Serie TV > The Walking Dead
Ricorda la storia  |      
Autore: BillieJeanBJ    02/10/2016    8 recensioni
"Ma come succede quasi sempre, quando arriva il momento dell’oratoria, il monologo che ti eri preparata così duramente e da tantissimo tempo.. si cancella come se non fosse mai esistito.
E così accadde anche a me."
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il cuore che batteva forte, gocce di sudore che scendevano dalla fronte per unirsi a quelle già presenti dietro la nuca e le orecchie che ronzavano. Non riuscivo a respirare, non riuscivo a muovermi. Era come se qualcuno mi stesse bloccando impedendomi qualsiasi azione, persino di urlare.
Desideravo tanto sfuggire da quell’inquietante paralisi del sonno ma proprio non sapevo come fare. Continuavo a sprofondare nell’abisso di un incubo che avrebbe segnato la mia vita per sempre.
Sapevo che mi sarebbe soltanto bastato aprire gli occhi per porre fine al mio dolore mentale e verificare di persona che la realtà era un’altra. Fu quest’esigenza a rendermi determinata e quando finalmente riuscii a sollevare le palpebre, lasciai sfuggire un ansito liberatorio.
Senza neanche dare il tempo alla coscienza ancora traumatizzata di riprendersi, mi sollevai guardandomi introno. Era scuro e l’unico bagliore era dovuto alla luna piena che mi permetteva ben poco; ero forse in una radura? In un piazzale?
Provai ad alzarmi ma sentii sulle gambe il peso di qualcosa. Abbassai lo sguardo portando le mani su di esse; si trattava di una coperta di lana.
-Ben tornata tra noi, bell’addormentata.-
Seppur quell’esclamazione fu pronunciata con voce delicata e appena udibile, sussultai voltandomi di scatto.
-Ehi, è tutto ok!-
Maggie s’inginocchiò al mio fianco stringendomi nel calore di un abbraccio che in quel preciso momento necessitavo come l’aria. Mi aggrappai rapida al suo corpo impugnando la maglietta per stringerla forte.
-Sta’ tranquilla, Betty! Ci sono io con te.-
Rafforzai la presa nascondendo il viso nell’incavo del suo collo laddove il profumo di casa riuscì a calmarmi, anche se di poco.
-Maggie?-
La disperazione suonò forte e chiara per me come per mia sorella che mi strinse con più vigore.
-Sono qui, Beth. Sono qui.-
 Iniziai a tremare forte, o forse non avevo mai smesso, e le lacrime mi uscirono incontrollate. Le carezze sulla schiena servirono a ben poco perché non riuscivo a rilassarmi.
-Io.. io sono morta, Maggie!-
Sussurrai tra i singhiozzi riemergendo a poco a poco da quello stato d’incoscienza che fino a pochi minuti prima mi aveva letteralmente paralizzato.
-No. No, Beth! Cosa stai dicendo?-
Maggie cercò di liberarsi per potermi forse guardare ma glielo impedii.
-Negan mi ha ucciso. E Daryl.. oh Dio, Daryl..-
Con la bocca totalmente aperta cercai di recuperare un po’ di ossigeno ma pronunciare il suo nome e vedere tra i vividi ricordi il suo volto, mi provocò un groppo in gola talmente violento da serrarmela.
-Beth, cosa stai dicendo? Chi è Negan?-
La voce di mia sorella era spaesata e terrorizzata e stavolta riuscì a sciogliere quel ferreo abbraccio per stringermi il viso tra le mani.
-Devi calmarti, Beth. Respira lentamente.-
Negai col capo certa che sarebbe stato impossibile seguire il suo consiglio.
-Sì, Beth. Devi farlo.-
No, non potevo.
-Tu non sei morta, sei qui con me. Ti sto toccando!-
No, Negan mi aveva tagliato le vene dei polsi ed ero morta dissanguata.
-Sei con me, Beth! Sei viva! E anche Daryl lo è.-
E tutto si fermò.
Il tremore, le lacrime, la stretta alla gola. Come se qualcuno avesse premuto il tasto ‘pausa’, tutto si fermò.
-E’ vivo..-
-Sì, Daryl è vivo.-
Maggi capì che quel qualcuno era proprio lui e ripetette il suo nome confermandomi anche con l’intensità del suo sguardo che sì, Daryl era davvero vivo.
-Credo tu sia ancora sotto shock per quanto successo ad Alexandria.-
Stavolta ad essere confusa fui io e Maggie comprese anche questo perché accarezzandomi la fronte umida iniziò a spiegarmi.
-Hai scoperto che quelle persone hanno fatto del male ai nostri amici, Shasha e Tyreese, ed è accaduto qualcosa che non voglio ripeterti.-
Mi rivolse uno sguardo comprensivo e per quanto apprezzassi il suo intento a non rievocare spiacevoli ricordi, fu del tutto inutile perché la parola ‘cannibalismo’ si timbrò prepotente sul mio stomaco all’interno del quale avevo letteralmente trattenuto Shasha per qualche ora.
-Lo avrebbero fatto anche a noi se non fosse stato per te. Così, abbiamo solo approfittato del tempismo perfetto per scappare.-
-Che vuol dire?-
Domandai in un fil di voce.
-Vuol dire che abbiamo lasciato al karma il compito di vendicarci. L’orda di vaganti che stava dirigendosi verso Alexandria avrà probabilmente distrutto le recinsioni e..-
E non fu necessario concludere la frase.
Sospirai pesantemente passandomi una mano sul viso.
-Perché non ricordo il momento in cui siamo scappati?-
-Perché sei svenuta a causa dello shock. E’ stato Daryl a portarti da me e papà.-
Riportai rapidamente gli occhi su quelli verdi di mia sorella mostrandole tutta la mia preoccupazione.
-Papà non sa ancora niente.-
Cercò di rassicurarmi senza aggiungere alcuna traccia di rimprovero che solitamente non mancava mai, anzi al contrario le trovai uno di quei sorrisi dolci che mi rivolgeva quando da bambina facevo qualcosa che lei riteneva adorabile.
-Se mi avessero detto che un giorno il duro e freddo Daryl Dixon sarebbe sbiancato come un fantasma a causa della paura che lo stava divorando, probabilmente mi sarei fatta una grassa risata.-
Le sopracciglia mi si abbassarono e la fronte si corrugò in un’espressione sgomenta. Iniziavo a sentire le tempie pulsarmi.
Maggie sospirò e mi afferrò una mano stringendola forte.
-Ho sbagliato a credere che l’età avesse potuto essere un problema.-
La luna le illuminava il viso rendendola ancora più bella ma grazie alla luminosità della stessa potei notare il luccichio nei suoi occhi.
-Non sei più una bambina, anche se per me rimarrai sempre la piccola Betty, e l’ho capito quando ti ho visto tra le braccia di Daryl.-
Chiuse le labbra e ogni sfumatura d’ilarità o dolcezza sparì dal suo volto, rendendolo serio come non lo avevo mai visto.
-Ormai sei sua, Beth. Sei la sua donna. E so che tu sarai l’ultima sopravvissuta a morire perché quel testone è disposto a perdere la vita per te.-
Quell’ultima frase per quanto romantica avesse potuto sembrare, per me non lo era per niente. I terrificanti spezzoni di quel maledetto incubo tornarono a proiettarsi nella mia mente senza che io riuscissi ad impedirne la messa in onda. Esisteva solo un modo per eliminare definitivamente quella pellicola.

-Non è educato spiare le persone, ragazzina.-
Le labbra si distesero in un mezzo sorriso che non ebbe la forza di completarsi a causa del tremore del mento che non aveva smesso di accompagnare la sfilata di calde lacrime che lente percorrevano le guance.
Dovevo aspettarmi che Daryl si sarebbe accorto della mia presenza, nonostante fossi ben nascosta dall’oscurità della vegetazione.
A differenza sua, io potevo vederlo benissimo. Era seduto sul tronco di un albero caduto orizzontalmente e mi dava le spalle.
L’impazienza di toccarlo era tanta eppure mi recai da lui con passo lento, e invece di buttargli le braccia attorno al collo e stringerlo come mai avevo fatto prima, mi accomodai al suo fianco lasciandomi rapire per qualche istante dalla bellezza dell’alba.
Trascorsero diversi minuti di assoluto silenzio, attimi in cui nessuno dei due sentì la necessità di parlare. Ci bastava la consapevolezza ch’eravamo l’uno al fianco dell’altra.
Quando mi voltai nella sua direzione mi beai del suo profilo osservando attentamente ogni dettaglio, dalle punte delle ciocche di quei capelli sempre troppo lunghi ma sempre troppo perfetti, al mento adorabilmente arrotondato.
-Mi stai fissando.-
Lo disse senza alcuna traccia d’irritazione o rimprovero, continuando ad osservare quel meraviglioso panorama che madre natura stava offrendoci.
-Amo ciò che vedo.-
E non ero mai stata più seria. In quella frase piena di mille sfumature, avevo raggruppato altrettante contrastanti emozioni. Vedere il colore della sua pelle, sentire il suo respiro, osservare i movimenti della mascella, percepire il calore del suo corpo. Sì, amavo ciò che stavo guardando.
Stavolta Daryl si voltò verso di me e ricambiò quell’occhiata assorta che io gli stavo dedicando ormai da parecchi minuti. Non lo avrebbe mai confessato, ma dal modo in cui l’azzurro delle sue iridi si fuse con il mio, capii che anche lui amava ciò che stava vedendo.
-Ti sei ripresa.-
Constatò mentre le sue labbra si piegarono in un piccolissimo sorriso che sapevo stava solo trattenendo. Sentivo le guance calde e certamente il pallore era stato sostituito dal rossore dell’imbarazzo. Imbarazzo che lui aveva deliberatamente causato. Adorava provocarmi e sapeva quale arma usare: gli occhi, per l’appunto. Mi denudavano, mi disarmavano, mi imbambolavano.
Ma invece di rifilargli un’occhiataccia, come avevo sempre fatto, gli sollevai il braccio adiacente al mio e me lo avvolsi sulla spalla permettendomi così si rintanarmi nel suo petto da dove potei bearmi del suono ritmico di un cuore che non avrebbe cessato di battere ancora per moltissimo tempo.
-Ho avuto un incubo.-
Confessai in un sussurro e senza farlo apparire un gesto calcolato, Daryl mi strinse più forte. Non aveva ancora stretto amicizia con le proprie emozioni e ci teneva che rimanessero segrete.
-Tua sorella mi adorava?-
Ridacchiai senza però risparmiargli un pizzicotto nel fianco. Sobbalzò agitando la quiete dei nostri corpi ma entrambi ne approfittammo per rafforzare l’abbraccio.
-Credo che questo incubo diventi presto realtà, sai?-
-Che vuol dire?-
-Che ha accettato.. beh, si.. Ha accettato me e te.-
Da quando avevo difficoltà a parlare apertamente del nostro rapporto? Probabilmente ero ancora scossa dagli eventi delle ultime 48 ore per poter usare la sfrontatezza che col passare dei mesi mi ero costruita.
-Rimane tuo padre.-
Sospirai dal naso consapevole che il tassello più importante e difficile ancora andava sistemato. Tuttavia mi sentii libera e per evidenziare la felicità del mio cuore, le labbra si distesero lentamente in un sorriso raggiante. Chiusi gli occhi e, com’ero sicura, la pellicola del film horror ch’ero stata costretta –non solo a guardare- ma a girare nel mondo onirico, si bruciò. Proprio come avevo previsto.
Daryl era vivo. Io ero viva. E insieme avremmo affrontato e superato le mille battaglie che la vita ci avrebbe presentato. Persino la morte stessa.


Sei mesi dopo
-Secondo me s’incazzerà parecchio.-
Quegli occhioni azzurri continuavano a studiare critici il mio abbigliamento. Il caldo dell’estate stava ormai arrivando e per comodità, oltre che per necessità, avevo deciso di tagliare un jeans, ormai al limite della resistenza, in uno short e la camicia di una taglia più larga era stata legata sul fianco, lasciando libero l’ombelico. Lanciai un’occhiata a Jesus provocandogli un adorabile stupore.
-E tu ne sei felice! Ti diverte farlo incazzare, vero?-
Scosse la testa continuando ad osservarmi come se avessi due teste. Far imbestialire Daryl era una cosa che tutti evitavano di fare, d’altronde nessuno avrebbe mai stuzzicato un animale rabbioso, ma io.. beh, io ero l’eccezione. Non che con la sottoscritta Mr Dixon fosse un innocuo gattino, semplicemente.. non mi faceva più paura.
-Beh, sai cosa ti dico, angelo? Io me la squaglio. Non voglio che il mio naso ne vada di mezzo.-
Il rapporto tra Daryl e Jesus non era cambiato di una virgola; il primo lo detestava, il secondo incassava.
Tuttavia, ero convinta che  i due bambini si volessero segretamente bene e non ero la sola a pensarlo; molto spesso Rick mandava proprio e solo loro due a far rifornimento. Certo il più delle volte Jesus rientrava con un occhio nero, ma niente di irreparabile, come diceva Daryl.
Con un mezzo sorrisetto lanciai un ultimo sguardo al mio amico e in un gesto decisamente molto maturo, gli rivolsi la linguaccia ricevendone una in cambio.
-A dopo, se sarai ancora sana.-
-Scemo!-
Ci voltammo le spalle imboccando ciascuno una direzione diversa. Non che potessimo andare molto lontano, comunque. Da quattro mesi ormai, avevamo piantato le radici in una fattoria molto simile a quella in cui ero cresciuta da bambina. Era grande abbastanza da poter ospitare dieci persone, ognuno con la propria privacy. Rick, Carl, Michonne e Jesus dormivano nelle stanze del piano di sopra, papà, Glenn e Maggie in quelle del piano inferiore e.. Daryl ed io nel piccolo capanno adiacente che, chiaramente, avevo trasformato in una dependace dotata di tutti i comfort necessari. Ed era lì che stavo dirigendomi.
Ormai non dovevamo più nascondere la nostra relazione, seppur alla presenza di altri evitavamo sempre di comportarci come una coppia. Il nostro limite era un bacio sulla guancia. Ovviamente a darlo ero io e colui che lo riceveva si accertava che nessuno avesse assistito a quell’esplicito scambio di effusioni!
Con mio padre non era stato per niente semplice, ma grazie all’aiuto di Maggie e Rick, si era convinto che Daryl era la cosa migliore che avesse potuto capitarmi. Un giorno lui non ci sarebbe stato più e avrebbe lasciato questo mondo con la consapevolezza che la sua piccola Betty sarebbe stata al sicuro tra le braccia di un uomo che avrebbe sacrificato la propria vita pur di proteggere quella di sua figlia. D’altronde, tutti eravamo certi che Daryl sarebbe vissuto a lungo. E di conseguenza, io con lui. Beh, non solo io.
Un sorriso tremolante provò a linearsi sulle mie labbra e quando entrai in casa gli angoli della bocca riuscirono a sollevarsi del tutto.
Daryl, sdraiato sul divano, stava riposando sereno come un bambino.
Senza far troppo rumore, mi avvicinai e dall’alto me lo mangiai con gli occhi.
La canotta grigia aderiva ad ogni curva di petto e addome, l’orlo della stessa era appena sollevata lasciando intravedere quell’adorabile V inguinale resa ancora più sexy dall’ombra dei peli. Mi fermai lì, per evirare di collassare addosso a lui; era un brutto periodo per i miei ormoni!
Risalii fermandomi sul suo viso. Non che la situazione avesse potuto migliorare.
I capelli erano incollati alla fronte sudata e le labbra erano schiuse lasciando intravedere la schiera dei denti. Deglutii rumorosamente e portai una mano sulla nuca, che trovai bagnata. Stavo sudando e non ero del tutto certa che la colpa fosse dovuta solo al caldo.
-Hai finito, ragazzina?-
Sussultai indietreggiando di un passo nel momento in cui le palpebre del mio uomo si sollevavano per mostrarmi un guizzo divertito in quelle iridi sempre troppo belle affinché potessi abituarmici.
Mi passai la lingua sulle labbra e cercai di ricompormi.
-Di.. di fare cosa?-
Finsi indifferenza accomodandomi sul tavolino adiacente.
-Non lo so, dimmelo tu.-
E mentre la bocca di Daryl si distendeva in un mezzo ghigno, io sentivo le guance prendere fuoco. Non avrebbe mai smesso d’imbarazzarmi perché non avrebbe mai smesso di essere così.. così.. così Daryl Dixon, insomma!
-Stavo per svegliarti!-
Passai sulla difensiva, alzando anche il mento in un’espressione quasi stizzita.
-E perché?-
-Perché devo dirti una cosa!-
Semplice, no?
I suoi occhi si ridussero a due fessure e in un balzo si mise in posizione seduta. Adesso, poteva fronteggiarmi e.. sottomettermi. Alternò quello sguardo da parla, ragazzina da un’iride all’altra e attese.
Okay. Potevo farcela! Era da una settimana che recitavo nella mia mente il discorso da fare, adesso era arrivata l’ora di verificare se avevo scelto le parole giuste o no.
-Ahm..-
Ma come succede quasi sempre, quando arriva il momento dell’oratoria, il monologo che ti eri preparata così duramente e da tantissimo tempo.. si cancella come se non fosse mai esistito.
E così accadde anche a me.
-Ricordi la prima volta che mi hai portata fuori? Alla prigione?-
Le sopracciglia dell’arciere si abbassarono in un’espressione guardinga ma annuì.
-Ecco. E.. e ricordi perché avevo tanto insistito a dover venire con te?-
Stavolta un solo sopracciglio si mosse all’insù per mostrarmi un sospetto probabilmente errato.
Avvampai ripensando alla figuraccia che avevo fatto quella volta; era stato Daryl ad indicarmi dove fossero gli assorbenti in quel dannato minimarket.
-Dannazione, ragazzina, non può pensarci tua sorella?-
Negai col capo interrompendo la sua sfuriata.
-Non ne avrò più bisogno per un bel po’, Daryl.-
-Che vuol dire?-
Ingoiai per rimandare il cuore in petto e allungai un braccio.
-Prendi la mia mano.-
L’arciere non ci stava capendo nulla ed era stato il suo sguardo perso a rivelarmelo, tuttavia fece come gli avevo detto, poggiò la sua mano sulla mia. La strinsi forte e me la portai sulla pancia.
I suoi occhi si spalancarono appena per poi rifilarmi un’occhiata truce.
-Non siamo in una fottuta spiaggia nudista.-
Solo allora aveva notato il mio abbigliamento e come previsto la gelosia, che cercava in tutti i modi di nascondere e negare, non tardò a farmi sorridere. Segretamente!
-Daryl?-
-A tuo padre sta bene che vai in giro nuda?-
-Daryl?-
-Beh, sai una cosa, ragazzina? Me ne sbatto dell’uguaglianza tra i sessi! Da oggi, tu non vestirai più in questo modo.-
-Daryl!-
Finalmente smise di blaterale e quando mi diede la possibilità di rispondere, gettai fuori la frase che mi portò ad amarlo oltre l’inimmaginabile perché le sue dita strinsero così forte le mie da trasmettermi tutto l’amore che provava per me. Per noi.
-
Diventerai padre.-


PS. Come promesso alle lettrici di Prendi la mia mano che sono rimaste con un peso sul cuore per una conclusione decisamente inaspettata, eccovi una one-shot connessa alla storia! Prendetela come un epilogo!
Sinceramente non mi andava di modificare il finale, la mia fantasia ha deciso così! xD
Però, ripeto, potete leggere in queste righe un finale alternativo! :D
Spero vi sia piaciuta e che abbia placato le vostre forti emozioni che, onestamente, non credevo avrei potuto causarvi!

Ringrazio chi ha letto questa one-shot e chi, nel caso, la recensirà.

Un fortissimo abbraccio e.. a presto! :D

(Fanart trovata su internet!)

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Walking Dead / Vai alla pagina dell'autore: BillieJeanBJ