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Autore: AllisonHermioneEverdeen    06/10/2016    2 recensioni
Una ragazza che vaga per il mondo, in fuga.
Il Capitano e la sua ricerca di Bucky.
L'HYDRA, davvero dura a morire.
Segreti mai svelati, dimenticati da chi li custodisce.
Se volete saperne di più, non vi resta che cliccare sul titolo.
Ma vi avverto: non si torna più indietro...
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Capitolo quattro



- Tieni, ti farà sentire meglio - le porse una tazza di latte caldo. Faith, esitante, la prese, cominciando a sorseggiarlo. Era buonissimo! Non aveva mai bevuto il latte... la scaldò subito, e quando ebbe finito di bere aveva ripreso un po' di colore. Posò la tazza, tenendo lo sguardo basso. Aveva paura di alzarlo e incrociare gli occhi di Esther. Dopo l'accaduto, dopo che aveva usato le sue capacità per uccidere quell'uomo... si aspettava che Esther si allontanasse da lei gridando, ma la signora l'aveva sorretta e portata a casa sua, e adesso la stava aiutando a riprendersi.
- Faith, io... vorrei ringraziarti, ti devo la vita - le disse Esther. A quel punto la ragazza alzò gli occhi, e con sua grande sorpresa nello sguardo della signora c'era solo gratitudine.
- Non hai... paura di me? - sussurrò confusa. Esther le sorrise.
- No... mi hai salvato la vita, ti sono debitrice - affermò. Faith la guardava senza parole. - Te la senti di parlarmene? - chiese Esther, esitante. Faith la guardò negli occhi: poteva fidarsi. Sospirò tremolante e cominciò a raccontare...
- Sono cresciuta sottoterra, in una base segreta di un'organizzazione criminale, in Siberia. Fin da piccola mi hanno addestrata a combattere: ho imparato prima quale nervo devo spezzare sul collo per uccidere un uomo che a parlare - la voce di Faith ormai era solo un sussurro tremolante, ma Esther non si perdeva una parola.
- Mi hanno insegnato ad addattarmi a qualunque situazione, a patire il freddo della Siberia vestita solo una magliettina e dei jeans, a sopportare qualunque tortura, sia fisica che mentale... mi hanno cresciuta come un'arma - i ricordi del suo passato le stavano invadendo la mente, dolorosi...

La bambina cadde per terra, mordendosi le labbra per non urlare: era atterrata sulla spalla lussata.
- Podnyatyy ( Rialzati )- le ordinò una voce fredda. La bambina sputò un grumo di sangue e cercò di fare un respiro profondo, ma le due costole fratturate la fecero sussultare dal dolore. Ciononostante, si rialzò. Davanti a lei l'agente che la stava addestrando era pronto: le sferrò un pugno, che lei schivò abilmente, cercando di ignorare il fiotto di dolore che proveniva.... più o meno da tutto il corpo! Il combattimento durò per quelle che sembravano ore, ogni volta che la bambina cadeva a terra per un colpo troppo duro dell'avversario, si rialzava. Sanguinava dalla fronte, dalla guancia, dalla coscia e dal braccio sinistro, aveva un paio di costole rotte e si era storta la caviglia cadendo, ma non si lamentò mai. Non le era concesso. Le armi non si lamentano. Una volta o due aveva steso il proprio avversario, e aveva potuto riprendere fiato.
- Dostatochno ( Basta così ) - affermò un uomo entrando. L'agente che prendeva appunti fece un cenno al combattente, poi i due uscirono, lasciando l'uomo solo con la bambina.
- Oni govoryat mne, chto vy vse luchshe ( Mi dicono che stai migliorando ) - disse l'uomo mentre lei si rialzava a fatica, tremando e sanguinando.
- Eto vremya ispytaniya, papa? ( E' il momento del test, papà? ) - chiese la bambina con voce incolore. L'uomo le sorrise, ma era un sorriso falso, di quelli che non raggiungono gli occhi.
- Sleduyte za mnoy ( seguimi ) -.


- Faith? - la richiamò alla realtà una voce gentile. La ragazza si scosse, poi tornò a raccontare, stringendo convulsamente la tazza vuota e tenendo gli occhi bassi.
- Quando non mi addestravano, facevano esperimenti su di me... fin da piccola ho sviluppato delle capacità strordinarie, volevano sfruttarle, usarle nelle guerre... - si interruppe, scacciando il ricordo che si stava facendo largo dentro di lei. Non poteva abbandonarsi al passato. Adesso era libera.
- E come sei fuggita da loro? - chiese Esther, togliendole dolcemente la tazza vuota dalle mani.
- E' stato sei mesi fa... era da un po' che giravano voci su una loro arma scappata, finchè non se la ritrovarono contro di loro: era un assassino, come me... abbiamo persino svolto un paio di missioni insieme... ma non so chi sia nè da dove venga; è entrato nella base, ha fatto una carneficina con tutti i medici e gli agenti che erano lì dentro, poi mi ha liberata. Da allora l'organizzazione mi cerca - completò. Si sentiva incredibilmente leggera dopo aver confessato tutto ad Esther, ma anche in ansia: sapendo cosa aveva fatto in passato, sarebbe stata ancora capace di sorriderle?
- Oh Faith... - sussurrò la signora - Mi dispiace così tanto... - e l'abbracciò. La ragazza ci rimase di stucco. All'inizio rimase rigida, confusa, ma poi ricambiò. Quando l'abbraccio si sciolse, si passò le dita sulle guance: stava piangendo. Lei non aveva mai pianto, in tutta la sua vita. Mai. Esther la guardava non con pietà, ma con... affetto?? Era dispiaciuta per lei! Prese una coperta e la fece sdraiare sul divano. - Puoi dormire qui, stanotte... stai tranquilla, non ti lascio sola - le sorrise con affetto. Faith era senza parole, così si limitò a stirare un sorriso tra le lacrime e chiuse gli occhi, cadendo in un sogno senza incubi per la prima volta da mesi.

- Insomma volete andare a Chicago e Bucarest- commentò Sam quando gli comunicarono le novità. Erano a casa del Capitano. - E avete pensato alla " figlia della morte"? In fondo anche lei è stata lì in missione, se lavorasse ancora per l'HYDRA? - chiese Sam. Natasha sospirò.
- Se la incontreremo, la affronteremo - disse semplicemente.
- E se non fosse dalla parte dell'HYDRA? Se anche lei fose riuscita a sfuggire al loro controllo?- sussurrò Steve.
- Dici che potrebbe essere in fuga dagli agenti rimasti dell'HYDRA? - chiese Natasha, corrucciata. Steve annuì, alzandosi in piedi.
- E se fosse riuscita a fuggire per merito di Bucky? Potrebbe essere scomparso per questo: magari vuole liberarsi dell'HYDRA, e sta uccidendo le rimanenti teste vaganti... - ragionò ad alta voce.
- Può darsi... ma fossi in te non mi illuderei troppo: ci sono fin troppi " se " in questa teoria - fece notare Natasha, odiandosi per il proprio realismo.
- Però ha senso: Barnes scappa dall'HYDRA, apprende la verità su sè stesso e decide di vendicarsi, distruggndo le basi rimaste dell'organizzazione e liberando le altre persone che erano controllate da essa- disse Sam, deciso e non bocciare l'idea di Steve. -
- Si, potrebbe essere... controllo se c'è qualche base dell'HYDRA a Chicago o a Bucarest- affermò Natasha.
- Buona idea, facci sapere... io intanto cerco informazioni su questa " figlia della morte " - annunciò Steve. Finalmente avevano un piano concreto per ritrovare Bucky!

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il quarto capitolo! Si comincia a scoprire la verità su Faith, le sue origini, e anche se rimangono ancora molte domande, il mistero comincia ad essere svelato...
Ma come sono poetica oggi?
Spero che vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori silenziosi.
Grazie a Eclisse Lunare, lulusmiley, mangamylove e Red_Amortentia per avere messo la storia tra le seguite ( con un ringraziamento speciale a Red_Amortentia per la sua recensione ).
Grazie anche a Black Pandora e you_are_my_hero per averla messa tra le preferite.
A presto
AllisonHermioneEverdeen

   
 
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