Tic tac
Tic tac, tic tac, tic tac, tic tac.
Come un piccolo orologio appeso a un muro.
Buffo, che proprio quell'oggetto gli fosse venuto in mente.
C'era un che di spaventoso, di inquietante, nel lieve rumore che producevano.
Nel tempo che scandivano.
Poi si fermò.
Gli occhi della donna canuta fissarono il piccolo spaventapasseri seduto sul tavolo, con le gambe a penzoloni che poco prima battevano contro il mobile.
Lui scese, ricambiando lo sguardo con le sue tonde iridi arancioni piantate sulla testolina volatile.
-Ciao, rametto secco.-.
Nessuna risposta.
Solo silenzio teso.
Skull Kid le si attanagliò ad una gamba, strusciandocisi contro come un gatto.
Cia sospirò, accovacciandosi a terra e accarezzandolo.
Rimasero in quel modo per circa dieci minuti, prima che lo spirito mollasse bruscamente la presa e cadesse sul posteriore con le lacrime che lo facevano somigliare ad una piccola fontana a forma di Pinocchio.
-Di' la verità, non ti sono mancata.-.
-E invece sì...-.
-Non ti credo.-.
-Sei cattiva...- mugugnò il piccolo, abbracciandola di nuovo, -Sei tanto tanto cattiva...-.
La maga lo strinse, abbozzando un sorriso.
Era tornata in vita, aveva riacquistato sé stessa, e quel minuscolo, sciocco spiritello la stava tenendo stretta come se temesse che lei volasse via da un momento all'altro.
Davvero lei era così tanto per lui?
Mise da parte i pensieri bui e strofinò il capo contro quello del bambino che in principio odiava con tutto il cuore.
Buffo.
Si sentiva bene.
The end