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Autore: Echocide    24/09/2016    2 recensioni
Marinette si sente in colpa.
Per colpa sua Lila è stata allontanata da tutti a scuola e, così, cerca di avvicinare l'italiana, offrendole la sua amicizia, peccato che questo ha risvolti...imprevisti!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Lei è mia!
Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, Lila
Genere: commedia, fluff, romantico
Rating: G
Avvertimenti: longfic
Wordcount: 1.150 (Fidipù)
Note: Ed eccoci al nuovo aggiornamento con Lei è mia! e...seriamente, io mi sto divertendo come una matta con questa storia (scusami, Adrien! Scusami!) e, soprattutto, mi sto divertendo a tormentare il nostro felino nero preferito. Sono una cattiva autrice, lo so.
Ad ogni modo, dato che non ho tanto da dirvi - a meno di non spoilerarvi il capitolo - vi lascio subito e, come sempre, vi ringrazio perché leggete questa mia storia, perché la commentate e/o la inserite in una delle vostre liste.
Grazie tantissimo!


Adrien sbadigliò, sentendo addosso tutta la stanchezza della settimana: aveva vissuto ogni giorno in tensione, stando costantemente attento a ciò che lo circondava e alla presenza di Lila, che sembra non abbandonarlo mai, ovunque si girasse l’italiana era lì a condannarlo con le sue occhiate.
Sono stanco.
E poi cercare di parlare con Marinette era sempre stato così difficile?
No, da che ricordava no.
Complesso capire la compagna di classe: quello sì, anche se stava facendo grandi progressi nel riuscire a tradurre ciò che la moretta diceva ma difficile…
No, mai. Marinette era sempre stata più che disponibile a rivolgergli parola.
Solo che Lila gli stava rendendo sempre più difficile parlare con la ragazza: ogni volta che aveva cercato di parlare con Marinette, lei era apparsa e aveva trascinato via l’altra, impedendogli di avvicinarla.
Da quanto, ormai, non chiacchierava più con Marinette?
Gli mancavano le conversazioni che faceva con la ragazza, anche se la partecipazione della sua compagna di classe era più che altro composta da balbettii e sequenze di parole senza senso.
Ma gli mancavano.
Gli mancava Marinette.
Sbuffò, attirando l’attenzione di Nino al suo fianco: «Amico. Che cosa hai fatto a Lila?» gli domandò, senza tanti preamboli, mentre entravano nella Dupont: «Ti sta fissando da…beh, tutta la settimana.»
«Nulla.» bofonchiò Adrien, sistemandosi meglio la cinghia della borsa e avviandosi verso le scale, che portavano alle classi del piano superiore: «Non so cosa sta succedendo. Davvero.»
«Beh, Alya lo sta trovando molto divertente.»
«Felice di rendere far divertire Alya.»


Marinette posò lo zaino sul banco, sedendosi al suo posto e prendendo il volto fra le mani: «Devo ammettere che la tua nuova amichetta sta rendendo interessanti questi ultimi giorni.» commentò Alya, ridacchiando e osservando l’amica: «Insomma, confessiamolo: Parigi è una città noiosa, non succede mai niente – e ovviamente devi prendere le mie parole con tono altamente sarcastico – e Lila, che sembra aver coltivato una certa antipatia per Adrien Agreste – il bello, perfetto, gentile, carismatico, unico Adrien Agreste –, è decisamente qualcosa di carino da vedere.»
«Ti sta divertendo questa situazione, vero?»
«Per niente.»
Marinette abbozzò un sorriso, posando il viso contro i pugni chiusi e fissando la cattedra vuota: «Non so perché ha iniziato a trattarlo così…» mormorò, mentre un lieve sospiro le sfuggì dalle labbra: «Da una parte sono contenta che non giri più attorno a lui, dall’altra…»
«Dall’altra è divertentissimo da vedere.»
«Alya!»
«Sì, lo so. Avevo appena detto che non era divertente. Mi correggo: lo è e tantissimo!» dichiarò la ragazza, sistemandosi gli occhiali sul naso: «E, non so se in tutto questo caos te ne sei accorta, ma il bello, perfetto, etcetera etcetera Adrien Agreste ti sta correndo dietro.»
«Cosa?»
«Sta cercando disperatamente di passare un po’ di tempo con te, non te ne sei accorta?»
«Non è vero.»
«Oh sì, che è vero.» dichiarò Alya, facendole l’occhiolino: «Purtroppo tu sei costantemente rapita da Lila, però.»
«Mi stai prendendo in giro.»
«Non potrei mai. Soprattutto non sul tuo grande amore.» decretò la ragazza, sorridendole e indicando con un cenno del capo la porta: «E a proposito: parli del diavolo e…Ciao, ragazzi!» esclamò, sorridendo dolcemente a Nino, che si accomodò davanti a lei e osservando il biondo: «Che cosa ha?» aggiunse sottovoce.
«E’ esausto.» le rispose prontamente Nino, senza voltarsi verso l’amico: «Buondì, ragazze.»
Adrien si stava guardando intorno, quasi paranoico: lei non c’era? Non era dietro di lui? Sicuramente era dietro di lui.
Si voltò, osservando il muro dell’aula e la porta aperta.
Dov’era?
Dove si era nascosta?
Inspirò profondamente, facendo vagare lo sguardo per tutta l’aula senza vedere la presenza di Lila.
Forse…
Forse poteva rilassarsi un attimo.
Sotto lo sguardo di Nino e delle due ragazze si accomodò al suo posto, abbandonando la borsa ai piedi del banco e, incrociate le braccia, appoggiò il viso contro di queste: cinque minuti di tregua. Non chiedeva altro. Solo cinque, maledetti, minuti senza che Lila gli puntasse addosso il suo sguardo accusatore.
«Allora…» iniziò Nino, lasciando riposare l’amico e voltandosi verso le due ragazze, posando l’attenzione su Marinette: «Che succede con la tua nuova amica? Sta sempre lì a guardare Adrien come un falco. E’ inquietante.»
«Non lo so.» sospirò Marinette, scuotendo il capo e fissando con sguardo pieno di colpa la schiena di Adrien: «Io…»
«Si è terribilmente attaccata a Marinette, non è vero?» s’intromise Alya, sorridendo zuccherosa a Nino.
«E non sei preoccupata che la tua migliore amica possa essere portata via?»
«No. Io so condividere.» concluse Alya, voltandosi verso Marinette e osservandola completamente assorta nella contemplazione della schiena di Adrien; ridacchiò, facendo l’occhiolino a Nino e avvicinando le labbra all’orecchio della ragazza: «Stai pensando a come sarebbe bello accarezzargli la schiena? Magari durante un bel bacio appassionato…»
«Alya!»
Alya…» la riprese Nino, scuotendo il capo: «Non prendere in giro, Marinette.»
«Buongiorno Marinette!» esclamò l’italiana, entrando nell’aula e sorridendo al trio: «Alya. Nino.»
I tre la salutarono in coro, osservandola fermarsi davanti al posto di Nino e sorridere raggiante verso Marinette: Alya la fissò, storcendo le labbra quando notò che la ragazza stava ignorando bellamente Adrien.
Beh, il biondo se la stava dormendo della grossa e, forse, non era entrato nel radar di Lila.
La castana notò anche come Nino si era irrigidito all’entrata dell’italiana, quasi avesse paura di lei e Marinette…beh, lo sguardo che stava lanciando alla nuova arrivata diceva tutto: ti prego, sii gentile con lui oggi. Questo Alya leggeva negli occhi della sua migliore amica.
Lila sorrise loro, facendo poi scivolare lo sguardo sul biondo che, con il capo chino, stava continuando a dormire: il sorriso le svanì dalle labbra e lo sguardo le divenne di ghiaccio, mentre superava il posto di Adrien che, sotto quell’insistenza, si mosse a disagio quasi stesse avendo un brutto sogno.
«Lila…» pigolò Marinette, osservando l’amica andare al suo posto, vicino a Nathanael.
«Questo è veramente divertente.»
Nino lasciò perdere le parole di Alya, togliendosi il berretto e asciugandosi il sudore della fronte: «Amico, le devi aver fatto sicuramente qualcosa.» decretò, osservando Adrien alzare la testa e guardarsi assonnato intorno.


Era una situazione impossibile da sostenere.
Quell’atmosfera oppressiva lo stava sfiancando.
Adrien inspirò profondamente, cercando di ignorare l’istinto di voltarsi: era quasi certo che, se avesse anche solo osato sfiorare con lo sguardo Marinette, Lila lo avrebbe annientato.
Che situazione impossibile…
Marinette era diventata inavvicinabile, quasi quanto Ladybug.
No, forse aveva più speranze di avvicinare la sua partner rispetto alla sua compagna di scuola.
Quasi sicuramente Ladybug avrebbe accettato un suo invito prima che Lila smettesse di lanciargli occhiate che uccidevano.
La risata divertita di Alya gli arrivò alle orecchie e subito Nino la riprese, dandogli poi il gomito: «Ehi, amico.» iniziò il suo compagno di banco, voltandosi indietro – beato lui, che non rischiava la vita nel farlo – e scoccando un’occhiata ammonitrice ad Alya: «Tu le hai fatto qualcosa.»
Sì. Stava iniziando a pensarlo anche lui.
Solo…
Cosa le aveva fatto?

   
 
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