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Autore: Dryokolaptis_7    29/09/2016    0 recensioni
Percy deve pagarsi la retta universitaria con un lavoro in una libreria di New York.
Annabeth è una ragzza anonima che farà breccia nel cuore del moro.
Come andrà a finire?
Tra amici che consigliano, corse interminabili vedremo come una piccola storia d'amore prende vita.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                    How to find love in a book shop
 


C’è un luogo fantastico, dove tutti coloro che sognano un mondo differente si rifugiano.
Si trova dovunque, in qualsiasi paese, città, strada…
 Non sempre è considerato come si deve, ma come affermato precedentemente ci sono persone che lo amano alla follia e dove, qualche volta, ci si innamora follemente.
 
 



Ero irreparabilmente in ritardo quel giorno e come se non bastasse la neve aveva deciso di bloccare le intere strade della Grande Mela: “ Questa volta Mr.D mi licenzia, me lo sento. Non posso permettermi di perdere il lavoro, la retta universitaria non si paga da sola!” ripetevo ormai quella frase da due anni e ogni volta la clemenza del mio datore di lavoro mi salvava.
Correvo a perdifiato per la settima strada, giunto all’angolo con la Avenue non mi accorsi dell’ostacolo di fronte a me e gli andai contro:-Mi scusi non volevo, sono di corsa!- non mi ero fermato neanche per verificare le condizioni della “vittima”.
Arrivai appena in tempo in libreria con il fiatone: lì vidi Hazel che con uno sguardo d’intesa, lanciò il mio grembiule verde dalla cassa, la ringraziai mentalmente mentre mi dirigevo al piano superiore salendo gli scalini a due a due, mi diressi nel retro della caffetteria, dove Frank mi accolse con un sorriso: -Ehy Percy! Anche oggi in ritardo? -
-Non me ne parlare, la neve mi ha colto alla sprovvista-
-Peccato perché ti sei perso la” donna dei tuoi sogni”- disse continuando a lavare tazze sporche per il servizio
-Già amico, questa volta ho fatto del mio meglio perché notasse me- entrò Jason ammiccando nella mia direzione:- Nessuno ha notato nessuno qui- intervenne Piper infilando la testa dentro il bugigattolo per riprendere il suo fidanzato che fece finta di nulla e tornò alle sue faccende –Comunque se ti interessa sapere, lei è appena tornata con una grossa macchia di caffè macchiato sulla sua maglia bianca, che peccato è così bella!- mi informò la bruna
-E me lo dici solo adesso?- dissi precipitandomi fuori pronto ad accoglierla:- Ah eccoti finalmente, aspettavo solo te!-
 “Wow! Prima volta che mi nota in due anni e già ho fatto colpo… Incredibile, mi congratulo con me stesso” pensai, ma a volte la mia testa viaggia molto più veloce dell’aspettativa stessa:- Non solo mi vieni addosso rovesciandomi il caffè sulla mia maglia preferita, ma te ne vai scusandoti a mala pena perché sei di fretta… Mi chiedo che cosa contenga il tuo cervello, alghe per caso?- il paragone non mi sembrò molto offensivo, ma sicuramente efficacie.
Non sapevo che rispondere, mi dispiaceva un sacco, soprattutto se la ragazza in questione era la “donna della mia vita”, dovevo rimediare in qualche modo, ma come?
“Sei un idiota, non ne combini una giusta, mai. Qui ci vuole qualcosa per rimediare”, così risposi: - Mi spiace veramente… Uhm… Che so ti preparo un altro caffè? – era l’unica proposta sensata che mi venne in mente in quel momento, comprendetemi stavo improvvisando, ma evidentemente le mie doti di improvvisazione non erano molto efficaci, perché lo sguardo di fuoco che mi diede lo ricordo ancora oggi a distanza di tempo ( e di tempo ne è passato, credetemi). La bionda si voltò stizzita, scese le scale scomparendo.
-Davvero? Prepararle un altro caffè?? Tutto qui? Percy mi deludi, avrai un bel faccino, ma non ci siamo proprio in quanto ad oratoria- disse Piper accompagnata da uno scuotere di testa dei due ragazzi rimasti sullo stipite della porta.
-Dunque cosa dovrei fare? Illuminami- dissi strofinandomi la faccia con entrambe le mani –Se vuoi recuperare, devi farlo il prima possibile caro mio, se fossi in te comincerei già adesso- così non ci pensai due volte e corsi giù per le scale, uscii dalla porta principale e cominciai a correre lungo la Avenue all’angolo con la settima strada: la vidi poco dopo camminare più avanti, così la raggiunsi tagliandole la strada.
-Che vuoi? - disse dopo un momento di stupore mal celato
-Senti… Mi dispiace tremendamente… So di aver sbagliato, ma il mio lavoro è molto importante per un sacco di ragioni che sarei felicissimo di spiegarti domani sera a cena- dissi col fiatone, quasi morivo per il mancato respiro.
La risposta arrivò improvvisa e inaspettata:- D’accordo- semplice e lineare –Ehmm, ok bene allora alle 20 davanti alla libreria?-
-Il luogo del misfatto, va bene a domani- rispose con un accenno di sorriso.
Il venerdì passai tutto il giorno assieme a Piper alla disperata ricerca di risolvere il pasticcio in cui mi ero cacciato con Annabeth ( finalmente sapevo il suo nome!).
Alle 19.45 ero ben lontano dalla Avenue e come al solito correvo a perdifiato, sarei sicuramente arrivato in ritardo e così fu:- Ogni volta che ti incontro corri sempre da qualche parte, sempre in ritardo, anche questa volta, come inizio promette bene- ironizzò la bionda, ma non poteva essere biasimata d’altronde aveva ragione.
 
 
 
 
 


Lo skyline della città con le sue luce rosse e bianche era ben visibile dall’alto dell’Empire State Building: bello avere amici che lavorano all’interno dell’edificio più alto di New York e permettere l’accesso a te che devi rimediare in qualche modo con ino schianto di ragazza… Leo sei un mito!
-Bhe mi devo ricredere, Percy, sul tuo carattere- disse Annabeth con un sorriso malizioso sulle labbra
-Perché quale impressione ti ho dato? – domandai innocentemente
-Sbruffone, insolente, pieno di sé, un po’ tonto e imbranato- disse incurante, ma anche un po’ divertita
-Sono un completo idiota, è vero… Ma non credo che uno sbruffone, insolente, pieno di sé, tonto e imbranato non vagherebbe tutto il pomeriggio per vari negozi per trovare questi- dissi porgendole due pacchetti differenti: uno squadrato e duro, l’altro morbido e irregolare.
La ragazza scartò il primo rimanendo un po’ perplessa per il titolo del libro regalatole:- “How to find love in a book shop”? – fece una faccia interrogativa, poi aggiunse – Non è proprio il mio genere, ma apprezzo lo sforzo, grazie- si illuminò con un sorriso; aprendo il secondo il suo volto cambiò completamente, così dissi- Hai detto di essere affezionata a quella maglia, perciò…-
Annabeth mi guardò intensamente, vidi per la prima volta io grigio tempesta presente dei suoi occhi e capii di essere tremendamente innamorato di lei:- Adesso mi spieghi il significato del libro-
-Come sai che ha un significato? -
-Andiamo non sembri il tipo da fare regali a caso-
-Caspita non pensavo di esser uscito con una strizzacervelli- dissi ironico
-Bhe in realtà futuro architetto- mi corresse lei
-Mi piacerebbe sapere altro su di te-
-La  cosa è reciproca- sorrise continuando a guardarmi in quel modo che ancora oggi, a distanza di cinque anni, non smette mai di catturarmi.
 
 
 
Ed è così che un luogo così anonimo e semplice come una libreria, può contenere non solo fantasie e realtà impossibili da raggiugere, ma anche sogni che divengono realtà
.
 
 
 
 
 
7demigods_ scrive cose a caso anziché pubblicare le long:
state tranquilli anche loro arriveranno, però questa “cosetta” ha avuto idea da un po’, nonostante sia scritta di getto, sia poco no sense, sia altre cose che ora non mi vengono in mente, era da pubblicare.
Fatemi sapere che ne pensate e ci vediamo presto!
Un abbraccio forte                                  
 
                                                                 7demigods_
              
                                   
   
 
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