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Autore: Pandora86    19/09/2016    4 recensioni
Spoiler quinta stagione.
Artù e Merlino. Il re e il mago. Due facce della stessa medaglia.
Due anime legate da un filo indissolubile che finisce, inevitabilmente, per spezzarsi in ogni tempo e in ogni luogo.
Ma forse, era finalmente giunto il tempo in cui le due facce della medaglia avrebbero potuto riunirsi, portando a termine il proprio destino.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Nel futuro
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Ecco il nuovo capitolo.
Come sempre, grazie per le bellissime recensioni.
Grazie anche a chi continua a inserire la storia tra le preferite le seguite e le ricordate.
E, ovviamente, grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
Ci vediamo a fine capitolo per le note.
Per adesso, buona lettura.
 
 
 
 
Capitolo 76. Oltre i limiti più estremi
 
 
“Non ti sei ubriacato per caso!”.

Nessuna domanda, nessun interrogativo.

Una costatazione secca e veritiera.

Un’affermazione assurda ma, al contempo, più realistica che mai.

Erano state queste le parole di Gwaine in risposta all’affermazione di Kyle.

Perce ha scelto di restare.

Perce ha scelto di restare.

Ora si spiegava la rabbia di Kyle verso Gabriel. Kyle si era arrabbiato per qualcosa in particolare… qualcosa di serio.

Qualcosa che si era verificato prima del tempo.

Perché, tutti loro erano potenzialmente immortali. Già potenzialmente. Ed era qui che stava la differenza. La differenza di tutto.

Perce aveva scelto. Come e quando ancora non si sapeva ma aveva scelto. Scelto di restare!

I Guardiani li avevano sempre tenuti d’occhio, d’altronde, questo Gwaine lo aveva capito da tempo.

Non Artù ma tutti loro. Il perché gli era stato accennato da Kyle, quella sera stessa, tramite il rimprovero che aveva fatto a Gabriel.
 

I cavalieri hanno del potenziale, Gabriel. Lo abbiamo sempre saputo.
 

E poi, ancora…
 

Hai ignorato questo dato fondamentale.
 

Queste erano state le parole di Kyle rivolte a Gabriel, quella stessa sera, appena poche ore prima. Sembrava passato molto più tempo ma, in realtà, quelle parole, ora, erano più nitide che mai nella mente di Gwaine.

Parole dure, pronunciate con rabbia.

Parole che esprimevano una sentenza.

Parole di rimprovero!

Parole di rimprovero rivolte a uno come Gabriel.

Quante erano le possibilità che un essere dell’intelligenza di Gabriel venisse rimproverato? Nessuna!

La domanda quindi era: da chi Gabriel poteva essere rimproverato? Solo da un essere che fosse più esperto e scaltro di lui, ovvio!

Kyle, per l’appunto.

 Era questo il dato che Gwaine non doveva ignorare.

I Guardiani dovevano aver fatto molte ipotesi su di loro, nel corso degli anni. Non a caso, si erano fatti assumere nell’azienda di Artù. Per proteggerli dai tre stregoni, certo, ma anche e soprattutto per studiarli.

Perché, per risolvere la faccenda della Coppa della Vita – come lo stesso Kyle aveva affermato la sera che si erano rivelati – ne sarebbe bastato uno soltanto di loro.

Invece no, avevano agito tutti insieme.

La loro strategia era stata perfetta e impeccabile. Ed era proprio alla luce di ciò che Gwaine non credeva più che Kyle si fosse ubriacato per caso.

Nei pressi di casa sua poi? No, le coincidenze erano troppe per non divenire certezza.

Uno stratega di quel calibro non poteva ridursi così senza un motivo valido.

Motivo che, a quel punto, Gwaine voleva conoscere.

Motivo che, Gwaine sospettava fortemente, avesse a che fare con l’improvvisa, ma al contempo prevista, nascita del rubino.

Perché quel rubino doveva nascere, di questo Gwaine ne era quasi certo. Però, probabilmente, era stato il momento ad essere sbagliato.

“Non ti sei ubriacato per caso” affermò allora Gwaine, ripetendo la frase con una luce decisa negli occhi mentre fissava il Guardiano senza abbassare lo sguardo. “Ed io, stasera, voglio sapere il perché”.

“Stanotte, non stasera se proprio vogliamo essere precisi” ridacchiò Kyle.

Gwaine lo guardò storto e il Guardiano si ricompose.

“Finalmente, hai posto le giuste domande e fatto le corrette osservazioni, cavaliere” disse, con un volto serio che Gwaine gli aveva visto poche volte.

O comunque, poche volte rivolto a lui!

“Sì, non mi sono ubriacato per caso” confermò il Guardiani, incrociando le mani sotto il mento. “Niente, di quella serata, è avvenuto per caso” e marcò le parole. “Certo, avrei evitato volentieri di farmi conciare in questo modo” e si indicò la faccia ridacchiando, “ma tendo ad essere particolarmente velenoso ed offensivo da ubriaco” e stavolta rise apertamente.

“Non faccio fatica a crederci” non riuscì a trattenere il commento Gwaine e Kyle rise allegro.

“Ma, a questo, ci eri già arrivato” riprese Kyle quando le risa cessarono. “Quello che non hai capito è il perché” e fece un istante di pausa. “Io credo che, finalmente, tu sia pronto a capire il motivo delle mie decisioni”.

“Tutta la verità, allora” lo incalzò Gwaine e Kyle annuì con il capo.

Tutta la verità, cavaliere”.
 

***
 

Che cosa significa ciò?

Erano questi i pensieri di Perce mentre osservava sgomento quello che Gabriel gli aveva indicato.

Com’era possibile?

Quello che stava osservando era uno… uno… specchio.

Già… solo e soltanto uno specchio.

Uno semplice specchio che, però, riproduceva perfettamente la sua immagine!

Che cosa significava tutto quello?

Questo continuava a chiedersi Perce, mentre un pensiero angosciante prendeva vita.

No… non era possibile… non poteva essere morto!

Eppure, non riusciva a staccare gli occhi dallo specchio che rifletteva il suo corpo.

Perché quello era il suo corpo.

Era suo il volto che, in quel momento, gli rivolgeva uno sguardo sgomento. Lo stesso sguardo che, evidentemente, doveva avere in quel preciso istante.

Ma com’era possibile una cosa del genere?

Lui era tornato ad Avalon, non si sapeva come.

Eppure, credeva di esserci tornato sotto forma di energia.

Altrimenti, perché aveva avuto tutte quelle difficoltà con le percezioni e i sensi?

Eppure… quello era proprio il suo corpo.

Ma… se lui era lì con il corpo… cos’era rimasto allora di lui, nella vecchia dimensione che aveva lasciato?

Era questo il motivo per il quale Gabriel aveva deciso di raggiungerlo?

Anche Gabriel aveva un corpo, in quella dimensione. Eppure, Perce credeva che, dato il suo potere, fosse una cosa normale.

Del resto, anche la Dama aveva un corpo.

Ma per lui, che non aveva il loro potere – nessun tipo di potere, a dirla tutta – non era così. Non doveva essere così!

Lui, nella sua prima visita ad Avalon, non aveva avuto un corpo solido, questo Perce lo sapeva bene.

Adesso, invece, sì!

Per questo Gabriel gli aveva chiesto di guardare nello specchio.

Ma… perché?

Era questa la domanda alla quale era fondamentale rispondere.

Gabriel aveva un corpo in quella dimensione, Perce lo aveva visto quando era riuscito ad usare la vista.

Ma Gabriel era un Guardiano, nel corpo di un essere umano, dal potere immenso, quindi Perce non si era preoccupato di ciò.

La Dama aveva sempre avuto un corpo da quando Perce la conosceva sin dalla sua prima visita ad Avalon, quindi era normale che continuasse ad averlo.

Inoltre, lei era morta per poter accedere a quel mondo con la sua nuova forma, senza lasciare nessun corpo nella dimensione che abbandonava definitivamente.

E lui?

Possibile che anche a lui fosse toccata la stessa sorte? Com’era potuto succedere?

Qual era l’ultimo ricordo che aveva da umano?

Facile: l’odore della pelle di Gabriel mentre lo abbracciava, prima di addormentarsi.

Poi… sì, ricordava chiaramente di essersi svegliato e di aver continuato ad assaporare quelle sensazioni che solo il corpo di Gabriel, a contatto con il suo, sapeva dargli.

Lui non era un Guardiano che aveva il potere di spostarsi da una dimensione all’altra senza subire danni.

E Perce sapeva benissimo che Gabriel e gli altri erano in grado di fare ciò, anche se la loro consistenza era cambiata.

Non avevano, infatti, sottolineato più volte come il loro potere fosse rimasto intatto?

D’altro canto, loro vivevano abbassando continuamente il loro potere, per permettere al pianeta di non subire ripercussioni.

Tuttavia, anche se non potevano farlo per non causare danni al pianeta, non voleva dire che non fossero più in grado di farlo.

Ovviamente, la situazione doveva essere estrema per giustificare un simile uso del loro potere.

Il dubbio gli si insinuò nella mente, sempre più forte e insistente.

E se…

E se quella era una situazione estrema, tanto che aveva convinto Gabriel a raggiungerlo?

E se questo non fosse il viaggio che aveva prospettato Gabriel?

Possibile che la situazione estrema fosse… la sua morte?
 
 

***
 

“Come avrai capito” esordì Kyle con calma, decidendo di accendersi un’altra sigaretta, “abbiamo cominciato le nostre osservazioni su di voi sin dalla vostra nuova nascita in quest’era” e fece un istante di pausa accavallando le gambe.

“Il nostro primo quesito, nei secoli scorsi, è stato: chi sarebbe tornato?” e lo fissò intensamente. “Perché, come vi è stato spiegato, e come voi avevate già intuito” non poté fare a meno di punzecchiare l’altro con una piccola frecciatina, “il ritorno di ognuno di voi è stata una decisione appartenuta unicamente a voi e a voi soltanto” e Gwaine annuì incitandolo, con lo sguardo, ad andare avanti.

“I quesiti, nel corso dei secoli, sono stati molti. D’altro canto, Gabriel aveva creato il portale, la Dama ha poi scelto chi avesse dovuto risiedere ad Avalon ma voi, invece, come avreste utilizzato quest’opportunità?” e aspirò dalla sigaretta mentre Gwaine non si perdeva una parola di quello che l’altro diceva.

Capiva perché Kyle stesse giostrando il discorso in quel modo: metterlo a conoscenza dei loro passati quesiti, avrebbe reso più chiari i comportamenti da loro stessi avuti nel presente.

“Sarebbe tornato solo Artù? Sareste tornati rispettando le vostre differenze d’età nella vita precedente oppure a distanza di decenni? Queste sono state solo alcune delle domande poste.
L’unico dato sicuro che avevamo era l’intervallo temporale in cui eravamo certi che il Re tornasse” e fece cenno all’altro con la mano di non interromperlo. “Come lo sapevamo? Era questo, quello che stavi per domandare, vero?” e Gwaine annuì. “Beh, questo risale agli studi fatti da Gabriel, Lenn e Merlìha riguardo la storia di Merlino. Loro sono stati i primi a ipotizzare che il periodo di massima crisi per Albion, e quindi il ritorno del Re, sarebbe stato proprio in questo secolo, tantissimo tempo fa” e fece una pausa per raccogliere le idee.

“Fu questa l’ipotesi che mi fece capire che erano i Guardiani giusti per mettere in atto il mio piano” e ridacchiò.
Gwaine lo scrutò capendo, solo in quell’istante, che Kyle non si stava limitando a raccontargli i fatti riguardanti il rubino o quelli del loro ritorno. Kyle era andato agli albori della storia, raccontandogli quelli che, un tempo, erano stati i suoi personali piani e progetti.

Gli stava raccontando il vero motivo del percorso storico che loro vivevano e dello scompenso che avevano creato.
Gli stava parlando di sé stesso.

Curioso come non mai, si raddrizzò istintivamente sulla schiena, sporgendosi verso di lui per incitarlo a parlare ancora.

“Come vedi, nonostante la storia sia completamente cambiata” e fece una pausa, “questa ipotesi è stata rispettata. Non ti chiedi come mai?” domandò non aspettandosi tuttavia la risposta dell’altro. “Devi sapere che Gabriel, Lenn e Merlìha, sono stati i primi a ipotizzare un possibile legame tra le anime di Merlino e Artù, fino a capire la verità” e fece una pausa, “e cioè che sono entrambi parti di una stessa anima. Cosa che io ho sempre saputo” e ridacchiò.

“Tutti i Guardiani che si sono occupati del tempo di Camelot, non hanno mai capito la verità, genitori di Gabriel e Merlìha compresi. Anche se io puntavo abbastanza su di loro, in realtà” e andò con la mente, per un istante, a ricordi lontanissimi.

“Quando ho capito che cosa avevano intenzione di fare Gabriel, Merlìha e Lenn, ho compreso che, finalmente, erano arrivati quelli giusti”.

“Quelli giusti per attuare il tuo piano” non riuscì a trattenersi Gwaine, chiedendosi a quali verità scottanti avrebbe portato quel discorso.

“Esattamente” confermò con naturalezza Kyle. “Fu Lenn, per amor di precisione, ad avere l’intuizione giusta” ci tenne a precisare. “Fu Gabriel, invece, a capire che il periodo di massima crisi per Albion sarebbe stato questo secolo”.

“Ma la storia non è andata come Gabriel aveva previsto” ci tenne a precisare Gwaine e Kyle ridacchiò.

“La storia, invece, è andata esattamente come Gabriel aveva previsto” lo corresse Kyle. “Fino alla morte del Re, almeno” specificò guardando l’altro con un sorriso bonario.

“Tipico degli esseri umani, non notare i particolari” e rise.

Gwaine si unì alla risata capendo che l’altro, per una volta, non lo stava prendendo in giro; in fondo, era vero!

“Poco contano i cambiamenti che sono avvenuti dopo” specificò ancora il Guardiano biondo.  “Quest’ipotesi, quella del ritorno del Re in questo secolo, nonostante tutti i cambiamenti avvenuti, si è rivelata corretta. Questo perché, proprio come la morte di Artù a Camelot, anche questa è una Tappa, la Tappa finale per il ritorno del Re” e fece una pausa per dare modo all’altro di assimilare le idee.

“Una Tappa che Gabriel e gli altri non avevano previsto avvenisse in questo modo e che, nonostante tutto, è avvenuta lo stesso. Una Tappa involontaria, diciamo così, che non fu mai stilata e che, eppure, si è verificata comunque. All’epoca, il periodo di massima crisi era dovuto alla scomparsa della magia. Ora, nel tempo che si è realizzato, è dovuto allo scompenso eccessivo del pianeta unito all’enormità di magia che Merlino si trova a controllare”.

“E quindi?” chiese Gwaine che stava incominciando a perdere il filo.

“E quindi, il Re è tornato perché richiamato dall’energia di Merlino in periodo di massima crisi che, guarda caso, è avvenuto in questo secolo. La vera intuizione, quella che ha portato a tutto, è stato cogliere la vera attrazione tra le loro energie. Quando si stendono i pilastri, non conta quello che c’è al loro interno o i cambiamenti che avverranno; i pilastri rimarranno immutati” e lo guardò intensamente.

 “Spiegati meglio” lo esortò Gwaine al limite della pazienza.

“Io ho sempre puntato Camelot” disse allora Kyle. “Non è un mistero, d’altronde. Quando ho visto l’incanto fatto a Melino da parte di Gabriel, e mi riferisco al Diamante Nero, ho capito che quella Camelot era l’epoca giusta per il mio piano. Quando ho capito quello che Gabriel aveva intenzione di fare riguardo Avalon, in pratica dare anche la possibilità materiale all’anima del Re di tornare, mi sono definitivamente convinto. Poco contavano i cambiamenti che avrei apportato alla storia e agli scompensi che ci sarebbero stati; il Re sarebbe ritornato esattamente quando era stata prevista la sua ricomparsa. Perché ci sono voluti molti secoli, affinché Merlino abbia potuto indossare il Diamante. E, una volta indossato, presto o tardi, avrebbe avuto bisogno di una controparte, per evitare di cedere definitivamente. Circa tre secoli, diciamo” e ridacchiò.

“Sono tre secoli che indossa l’anello” costatò Gwaine. “Avevi previsto tutto” e gli puntò l’indice contro.

“Ovvio che avevo previsto tutto” rise Kyle. “È stata più che altro una questione di numeri” specificò. “Con la differenza che questi numeri, tradotti per Merlino, sono stati secoli. Secoli in cui, a differenza di altre storie, non ha dovuto affrontare tutto da solo” specificò con un sorriso.

“Come vedi, questo, nonostante tutto, è il periodo di massima crisi per Albion. Periodo dove il Re, richiamato inconsciamente dal pericolo che correva la sua metà, è tornato alla vita” e aspirò nuovamente dalla sigaretta.

“Questo gli altri lo sanno?” chiese Gwaine sospettoso e Kyle rise fragorosamente.

“Ovvio che lo sanno” e scrollò le spalle. “Le mie macchinazioni sono note a tutti, oramai. Ne sono venuti a conoscenza quasi subito, in realtà, quando erano ancora Guardiani nel corpo. Si chiedevano, infatti, se il Re riuscisse a tornare con tutti gli scompensi che avremmo causato al mondo. Io li ho rassicurati al riguardo ed eccoci qui” e batté le mani allegramente.

“L’incognita, a quel punto, eravate voi” specificò Kyle. “Sareste tornati realmente? E per quale motivo poi?” cominciò a elencare.

“L’energia del Re, e il forte legame che Merlino aveva avuto con voi, sarebbero state motivazioni sufficienti a far varcare le vostre anime verso il confine dei vivi?” e si interruppe.

“Capisci che, una volta tornati, necessitavate di osservazioni più accurate da parte nostra” spiegò ancora. “Osservazioni che abbiamo sempre rimandato nel corso degli anni. La casuale venuta dei tre potentissimi stregoni ci ha fatto capire che il momento era giunto”.

“Per questo siete piombati tutti nel nostro ufficio” costatò Gwaine.

“Ovviò” rispose con noncuranza Kyle. “Osservare le vostre energie era fondamentale. Talmente fondamentale che, a un certo punto, le osservazioni sono diventate singole piuttosto che di gruppo” e guardò l’altro con il sorriso di chi la sapeva lunga.

Gwaine lo guardò perplesso non sapendo cosa dire. I tasselli, poco alla volta, cominciavano ad incastrarsi al posto giusto.

“Le vostre energie” continuò Kyle “erano sufficientemente potenti per farvi accedere all’immortalità. Come, però, il processo sarebbe avvenuto? Quale sarebbe stato il momento giusto? E per giusto, mi riferisco a Merlino” e sospirò. “Capirai anche tu, dopo averlo visto questa sera, che non era ancora preparato a sapere tutta la verità. Verità che gli ha rivelato il rubino. Perché è stata con la creazione del rubino che Perce ha scelto di restare. Una nascita del tutto inopportuna, considerato il momento, e che poteva essere rimandata. Una nascita avvenuta grazie a un forte contatto emotivo tra l’energia di Perce e quella di Gabriel” rivelò allora il Guardiano aspettando che l’altro assimilasse i concetti.

“Per questo, stasera, eri così arrabbiato” capì allora Gwaine e Kyle annuì.

“Gabriel ha fatto l’errore di sottovalutare l’energia di Perce che, nel suo animo, si è risvegliata grazie ai sentimenti che il cavaliere prova verso di lui” rivelò allora Kyle. “Ovviamente, è chiaro anche perché, a questo punto Perce sia tornato da Avalon: è stato richiamato dall’energia di Gabriel”.

“Quindi, anche loro…” parlò Gwaine non sapendo come concludere la frase.

“Pare che le loro energie vadano abbastanza d’accordo” la mise in termini spicci Kyle sorridendo. “Altrimenti, la pietra non sarebbe stata identica” chiarì con tono ovvio.

“Tutti voi avete le potenzialità” parlò ancora, “la prova è il processo che sì è avviato sulla tua spada. Un processo che si è messo in moto per tutti voi e che voi soltanto avete il potere di portare a compimento. In un modo o in un altro”.

“E tu, tutte queste cose, le avevi previste” scrollò le spalle Gwaine non sapendo cosa provare a riguardo.

“Diciamo che rientravano nelle ipotesi di tutti noi. Gabriel ha solo perso il controllo della sua emotività” chiarì Kyle.

“Io, d’altronde, sono stato molto più cauto” e ridacchiò. “Quando ho capito che avrei dovuto osservarti meglio, perché con il tuo carattere e la tua energia creavi scompensi nella mia mente rigorosa e ordinata, ho deciso di avvicinarmi a te più da vicino, prendendo le mie precauzioni e abbassando ai minimi storici la mia lucidità al fine di contenere il mio potere e rallentare le mie reazioni” rivelò.

“Quindi…” sgranò gli occhi Gwaine.

“Sì” confermò Kyle. “È esattamente questo, il motivo per il quale mi sono ubriacato”.
 
 

Continua…
 

Note:
 

Bene! Da qui in poi la matassa comincerà a sbrogliarsi.

Il Discorso di Lenn, avvenuto nel precedente capitolo, sarà fondamentale per comprendere la parte di Perce ambientata ad Avalon.
 
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
 
Come sempre, attendo ansiosa i vostri commenti, garantendovi anche degli aggiornamenti più regolari ora che l’estate è finita.
 
Nel frattempo, ringrazio chi è giunto fi qui.
 
Alla prossima

Pandora86
  
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