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Autore: Kimberly Horan    07/10/2016    1 recensioni
L'intera vicenda si svolge dopo gli eventi narrati nella storia ''The prince and the princess''. Sofia ed Harry sono sposati e hanno avuto due splendidi gemelli: David e Philip. Come saranno i loro primi anni da genitori? I due innamorati si troveranno ad affrontare un altro importante capitolo della loro vita insieme!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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“Quindi lui e Sofia stavano insieme?” Chiese William.
“Sì.” Rispose Harry fissando la ghiaia del viale.
“Quando erano ragazzi?”
“Sì.” Ripeté Harry. Ormai erano ore che rispondeva a monosillabi.
“Non capisco”, ammise William dopo averci riflettuto per un po’.
Harry alzò gli occhi al cielo. “Cosa non capisci? Non è tanto complicato!”
“Non capisco perché sei così…” William non riuscì a trovare la parola adatta per descrivere lo stato in cui era il fratello. Semplicemente lo indicò tutto con la mano, con un’espressione del volto che diceva più di mille parole. “Insomma, erano dei ragazzini. Sono anni che non si vedono, lei è tua moglie e avete due figli, davvero credi che Sofia possa provare ancora interesse per lui?”.
“Cosa?” Harry lo guardò indignato. “No! No e assolutamente no! Non penso nulla del genere!” Sapeva che Sofia lo amava e non aveva il minimo dubbio su questo.
“E allora cosa c’è che non va?”
Harry alzò le mani in segno d’arresa. “Non…non lo so”. Scuotendo la testa si mise seduto sulla panchina in ferro battuto. Si passò una mano fra i capelli e fece un respiro profondo.
“Senti, non devi permettere che questa cosa ti mandi in crisi”. William si sedette al suo fianco e gli diede una pacca sulla spalla.
“Sì, lo so. Però non è facile io….è come se avessi paura di non reggere il confronto”, spiegò.
“Ma dai Harry, che sciocchezza!” Esclamò William.
“Tu non puoi capire”.
“Magari dovresti parlarne con Sofia”.
Quella era stata la prima cosa che aveva fatto, peccato che non fosse servita poi a molto. Il ballo di gala era quella sera e lui non si sentiva minimamente pronto ad incontrare Lucas.
Harry sospirò per scaricare la tensione e guardando il cespuglio di rose rosse che aveva davanti ebbe un’idea. Forse c’era qualcuno in grado di aiutarlo.
“Ho trovato!” Si alzò in piedi di scatto e iniziò a correre, diretto verso casa.
“Hey! Ma dove stai andando?” Gli urlò dietro William.
“Dopo te lo spiego!” Gli rispose lui di rimando, continuando a correre.
Salì in tutta fretta la scale e percorse il corridoio con grandi passi fino ad arrivare in camera. Prese il suo cellulare dal comodino, dove lo aveva lasciato, e chiamò.
Il telefono squillò per tre volte. “Spero per te che sia una cosa importante”, rispose Enea con il suo solito tono di voce.
I rapporti tra lui ed Harry erano notevolmente migliorati da quando erano nati i gemelli, anche se Enea continuava a non volerlo ammettere. Era un tipo troppo orgoglioso per riconoscere che Sofia aveva fatto bene a sposarlo.
“Ho bisogno di un favore”, gli disse Harry.
“E lo vieni a chiedere proprio a me? Non per essere scortese, credimi, ma siamo piuttosto lontani. Comunque che ti serve?”.
“Lucas”. Disse quel nome quasi con disgusto. “Che tipo è?” Se c’era qualcuno in grado di dargli delle informazioni su di lui, questo era Enea. I due avevano lavorato insieme e si conoscevano piuttosto bene.
“Intendi dire caratterialmente?”
“Sì. Ha ottenuto una cattedra ad Oxford e questa sera parteciperà al ballo di gala e…”
“E tu vuoi sapere che razza di persona ti ritroverai di fronte, dico bene?” Enea lo precedette prima che potesse terminare al frase. Harry rimase in attesa impaziente.
“Beh, è complicato da spiegare…Su di Lucas ci sarebbero da dire tantissime cose, però non aiuterebbero la tua autostima”.
“La cosa non è molto incoraggiante”, ammise Harry. Abbassò lo sguardo sulla foto incorniciata che ritraeva lui e Sofia il giorno delle loro nozze. “Il fatto è che…non so come comportarmi. Insomma, lui è stato il suo grande amore…”, pronunciò le ultime due parole con un tremendo nodo alla gola.
Dall’altro capo del telefono Enea scoppiò a ridere e in quel momento Harry si pentì di averlo chiamato. Era decisamente insopportabile, il più delle volte. “Chi è il grande amore di chi? Ascoltami bene Harry, l’unico vero grande amore di mia sorella, un po’ per sfortuna e un po’ per fortuna, sei tu. Quello che c’è stato con Lucas era un amore giovanile e tale è destinato a rimanere, grazie al cielo.”
“Come sarebbe a dire grazie al cielo? Tu e Lucas non siete amici?” La cosa non avrebbe dovuto stupirlo dal momento che, come gli aveva detto Sofia, ad Enea non piaceva veramente nessuno.
“Per quanto mi riguarda io Lucas l’ho sempre detestato. Certamente sa fare bene il suo lavoro, ma non è né il primo e né l’ultimo. Aveva un brutto carattere all’epoca e ce l’ha anche adesso, te lo dimostra il fatto che tra lui e Sofia non è durata”, fece una breve pausa. “Certo, è carismatico oltre ogni misura e lei ne era rimasta affascinata. Lo adorava, in tutti i sensi!”
Harry alzò gli occhi al cielo, esasperato. “Sì, ho capito il concetto, grazie. Va avanti!” Gli disse scocciato.
“Il punto è che poi, non appena è cresciuta abbastanza, si è inevitabilmente contrata con lui. Il consiglio migliore che posso darti Harry è questo: non lasciare che ti metta i piedi in testa. Cercherà di fare l’impossibile per sembrare migliore, perciò spetta a te dimostrargli il contrario, hai capito bene?”
“D’accordo. Grazie mille”.
Harry riagganciò il telefono e si buttò sul letto.
 
 
Sofia si stava finendo di preparare. Seduti sul lettone i bambini la guardavano con i loro grandi occhi, mentre finiva di indossare gli orecchini. Si girò verso di loro e gli mostrò l’abito color cipria che aveva scelto per l’occasione. “Vi piace?”
I due annuirono con convinzione. Sofia sorrise e finì di indossare gli orecchini di diamanti.
“Mamma, dove andate tu e papà?” Le chiese curioso Philip.
“Dobbiamo partecipare ad un evento importante” gli spiegò.
“Possiamo venire anche noi?”
“Lo vorrei tanto amore, ma faremo tardi e voi dovete andare a dormire presto”
David, che era rimasto insolitamente silenzioso fino a quel momento, tossì mentre si strofinava gli occhi con una mano. Sofia lo guardò attraverso il riflesso dello specchio e si accorse che aveva le guance rosse, così si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla fronte. Scottava parecchio, come se avesse la febbre.
“David, ti senti bene?” Gli chiese preoccupata.
“Mi fa male la testa”, le rispose lui con voce flebile.
Sicuramente era solo influenza, ma Sofia era piuttosto apprensiva verso i bambini perciò fece chiamare lo stesso un medico. Nel frattempo riportò David in camera e lo mise al caldo nel letto. Nel giro di mezz’ora anche Philip accusò gli stessi sintomi e fortunatamente, dopo averli visitati, il dottore le confermò che era semplicemente un po’ di febbre.
“Poveri tesori miei”, gli disse Sofia. “So che state poco bene ma state tranquilli, vedrete che domani mattina, dopo una bella dormita, vi sentirete meglio”.
“Mamma non andare via, stai qui”, David allungò le braccia verso di lei e Sofia lo abbracciò forte, dandogli un bacio sulla testa.
“Sì mamma, stai qui”, ripeté Philip.
Sofia guardò verso la porta della stanza, dove Harry la stava aspettando.
“Cercate di dormire ora. Io torno subito”, sussurrò dolcemente. Si alzò e si diresse verso di lui.
“Sofia, dobbiamo andare o faremo tardi”, le disse Harry sottovoce, in mood che i bambini non sentissero.
“Harry non posso lasciarli da soli”. In verità non sarebbero rimasti da soli, considerando la presenza della tata, che sarebbe rimasta con loro per tutta la notte, però non era la stessa cosa.
“Nemmeno io vorrei lasciarli, ma è una cosa importante”.
Lo sapeva, ma i suoi bambini stavano poco bene ed erano spaventati per questo. Volevano la loro mamma e lei doveva restare al loro fianco. “Ascolta, tu intanto vai. Io rimarrò solo finché non si addormentano, poi ti raggiungo. Va bene?” Gli domandò implorante.
Philip tossì di nuovo e Harry non se la sentì proprio di insistere affinché lei lo seguisse fin da subito. “D’accordo”.
“Grazie”. Visibilmente sollevata lo baciò e poi tornò nella stanza dei bambini.
 
 
Harry arrivò al ballo di gala, dove tutti furono sorpresi nel vederlo da solo, e ripetere che Sofia avrebbe semplicemente tardato per via dei bambini fu decisamente snervante.
Per tutto il tempo continuò a guardarsi intorno. Sapeva che da un momento all’altro si sarebbe ritrovato Lucas davanti agli occhi e in un certo senso fu proprio così. Lo intravide da lontano, mentre era intento a parlare con altri ospiti. Da principio non era sciuro che fosse lui, poi ripensò a quando lo aveva visto in quel pub e allora non ebbe più dubbi. I capelli rossi tendenti al biondo e quegli occhi blu, della stessa colorazione che assume l’acqua nei punti più profondi e freddi, erano inconfondibili.
Fece un profondo respiro e poi iniziò a camminare nella sua direzione. Avrebbe semplicemente potuto fare finta di nulla. Avrebbe potuto ignorarlo, dal momento che lui non lo stava nemmeno guardando, ma Harry si disse che invece doveva affrontarlo. La presenza di Lucas lo mandava in crisi e se fosse scappato come un codardo, non avrebbe mai superato la paura di non essere abbastanza. L’altra volta si era voltato e se ne era andato, Sofia gli era corsa dietro, ma questa volta sarebbe andato tutto in modo differente.
“Harry!” Jake lo chiamò e Lucas indirizzò lo sguardo verso di lui. Dal modo in cui si guardarono i due si intuì subito che provavano una certa antipatia reciproca.
“Harry, questo è Lucas Minganti”.
I due si strinsero la mano in un gesto di cortesia che entrambi avrebbero volentieri evitato.
“Sai Harry, se tu avessi conosciuto Sofia solo qualche tempo prima, Lucas sarebbe stato il tuo rivale in amore”, disse Jake ridacchiando. Che diamine aveva da ridere lo sapeva solo lui. Non si ricordava nemmeno che Sofia gli aveva detto di non conoscere Lucas.
Harry lo guardò male. “Non credo proprio, dal momento che la loro storia era finita da anni”. Quella frase fu l’equivalente di una dichiarazione di guerra, lo sapeva e non aveva potuto trattenersi. Al diavolo la diplomazia!
“Non è detto, non si sa mai cosa può succedere quando ci si conosce da tanti anni”, rispose in tono freddo Lucas, raccogliendo la sfida di Harry.
“Si beh, Lucas insegnerà ad Oxford dal prossimo semestre. E per fortuna, perché a quel che ho sentito il professore che c’era prima di lui era un vero idiota”. Jake cambiò improvvisamente discorso. Come faceva ad essere così fuori luogo? Se anche pensava una cosa del genere avrebbe dovuto come minimo tenersela per se.
“L’intelligenza non si misura sui banchi di scuola”.
“Di sicuro non su quelli di un’accademia militare”, rispose Lucas con il suo tono di voce irritante, prima di bere un sorso di champagne.
Harry provò l’irrefrenabile impulso di spaccargli la faccia. Chi si credeva di essere? Solo perché aveva studiato all’università non significava che era meglio di lui, che invece aveva scelto la carriera militare.
“In accademia ci insegnano come essere dei bravi soldati, non come stare seduti tutto il giorno ad una scrivania senza fare nulla”.
Lucas lo guardò con aria di sfida. “E immagino che voi siate un bravo soldato. Anche se si potrebbe dire che siete stato fortunato anche su quello dal momento che vi hanno fatto rientrare in patria per motivi di sicurezza. Se tutti i soldati godessero dei vostri privilegi, ci sarebbero molte più persone che sceglierebbero di arruolarsi nell’esercito”.
Quella frase era pesante perché in pratica gli stava dando del codardo. Harry si era opposto fino in ultimo al suo rientro. Era un soldato e lasciare i suoi uomini lì da soli, mentre lui tornava sano e salvo a casa, lo aveva devastato al punto che ancora oggi era una questione che gli bruciava dentro.
Non gli rispose, ma lo guardò con profondo disprezzo. Quanto avrebbe voluto dargli un pugno.
“Harry, dov’è Sofia?” Chiese Jake. Persino lui aveva intuito la tensione che c’era tra i due.
“Sta arrivando, si è trattenuta con i nostri figli”. Lo fece apposta a sottolineare la cosa e Lucas ne sembrò infastidito.
“Beh, anche le principesse sono delle mamme, dopo tutto”, commentò Jake.
“E Sofia in particolare è una mamma meravigliosa”, continuò lui.
Lucas sorrise amaramente. Stava per rispondergli, Harry ne era certo e non aspettava altro, però in quel momento annunciarono l’entrata di Sofia.
“Sua Altezza Reale Sofia, Duchessa di Windsor”.
Harry si voltò verso l’entrata e vide che lei lo stava cercando in mezzo alla folla. Quando incrociò il suo sguardo gli sorrise e si diresse verso di lui. Harry le andò in contro, lasciandosi alle spalle gli altri.
Guardandola con occhi pieni d’amore le baciò la mano e lei gli regalò un altro dei suoi splendidi sorrisi. “Sembra che tu abbia il fiatone. I nostri pulcini come stanno?”
“Sono crollati per la stanchezza. Ho fatto più in fretta che ho potuto”, disse Sofia riprendendo fiato.
Harry era felice che fosse lì. Non sapeva bene il perché ma non era sicuro di poter continuare a tenere testa a Lucas da solo, e la sua presenza gli avrebbe dato la forza necessaria.
Sofia scrutò Harry in volto ed intuì subito il suo stato d’animo. Gli accarezzò una guancia con la mano, poi spostò lo sguardo alle sue spalle e vide Lucas. Fece scivolare la mano lungo il braccio di Harry fino alla sua mano, che stinse con delicatezza mentre tornavano dagli altri.
“Sofia, è bello vederti!” Jake la salutò calorosamente, ma lei rimase un po’ sulle sue.
“Lucas”, gli fece un cenno con la testa.
“Ti trovo bene”, le disse. “Harry ci ha detto che eri con i tuoi figli”.
“Sì, hanno la febbre”.
“Non riesco ad immaginarti in un ruolo del genere, ad essere onesto”, le disse con il sorriso sulle labbra. “Tempo fa dicevi che non avresti mai abbandonato la tua carriera, ed ora eccoti qua”.
“Sì, ma è questo il bello del crescere: il cambiare idea su tante cose stupide”.
“E poi quale ragazza non avrebbe sposato il proprio principe azzurro?” Si intromise Jake.
“Giusto”, le disse Lucas sempre sorridendo. “Avrai anche rinunciato alla tua famiglia, al tuo nome e a tutti i tuoi sogni, ma in compenso hai sposato un principe. La domanda che mi sorge spontanea ora è: e voi a cosa avete rinunciato per sposare Sofia, Vostra Altezza?” Chiese poi rivolto ad Harry.
Ora basta. Era decisamente troppo. Sofia non poteva lasciare che trattasse Harry in quel modo, facendolo sentire in colpa. Non si meritava per niente una cattiveria simile.  Improvvisamente provò un irrefrenabile istinto di protezione nei confronti dell’uomo che amava.
Fredda, impassibile e spietata, Sofia rispose prima che potesse farlo Harry. “E’ una questione di scelte. Ricordi cosa diceva sempre tuo nonno, Lucas? ‘ L’amore è una cosa importante, vedi di farlo rientrare nei tuoi piani, ragazzino ‘. Se tu non avessi una così alta opinione di te stesso e lo avessi ascoltato, magari ora non saresti così tremendamente infelice”.
Lo colpì in pieno e lui rimase in silenzio, abbassando lo sguardo. A quel punto la tensione era arrivata ad un punto tale che quando l’orchestra annunciò l’inizio del valzer, Jake le chiese di ballare, non sapendo in quale altro modo cambiare discorso.
“No grazie”, gli rispose lei. “Sono sempre stata dell’opinione che il valzer fosse una cosa molto intima e personalmente l’unico uomo con cui vorrò ballare per il resto della mia vita è mio marito”, si rivolse ad Harry, che le sorrise fiero.
Il duca e la duchessa di Windsor si incamminarono verso il centro della sala, dove stavano per iniziare le danze, ma prima Sofia si voltò per un’ultima volta verso di Lucas e gli disse: “Come vedi, nonostante tutto, sono rimasta sempre la stessa, e non ho intenzione di cambiare: io difenderò sempre le persone che amo”. Detto ciò lei ed Harry se lo lasciarono alle spalle chiudendo la questione.
Harry le mise una mano sul fianco e quando la musica iniziò la tenne stretta mentre ballavano il valzer. Quella sera era stata la principessa a salvare il principe.
 
 
Sofia ed Harry lasciarono il ballo prima del previsto. Nessuno dei due aveva più voglia di stare lì e così andarono al campo di polo.
Si sedettero sull’erba bagnata a causa dell’umidità notturna, con le gambe incrociate come se fossero due adolescenti. Sofia stava disegnando sul palmo della mano di Harry dei cerchi con la punta dell’indice.
“A cosa pensi?” Gli chiese.
Lui impiegò qualche attimo per rispondere. “Stavo pensando a quando ci siamo conosciuti. All’epoca cercavo una persona con cui condividere tutto questo….e l’ho trovata in te. Però Lucas aveva ragione, prima: io non ho rinunciato a nulla per stare con te”. Mentre lei, in pratica aveva rinunciato a tutto. Diventare sua moglie aveva significato dimenticare quello che era stata fino a quel momento. Harry si sentì un egoista, perché in fondo lo era stato fin dal principio, ma lo aveva fatto per amore.
Sofia sospirò. “Tutti amano la favola della ragazza normale che sposa il principe”. Gli prese il volto fra le mani e lo costrinse a guardarla negli occhi. “Ma questa è la vita reale. E nella vita reale bisogna rinunciare per forza a qualcosa per avere qualcos’altro di ancora più grande”.
“E non te ne penti?” Le chiese Harry con gli occhi lucidi. Sofia e i loro bambini erano tutta la sua vita, senza di loro non era nulla. E se un giorno lei se ne fosse andata perché lui non era stato in grado di renderla felice, non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato.
Lei scosse la testa. “Io ho scelto te Harry. Io sceglierò sempre te, perché ti amo”.
Harry tirò su con il naso, sorridendo felice nel sentirla dire quelle parole. Il leggero venticello della sera si fece più pungente e vedendo rabbrividire Sofia l’abbracciò. Poggiò la fronte contro la sua per poi baciarla, mentre lei si accoccolava a lui.
  
SPAZIO DELL'AUTRICE
Sofia ha messo al suo posto Lucas, e direi che era anche ora! Harry ha avuto un momento di crisi, povero, ma per fortuna la sua principessa ha sistemato il cattivo della situazione! Spero che questo capitolo sia venuto bene e soprattutto che possa piacervi!
  
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