Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, Lila
Genere: commedia, fluff, romantico
Rating: G
Avvertimenti: longfic
Wordcount: 1.150 (Fidipù)
Note: Ed eccoci al nuovo aggiornamento con Lei è mia! e...seriamente, io mi sto divertendo come una matta con questa storia (scusami, Adrien! Scusami!) e, soprattutto, mi sto divertendo a tormentare il nostro felino nero preferito. Sono una cattiva autrice, lo so.
Ad ogni modo, dato che non ho tanto da dirvi - a meno di non spoilerarvi il capitolo - vi lascio subito e, come sempre, vi ringrazio perché leggete questa mia storia, perché la commentate e/o la inserite in una delle vostre liste.
Grazie tantissimo!
Adrien sbadigliò, sentendo addosso tutta la
stanchezza della settimana: aveva vissuto ogni giorno in tensione, stando
costantemente attento a ciò che lo circondava e alla presenza di Lila, che
sembra non abbandonarlo mai, ovunque si girasse l’italiana era lì a
condannarlo con le sue occhiate.
Sono stanco.
E poi cercare di parlare con Marinette era sempre stato così difficile?
No, da che ricordava no.
Complesso capire la compagna di classe: quello sì, anche se stava facendo
grandi progressi nel riuscire a tradurre ciò che la moretta diceva ma
difficile…
No, mai. Marinette era sempre stata più che disponibile a rivolgergli
parola.
Solo che Lila gli stava rendendo sempre più difficile parlare con la
ragazza: ogni volta che aveva cercato di parlare con Marinette, lei era
apparsa e aveva trascinato via l’altra, impedendogli di avvicinarla.
Da quanto, ormai, non chiacchierava più con Marinette?
Gli mancavano le conversazioni che faceva con la ragazza, anche se la
partecipazione della sua compagna di classe era più che altro composta da
balbettii e sequenze di parole senza senso.
Ma gli mancavano.
Gli mancava Marinette.
Sbuffò, attirando l’attenzione di Nino al suo fianco: «Amico. Che cosa hai
fatto a Lila?» gli domandò, senza tanti preamboli, mentre entravano nella
Dupont: «Ti sta fissando da…beh, tutta la settimana.»
«Nulla.» bofonchiò Adrien, sistemandosi meglio la cinghia della borsa e
avviandosi verso le scale, che portavano alle classi del piano superiore:
«Non so cosa sta succedendo. Davvero.»
«Beh, Alya lo sta trovando molto divertente.»
«Felice di rendere far divertire Alya.»
Marinette posò lo zaino sul banco, sedendosi al suo posto e prendendo il
volto fra le mani: «Devo ammettere che la tua nuova amichetta sta rendendo
interessanti questi ultimi giorni.» commentò Alya, ridacchiando e
osservando l’amica: «Insomma, confessiamolo: Parigi è una città noiosa,
non succede mai niente – e ovviamente devi prendere le mie parole con tono
altamente sarcastico – e Lila, che sembra aver coltivato una certa
antipatia per Adrien Agreste – il bello, perfetto, gentile, carismatico,
unico Adrien Agreste –, è decisamente qualcosa di carino da vedere.»
«Ti sta divertendo questa situazione, vero?»
«Per niente.»
Marinette abbozzò un sorriso, posando il viso contro i pugni chiusi e
fissando la cattedra vuota: «Non so perché ha iniziato a trattarlo così…»
mormorò, mentre un lieve sospiro le sfuggì dalle labbra: «Da una parte
sono contenta che non giri più attorno a lui, dall’altra…»
«Dall’altra è divertentissimo da vedere.»
«Alya!»
«Sì, lo so. Avevo appena detto che non era divertente. Mi correggo: lo è e
tantissimo!» dichiarò la ragazza, sistemandosi gli occhiali sul naso: «E,
non so se in tutto questo caos te ne sei accorta, ma il bello, perfetto,
etcetera etcetera Adrien Agreste ti sta correndo dietro.»
«Cosa?»
«Sta cercando disperatamente di passare un po’ di tempo con te, non te ne
sei accorta?»
«Non è vero.»
«Oh sì, che è vero.» dichiarò Alya, facendole l’occhiolino: «Purtroppo tu
sei costantemente rapita da Lila, però.»
«Mi stai prendendo in giro.»
«Non potrei mai. Soprattutto non sul tuo grande amore.» decretò la
ragazza, sorridendole e indicando con un cenno del capo la porta: «E a
proposito: parli del diavolo e…Ciao, ragazzi!» esclamò, sorridendo
dolcemente a Nino, che si accomodò davanti a lei e osservando il biondo:
«Che cosa ha?» aggiunse sottovoce.
«E’ esausto.» le rispose prontamente Nino, senza voltarsi verso l’amico:
«Buondì, ragazze.»
Adrien si stava guardando intorno, quasi paranoico: lei non c’era? Non era
dietro di lui? Sicuramente era dietro di lui.
Si voltò, osservando il muro dell’aula e la porta aperta.
Dov’era?
Dove si era nascosta?
Inspirò profondamente, facendo vagare lo sguardo per tutta l’aula senza
vedere la presenza di Lila.
Forse…
Forse poteva rilassarsi un attimo.
Sotto lo sguardo di Nino e delle due ragazze si accomodò al suo posto,
abbandonando la borsa ai piedi del banco e, incrociate le braccia,
appoggiò il viso contro di queste: cinque minuti di tregua. Non chiedeva
altro. Solo cinque, maledetti, minuti senza che Lila gli puntasse addosso
il suo sguardo accusatore.
«Allora…» iniziò Nino, lasciando riposare l’amico e voltandosi verso le
due ragazze, posando l’attenzione su Marinette: «Che succede con la tua
nuova amica? Sta sempre lì a guardare Adrien come un falco. E’
inquietante.»
«Non lo so.» sospirò Marinette, scuotendo il capo e fissando con sguardo
pieno di colpa la schiena di Adrien: «Io…»
«Si è terribilmente attaccata a Marinette, non è vero?» s’intromise Alya,
sorridendo zuccherosa a Nino.
«E non sei preoccupata che la tua migliore amica possa essere portata
via?»
«No. Io so condividere.» concluse Alya, voltandosi verso Marinette e
osservandola completamente assorta nella contemplazione della schiena di
Adrien; ridacchiò, facendo l’occhiolino a Nino e avvicinando le labbra
all’orecchio della ragazza: «Stai pensando a come sarebbe bello
accarezzargli la schiena? Magari durante un bel bacio appassionato…»
«Alya!»
Alya…» la riprese Nino, scuotendo il capo: «Non prendere in giro,
Marinette.»
«Buongiorno Marinette!» esclamò l’italiana, entrando nell’aula e
sorridendo al trio: «Alya. Nino.»
I tre la salutarono in coro, osservandola fermarsi davanti al posto di
Nino e sorridere raggiante verso Marinette: Alya la fissò, storcendo le
labbra quando notò che la ragazza stava ignorando bellamente Adrien.
Beh, il biondo se la stava dormendo della grossa e, forse, non era entrato
nel radar di Lila.
La castana notò anche come Nino si era irrigidito all’entrata
dell’italiana, quasi avesse paura di lei e Marinette…beh, lo sguardo che
stava lanciando alla nuova arrivata diceva tutto: ti prego, sii gentile
con lui oggi. Questo Alya leggeva negli occhi della sua migliore amica.
Lila sorrise loro, facendo poi scivolare lo sguardo sul biondo che, con il
capo chino, stava continuando a dormire: il sorriso le svanì dalle labbra
e lo sguardo le divenne di ghiaccio, mentre superava il posto di Adrien
che, sotto quell’insistenza, si mosse a disagio quasi stesse avendo un
brutto sogno.
«Lila…» pigolò Marinette, osservando l’amica andare al suo posto, vicino a
Nathanael.
«Questo è veramente divertente.»
Nino lasciò perdere le parole di Alya, togliendosi il berretto e
asciugandosi il sudore della fronte: «Amico, le devi aver fatto
sicuramente qualcosa.» decretò, osservando Adrien alzare la testa e
guardarsi assonnato intorno.
Era una situazione impossibile da sostenere.
Quell’atmosfera oppressiva lo stava sfiancando.
Adrien inspirò profondamente, cercando di ignorare l’istinto di voltarsi:
era quasi certo che, se avesse anche solo osato sfiorare con lo sguardo
Marinette, Lila lo avrebbe annientato.
Che situazione impossibile…
Marinette era diventata inavvicinabile, quasi quanto Ladybug.
No, forse aveva più speranze di avvicinare la sua partner rispetto alla
sua compagna di scuola.
Quasi sicuramente Ladybug avrebbe accettato un suo invito prima che Lila
smettesse di lanciargli occhiate che uccidevano.
La risata divertita di Alya gli arrivò alle orecchie e subito Nino la
riprese, dandogli poi il gomito: «Ehi, amico.» iniziò il suo compagno di
banco, voltandosi indietro – beato lui, che non rischiava la vita nel
farlo – e scoccando un’occhiata ammonitrice ad Alya: «Tu le hai fatto
qualcosa.»
Sì. Stava iniziando a pensarlo anche lui.
Solo…
Cosa le aveva fatto?