Cap.9
So chi sono?
Sono
al limite e sto urlando il mio nome a
squarciagola,
come
uno stupido, al limite dei miei polmoni
Il
Capitano Rogers si allontanò dal palazzo di
Giustizia, stringendosi nel cappotto che indossava. Il satellite di
Stark lo
stava puntando.
"Continuo
a seguirlo, signore?" chiese
Jarvis.
Tony
si passò la mano sul volto corrucciando la fronte
con gli occhi arrossati.
"Saresti
un leader migliore di me,
Tony" soffiò Steve.
Tony
voltò il capo, sentendo le labbra
dell'altro alla base della propria schiena.
"Ah?"
chiese.
Steve
gli poggiò un bacio sul solco dei
glutei, sorrise.
"Ti
seguono, no?".
Tony
roteò gli occhi sbuffando, affondò il
capo nel cuscino.
"Sei
tu il nostro Capitano".
Deglutì,
espirò ed annuì appena.
"Il
nostro amico ha un segreto, dobbiamo scoprire
quale".
Il
Capitano superò un paio di barboni e si diresse in
vicoli man mano sempre più stretti, fino ad arrivare a uno
deserto. Il lampione
dell'ultimo vicolo era semi-spento, il luogo era illuminato dalle luci
dei
palazzi.
Aprì
una porta metallica ed entrò, scendendo lungo
delle scalinate sporche.
"Sembra
sia entrato in un tunnel" comunicò
Jarvis.
Tony
annuì, fece scorrere lo sguardo su una serie di
schermate e alcune si chiusero, altre si aprirono e dei sensori rossi
lampeggiarono.
"Ok.
Seguiamolo J" ordinò.
"Gli
sono proprio dietro, sir".
La
porta metallica si richiuse con un tonfo e il boato
risuonò nel seminterrato, il Capitano avanzò.
L'ambiente
era umido, si sentivano le tubature
gocciolare. Avanzò tra una serie di uova alte quanto lui,
trasudanti una melma
radioattiva e luminosa. Superò una parete su cui erano
appesi dei mantelli
rossi. In più punti il pavimento era sporco di sangue e
delle mosche gli
ronzavano intorno.
Al
centro del seminterrato c'era un trono su cui era
seduta una bambina umanoide dalla pelle verde, rigata e le orecchie a
punta.
Le
sue iridi arancioni brillavano nell'oscurità e i
suoi capelli erano agghindati con uno chignon tenuto fermo da delle
stecche di
legno.
Tony
si bloccò sentendo il fiato mancare, guardò fisso
lo schermo osservando la bambina guardare intensamente il Capitano.
"Devo
intervenire, sir?" chiese Jarvis.
Tony
scosse il capo, deglutì percependo il sudore
freddo e il battito accelerato.
"Non
ancora. Vediamo chi è la piccola signora
delle uova".
Il
Capitano strinse un pugno spasmodicamente, mentre
si approssimava a lei. La melma verde e l'acqua che gocciolava dai tubi
si
mischiavano ristagnando in pozzanghere coprendo alcune delle macchie di
sangue.
La
bambina gli porse la manina, guardandolo con gli
occhi socchiusi.
"Che
nuove riporti?" chiese, con tono duro.
Tony
strinse i pugni fino a farsi male, sentendo la
testa pesante e il battito rimbombargli nelle orecchie.
<
Se lo sapevo, cosa mi ferisce così? > si
chiese.
Alcune
uova pulsavano, altre tremavano, immensi feti
si dimenavano dentro di essi.
Piccoli
simboli e ringhi si alzavano da uno dei più
luminosi e ricoperti di melma, si vedeva una membrana che lo avvolgeva
oltre il
guscio.
Il
Capitano si mise in ginocchio, prese il palmo della
bambina e lo baciò. Piegò il capo, emise un breve
sospiro.
"Ho
la piena fiducia degli eroi del pianeta, mia
signora. Possiamo sostituire un altro membro senza che sia sospetto".
Un
rivolo di sudore gli scivolò lungo la guancia, mentre
cercava di nascondere una
smorfia.
Tony
sobbalzò, deglutì e strinse gli occhi.
La
regina bambina annuì.
"Non
serve sostituire Tony Stark, in quanto già
dei nostri. Forse è tempo di sostituire la Romanoff. In
quanto agente ha
accesso a dati che potrebbero esserci utili".
Il
capitano alzò il capo aggrottando la fronte.
"Stark
è uno dei nostri, mia signora?".
Tony
trattenne il fiato, iniziando a tremare convulsamente.
Scosse il capo chiudendo gli occhi.
<
Non crederle. Dio, non crederle > pensò.
La
bambina annuì, poggiandosi la mano sulle gambe.
"Naturalmente,
uno dei nostri inconsapevoli.
Sennò per quale motivo credi sia diventato così
potente? Lo è per aiutarci".
Il
Capitano sorrise, con aria più rilassata.
“Attraverso
di lui, ci vendicheremo dei Kree. Avremo
di nuovo una casa” disse la piccola.
Tony
indietreggiò, cadde in terra e gli schermi
tremarono. Vide la Regina ondeggiare la piccola mano.
"Torna
da loro, e inventa una missione per te e
la donna. La prenderemo e avremo fatto un passo avanti".
Tony
deglutì vedendo Steve annuire, si mise in piedi e
ansimò indietreggiando ancora.
"J?
Dobbiamo subito dirlo al Capitano e trovare
qualcosa da fare".
"Subito
verso casa, sir".