Cap.2
Kakaroth contro Vegeta
Bulma
guardava l’orologio, tenendo il capo incassato tra le
spalle. Si voltò e guardò le mura candide, le
colonne e gli alberi, passò la
mano sul pavimento a quadrettoni.
"Mi
chiedo se il palazzo del Supremo sia un luogo davvero
sicuro… dopo quello che è successo con MajinBu"
pensò.
«Non
può essere! Il mio Goku non lo farebbe mai!»
gridò Chichi.
Ricadde all’indietro, svenuta, Gohan la prese al volo e la
strinse a sé. Goten
abbracciò la gamba del fratello maggiore e
singhiozzò, le lacrime gli rigavano
il viso.
Bulma
osservò i tre Son e abbassò lo sguardo, i suoi
occhi
divennero liquidi.
«È
Goku a rendere gli altri cattivi buoni, sicuramente
c’è una
spiegazione… una soluzione…»
biascicò Crilin, rabbrividendo.
Bulma
si portò una sigaretta alle labbra e inspirò,
sentendo il
sapore di nicotina.
"So
cosa stanno passando, ho provato la stessa cosa quando
mio marito ha fatto saltare in aria gli spalti del torneo…
però è più difficile
immaginare Goku a fare cose del genere. L’ho visto crescere
da quando era
bambino, così ingenuo, così buono"
rifletté.
Yamcha
iniziò a dire: «Non posso crederci, me lo sarei
più
aspettato da V... », ma venne coperto dalle grida di Jirobai.
«Meno male che ho
portato i senzu!» gridò quest’ultimo.
Yamcha
pensò: "Se non fosse per l’aura di Goku, avrei
potuto addirittura pensare che fosse una trovata di Vegeta per
vendicarsi".
«È
morto per salvarci così tante volte, vedrete che
tornerà in
sé» piagnucolò Rif. Junior stava
riflettendo, cercando di comprendere cosa
fosse successo, sfogliando un libro.
Videl
adagiò un cuscino per terra e Gohan stese la madre,
adagiandole la testa sul guanciale.
Lo
stregone del toro utilizzò un ventaglio per fare aria alla
figlia. «Su, tesoro, riprenditi» la
supplicò.
«Mi
piacerebbe aiutare Vegeta a combattere, ma queste vecchie
ossa possono fare poco» si scusò Muten.
"La
verità è che siete tutti dei codardi"
pensò Bulma.
«…
E se Vegeta non riuscisse a fermarlo?» domandò
C18,
stringendo a sé la piccola Marron.
Crilin
abbracciò la moglie, le fece un sorriso tremante, il suo
viso era pallido. «Vedrai tesoro, si sistemerà
tutto» mentì con voce rauca.
Trunks
si sedette accanto a Goten e lo abbracciò, il
secondogenito Son singhiozzò, le lacrime gli rigavano le
guance. Gli occhi di
Trunks erano vacui e teneva le labbra strette, fino a sbiancarle.
Bulma
guardò suo figlio. "Ha lo stesso sguardo triste della
sua controparte del futuro. Mi dispiace bambino mio, questo doveva
essere il
tuo compleanno" pensò.
Tenshinhan
si appoggiò Rif su una spalla e si sedette accanto a
Majinbu grasso che teneva abbracciati Mr. Satan e il suo cagnolone.
Gohan
abbracciò Videl, che gli nascose il viso
nell’incavo del
collo.
«Mamma
non si sveglia» piagnucolò Goten.
«Si
riprenderà a breve, ha solo avuto uno shock» lo
rassicurò
Dende.
Bulma
pestò la sigaretta sotto la scarpa e sospirò.
«Andiamo»
ordinò Junior; afferrò il braccio di Crilin e
spiccò
il volo, portandoselo dietro. 18 pensò: "Non posso
combattere Goku,
rischierei di attivare una programmazione sopita. Probabilmente Junior,
dopo
averci portati al sicuro, andrà a combattere".
***
Sia
Kakaroth che Vegeta caddero in ginocchio, ansimando, i
muscoli gli dolevano non rispondendogli e il sudore si era mischiato
con
sangue, fango e pioggia.
Kakaroth
lo afferrò per le spalle e lo sbatté a terra,
facendolo
affondare nella melma. Vegeta si dimenò e ribaltò
le posizioni, Kakaroth lo
morse a sangue e Vegeta gridò.
Kakaroth
lo rimise nuovamente sotto di sé, gli afferrò i
capelli
a fiamma con una mano e gli affondò il viso nel fango,
cercando di soffocarlo.
Vegeta
sentì l’aria mancargli, sgranò gli
occhi rimanendo
accecato, tentò inutilmente di sputare il fango che gli
stava invadendo le vie
respiratorie. Si ritrasformò, mentre il
supersaiyan blue si
annullava.
Vegeta
allungò le braccia dietro di sé e
lanciò un attacco
energetico, facendo volare via Kakaroth. Si mise in ginocchio e
tossì, vomitò
fango e fu scosso da una serie di tremiti, ansimò
boccheggiando.
Kakaroth
lo raggiunse alle spalle, con passo cadenzato.
«Mi
sto divertendo a combattere con te, principe. Non sei niente
male, non capisco perché non ti unisci a me» disse
roco.
Vegeta
cercò di rimettersi in piedi, ringhiando: «Cerca
di
rinsavire, piuttosto. Ti preferisco tonto, piuttosto che
pazzo».
«Non
c’è bisogno che tu sia così duro con
me. Sono solo un tuo
fedele suddito. Non vorrai deludere la stirpe da cui discendi prendendo
le
difese di esseri così inferiori» lo
provocò Kakaroth.
Vegeta
cercò di raggiungerlo con un ki-blast al viso.
«Tra quelli
che chiami esseri inferiori ci sono anche i nostri figli! In cui scorre
il
nostro sangue…» ribatté.
«Mezzosangue»
lo interruppe Kakaroth.
«e
i nostri amici…» continuò Vegeta,
rischiando di cadere in
avanti.
«I
saiyan non possono essere amici di esseri così
inferiori»
ribatté Kakaroth, mettendoglisi dinnanzi.
«…
per non parlare delle donne che amiamo. Se non vuoi tornare
in te stesso per me, fallo almeno per la tua amata Terra e per la tua
Chichi.
Hai idea di quanto tutti contino su di te o di quanto stia soffrendo
tua
moglie?» gli domandò Vegeta.
Kakaroth
sorrise e le sue iridi brillarono. «Hai ragione. Devo
proprio vedere la faccia di quella gallina starnazzante»
disse, afferrando
Vegeta per un braccio, e portandosi due dita unite alla fronte.
Vegeta
riuscì a liberarsi dalla presa e si allontanò. Le
gocce
di pioggia qui erano più lente e sporadiche. Si
guardò intorno, mentre il vento
gli sferzava il viso.
«Il
palazzo del Supremo?» si domandò, riconoscendo la
struttura
sotto di lui.
«Papà!»
gridò Trunks.
Vegeta
abbassò lo sguardo e lo riconobbe, era in piedi accanto a
Goten e a Dende.
«Vegeta!»
sbraitò Bulma con voce terrorizzata.
Il
principe dei saiyan si voltò di scatto e scanso un pugno
dell’avversario. Lo scontro riprese, con colpi dati con
ancora più foga e
furore.
«Che
cazzo speri di ottenere portando mi qui?!» sbraitò
Vegeta.
"Sono tutti qui! Tutti! Potrebbe spazzarli via con un solo colpo"
pensò.
Kakaroth
scoppiò a ridere sguaiatamente. Junior volò nella
direzione dei due avversari, trascinando Crilin.
«Intromettetevi
e farò saltare in aria questo insulso pianeta!»
gridò Kakaroth.
Junior
s’immobilizzò e Crilin guardò Goku,
impallidì vedendo il
ghigno dell’altro trasfigurargli il volto.
«Sembra
Broly» gemette. "Quello non può essere davvero il
mio migliore amico" pensò.
Gohan
prese in braccio Goten e lo strinse a sé, digrignando i
denti. "Mi sembrava di rivivere in peggio lo scontro contro Ginew" si
disse.
Junior
riatterrò dietro il suo allievo e gli mise una mano sulla
spalla, stringendo.
Chichi
riaprì gli occhi e strillò, Bulma la raggiunse,
s’inginocchiò al suo fianco e
l’abbracciò.
«Tranquilla,
Vegeta non vuole fargli del male. Sta solo cercando
di farlo tornare in sé» la rassicurò.
Calde
lacrime solcarono il viso di Chichi. «Quello non è
il mio
Goku» disse la terrestre, indurendo il tono.
Popo
raggiunse Dende e alzò il capo. «Avete capito cosa
sta
succedendo, Supremo?» domandò.
«Intorno
a lui c’è un alone argentato. Non a livello di
aura, ma
proprio fisicamente. Quello è un lato della mente di Goku,
quella repressa. Ciò
che noi conosciamo comunemente come Goku è sicuramente
rinchiuso in una parte
recondita della sua mente» spiegò Dende.
Le
orecchie di Junior tremarono.
«Vegeta,
è come quando sei diventato Majin! Possiamo farlo
tornare in sé, solo che dobbiamo trovare
l’incantesimo!» gridò Junior rivolto a
Vegeta.
«Splendido»
mormorò Vegeta, raggiungendo Kakaroth con una
ginocchiata al mento.
Kakaroth
si massaggiò il mento e scoppiò a ridere,
alzò l’altra
mano verso il cielo e caricò un’onda grande quanto
l’intero palazzo del
supremo.
Crilin
spalancò la bocca, guardando la sfera energetica.
«Sembra
un gigantesco sole nero” sussurrò con voce rauca.
«È
bellissima» sussurrò Goten, osservando le sferette
nere
danzare intorno alla sfera più grande.
«Anti-Genkidama!»
sbraitò Kakaroth, lanciandola.
«Ha
un’aura spaventosa! Se quell’attacco raggiunge la
Terra,
saremo spacciati!» gridò Junior. Scattò
in volo in contemporanea con Gohan e
Crilin.
Vegeta
gridò, emanando al massimo la sua aurea, ritrasformandosi
in supersaiyan blue. Bloccò la sfera con entrambe le
braccia, gli occhi
sgranati, la pelle gli bruciava, il sudore gli scendeva lungo il corpo
e il suo
battito cardiaco era accelerato.
Gohan,
Crilin e Junior afferrarono a loro volta la sfera,
aiutandolo a bloccarla.
«Vegeta,
so cosa fare!» gridò Junior.
Gohan
guardò il suo maestro. "Ha la stessa aria risoluta
che aveva quando ha trovato il modo per distruggere i robot di
MetalCooler" pensò.
«Ossia?!
Non ce la faccio più!» sbraitò Vegeta
con voce
gracchiante.
«Dobbiamo
concentrare la nostra energia in un unico punto!»
spiegò Junior. "Oh no, l’ultima volta non mi
è andata bene con una tecnica
così" pensò Crilin.
Vegeta
caricò un Big Bang Attack, Junior un Makankosappo e
Crilin un’onda energetica e, colpendo con tutti e tre gli
attacchi lo stesso
punto dell’anti-genkidama, la rilanciarono contro Kakaroth.
Quest’ultimo schivò
l’attacco che venne spedito contro il sole, dove esplose con
un bagliore
nerastro.
Crilin
scese in volo, atterrò a terra e perse i sensi, C18 corse
nella sua direzione.
Gohan
perse i sensi, Junior lo afferrò al volo e lo
portò fino a
Videl, stendendolo ai piedi della fidanzata.
Vegeta
era piegato in avanti, ansimante, con le braccia
abbandonate.
Kakaroth
scomparve, raggiunse Junior alle spalle e lo raggiunse
con un colpo al collo facendogli perdere i sensi e ricomparve davanti
al
principe dei saiyan. Scoppiò a ridere, piegando
all’indietro la testa.
«Hai
idea di cosa sia la sofferenza?!» gridò.
Vegeta
rabbrividì, cercando d’incrementare
l’aura.
Kakaroth
lo raggiunse con un pugno al viso, facendolo cadere
all’indietro e infierì con una ginocchiata alla
schiena, proiettandolo in alto.
Vegeta
socchiuse gli occhi, la risata dell’altro gli risuonava
nelle orecchie, le urla degli altri gli arrivavano ovattate.
"Devo
reagire! Più un saiyan vede la preda debole, più
diventa inarrestabile. Il mio sangue diventerà sempre
più interessante per lui.
Se solo riuscissi a muovere!" pensò.
Bulma
singhiozzò, con gli occhi sgranati. «Lo sta
massacrando»
gemette; e sue lacrime si confusero con le gocce di pioggia.
Kakaroth
afferrò Vegeta per i capelli, immobilizzando e lo
raggiunse con una serie di pugni al viso, spaccandogli il naso e il
labbro.
«Io
ti ho visto piangere, mio caro principe. Ti ho sentito implorarmi
e ho visto come questi inetti ti hanno cambiato»
sibilò Kakaroth, mentre la
trasformazione di Vegeta cessava.
«Quel
mostro sta ottenebrando il vero Goku, non penso che potrà
uscire per fermare questo scempio» sussurrò Dende.
«Supremo,
andiamo, dovete cercare l’incantesimo per fermarlo»
gli mormorò Popo, trascinandolo con sé dentro il
Supremo.
"Non
posso perdere, non voglio" si disse Vegeta,
vomitando sangue. "Questo succede perché entrambi non ci
siamo accettati.
Ci siamo caricati dei peccati del nostro popolo, senza accettarne
l’orgoglio
fino in fondo. Dovevamo portarne avanti i pregi, non vergognarcene".
«Ti
prego, mostro, ridammi mio marito. Ti prego Goku, amore mio,
torna da me» gemette Chichi.
«Vegeta,
resisti!» gridò Bulma.
Vegeta
riaprì di scatto gli occhi, le sue iridi color ossidiana
brillarono di riflessi blu scuro. Si ritrasformò in
supersaiyan blu e, con una
gomitata, si liberò da Kakaroth. Lo tempestò di
pugni, raggiungendolo con una
serie di calci al petto. «Anche da saiyan sai essere meglio
di così!» sbraitò.
Kakaroth
indietreggiò, ansimando. La testa di Vegeta ricadde
più
volte in avanti, ma il principe dei saiyan schivò un pugno
dell’avversario e lo
raggiunse con un calcio al collo, mozzandogli il respiro.
"Coraggio
Vegeta, la luce dei tuoi poteri sfida ancora
questa tempesta" pensò 18, mentre con Marron stendeva la
testa di Crilin
sul cuscino che Chichi aveva lasciato libero.
Vegeta
allontanò l’avversario utilizzando
l’onda d’urto
dell’incremento della sua aura.
Kakaroth
sorrise, le sue iridi nere brillavano di riflessi
blu-azzurri dovuti alla propria aura.
"Finalmente
sono libero! Sono così euforico, sento il mio
animo esaltato dal furore!
Mi
dispiace per il povero principe, ma voglio solo giocare un
po’.
Non
è mai stato detto che per conquistare il mondo non ci si
debba divertire" rifletté.
Raggiunse
Vegeta con una kamehameha nera, il principe dei saiyan
precipitò, superò il tempio del Supremo e
l’obelisco di balzar, attraversando
le nuvole e rovinò pesantemente al suolo, scavando
un’immensa voragine. Fulmini
illuminavano il cielo dalle nuvole nere e cariche di pioggia.
Il
principe dei saiyan perse i sensi.
Kakaroth
scoppiò a ridere con più forza, tornò
normale e si
trasformò in supersaiyan di terzo livello, lanciando delle
sfere color pece
sopra di sé.
Gohan
mugolò, riprendendosi, riaprì gli occhi e si mise
in
ginocchio. Si rialzò in piedi e si trasformò nel
Mystic; partendo all’attacco
contro Kakaroth.
Trunks
si mise a correre, levitò oltre il bordo del palazzo del
Supremo e scese verso terra, raggiungendo il corpo esanime del genitore
in
picchiata.
«Papà!»
chiamò, raggiuntolo.
Sopra
di lui, risuonavano i colpi dei due contendenti.
Gohan
cercò di raggiungere l’avversario con una gomitata
alla
schiena, ma Kakaroth si teletrasportò sopra di lui e lo
raggiunse con un’onda
energetica nera tre volte più potente del normale, facendolo
precipitare privo
di sensi.
Gohan
si conficcò nel pavimento del palazzo, mandando in pezzi
una serie di mattonelle. «Fratellone!”
gridò Goten, raggiungendo il maggiore.
Kakaroth
si teletrasportò davanti a Vegeta.
«Non
deludermi così! Non puoi essere già
stanco» gridò. Cercò di
raggiungere Trunks con uno schiaffo, ma Vegeta, mettendosi in
ginocchio, fermò
il colpo.
«Vai
via!» ordinò al figlio che, annuendo,
spiccò il volo.
«Tsk.
Non prendermi per un codardo» sibilò Vegeta,
scattò e
afferrò il piede di Kakaroth, lo tirò facendolo
scivolare.
Kakaroth,
con una capriola in aria, si rimise in piedi. «Non era
mia intenzione mancarle di rispetto, principino. Vedrò di
prepararmi alla mossa
finale» disse mellifluo, incrementando l’aura.
Vegeta
si acquattò a terra e gli balzò addosso,
facendolo cadere
all’indietro. Kakaroth, con una capriola, ribaltò
le posizioni e con l’altra
mano riteletrasportò entrambi nel luogo in cui si erano
scontrati prima: il
deserto ora tramutato in una zona fangosa.
Vegeta
si dimenò, liberandosi dalla presa di Kakaroth e
precipitò a faccia in giù, il naso
iniziò a sanguinargli a seguito della
caduta.
Kakaroth
sorrise, atterrando in piedi. "Meglio tenersi
lontani dal demone e i mezzosangue, possono aiutarlo più di
quanto
credessi".
Il
cielo sopra di loro si stava rasserenando, i nuvoli neri
stavano diventando sempre più minuti e candidi,
s’intravedevano scorci
d’azzurro. Man mano il sole stava tornando a illuminare i due
contendenti.
Vegeta
aveva il viso segnato da tagli sanguinanti, medesime
ferite si aprivano su tutto il suo corpo, il suo occhio destro era
pesto e
chiuso, la sua gamba sinistra e il suo braccio destro ricadevano inerti
ricoperti di sangue.
Kakaroth
gli lanciò contro un ki-blast, Vegeta balzò
lateralmente tenendosi il braccio destro, lo lasciò andare e
lanciò una serie
di ki-blast azzurri e bianchi.
Riatterrò
su un fianco con un mugolio, si sdraiò a faccia in su
e con un colpo di reni si rimise in piedi, ondeggiando, tenendosi ritto
su un
piede solo. Spiccò il volo verso l’avversario.
Una
colonna di fuoco fuoriuscì dal terreno, frapponendosi fra i
due sfidanti e Vegeta scattò all’indietro.
Altre
colonne di fuoco si alzarono dal fango rossastro, che si
stava via via indurendo, circondando il principe dei saiyan.
Vegeta
indietreggiò, mettendosi al centro del cerchio
incandescente.
"Queste
fiamme sembrano dotate di vita propria" pensò.
Il calore aumentava sempre di più, la pelle del saiyan si
scottò in più punti,
la sentiva sfrigolare, alcune fiamme lambirono la stoffa lacera e
sporca della
sua battle-suit.
Vegeta
cercò di spiccare il volo, ma le fiamme si chiusero sopra
di lui. Ingoiò dei gemiti di dolore dovuti alle ustioni che
stava riportando in
diversi punti del corpo.
"Se
la mia fine arriverà attraverso queste lingue di fuoco,
ben venga.
Combatterò
fino alla fine, che nessuno dica mai che il principe
dei saiyan si è arreso senza dare battaglia"
pensò.
Emanò
tutta la sua aurea residua, spegnendo man mano i dolmen di
fuoco che lo circondavano. Le fiamme rosso arancioni si piegavano,
morendo
dinnanzi alla potenza della sua aura; scomparvero in un ultimo sbuffo
di fumo,
lasciando dei segni nerastri sul fango solidificato.
Vegeta
cadde in ginocchio, l’aura azzerata e lo sguardo vacuo,
le membra abbandonate.
Kakaroth
gli si mise davanti e s’inginocchiò davanti a lui;
sorrise e intorno alla sua mano comparve una striscia di luce argentea.
«Cos…»
biascicò Vegeta, mentre Kakaroth gli appoggiava la mano
sul petto.