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Autore: kamy    18/09/2016    1 recensioni
[Ispirata alla canzone Echo di Jason Walker].
Tony fa parte degli Avengers da tre anni. Si fida del Leader, anche se Capitan America cerca di convincerlo a diventare leader al suo posto.
E se scoprisse che tutto quello che ha vissuto fin'ora è stata solo una menzogna?
Genere: Azione, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap.9 So chi sono?

Sono al limite e sto urlando il mio nome a squarciagola,

come uno stupido, al limite dei miei polmoni



Il Capitano Rogers si allontanò dal palazzo di Giustizia, stringendosi nel cappotto che indossava. Il satellite di Stark lo stava puntando.

"Continuo a seguirlo, signore?" chiese Jarvis.

Tony si passò la mano sul volto corrucciando la fronte con gli occhi arrossati.

 

"Saresti un leader migliore di me, Tony" soffiò Steve.

Tony voltò il capo, sentendo le labbra dell'altro alla base della propria schiena.

"Ah?" chiese.

Steve gli poggiò un bacio sul solco dei glutei, sorrise.

"Ti seguono, no?".

Tony roteò gli occhi sbuffando, affondò il capo nel cuscino.

"Sei tu il nostro Capitano".

 

Deglutì, espirò ed annuì appena.

"Il nostro amico ha un segreto, dobbiamo scoprire quale".

Il Capitano superò un paio di barboni e si diresse in vicoli man mano sempre più stretti, fino ad arrivare a uno deserto. Il lampione dell'ultimo vicolo era semi-spento, il luogo era illuminato dalle luci dei palazzi.

Aprì una porta metallica ed entrò, scendendo lungo delle scalinate sporche.

"Sembra sia entrato in un tunnel" comunicò Jarvis.

Tony annuì, fece scorrere lo sguardo su una serie di schermate e alcune si chiusero, altre si aprirono e dei sensori rossi lampeggiarono.

"Ok. Seguiamolo J" ordinò.

"Gli sono proprio dietro, sir".

La porta metallica si richiuse con un tonfo e il boato risuonò nel seminterrato, il Capitano avanzò.

L'ambiente era umido, si sentivano le tubature gocciolare. Avanzò tra una serie di uova alte quanto lui, trasudanti una melma radioattiva e luminosa. Superò una parete su cui erano appesi dei mantelli rossi. In più punti il pavimento era sporco di sangue e delle mosche gli ronzavano intorno.

Al centro del seminterrato c'era un trono su cui era seduta una bambina umanoide dalla pelle verde, rigata e le orecchie a punta.

Le sue iridi arancioni brillavano nell'oscurità e i suoi capelli erano agghindati con uno chignon tenuto fermo da delle stecche di legno.

Tony si bloccò sentendo il fiato mancare, guardò fisso lo schermo osservando la bambina guardare intensamente il Capitano.

"Devo intervenire, sir?" chiese Jarvis.

Tony scosse il capo, deglutì percependo il sudore freddo e il battito accelerato.

"Non ancora. Vediamo chi è la piccola signora delle uova".

Il Capitano strinse un pugno spasmodicamente, mentre si approssimava a lei. La melma verde e l'acqua che gocciolava dai tubi si mischiavano ristagnando in pozzanghere coprendo alcune delle macchie di sangue.

La bambina gli porse la manina, guardandolo con gli occhi socchiusi.

"Che nuove riporti?" chiese, con tono duro.

Tony strinse i pugni fino a farsi male, sentendo la testa pesante e il battito rimbombargli nelle orecchie.

< Se lo sapevo, cosa mi ferisce così? > si chiese.

Alcune uova pulsavano, altre tremavano, immensi feti si dimenavano dentro di essi.

Piccoli simboli e ringhi si alzavano da uno dei più luminosi e ricoperti di melma, si vedeva una membrana che lo avvolgeva oltre il guscio.

Il Capitano si mise in ginocchio, prese il palmo della bambina e lo baciò. Piegò il capo, emise un breve sospiro.

"Ho la piena fiducia degli eroi del pianeta, mia signora. Possiamo sostituire un altro membro senza che sia sospetto". Un rivolo di sudore gli scivolò lungo la guancia, mentre cercava di nascondere una smorfia.

Tony sobbalzò, deglutì e strinse gli occhi.

La regina bambina annuì.

"Non serve sostituire Tony Stark, in quanto già dei nostri. Forse è tempo di sostituire la Romanoff. In quanto agente ha accesso a dati che potrebbero esserci utili".

Il capitano alzò il capo aggrottando la fronte.

"Stark è uno dei nostri, mia signora?".

Tony trattenne il fiato, iniziando a tremare convulsamente. Scosse il capo chiudendo gli occhi.

< Non crederle. Dio, non crederle > pensò.

La bambina annuì, poggiandosi la mano sulle gambe.

"Naturalmente, uno dei nostri inconsapevoli. Sennò per quale motivo credi sia diventato così potente? Lo è per aiutarci".

Il Capitano sorrise, con aria più rilassata.

“Attraverso di lui, ci vendicheremo dei Kree. Avremo di nuovo una casa” disse la piccola.

Tony indietreggiò, cadde in terra e gli schermi tremarono. Vide la Regina ondeggiare la piccola mano.

"Torna da loro, e inventa una missione per te e la donna. La prenderemo e avremo fatto un passo avanti".

Tony deglutì vedendo Steve annuire, si mise in piedi e ansimò indietreggiando ancora.

"J? Dobbiamo subito dirlo al Capitano e trovare qualcosa da fare".

"Subito verso casa, sir".

  
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