I Will Always
Find You
3. Dice il saggio: se vuoi avere salva la vita, mai utilizzare la frase
“poteva andare peggio”.
Io e Kagome arriviamo
in mezzo al gruppo di demoni e non, passati e futuri e tutti fanno un silenzio
di tomba, incuriositi dal nostro arrivo e, probabilmente, dalla nostra stessa
presenza. Come poco prima, lancio un’occhiata generale: la Kagome del passato è
talmente confusa che non sa se contenere la sua stessa curiosità o darle sfogo,
Inuyasha e Sesshomaru del passato ci guardano in cagnesco -santo cielo, devono
essere stati proprio scioccati da questo mescolamento di identità!-, mentre
Inucchan ha il faccino da cane bastonato. -Kagome…- sussurra, mentre la mia
amica rivolge un sorriso a Sango e Miroku ignorando completamente il fidanzato.
Io non posso
fare a meno di ghignare divertita, ma sono costretta a spostare la mia
attenzione alla piccola Rin, che mi è corsa incontro
e mi è saltata in braccio.
-Avevo tanta
voglia di rivederti, Aya-chan.- mi dice, con la sua
vocina sottile sottile.
Io ridacchio,
abbracciandola. -Anche io, piccolina.- le sussurro all’orecchio, incontrando lo
sguardo castano del mio Maru. Gli faccio l’occhiolino, mentre lui mi rivolge un
microscopico sorrisino confuso.
Mi perdo per
un attimo nei suoi occhi e solo le parole sussurrate di Miroku mi distolgono da
lui.
-Guarda,
Kagome:- dice alla studentessa vestita in verde -sembra che tra Sesshomaru del
futuro e la ragazza assomigliante alla piccola Rin ci
sia una certa affinità.- Kagome mi guarda spalancando gli occhi, mentre sento
Inuyasha trattenere il respiro, infastidito: se solo sapesse che scenata ha
fatto il suo sé del futuro quando l’ha saputo!
Non ho il
coraggio di voltarmi verso il Principe dei Demoni Ghiacciolosi
che, a causa di tutte le rivelazioni di quella giornata, avrebbe
tranquillamente potuto avere una crisi di nervi dopo le parole del monaco: solo
i Kami sanno quanto ci aveva messo il mio Maru per accettare
tutta quella situazione e non sono nemmeno certa di come abbia realmente preso
la perdita dei suoi poteri demoniaci.
Metto giù Rin-chan e sto per girarmi verso Miroku per ricordargli
che, disgraziatamente per lui, anche io ho un nome, quando mi squilla il
cellulare.
Guardo i miei
fratelli e Kagome allibita per qualche attimo, poi mi affretto a rispondere.
-Pronto?-
-Ayame, tesoro, dove siete?- dice la voce di mio padre,
dall’altra parte dell’apparecchio.
-Oh, papà!- esclamo, sentendo la speranza
invadermi il cuore. Non avevo capito di quanto fossi stata tesa fino a quel
momento.
-Ayame, cosa è successo?- mi chiede Inu
Taisho, la voce un po’ distorta dal cellulare, ma sempre dolce.
-E’ successo
un…un… una catastrofe!- dico, allontanandomi di qualche passo, nervosa e
agitata.
-Come una
catastrofe?!?- grida la voce di mamma, più alta di qualche ottava.
-La macchina
di Maru si è fermata in mezzo all’autostrada e abbiamo fatto un pezzo di strada
a piedi, e c’erano quei corvacci…-
-Corvacci?-
chiede mio padre, stranito.
-Si!- dico,
-ma non è importante. Ad un certo punto è spuntato Kyosuke e non-so-come ha…
rubato i poteri demoniaci di Maru e…-
-Come rubato i poteri demoniaci?- esclamano
forte gli altri due, costringendomi a togliermi il cellulare dall’orecchio,
certa che l’urlo dei nostri genitori si sia sentito fin dall’altra parte del Giappone.
Maru alza leggermente un sopracciglio.
-E poi ci ha
spediti nell’epoca Sengoku.- termino.
Tre secondi
di silenzio.
-Ma
Sesshomaru sta bene, vero? Vero???- mi chiede trafelato papà, con un tremito
nella voce.
-Si, sta
bene. Fisicamente.- aggiungo, dopo averci pensato un attimo.
Sento mamma e
papà sospirare.
-Ve lo
passo?- chiedo loro, ben sapendo che sarebbe stata la loro prossima richiesta.
-Si, grazie
cara.- mi risponde mamma, così io passo il cellulare a Maru.
Vedo con la
coda dell’occhio un Inuyasha sorpreso guardare Sesshomaru: gli sguardi dei due
fratellastri si incontrarono qualche secondo, entrambi con la stessa
espressione confusa e sorpresa, sebbene, lo ammetto, sia abbastanza strano
immaginare Sesshomaru con un’espressione.
Tuttavia, mi dico, probabilmente ciò è dato al fatto che io abbia chiamato papà suo padre. E forse anche perché
tale padre si è dimostrato molto più preoccupato per lui di come si sarebbe
dimostrato a quel tempo.
-Figliolo?
Stai bene?- sento nostro padre chiedere, così riporto tutta l’attenzione a Maru
e al mio cellulare stretto tra le sue -bellissime- mani.
-Si… credo.
Si.- aggiunge, sembrando più sicuro di sé.
-Ma sei sicurooo?- grida mia madre, probabilmente spaventata che
lui non la senta.
-Certo, Izayoi. Non ti preoccupare.- risponde Maru, facendo
trasalire l’Inuyasha del passato.
Certo: Izayoi era anche il nome della sua madre naturale e di
certo non può sapere che nostra madre è la sua reincarnazione.
Sorrido
dolcemente, cercando di non farmi notare, a causa del tono di voce e delle
parole di Sesshomaru. Avendo le sue due “versioni” così vicine, è facile fare
un confronto ed è altrettanto facile notare le enormi differenze.
-Figliolo.-
sta dicendo papà. -Dovrei essere in Europa: se mi veniste a cercare…-
-No.- lo
interrompe Maru. -Ce la caveremo.- assicura, con le stesse parole che aveva
usato per convincermi ad andare a cercare Kagome pochi minuti prima.
Non sento la
risposta di mio padre, distratta dal discorso che avevano intrapreso i due
Inuyasha, Miroku, Sango e la Kagome del passato che, ogni tanto, si premurava
di lanciare qualche occhiatina a Kacchan, probabilmente per chiedersi quale
sarebbe stato il momento giusto per andarle a parlare.
-State
attenti.- dice nostro padre. -E prendevi cura gli uni degli altri… specialmente
di Inuyasha.- aggiunge dopo una piccola pausa. Io e Maru ci scambiamo uno
sguardo d’intesa e dopodiché Maru tranquillizza nuovamente i nostri genitori.
-Certo.
Staremo attenti noi a Inuyasha.- dice, mentre Inucchan si gira verso di noi
sentendosi preso in causa.
-Cosa?!?-
domanda, con una divertentissima espressione da trota ammuffita.
-Papà dice
che ti dobbiamo tenere d’occhio.-
-Cosa? Ma non
è vero!-
-Si,
figliolo.- risponde Inu, accondiscendente.
-No!-
-Si.-
-Ayame è più piccola! Ha meno esperienza!-
E adesso cosa cavolo c’entro io?!?
-Tua sorella
è più giudiziosa.- afferma lui, sempre con tono accondiscendente, come se
stesse spiegando al figlio perché non doveva accettare caramelle dagli
sconosciuti.
-Si,
Inucchan, tua sorella è più giudiziosa.- ripeto io, sottovoce, guardandomi le
unghie con finta modestia.
-Su questo ho
parecchio da obiettare.-
-Cosa
vorresti dire, imbecille?- esclamo io, già immaginando dove voleva andare a
parare.
-Dico
semplicemente che le tue scelte sono alquanto… discutibili.-
Io stringo i
pugni. -Come ti permetti, razza di… di… pechinese rabbioso!- ringhio,
avvicinandomi di qualche passo verso di lui con tutta l’intenzione di prenderlo
a pugni.
Se si azzarda
a insultare di nuovo l’amore della mia vita si sarebbe ritroverà senza denti in
un batter d’occhio!
-Ayame, tesoro, sii giudiziosa.- dice mio padre, dalla
cornetta.
Io mi blocco
sul posto e ghigno rivolta a Inucchan, che assottiglia gli occhi e mi lancia
un’occhiata terribile, prima di voltarsi a sua volta e andarsi a sedere a
ridosso di un albero, imbronciandosi.
Roteo gli
occhi, anche se ormai non mi stupisco più dei comportamenti di Inucchan, e
prendo dalle mani di Maru il mio telefono che mi affretto a rimettere in borsa.
Non so per
quale Kami, ma questa mattina prima di scendere dalla
macchina ho avuto la geniale idea di portarmi dietro la borsa, con il
cellulare, l’IPod e qualche altra utile cosuccia come la mia spazzola portatile
e un paio di pacchetti di chewing gum
alla menta. Si, li ho comprati proprio perché alla pubblicità dicono sempre che
fanno diventare i denti color “biaco-accecante-come-una-luce-da-camera-operatoria”,
ma credo che, alla fine, sia solo l’ennesima bufala. In ogni caso, sono buoni.
-Quindi voi
siete… venuti dal futuro?- domanda titubante Kagome, aggrottando le
sopracciglia.
Inucchan si
limita ad annuire un volta sola, evitando di guardarla in faccia.
-Come avete
fatto? Sono certa di non avervi mai visto al Pozzo Mangiaossa.-
-Pozzo Mangiaossa?- chiede Kacchan, guardando la sua gemella negli
occhi. Entrambe si fissano per qualche secondo, poi distolgono lo sguardo quasi
contemporaneamente.
-Siamo
arrivati con una delle Perle Ako.- interviene Maru,
squadrando tutti i presenti con i suoi penetranti occhi neri.
Perle Ako? Non credevo si chiamassero così.
-E che
diavolo sono?- esclama Inuyasha, con tono tagliente e diffidente.
-Semplice:-
risponde Maru, paziente. -sono perle che permettono di viaggiare nel passato
per un periodo limitato di tempo.-
-Impossibile!
Lo saprei sicuramente se esistessero gemme di questo tipo!-
-A quanto
pare non lo sai, Inuyasha.- esclama Sesshomaru di questo tempo, tagliente, e
guardando il fratellastro con la sua solita espressione gelida.
Rabbrividisco:
sono quasi certa che Sesshomaru sarebbe capace di portare una tormenta di neve
con la sola potenza del suo sopracciglio inarcato.
Scuoto la
testa e mi vado sedere vicino a Kacchan, intrecciando le dita con le sue, per
darle un po’ di conforto. Lei mi sorride e io mi limito a strizzarle l’occhio,
complice.
-Quindi
provenite dal futuro, come Kagome?- ci chiede Sango, parlando per la prima
volta.
-Si.- dico io.
-Dal ventunesimo secolo.-
-E tu… sei
me?- chiede Kagome, girandosi nella nostra direzione e guardando la mia amica.
-No. Sono la
tua reincarnazione.- le spiega, con un mezzo sorriso, cercando di non
incontrare lo sguardo di Inucchan, che la sta ancora fissando da dietro Kagome.
Io incrocio
le braccia sotto il seno.
-Qualunque
sia la spiegazione, dovete tornarvene a casa! Siete assolutamente fuori luogo e
qui ci sono parecchi problemi da sistemare: di certo non potete restare a
disturbare Padron Sesshomaru!-
Ah, mi
sembrava strano che il rospo non ci avesse ancora messo la lingua!
-Jaken, stai
zitto.- lo zittisce immediatamente Sesshomaru.
-Ma padrone…-
-Il tuo
padrone ha detto zitto.- dice a mezza voce Miroku, dandogli una botta in testa
con il suo bastone da monaco.
Io ridacchio
con una mano davanti alla bocca, seguita da Rin, che,
probabilmente, ha visto quella scena mille volte.
-Tralasciando
la rana, sapete come tornare a casa?- ci chiede Miroku, guardandoci
alternativamente e, nello stesso tempo, tenendo d’occhio Jaken. Sapevo dai
racconti di Inuyasha che avrebbe potuto purificarlo immediatamente, se avesse
voluto.
-E’ la
grandezza della perla che indica quanto tempo dura il viaggio nel passato.-
dico.
-E questa
quanto era grande?-
Io e Maru ci
guardiamo per qualche istante e, ancora, non riesco a capacitarmi di quanto sia
bello anche da umano. Io, al contrario suo, da umana sono talmente sciatta da
fare paura.
-Parecchio.-
concludo, dopo qualche secondo di silenzio. -E comunque, prima di tornare,
dobbiamo recuperare i poteri demoniaci di Sesshomaru.- dico, evitando di usare
il diminutivo: non è il caso di metterlo più in imbarazzo di quello che si
sente.
-E perché
mai?- chiede Inucchan, uscendo dalla sua nube di depressione e ostilità.
-Perché mai?- chiedo io, allibita. -Che
domande sono, Inuyasha?-
Mio fratello
non risponde, mentre Kacchan sbuffa e dice qualcosa che assomiglia
terribilmente a un: -Che infantile…-
In ogni caso,
io sono totalmente d’accordo.
-Inuyasha!-
-Sarà
pericoloso.- sussurra, ma vedo già che non è convinto di quello che dice. Dopo
tanti anni e specialmente negli ultimi mesi, deve essersi affezionato parecchio
a lui.
-E chi se ne
frega. E’ tuo fratello, più di quanto lo sono io.-
E qui il
discorso cade.
-Chi?!?-
-Na-ra-ku.- mi fa lo spelling Miroku,
mentre mi si avvicina lentamente da dietro. -Ma non ti devi preoccupare, dolce
signorina: ci sono gli uomini che ti proteggeranno!- conclude, prima di
palparmi il sedere. Il Miroku di quest’epoca deve adorare i jeans, dato che è
tutto il tempo che fissa le mie gambe e quelle di Kagome.
Con un
movimento fulmineo -prodotto di molti anni di allenamento- gli stampo una
cinquina su una guancia, seguita da Sango che gli cala in testa una specie di
boomerang gigante.
-Beeeello quello! Cos’è?- chiedo, indicando con il dito
l’oggetto e ignorando il monaco che prende a scusarsi con Sango, usando lo
stesso tono e gli stessi soprannomi di quello del mio tempo. Prevedibile.
-Si chiama Hiraikotsu ed è la mia arma da sterminatrice: è costruito
con ossa di demone.-
-Oh.-
sussurro, guardando ammirata Hiraikotsu e pensando
che deve essere un’arma immensamente pesante. -Lo usi spesso su Miroku?-
chiedo, gioviale, facendo scoppiare a ridere la giovane sterminatrice.
-Certo. La
sua perversione non ha limiti.- mi risponde, alzando gli occhi al cielo.
-Comunque,
saremmo felici se viaggiaste con noi.- dice Kagome, rivolgendosi alla sua
gemella e sorridendole timidamente.
-Che cosa?!?-
esclama Inuyasha, seguito a ruota da mio fratello. Le loro voci, identiche, si
sovrappongono per qualche istante e mi sembra di sentire un eco.
Io e le due
Kagome ci scambiamo occhiate ironiche.
-Non abbiamo
assolutamente bisogno di viaggiare con loro! Recupereremo i poteri demoniaci di
mio fratello e aspetteremo di tornare a casa!- ci dice Inucchan, facendo
inarcare un sopracciglio a Maru. Effettivamente, ora che ci penso, sono rare le
volte che Inucchan si rivolge a Maru chiamandolo “fratello”.
-Non avevi
detto tu che “sarebbe stato pericoloso”? Più siamo, meglio è.- dico,
incrociando le braccia.
-Ayame ha ragione.- dice Maru e sono certissima che quelle
parole gli costino davvero molto. Per un attimo, mi rendo conto di ammirarlo
davvero per come sta affrontando la sua situazione e mi riprometto di parlargli
il prima possibile.
Inucchan sbuffa.
-Perché diavolo oggi nessuno mi da retta?!?- chiede, senza rivolgersi a nessuno
in particolare.
-Perché dici
idiozie.- dice glaciale Kacchan, non guardandolo in faccia e chinandosi a
prendere la sua borsa.
Rimango per
un attimo a bocca aperta e fisso la mia amica. Wow, che caratterino ragazzi!
-Kacchan, mi
sorprendi ogni momento di più.- le sussurro. Lei mi guarda maliziosa e io mi
ritrovo con un espressione da trota: impossibile che quella sia la Kagome che
conosco! Cosa le è successo da un momento all’altro? E’ stata sostituita e io
non me ne sono accorta?
La guardo
recuperare la sua borsa e avvicinarsi alla sua gemella. -Ci avviamo? Da qualche
parte dovremmo pure iniziare a cercare, no?- domanda, mentre Miroku le si
avvicina di soppiatto e le palpa il sedere, subito colpito da Sango. Ma non gli
bastano tutte le botte che si prende durante il giorno, a quello là? E’ puro
masochismo!
Rin mi si avvicina correndo e si volta in
direzione di Sesshomaru.
-Signor
Sesshomaru!- chiama con la sua vocina squillante. Il demone bianco si gira,
mentre io alzo un sopracciglio in direzione della bambina.
-Signor
Sesshomaru, la prego: andiamo anche noi con Ayame e
gli altri?-
Spalanco gli
occhi sorpresa e guardo anche io il demone supplicante: sarebbe stato splendido
restare con Rin durante la mia permanenza nel Sengoku.
Mi sembra di
sentire l’Inuyasha del passato protestare vivacemente, subito zittito da
Kagome. In ogni caso, dubito che la sua opinione in questo ambito sarebbe stata
importante.
-Non dire
sciocchezze, Rin! Di certo il padrone non viaggerà
mai con questa genta…-
-Si.-
Jaken si
zittisce di botto, con la bocca ancora spalancata e si volta verso il suo
padrone. Vedendo l’occhiataccia che quello gli sta rivolgendo, si sbriga a
inchinarsi e a blaterare qualche scusa, che Sesshomaru prontamente evita.
Da parte sua,
la piccola Rin mi sorride a trentadue denti e mi
salta in braccio, cingendomi il collo con le due braccine. -Che bello, Aya-chan, viaggeremo insieme!-
Io non le
rispondo, troppo occupata a fissare Sesshomaru che, dopo aver brillantemente
esposto la sua idea, si incammina, seguito da Jaken tutto omaggi e inchini.
-Sesshomaru,
dannato, dobbiamo andare dall’altra parte: Naraku è per di là!- esclama
Inuyasha, indicando la direzione con lo spadone che in mano sua sembra leggero
come una piuma.
-Non stiamo
andando a cercare Naraku.- risponde lui, continuando a camminare e non
degnandolo neanche di un’occhiata. Quando
si dice freddo come un iceberg…
Mi giro verso
il mio ragazzo e lo guardo con un sopracciglio alzato: che è preso al suo sé
passato, tutto d’un tratto?
Lui fa
spallucce e ci supera, andando dietro al gruppo che si stava iniziando a
muovere.
-Io gli
uomini non li capirò mai.- dico a Rin, mentre lei
ridacchia ancora tra le mie braccia.
Mi incammino
anche io, rimanendo in coda al gruppo. Dunque: due Sesshomaru, due Inuyasha,
Miroku depravato, Sango sterminatrice, due Kagome, tra cui una incazzatissimissima, un nanetto rompiballe e come
dimenticare la piccola Rin? Ah, si, ci sono anche io.
Insomma: gruppo
vacanze Sengoku, si parte!!! Dopotutto, poteva andare
peggio no?
Angolino
dell’autrice:
Buonasera a tutti! Non vedevo l’ora di pubblicare questo capitolo: Ayame e gli altri fanno conoscenza con gli abitanti del Sengoku, ovviamente interrotti da Inu
e Izayoi, preoccupatissimi per i loro tre pargoli. Ho
cercato di dare spazio a tutti i personaggi (anche a Jaken!), al meglio che ho
potuto: spero di aver fatto un lavoro passabile.
Vi ringrazio
infinitamente per le recensioni e per aver letto questa storia: siete dei
tesori, tutti voi! Fatemi sapere cosa pensate del capitolo e alla prossima ;*
Sami