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Autore: cin75    12/10/2016    11 recensioni
E se un giorno tutto dovesse finire per i due fratelli cacciatori ?
Come accadrebbe? Cosa farebbero davvero?
E cosa farebbe chi è costretto a rimanere ?
Mia tanto personale quanto assurda visione di un futuro ( molto lontano futuro ) finale di SPN!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“Questo sarà l’ultimo caso dei fratelli Winchester!”

Sam strabuzzò gli occhi, incredulo di quello che aveva sentito appena dire al fratello.
“Co-cosa?!” balbettò stranito, spostando lo sguardo da Dean al giornale e poi di nuovo a Dean che mostrava anche un leggero sorriso divertito di quella sua reazione. “Mi stai prendendo in giro? Perché se è così non è divertente!!” lo ammonì il più giovane. “Non su questo argomento!!” precisò duramente.
“Nessuno scherzo, Sammy.” lo rassicurò l’altro e poi facendosi stranamente serio. “Nessuno scherzo.”
“L’ultimo caso?!” sembrò quasi non crederci Sam mentre lo chiedeva.
Dean lo guardò e notò una luce diversa negli occhi del suo fratellino di due metri.
“C’ho pensato, Sammy. C’ho pensato tanto in queste ore. Tanto da farmi scoppiare la testa.” confessò massaggiandosi le tempie.
“E?”
“E hai ragione!” ammise sconfitto. “In tutti questi anni sono sempre stato così preso a volerti salvare la vita  fuori e dentro una caccia, che sono stato così stupido da non rendermi conto che se ti tenevo fuori da questa nostra vita, avrei fatto l’80 per cento del mio dovere. E mi dispiace Sam, di non averlo capito prima. Di non esserci arrivato prima. Mi dispiace davvero.” ed era davvero sincero. “Ero così ossessionato a volerti accanto a me, a rendermi conto che senza di te al mio fianco non sarei sopravvissuto a lungo, che ho evitato di fare l’unica cosa che andava fatta. Smetterla con questa cazzo di vita!” ammise quasi con amarezza.
“Dean!!”
“Ne abbiamo salvate di vite, Sammy. E ho perso il conto di quelle che abbiamo rimesso sulla giusta carreggiata. Cavolo! Abbiamo salvato anche un paio di volte buone l’intero pianeta. E abbiamo perso più di chiunque altro a questo mondo. Penso proprio che ce la siamo meritata la stramaledetta pensione!” scherzò. “Perciò lo dico ancora: mi dispiace di non averlo capito prima!!”
“Non devi dispiacerti. Io ho fatto la mia parte in tutti i nostri casini!” lo rassicurò Sam. “Anche io ho le mie belle colpe di cui fare ammenda!” e poi guardando il giornale, tornò a fissare il fratello. “Ma allora perché? Perché questo caso?”

Dean strinse le labbra. Sapeva che quella domanda sarebbe arrivata. Era più che lecita.

“Non possiamo solo sparire dalla circolazione. Troppo strano. Troppo improvviso. Attireremmo troppo l’attenzione sia ….del Piano Attico che del Seminterrato, mettiamola così!” spiegò il maggiore alludendo ad Inferno e Paradiso.
“Che hai in mente, Dean?”
“Te lo spiego. Ma ora da’ un occhiata all’articolo. Io, intanto, chiamo Castiel e lo faccio venire qui. Lui almeno deve sapere! Glielo dobbiamo.”
 
 

Quando circa una settimana dopo, il covo dei vampiri sanguinari a cui diedero la caccia i due Winchester, andò a fuoco, nessuno poteva immaginare che i due cacciatori più che gravemente feriti, nell’eroico tentativo di non farne scampare nemmeno uno, avrebbero deciso di gettarsi, Impala compresa, tra i ruderi in fiamme , pur di cancellare per sempre l’intero covo, che con la voce del loro leader psicopatico, aveva giurato di sterminare ogni posto in cui avessero messo piede.
L’esplosione del serbatoio di benzina della fidata Chevy, amplificò le fiamme già esistenti del rifugio vampiresco. Nessuno sarebbe sopravvissuto a quell’inferno.
 
Nessuno sopravvisse.
 
L’unico che ne fu testimone, restò in disparte a fissare il rogo feroce che devastava tutto e tutti.
Aveva provato a fermarli, a proporre un altro modo per fermare i vampiri che ancora minacciavano quella città. A non barattare così le loro più che importanti vite. Ma per quanto proponesse ed ipotizzasse piani di attacco, i due fratelli sembravano aver scelto la loro ultima eroica azione.
 
“Parla bene di noi, Cas!” ironizzò il maggiore.
“Grazie di tutto, amico!” si accomiatò l’altro fratello prima di lanciare la fedele Baby in un ultima corsa.
 
Fissando ancora il furente rogo, l’angelo, si strinse nel suo trench, consapevole di aver appena perso quella che era stata la sua vera famiglia e dopo un po’ andò via. Aveva un messaggio da consegnare in Paradiso, all’Inferno e anche in Terra.
I Winchester erano morti.
Un leggenda era appena finita.
 
Un'altra, più discreta, stava iniziando.
 
 

Austin, Texas.
Circa un anno dopo.

“Che cos’è il libero arbitrio? Ed esiste davvero ? Posso davvero avere il pieno controllo delle mie decisioni oppure il libero arbitrio è solo un processo neurale dettato dalle condizioni in cui mi trovo?
Da relazioni scientifiche e innumerevoli dati statistici, i fatti che ci vengono consegnati , ci porterebbero a pensare che  il libero arbitrio è solo un illusione.”  fu il preambolo di quella che era la lezione del nuovo ma a quello che si diceva in giro, molto talentuoso, prof. Campbell, insegnante di storia ed etica comportamentale.
“Vuol dire che non siamo liberi di scegliere, professore?”
Il giovane docente guardò lo studente che aveva posto la domanda e sorrise.
“Se ti rispondessi adesso, che scopo avrebbe assegnarvi la tesina che sto per assegnarvi e che dovrete consegnarmi tra due settimane?” un misto di risate e borbottii accompagnò il compito assegnato.
“Lei crede nel libero arbitrio, prof. Campbell?” chiese un'altra studentessa.
Il professore la fissò per un attimo e poi sembrò mettere in ordine quella che sarebbe stata la sua risposta.
“Una volta, sì. Ci credevo.” e mentre rispondeva solo a metà a quella domanda, immagini cruente - di Lucifero, demoni, persone ferme ad incroci, angeli…un angelo che si ribellava al Paradiso,  di sangue, morte , dolore, di un marchio maledetto - gli passarono davanti agli occhi veloci come un film messo avanti veloce fino a sentire solo una frase sibilata alla fine :
 
“Qualunque cosa tu faccia , finiremo sempre qui. Qualunque scelta tu faccia , qualsiasi dettaglio tu riesca ad alterare, finiremo sempre qui. Perciò io vinco. Perciò ho vinto!”
“Tu sbagli!”
E cavolo se si era sbagliato!!!!
 
“E adesso?” chiese ancora la ragazza.
“Ora penso che a volte il destino va preso dal verso giusto. Ma consegnatemi le vostre tesine e io risponderò alla domanda in modo più….accademico!” rispose ironico, dopo di che, accomiatò i suoi studenti.
 
 
Erano circa le sette della sera quando entrò nel suo appartamento a due isolati dal campus.
“Ehi! sono a casa!!” esclamò posando borsa e giaccone sulla poltrona di ingresso e affacciandosi in cucina , da dove sentiva provenire suoni ormai familiari.
“Se ti aspetti che ti risponda “Tesoro , sono in cucina!”  puoi anche andare a farti fottere, fratellino.” fu la risposta del ragazzo che rimescolava qualcosa nella ciotola davanti a lui nella modesta cucina. “Dove sta scritto che nel mio giorno libero devo stare la maggior parte del tempo a ripulire l’appartamento, fare il bucato e preparare la cena?” fece esasperato mentre si ripuliva le mani e agguantava la bottiglia di birra aperta accanto a lui.
“Da nessuna parte. Ma il nostro patto di pacifica e civile convivenza era che è quello che avremmo fatto nel nostro giorno libero, affinchè questo posto non diventi una discarica.” lo rimbeccò il più giovane.
“Quanta saggezza , professore!! Ma non ti allargare. Il fatto che tu hai scelto di insegnare e io invece …”
“Tu invece hai scelto di fare quello che hai sempre adorato fare. Aggiustare macchine. Anche quelle che nessuno avrebbe mai pensato potessero essere aggiustate. E sei bravo in questo.” finì per lui, il giovane. “Perché è quello che hai sempre fatto, Dean. Hai rimesso in sesto l’Impala , pezzo dopo pezzo, dopo l’ultima volta e ora va di nuovo alla grande. E lo hai fatto anche con me!” lo spiazzò.
“ma che…” balbettò forse in imbarazzo il maggiore.
“Mi hai aggiustato e riaggiustato ogni volta che mi rompevo, quando un altro magari, al posto tuo, mi avrebbe lasciato a languire nella prima fossa sulla 66!!”

Dean deglutì appena a quella sorta di ringraziamento e poi si concentrò per riprendere il suo solito spirito.
Niente momenti sdolcinati. Aveva giurato che c’avrebbe dato un taglio anche con quelli!

“Già!! comunque sia, io non sono bravo, Sammy.” Volle correggerlo. “Sono stramaledettamente bravo. Tanto che oggi , il vecchio Sanders mi ha detto che vuole andare in pensione e passarmi la sua autofficina.”  riferì orgoglioso.
“Wow!! È grandioso, Dean. Hai accettato suppongo!” fece porgendo la bottiglia di birra che si era preso dal frigo per incrociarla con quella del fratello che non negò il gesto di brindisi.
“Ci puoi giurare. Tra qualche giorno vedrai brillare l’insegna tutta nuova di zecca dell’Autofficina Campbell.” fece orgoglioso il maggiore.
“Ne sembri davvero felice, fratello!”
Dean a quell’affermazione , inspirò profondamente e trattenne per un attimo il fiato diventando però malinconico subito dopo.
“Ehi! Che c’è?” chiese Sam, accortosi immediatamente del mutamento sul volto del maggiore.
“Mmmh!! Niente!” provò a rassicurarlo, Dean.
“Stronzate. Ti conosco. Che c’è?!” insistesse gentilmente.
“E' che …questa cosa….il  lavoro che volevo fare, l’insegna che avevo sempre sognato..insomma …non è …non è….”
“Avresti voluto una vera insegna di famiglia , con tanto di nome “Winchester” scritto sopra!”

Cavolo, se Sam lo conosceva!!!

“Già!” ammise lievemente in imbarazzo Dean, sentendosi in colpa per quella sua debolezza legata ad un nome che per lui era sacro.
“Ascolta..” cercò di andargli incontro Sam. “…non farmi fare il professore con te, perché lo detesto!” e Dean sorrise annuendo. “Ma sai come si dice? …..Non è il nome a fare di te quello che sei veramente  e gli insegnamenti con cui sei cresciuto!”
“Ma noi siamo cresciuti con gli insegnamenti di un cacciatore, perchè fossimo dei cacciatori.” replicò Dean.
“E lo siamo stati. Cavolo, se lo siamo stati! Per tutta una vita. Ma ora…” fece richiamando l’attenzione del maggiore che fissava la sua bottiglia tra le mani. “…ora è il tempo di usare quegli insegnamenti per andare avanti. Non abbiamo più missioni, niente più vendette, niente più Dei da rimettere in riga o apocalissi da scongiurare. Ora, è tempo di vivere e basta. Quindi vivi Dean e sii felice, fratello!!” e il modo sincero e coinvolto con cui Sam proferì quelle parole, sembrarono portare via dall’animo del maggiore quel senso di amarezza e malinconia che lo avevano colto.

Dean guardò il fratello di fronte  a lui e un secondo dopo il suo cervello accese quella scritta che lo aveva spinto a prendere la decisione che aveva deciso di prendere un anno prima. “Sam è al sicuro e lo sarà per sempre!
“Lo sono, Sammy. Sono felice, davvero!” asserì compiaciuto e ormai sereno. “E devo ringraziare te per questo!”
“No. Non devi.” fece il più giovane. “Ricordi? Tu non avrai mai bisogno di ringraziarmi.”
“Perché siamo fratelli?!” suggerì Dean
“Perché siamo una famiglia.” lo corresse il Sam.
I due si sorrisero, poi solo qualche attimo di silenzio come per assaporarsi il momento di assoluta normalità. Quella normalità che non avevano mai avuto e di cui , ora, ne stavano godendo a piene mani.

Poi, Dean, mise giù la bottiglia e fece con aria decisa.
“Beh!, famiglia!! Vedi di rimettere in ordine la cucina quando hai finito. Io devo prepararmi e sono già fuori orario.” disse risoluto.
“Appuntamento?!”
“Vedo Dany!”
“Ancora?!” esclamò sorpreso il minore. “Ma a quanto siamo? Tre settimane? Di fila??” lo provocò.
“Amico!! Sono rimasto in panne a otto km da Austin e quella ragazza mi ha regolato lo spinterogeno usando una limetta per unghie e un giravite per orologi. Mai visto!!!” fece entusiasta. “Ama i Led Zeppelin e Bob Seger. Ti posso garantire che se scopro che sa fare anche le torte, la sposo e ti faccio diventare zio in men che non si dica!” disse ridendo mentre andava verso la sua stanza.
Sam rise di cuore e stuzzicò ancora il fratello. “Wow!! Dean Winchester che diventa monogamo!!”
“Ehi!! non sfottere. Tanto anche tu, per quello che ho visto, stai iniziando a pensare di appendere il cartello “Libero” al chiodo.”
“Che vuoi…dire?!” fece confuso e mostrandosi appena in imbarazzo.
“Bella….mora…occhi da cerbiatto in pandan con i tuoi da cucciolo.  Fisico da sballo!!”
“Ehi!!” lo richiamò l’altro.
“Non essere geloso, Sammy!!” lo canzonò dal bagno. “E cosa che sicuramente ha attirato prima di tutto l’attenzione del mio fratellino: incredibilmente intelligente e sagace. Capace di mettere in fila Lucifero in persona!!”
“Ci puoi giurare che è così.  Gen è fantastica. La battuta sempre pronta. Gentile e dolce e comprensiva. Un ascoltatrice attenta. Una storica appassionata, una lettrice accanita e poi…”
“E poi fermati e torna con i piedi per terra , qui tra noi mortali!!!” fece Dean e sorridendo compiaciuto quando vide Sam darsi di nuovo contegno. “Dicevi?!”
“ E’ fantastica!” ripetè come a voler confermare tutto.
“Quindi questo significa che possiamo organizzare un uscita a quattro una di questa sere?!”
“Sarebbe grandioso. Sono sicuro che Dany e Gen andrebbero d’accordo!”
“Beh! hanno già accettato di uscire con noi. Quindi siamo a buon punto!” asserì convinto Dean, mentre si diede un ultimo sguardo allo specchio e ritenne di essere a posto.
 
Mentre i due ancora portavano avanti quel loro botta e risposta, il cellulare di Dean squillò e contemporaneamente anche il campanello di casa, suonò.
Il maggiore corse fuori dalla stanza e dando un occhiata fugace all’orologio al suo polso esclamò un seccato: “Cavolo!! Sono in ritardo. Darò la colpa a te , Sammy!!”, mentre Sam andava verso la porta per aprire.
 
“Pronto?” fece Dean al telefono.
“Chi è?” chiese Sam un attimo prima di aprire.
 
“Cas?!” esclamarono entrambi quando Dean riconobbe il roco “Dean!” pronunciato dall’angelo al telefono, mentre Sam se lo era ritrovato davanti alla porta di ingresso.
 

L’angelo con il telefonino appoggiato all’orecchio , mentre era alla porta dell’appartamento dei due fratelli, li guardava con aria quasi spersa.
“Ciao, ragazzi!” fece come se niente fosse.  “Volevo essere sicuro che ci foste entrambi!” giustificò quel suo agire.
“Ma che ci fai qui, Cas?” si fece avanti Dean. “Ti avevamo spiegato quali erano i patti.” lo rimproverò mentre sbirciava per controllare che non avesse nessuno a seguito.
“Non mi ha seguito nessuno!” lo rassicurò l’angelo.
“Sicuro?!” intervenne Sam, facendolo entrare e chiudendo la porta.
“Certo  che lo sono!” replicò con fare quasi offeso.
I due fratelli si fissarono per un attimo spaesati e poi fu Sam a chiederlo di nuovo.
“Castiel, non che non ci faccia piacere vederti e vedere che stai bene, ma che ci fai qui?!”
L’angelo posò a terra il piccolo zaino che teneva ancora stretto in un pugno e poi tornò a guardare i suoi due vecchi amici.
“Le cose lì fuori sono calme da tanto ormai. L’inferno di Crowley ha trovato un suo equilibrio, se volete passarmi il termine. Niente più demoni alla luce del sole, per intenderci , ma solo negli inferi. Il Paradiso ha ristabilito le sue regole primordiali dato che il Grande Capo di tanto in tanto torna a controllare i registri contabili. E onestamente la sola idea di passare l'eternità appollaiato da qualche parte a fissare il tempo che sarebbe passato mi stava mandando fuori di testa.” spiegò semplicemente e riassumendo in breve quello che i fratelli si erano lasciati dietro.
“E quindi ?” si intromise Dean.
“E quindi ho deciso di andare in pensione anche io. Sono vecchio come il mondo, credo di poterlo fare!!” e poi come a volerli convincere. “Ho ancora la mia magia e …e… potrei usarla per fare del bene. Magari lavorando in un ospedale o in qualcosa di simile!”
“Ma cosa…” fece ancora all’unisono i due fratelli.

Castiel li guardò come era solito guardarli quando non era certo di aver capito le loro intenzioni. Lo sguardo ingenuo, la testa leggermente piegata di lato e le labbra crucciate in una smorfia di incertezza.
 
“Ce l’avreste una stanza per me!?”

 
 
 
 


N.d.A.:  Ok!! Non so davvero che cosa dire. Tranne il fatto che questa è una mia più che rosea visione di come vorrei finisse la leggenda dei Winchester     ( oltre a quella di volerli come MoL di tutto rispetto. ) , ma solo perché la mia mente rifiuta i tanti finali che li vedono concludere la loro storia sei metri sotto terra!!
Baci, Cin!!

 
   
 
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