sai pensavo che avresti reagito in modo diverso nello scoprire di aver ritrovato il tuo adorato fratello creduto morto.
- Tu mi hai fatto piangere la morte del fratello sbagliato, sei più sadico di quanto non fosse Max – Giselle era indignata, stava per voltarsi e andarsene, però un sesto senso gli consigliò di non dare le spalle al fratello minore.
Mason iniziò a giocherellare con un cacciavite, gli occhi verdi non si staccavano da quelli marroni della sorella.
- Sei sempre stata troppo apprensiva – riprese a dire Mason – Prima quando ricevevo le tue attenzioni non capivo il motivo per cui Max si arrabbiava sempre. Quando lui ha preso il mio posto ed io sono diventato Max ho capito cosa provava. Tu volevi in tutti i modi essere un punto di riferimento per almeno uno di noi, cosicché avresti sempre potuto contare sul nostro potere senza usare il tuo.
- Cosa stai dicendo? - lo interruppe Giselle.
- Avanti, puoi prendere in giro chi vuoi, ma non me – la incalzò Mason.
- Se avessi anche solo un decimo del tuo potere non andrei a elemosinare lo scatolame da Tom!
- Ah-ha! Hai appena ammesso di avere una tresca con un uomo di Negan, chissà cosa gli farà se lo scoprirà!
- Max... - s'interruppe – Voglio dire, Mason...
- Continua pure a chiamarmi Max, oramai i nostri nuovi amici pensano mi chiami così perché confonderli?
- Vuoi dirmi cosa gli hai detto? - ripeté Giselle.
- Sei proprio noiosa e petulante – si lamentò il fratello minore e lanciò il cacciavite che aveva tra le mani.
La donna spalancò la bocca per gridare, ma dalla gola non uscì alcun suono, soltanto un rantolo soffocato. L'attrezzo si era conficcato all'altezza della laringe.
- Te la sei cercata sorellona. Volevo tenerti viva ancora per un po', ma ho deciso di anticipare i tempi – sul viso di Mason si dipinse un largo sorriso. - E' ora dello spuntino.
Giselle iniziò a tremare come una foglia agitata da un vento impetuoso, cercò di scuotere la testa ma il cacciavite le procurava male al minimo movimento.
- Tranquilla, fai parte della famiglia, ho in serbo per te qualcosa di molto divertente. Hai sempre avuto una passione per la paura e il terrore, ora ti farò provare le stesse sensazioni, contenta? Oh, non sforzarti a rispondere è una domanda retorica, so già la tua risposta – sadicamente il ragazzino iniziò a ridere mentre frugava nelle tasche dei pantaloni.
- Te lo ricordi? - chiese alla sorella mentre estraeva il SOG Vulcan VL-01. - E' il coltello che mi regalasti per il mio compleanno dopo la morte di Max. Ho deciso di utilizzarlo per porre fine alla tua vita. Non lo trovi divertente? - prese a sghignazzare, mentre avvicinava la lama per chiudere le palpebre della donna.
- Mi raccomando non gridare – si raccomandò Mason prima di staccare con un colpo secco il cacciavite dalla laringe. Il sangue uscì a fiotti, colandole lungo il collo e continuando la sua corsa verso la maglietta. Mason leccò il cacciavite emettendo una risata gutturale.
Giselle teneva gli occhi chiusi a causa della lama del coltello, le ciglia tremavano per lo sforzo, tenerle abbassate quando volevi guardarti intorno era una brutta sensazione. Quando la pressione sulla palpebra svanì, aprì gli occhi e si ritrovò a sgranarli. In pochi secondi diventarono lucidi e lacrime iniziarono a offuscarle la vista.
- Andiamo sorellona, con tutti gli zombie che hai fatto a pezzi ti fa impressione vedere mentre ti scortico il braccio? Sono stato gentile prima ho anestetizzato il punto cosicché non provassi dolore e poi mi critichi dandomi del sadico – scosse la testa per dimostrare il suo disappunto. Con precisione tagliò un pezzo di carne e infilzandolo con la punta del coltello se lo portò alla bocca. Mason masticò a bocca chiusa, dopo aver ingerito appariva compiaciuto.
- Il tuo potere è diverso dal mio e di Max, però mi sarà utile. Grazie del pasto sorellona – dopo quelle parole la trafisse prima all'addome e in seguito perforò la testa, lo spostò di lato, aprendo uno squarcio. Mason infilò la mano con noncuranza nella lacerazione ed estrasse con forza un pezzo di cervello.
Miracolosamente Giselle era rimasta in piedi fino a quel momento, forse per via della tensione nervosa e muscolare o forse per lo shock, sentiva il proprio corpo indebolirsi per il sangue che stava perdendo, rischiò di svenire quando avvertì un dolore a livello del cranio. Il fratello minore era solo agli inizi ed era consapevole di essere ancora viva grazie ai suoi poteri, lasciati a riposo fino a quel momento, stavano cercando in tutti i modi di salvarla.
“Basta, non ce la faccio più!!” pensò Giselle agonizzante quando sentì la mano del proprio fratello afferrarle il cervello. “Fai finire tutto questo e consegna a Mason quello che vuole.”
La donna avvertì sollievo quando si accorse che la morte la stava abbracciando e portandola via con sé.
- Ma che cazzo!?! - imprecò Mason quando Giselle si accasciò per terra proprio mentre stava per prendere un'altra manciata del cervello della sorella. Dopo pochi secondi avvertì un formicolio in tutto il corpo.
“Ha usato i suoi stessi poteri per suicidarsi e non sopportare la sua punizione” pensò stupito il fratello minore “Che stupida! Se pensa che non terminerò il mio pasto solo perché ha trasferito i suoi poteri a me si sbaglia di grosso!” prese a ridere istericamente. “Mi divertirò meno a mangiare gli organi da un cadavere, però so per certo che nel suo corpo ci sono ancora tracce di potere e non voglio sprecarne neanche una briciola.”


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Ciao a tutti!! =)
spero vivamente che questo capitolo non sia troppo cruento e che vi abbia in qualche modo sorpreso. 
Mi spiace non aggiornare troppo spesso, ma ci tengo a scrivere bene ogni capitolo curandolo e modificandolo mille volte prima di pubblicarlo, per questo mi auguro che non ci siano troppi errori xD
Ci tengo a ringraziare di cuore chi ha inserito questa fanfic nelle preferite e/o seguite, i lettori che la leggono dall'inizio e anche chi legge qualche capitolo che trova curioso, grazie a tutti!! :3

 

  
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