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Autore: Lady_Erato    20/09/2016    1 recensioni
E se Draco Malfoy durante la Battaglia di Hogwarts avesse accantonato il suo lato codardo per salvare Hermione Granger ?
Le prime, forse uniche, braccia ad averlo stretto dopo la guerra erano state le sue
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Non mi sono mai cimentata in una Dramione, quindi metto le mani avanti.
Avrà al massimo tre capitoli.
Buona Lettura.

 
La vedeva ogni giorno.
La osservava come se la sua figura non fosse mai passata sotto il suo sguardo.
Mai.
Era sempre stata lì, senza mai accorgersene davvero.
Era stato troppo cieco, codardo ed illuso per notarla, quanto meno nel modo giusto.
Le prime, forse uniche, braccia ad averlo stretto dopo la guerra erano state le sue.
 
Weasley era scivolato nella Camera dei Segreti, lasciandola circondata dai Mollicci che vi risiedevano dalla morte del Basilisco.
L’aveva lasciata in balia di ogni sua paura quell’ imbranato.
Lui si era accorto della loro assenza, aveva abbandonato la battaglia lì fuori per cercarli.
Aveva preso una strada diversa dal continuo obbedire agli ordini urlati sguaiatamente da suo padre, aveva seguito l’istinto : il vero se stesso.
Lei era circondata da copie perfette di Bellatrix, ma era in piedi.
Bloccata dal terrore, con la fronte sudata ma in piedi.
Draco Malfoy aveva ucciso per la prima volta quella notte, togliendo la vita a trenta mollicci, incenerendo poi i loro corpi con una ferocia degna di una Chimera.
Sferzando l’aria a colpi di maledizioni senza perdono ed imprecazioni che avrebbero fatto impallidire Lucius stesso.
Quando si voltò, Hermione Granger lo analizzava con una ridicola espressione di sorpresa sul viso, ma ancora in piedi.
Il rosso si mosse dietro di lei farfugliando parole incomprensibili sul dolore alla testa.
Lui sparì portandosi l’indice alla bocca, intimando alla ragazza di non fare parola dell’accaduto.
Draco Lucius Malfoy si era schierato di sua sponte stavolta.
Nonostante fosse al fianco dei Mangiamorte, lanciò incantesimi non verbali a caso e aspettando che gli altri si distraessero invocò sortilegi affinché gli amici di suo padre e sua madre si sentissero stanchi, spossati.
Un Malfoy conosce bene l’arte dell’inganno.

Quando il cadavere di Voldemort cadde freddo e pallido, lui non era lì a festeggiare.
Le rive del Lago Nero accolsero ogni lacrima salata del giovane Malfoy alla ricerca di sua madre.
Non faceva freddo, eppure sentiva ogni cellula del suo corpo congelarsi, la razionalità abbandonarlo.

Lucius Malfoy era stato catturato, ma Narcissa ?

Cadde in ginocchio dove lievi onde potevano bagnargli i pantaloni strappati e incrostati di sangue mentre si teneva la testa tra le mani tremanti, lanciando un grido di disperazione disumano.
Sentì un fruscio di rami alle sue spalle e si voltò.
Voleva vedere la chioma chiara striata di sua madre, ma trovò un ammasso di ricci disordinati color cacao e degli occhi colmi di dolore liquido.
La sua acerrima nemica era venuto a deriderlo?
A catturarlo?
Ad ucciderlo?
Hermione non fece nulla di tutto ciò, si avvicinò a lui nella forte luce di mezzogiorno che faceva splendere il sangue fresco delle sue ferite come rubini.
Camminò con circospezione come se lui potesse mettersi a correre, fuggire come un cerbiatto.
Gli posò una mano livida e tremante sulla spalla.

‹‹Mi dispiace Draco››.

In quelle parole sentì il peso di una straziante verità.
Era inutile girarsi nella ricerca disperata di sua madre : Narcissa non sarebbe più tornata.
Vide nella sua mente Lucius scagliare davanti a tutti, Signore Oscuro compreso,  la peggiore delle maledizioni senza perdono contro sua madre.
Aveva firmato la sua condanna dichiarando il falso.
Credeva che la vita di Draco fosse più importante della sua ed avrebbe dato tutto per ritrovarlo.
La sua famiglia, l’unica certezza, era crollata come un castello di carte in un uragano.

‹‹Uccidimi Mezzosangue››.

La sua voce era ferma, il corpo teso, gli occhi sussurranti una preghiera all’anima di Hermione.

‹‹No, Draco››.

Si mosse in un gesto in verità assurdo per entrambi.
Cadendo in ginocchio davanti a lui lo abbracciò.

‹‹Ti aiuterò a vivere diversamente››.

Avvertì Draco scuotersi per i singhiozzi soffocati abbracciarla di rimando.

‹‹Non farmi tornare su quella strada››.
 
Era stato così, lontana da occhi indiscreti gli stava vicino.
Prima del rientro a scuola era stato semplice passare del tempo insieme.
Malfoy era passato come parte circuita nel processo contro i seguaci di Voldemort, non che fosse tanto lontano dalla verità.
Aveva distrutto metà del Maniero, la parte che suo padre amava, gli elfi domestici venivano pagati per i loro servizi nonostante nessuno avesse il diritto di entrare nelle stanze di sua madre.
Stava cambiando o semplicemente dava sfogo al suo dolore ?
Il funerale di Narcissa fu celebrato in un giorno di sole di agosto,fresco nonostante il mese, i presenti erano solo persone davvero affezionate a sua madre. Hermione l’aveva raggiunto dopo la cerimonia al Maniero, trovandolo in uno stato pietoso per un nobile, anche se decaduto.
Con  bottiglie variopinte di Whisky Incendiario, rum e assenzio, accasciato su un divano in velluto verde dall’aria infinitamente costosa ed antica.
Non gli tolse le bottiglie, lasciò che annegasse il suo dolore, osservandolo con una tazza di cioccolata calda tra le mani, aspettando che vomitasse e stramazzasse al suolo dalla stanchezza, ma non andò così.
Draco assunse quanto più alcool possibile per poi farle notare con aria quasi sobria che fuori veniva giù una pioggia da far venire un raffreddore al solo pensiero di affrontarla.
Smaterializzarsi era impossibile se non al cancello.

‹‹Puoi dormire in una delle camere, io mi comporterò bene, lo prometto Mezzosangue››.

Una parte di lei le intimò di fuggire data la stranezza della situazione, l’altra non riusciva ad abbandonarlo in quello stato.
Aveva ceduto, si ritrovò tra fresche lenzuola in una camera che profumava di lavanda. Si addormentò.
Al suo risveglio trovò Draco accanto a lei seduto sul materasso.

‹‹Hermione, gridavi, chiamavi Remus e Fred››.

Un incubo.
Aveva sicuramente un aspetto orribile, bagnata dal sudore, gli occhi circondati dalle occhiaie, ma lui non sembrò farci caso e la prese tra le sue braccia come lei aveva fatto quel giorno straziante sulle rive del Lago Nero.
Profumava di tabacco e cannella.
In quel abbraccio Hermione gli raccontò che ogni notte era costretta ad assumere una pozione per non avere sogni, troppo complicata per prepararla da sola, ma negli ultimi tempi i nozionisti scarseggiavano.
Lui non disse niente, restò fermo lì in totale silenzio, come se fosse all’interno di un luogo sacro.

‹‹Mi hai chiamata per nome prima››.
‹‹O hai bevuto o te lo sei sognato, ora dormi››.
Quella notte si addormentarono insieme.
 
Nei mesi a seguire il loro rapporto crebbe, ma non alla luce del sole.
Draco non voleva che il Mondo Magico vedesse Hermione Granger andare in giro con un figlio,nipote, ex compagno di Mangiamorte.
Non poteva trascinare nell’arena del disprezzo comune anche lei.
Quando la scuola fu dichiarata agibile e le lezioni ricominciarono i loro incontri diminuirono.
La McGrannit credendo fermamente al ritrovato lato buono di Draco l’aveva reso Caposcuola.
Con questa scusa poteva girare per i corridoi fino a tarda ora.
Hermione non aveva avuto la stessa carica, ma con l’aiuto di Ginny ed Harry, i prescelti dalla preside, riusciva ad incontrarsi con il furetto.
Non parlavano molto, passeggiavano per i corridoi e basta, ma per Draco quei momenti erano forse i più lieti della giornata.
Niente occhiate sbieche, niente sputi a terra durante il suo passaggio, niente smorfie di ribrezzo.
Una sera chiese ad Hermione come andasse la preparazione della sua pozione per un sonno senza incubi.

‹‹Una tragedia, mi piange il cuore ad ammetterlo. Non dormo più di quattro ore a notte, credo che potrei impazzire da qui a poco››.

Si fermarono vicino ad un arazzo davanti al quale passavano ogni sera al terzo piano, raffigurante una donna ed un unicorno, Draco spostò il tessuto, rivelando una cunetta nel muro.
Infilando la pallida mano nell’oscurità, tirò fuori un piccolo cofanetto, aprendolo davanti all’amica.
Il suo interno era foderato di raso damascato rosso, con un piccolo sostegno in vetro sorreggere in posizione verticale dieci piccole ampolle blu notte.

‹‹Queste pozioni sono per me? ››.

Le tremò la voce.

‹‹Una al giorno, dopo cena, ti assicurerà un placido riposo. Era l’unico corso in cui ero- e rimango- il migliore››.

La Grifondoro non seppe se rimanere più sconcertata dal singolare ed apprezzatissimo dono o dal sorriso caldo che si era dipinto sulle labbra del suo amico, arrivando ad illuminare gli occhi.
 
Lui ogni mattina la osservava consumare placidamente la sua colazione in Sala Grande, ridere con i suoi amici e con quel cretino di Ronald.
Non si capacitava di come una come lei potesse perdere tempo con uno come quello lì.
Come lei come, Draco?
Beh,meglio della compagnia di un ex Mangiamorte,no?
Sentiva una sensazione davvero fastidiosa : gelosia.
 
Per le settimane a seguire si allontanò da lei, finendo per vederla una volta a settimana durante la sua ronda notturna.

‹‹Malfoy, mi stai evitando? ››.

Dritta al punto, con sguardo spavaldo e la voce ferma ma carezzevole.
Non l’avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura, ma sentirla parlare non lo stancava mai.

‹‹Assolutamente no, sei tu che passi tutto il tuo tempo con Lenticchia e non ne hai per me››.

Hermione si bloccò.

‹‹Non rigirarti la frittata, passo tanto tempo con Ron per aiutarlo con i compiti››.

Rifletté un attimo sulle sue parole per poi guardarlo negli occhi colma di ira.

‹‹Io non ho bisogno di giustificarmi con te, tu non sei nessuno ››.

Sentirono anche a Singapore l’anima di Draco Malfoy andare in pezzi.
Nessuno, lui non era nessuno.

‹‹Nessuno? Ho realizzato quella difficilissima pozione per te, ti ho insegnato a montare sulla scopa, ti sono stato vicino al risveglio dai tuoi incubi! ››.

Si accorse solo dall’espressione della ragazza di aver esagerato con il tono di voce.
Gli occhi erano lucidi, le labbra tirate, il corpo premuto tra una colonna e quello muscoloso ed elegante di Draco.

‹‹Ciò non vuol dire che io sia tua amica››.

Corse verso la Torre di Grifondoro e lui rimase lì come uno stupido.
Con l’anima a pezzi tra le mani, gli occhi strizzati fino a sentire mal di testa ed il respiro esageratamente veloce.
Nessuno, Draco, tu per lei non sei nessuno.
Nessuno.

 
   
 
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