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Autore: Cara_Sconosciuta    23/09/2016    0 recensioni
Cosa succede quando il figlio di Cristina Yang, di cui nessuno sa nulla, decide all'improvviso di voler conoscere suo padre?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Cristina Yang, Nuovo Personaggio, Owen Hunt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Buonasera!!

Scrivere in un fandom come questo non è facile per nulla, soprattutto se non ti basi sui personaggi canonici. Ma io voglio provarci lo stesso... al massimo mi becco qualche insulto!

L'unico avviso che mi sento di fare è questo: so che Cristina non avrebbe mai tenuto un bambino, so che è molto OOC... ma cosa sarebbe successo se avesse deciso di farlo? Come sarebbe, questo figlio segreto? Ho deciso di provare a scoprirlo ed è nato Perry. Perry che è me, solo migliore.

Vi chiedo per un momento di fingere che questo possa essere vero, che Cristina possa averlo fatto.

E se ci riuscite, fatemi sapere come vi è parso questo primo capitolo!

Buona lettura,

Elisa


Family, indeed




Percival Yang alzò il capo e si asciugò una gocciolina di sudore.

Era dannatamente caldo in quella stanza ma, d'altra parte, non avrebbe potuto essere diversamente. I cuccioli avevano bisogno di un ambiente in cui la temperatura si attestasse intorno ai trentacinque gradi.

Sorridendo, posò un bacio sulla minuscola testa della creatura che teneva in mano e la posò a terra, nel recinto, prendendone un'altra.

Con tutta la delicatezza di cui era capace, prese a far cadere dalla siringa goccioline di latte sulla lingua del cagnolino.

“Sono tanti.”

Riconoscendo la voce della madre, Percival si voltò verso di lei.

“Ciao, Cristina.”

La donna entrò nella stanza, ma lui le fece immediatamente segno di fermarsi.

“Non posso lasciarti avvicinare se non sei completamente sterile. Non hanno preso una goccia di colostro, sono ipersensibili a qualsiasi batterio.”

“La madre?”

“Morta. Un embolo durante il parto. Facciamo i turni per allattarli.”

Cristina Yang scosse il capo, per poi ravviarsi con una mano i capelli striati di bianco.

“Saresti stato un ottimo medico.”

“È proprio una fortuna, allora, che io sia un medico.”

“Percival, sai cosa...”

In quel momento, una dei cuccioli prese a tossire e ad emettere dalle narici latte misto a muco.

“No, no, no!”

Subito, il giovane depose a terra il piccolo che stava allattando e sollevò quella che stava male.

Con gesti sicuri, la prese in entrambe le mani e, tendendola stretta, prese a spostarla velocemente dall'alto verso il basso, tendendola a testa in giù.

La cagnetta espulse ancora un po' di liquido da bocca e narici e poi prese a rantolare, per spegnersi pochi istanti dopo.*

Percival si lasciò andare ad un'imprecazione e lanciò lontano l'asciugamano in cui avvolgeva i cuccioli mentre li allattava.

In silenzio, Cristina si chinò a raccoglierlo e fece cenno al figlio di passargli il corpicino esanime.

Lo esaminò velocemente e chiuse la microscopica bocca, che era rimasta spalancata.

“Una femmina.”

Percival annuì.

“L'avevo chiamata Visione.”

Silenzio.

“Quanti sono?”

“Und... Dieci. Ora sono dieci.”

Cristina annuì.

“Statisticamente parlando, salvarne i tre quarti sarebbe già una stupefacente vittoria.”

L'uomo si alzò in piedi, scuotendo la testa.

“Sono cuccioli, mamma, non una statistica. E sarebbe stato meglio se fossero sopravvissuti tutti.”
“Non è colpa tua. È solo..”

“Un cane?” La donna si sentì attraversare dall'azzurrissimo sguardo in tempesta del figlio.

“È solo che ogni tanto succede anche ai migliori.” Concluse, sostenendo quegli occhi così diversi dai suoi.

Con un sospiro, Percival finì di lavarsi le mani e si lasciò cadere su una sedia, dando modo a Cristina di guardarlo.

Era diventato un uomo splendido, sebbene completamente diverso da come avrebbe mai immaginato. Se mai in passato aveva immaginato di aver un figlio.

Era incredibile come il suo bambino sempre allegro e iperattivo si fosse tramutato in quel giovane adulto così in fretta.

I suoi pensieri furono interrotti da un leggero suono di colpi alla porta.

“Avanti.” Disse Percival, senza alzare gli occhi dal pavimento.

Una ragazza piccina e dalle forme morbide fece il suo ingresso nella stanza in un turbinio di ricci rossi.

“Ehi! È arrivato Angus a darti il cambio. Cambiati che siamo già in ritardo!”

Solo in quel momento la giovane si rese conto dello sguardo sul viso di lui. “...Cosa è successo?”

“Abbiamo perso Visione.” Rispose, senza espressività.

Sentendosi finalmente di intervenire, Cristina mostrò alla ragazza il cadaverino che ancora stringeva in mano. Lei lo prese e se lo portò al petto, cullandolo e sussurrando parole in una lingua arcaica che, nonostante gli anni trascorsi in Scozia, Cristina Yang non aveva ancora imparato a comprendere.

All'udire il suono melodioso di quell'antica ninna nanna, l'espressione di Percival si rasserenò e il giovane veterinario si alzò, andando ad abbracciare la donna dai capelli rossi.

“Credo che questo possa essere un buon momento, Laoghaire.”

“Ora?” Replicò lei, stupita.

L'uomo annuì e lei, di riflesso, fece lo stesso.

Sempre stringendo la cagnolina, la ragazza rivolse verso Cristina un paio di grandi occhi verdi.

“Signora Yang, io e Perry dobbiamo dirle una cosa.”

“Bene, ma fatelo in fretta, perché...”

“Aspettiamo un bambino.” La interruppe lui, troncando sul nascere ogni protesta della madre. “Aspettiamo un bambino e io voglio sapere chi è mio padre, perché mio figlio ha tutto il diritto di conoscere suo nonno.”


Continua....










* La polmonite ab ingestis non uccide con questa velocità, ma per necessità narrative ho scelto di fingere che fosse così. La scena descritta è stata vissuta dalla sottoscritta due giorni fa... e non la auguro a nessuno.

   
 
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