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Autore: crazy lion    22/10/2016    5 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Ciao a tutti!
Nonostante stia passando un bruttissimo periodo, continuo a pubblicare; è una delle poche cose che mi aiuta, oltre a proseguire con la scrittura. Ringrazio tutti coloro che mi lasciano un parere, perché mi date veramente una mano a migliorare, ma anche a sentirmi meglio. So che può sembrare una sciocchezza, ma in questo momento anche una piccola recensione per me vale ancora più di prima.
Questo è il primo dei tre capitoli natalizi. Finalmente rivedrete le bambine, so che vi sono mancate moltissimo, in particolare a MaryS5, che me l'ha scritto in una delle sue meravigliose recensioni.
Grazie Mary, per tutto, non solo per i tuoi commenti. Ti voglio bene.
Auguro a tutti buona lettura e ci vediamo tra due settimane.
 
 
 
 
 
 
53. I PREPARATIVI PER NATALE
                  
Demi e la sua famiglia festeggiavano il Natale in modo diverso dalla maggior parte delle famiglie americane. Non facevano il cenone la sera della Vigilia, ma si ritrovavano a pranzo il giorno di Natale, dopo essere state a messa.
Il mese di dicembre fu eccezionalmente freddo quell'anno. Di solito le temperature di Los Angeles in inverno si aggiravano tra i 28 e i 17 gradi, ma quell'anno anche lì era arrivato il vero freddo. Alla televisione i meteorologi dicevano che questo era avvenuto a causa di un ciclone proveniente dal Canada e che, per Natale, anche in California era prevista neve.
"Non ci credo!" esclamò Demi, quando lo sentì, mentre Mackenzie sorrideva felice pensando a quella prospettiva.
"Se succederà davvero, sarà la prima volta per me da quando abito qui! disse Andrew che, seduto sul divano accanto alla ragazza, era incredulo forse ancor più di lei. "Secondo me, comunque," continuò, "non sarà così. Non è mai successo in tanti anni, perché dovrebbe accadere proprio ora? A volte i metereologi sbagliano; e poi qui fa troppo caldo perché nevichi!"
"A me non sembra tanto caldo" osservò Demi sorridendo.
Era bello parlare di cose così semplici come il tempo atmosferico. Non sapeva bene perché, ma erano proprio quelle piccole cose a farla sentire ancora più vicina ad Andrew.
"Questo è vero; mah…" disse ancora lui e non aggiunse altro, ricominciando ad ascoltare la televisione.
Il meteo prevedeva che il freddo avrebbe cominciato a scemare da gennaio in poi e che le temperature si sarebbero alzate.
Come al solito, per quanto riguardava il comprare i regali, Demi si prendeva sempre all'ultimo. Passava tutto il mese di dicembre a pensare a cosa regalare a sua madre, alle sorelle, ad Andrew, a Eddie e ai loro amici e quando arrivava il 20 dicembre circa, si ricordava che non aveva ancora preso un bel niente. Anche quell'anno accadde tutto ciò, nonostante Andrew le avesse ricordato spesso che c'era bisogno di farlo.
"Sì," rispondeva lei ,"lo farò domani."
Preferiva di gran lunga passare i pomeriggi a casa con le piccole e le serate con lui, a coccolarsi e guardare la televisione.
Fu proprio in quel mese che Hope iniziò a gattonare. Fu proprio in quel mese che Hope iniziò a gattonare. Accadde una mattina che sembrava come tante altre. Hope era seduta sul tappeto a giocare, poi spostò le bambole da una parte e cominciò a rotolarsi e a trascinarsi come faceva già da qualche mese. Si sollevò appena sulle ginocchia, poi mise le mani in avanti e cominciò a gattonare dapprima in modo incerto, poi sempre più sicuro. Demi, che ovviamente la stava guardando, dovette fare un grande sforzo per trattenersi e non tirare un grido di gioia. Il desiderio di abbracciarla per farle capire quanto era stata brava era fortissimo, ma aspettò che Hope venisse verso di lei e quando ci arrivò, la mamma la prese in braccio e cominciò a coccolarla.
“Ce l’hai fatta! Hope, sei stata bravissima!” esclamò.
La pediatra aveva avuto ragione: alcuni bambini cominciano molto tardi. La piccola esplorava la casa guardandosi intorno con curiosità, provava ad arrampicarsi sul divano e a volte ci riusciva, altre rischiava di cadere. Demi la osservava sempre, per paura che si facesse male. La piccola era piuttosto vivace, soprattutto ora che andava a quattro zampe. Non stava ferma un attimo e sembrava instancabile.
"Vieni qui" le diceva la mamma spesso, qsedndosi sul divano e battendo le mani.
Sentendo quel rumore, la piccola rideva, batteva le manine anche lei e poi iniziava a gattonare più in fretta che poteva, finché raggiungeva la mamma e le si arrampicava sulle gambe.
Ogni tanto anche Mackenzie, per giocare con la sorellina, si metteva a quattro zampe e insieme facevano le gare a chi andava più veloce. Ovviamente Mac cercava di far sempre vincere la sorellina, che altrimenti piangeva disperata.
Andrew e Demi si divertivano molto a vederle giocare insieme ed erano felici nel constatare che le piccole avevano davvero un ottimo rapporto. Demi sperava che si sarebbero aiutate e sostenute anche quando sarebbero state più grandi, come faceano ancora adesso lei, Dallas e
Madison.
Quando le bambine andavano a letto, lei ed Andrew cominciavano a baciarsi con passione, togliendosi il fiato a vicenda.
"Voglio darti il mio regalo quando saremo soli" gli disse lei una sera.
"Il tuo regalo? Non me lo porterà Babbo Natale?"
Entrambi risero.
"Ti piace crederci ancora, eh?"
"So che non esiste, ma sì, mi piace! Lascia un po' di magia nel mio cuore, quella che c'era quando ero bambino. Pensi che sia una cosa stupida?"
"No, affatto, anche perché io la penso come te."
"Allora Babbo Natale dovrà dare anche a noi qualcosa, per forza!"
"Penso che siamo stati buoni entrambi, quindi sì. Mi terresti le bambine domani pomeriggio, così vado a comprare i regali?"
"Ti sei decisa alla fine! Era ora!"
"Lo so, sono una ritardataria cronica sotto questo punto di vista, chiedo perdono. Puoi farmi questo favore?"
"Sì, lavoro solo fino alle 13:00. A che ora vuoi che venga?"
"Alle 16:00."
Il giorno dopo, entrata nel primo negozio, Demi capì che sarebbe stato un incubo. Tante altre persone, come lei, si erano prese all'ultimo e ogni corridoio era pieno di gente che si accacalva, spingeva e pochi avevano rispetto per gli altri, cosa che la ragazza considerava scortese. Nei successivi negozi la situazione migliorò un po', nonostante la grande folla. A Demi non piaceva proprio fare shopping e avrebbe preferito di gran lunga comprare i regali in un pomeriggio tranquillo, non con tutto quel chiasso intorno. La sera, comunque, tornò a casa stanca ma
contenta.
 
 
 
Quel pomeriggio Andrew fece una cosa speciale con le bambine, dopo aver ottenuto il permesso   di Demi: le portò a vedere Babbo Natale.
Un uomo si era travestito e stava in piedi davanti ad un centro commerciale. Ogni tanto qualche bambino gli si avvicinava e andava a salutarlo.
Nel vederlo Hope e Mackenzie si eccitarono, alzando le manine in aria. Dovettero aspettare un po' prima di andare da quell'uomo, perché una piccola fila di bambini gli si era parata davanti e ognuno aspettava il suo turno. Quando toccò a loro, Andrew si avvicinò e disse all'uomo che Mackenzie, non parlava, ma scriveva. La piccola non sentì il loro discorso. Era troppo felice e incantata a guardare quella barba bianca che scendeva dalle guance fino al petto dell'uomo. Questi annuì e prese Hope in braccio, mentre Mackenzie gli si attaccò alla gamba.
"Ho-ho-ho" cominciò. "Ciao a tutte e due. So che vi chiamate Mackenzie e Hope. Sono due nomi bellissimi, sapete?" Rivolgendosi a Mac le chiese: "Che cosa desidereresti per Natale?"
La bambina ci pensò un po' e poi scrisse la risposta.
"Beh, mi sembra davvero un bel regalo! Ti prometto che farò di tutto per portartelo, d'accordo? Non dovrai nemmeno scrivere la letterina, me ne ricorderò di certo. Per quanto riguarda te, Hope, non ti preoccupare! Anche se non riesci ancora a dirmi cosa desideri, so già tutto. Mi raccomando, fate le buone e passate un felice Natale!"
Sorrise e diede un bacio ad entrambe, poi Andrew lo ringraziò e lasciò il posto ad altri bambini. Non chiese nemmeno alle piccole se erano felici: lo leggeva nei loro occhi ed era contentissimo per loro.
Quando la mamma tornò, Mackenzie le corse incontro e scrisse:
Mamma, sai che ho visto Babbo Natale e gli ho anche parlato? Ha detto che farà di tutto per portarmi il regalo che gli ho chiesto. Ha preso in braccio Hope e le ha detto che sa già cosa vuole.
"Wow, è fantastico!" esclamò Demi, entusiasta, poi domandò a Mackenzie cosa
desiderava.
I giorni passarono lenti, come sempre accade quando si avvicinano le feste e non si vede l'ora che succeda, ma sembra che il tempo si prenda gioco di tutti e non lo voglia mai far
accadere.
La sera della Vigilia di Natale, Mackenzie era eccitatissima. Continuava a ripetere che il giorno dopo sarebbe stato Natale e che non vedeva l'ora di scoprire se sarebbero arrivati proprio i regali che aveva chiesto.
Mamma, possiamo lasciare qualcosa da mangiare a Babbo Natale? Sarà molto stanco quando arriverà qui disse ad un tratto la piccola.
"Certo, gli prepareremo qualcosa. Aiutami, su" le rispose la mamma, incitandola.
La bambina andò in cucina e Demi la seguì. Prese un pacco di biscotti dalla credenza e ne mise un po' in un piatto, mentre Andrew preparava il caffè.
"Vedrai come gli piaceranno!" esclamò Demi, sorridendo alla piccola.
Erano tutti particolarmente allegri, quella sera. L'atmosfera natalizia, con la città piena di luci, i preparativi e quell'attesa, aveva un che di magico.
"Domani sera ci prenderemo un po' di tempo per scambiarci i regali, promesso" sussurrò Andrew all'orecchio della ragazza.
Lei annuì.
Lui aveva lavorato tanto nell'ultimo periodo, così da potersi prendere due settimane di vacanza per Natale. A dicembre non si erano visti molto e a Demi dispiaceva, ma il giorno dopo sarebbero stati tutto il tempo insieme, perciò lei non vedeva l'ora che arrivasse quel momento.
Mackenzie chiese:
Mamma, Andrew ti ha sussurrato qualche parola d'amore?
Lui e Demi sorrisero.
"No, mi ha solo detto che secondo lui Babbo Natale porterà qualcosa anche per noi. Perché? Credi che io e lui siamo innamorati?"
Sì. Da un po' vi guardate in modo diverso.
Nessuno dei tre continuò quel discorso, anche se Demi ed Andrew sospettavano che la bambina sapesse più di quanto voleva dare avedere.
Lasciarono sul tavolo i biscotti e un bel caffè caldo, con accanto una tazza di latte se Babbo Natale ne avesse avuto voglia.
"Questa sera c'è una cosa che dobbiamo fare, bambine!" esclamò Andrew, scambiando con Demi uno sguardo d'intesa.
"Sì," continuò lei, "non vi sembra che manchi qualcosa in questa casa? In questi giorni abbiamo appeso palline colorate e ghirlande, ma c'è un elemento che non abbiamo considerato."
L'albero! scrisse Mackenzie.
"Esatto!" esclamò Andrew. "Guardate cos'ha la mamma per voi."
Demi scese in taverna e tornò dopo poco con un paio di grandi scatoloni.
"Li ho trovati!" esultò.
Andò vicino a Mackenzie e a Hope edepositò gli scatoloni sul tappeto, davanti a loro. Le bambine guardavano incuriosite e Mackenzie era emozionata.
"Questo è l'albero di Natale che mio padre usava quando ero piccola. Per me è un regalo molto prezioso che ho voluto conservare. Si trova ancorin ubuono stato , anche se negli ultimi anni ho comprato qualche addobbo in più, molti sono ancora originali. Sapete, quando ero piccola fare l'albero di Natale era un compito che spettava a noi bambini, ma questa sera lo faremo tutti insieme. Di solito lo faccio da sola e prima della Vigilia, ma farlo con voi e in questa serata renderà il tutto ancora più speciale e magico!"
Fu Mackenzie ad aprire il primo scatolone.
"Questo è l'albero" disse Andrew. "Lo monteremo io e la mamma perché per voi è un po' pericoloso e poi siete ancora piccole."
Era piuttosto grande. Si vedeva che era antico. Alcuni rami erano piegati, ma Demi ed Andrew riuscirono a rimetterlo in sesto. Temevano che qualche ramo si fosse rotto, ma grazie al cielo non era stato così. Quando ebbero messo insieme i vari pezzi, dissero a Mackenzie di aprire gli altri scatoloni, pieni di palline, nastri e stelle filanti. Lei e Hope, che osservava la scena dalla carrozzina, poco distante da loro, erano affascinate.
Non avevamo mai visto un albero di Natale così bello. I miei veri genitori ne avevano uno molto piccolo, ma eravamo felici anche con quello. Era bello passare il Natale con loro, ma sono sicura che anche quest'anno non sarà da meno scrisse la bambina.
Fortunatamente non si rattristò nel parlare dei suoi genitori, al contrario di ciò che Demi, per un momento, aveva temuto. Era troppo felice per stare male e questo non poté che far sentire meglio anche Andrew e la cantante.
Mackenzie cominciò a mettere le palline, i nastri e le stelle filanti sull'albero. Demi ne fece infilare qualcuna anche a Hope, tenendola in braccio e guidandola con la manina e la piccola rideva divertita. Chissà, forse pensava che quello fosse un nuovo gioco.
"Ah! Ah!" esclamava ogni tanto cercando di prendere una pallina da sola, ma se i due l'avessero lasciata fare, sapevano che ne avrebbe rotta qualcuna.
Era bello, però, vedere entrambe le piccole così felici e sorridenti davanti ad una cosa tanto semplice come un albero di Natale.
Quando Mackenzie finì, dopo più di un quarto d'ora, era stanca ma contenta. Si mise davanti all'albero a contemplare la sua opera, guardandola fieramente.
"Sei stata bravissima, tesoro!" esclamò Andrew.
"Sì, infatti, hai fatto un ottimo lavoro" aggiunse Demi.
Mackenzie e Hope guardavano l'albero con occhi sbarrati e un sorriso meraviglioso sul volto, come se quella fosse stata la cosa più bella del mondo. Mac provava una forte emozione nel sapere che stava per arrivare il primo Natale con la sua nuova mamma e che avrebbero festeggiato con i nonni e con Andrew, ma soprattutto, in quel momento, era felice perché, per la prima volta, aveva addobbato un albero di Natale. Questo la faceva sentire più grande di quanto era e, si sa, i bambini adorano sentirsi più grandi.
"Coraggio signorine, è ora di andare a letto" disse Demi dopo un po'.
Hope non protestò ovviamente, ma Mackenzie sì.
No mamma, ancora cinque minuti!
"No, tesoro."
Allora due minuti, ti prego, ti prego, ti prego!
"No no, è tardissimo e dovreste essere già a dormire. Vi ho fatte restare alzate perché era una serata speciale, ma adesso basta, su, da brave."
"Sì, Mackenzie, ha ragione la mamma. Sai che Babbo Natale arriva solo se i bimbi dormono, vero?" chiese Andrew, sorridendole.
Sì, è vero, andiamo mamma.
Demi, tenendo in braccio Hope, accompagnò Mackenzie nella sua stanza. Si sedette sul bordo del letto di Mac e raccontò a tutte e due una bellissima favola di Natale che aveva letto una volta in un libro. Mackenzie si addormentò presto, tranquilla e serena. Poco dopo anche Hope
crollò.
La ragazza tornò da Andrew, il quale si preparò per andare a casa.
"Farò l'albero di Natale anch'io, quest'anno" disse. "In questi anni non l'ho mai fatto."
"Me n'ero accorta. Pensavo che non ti piacesse più, per questo non ti ho domandato mai nulla."
"In realtà non è per quello che ho smesso di farlo. Si tratta di Carlie. Lo facevamo sempre insieme e da quando lei è finita in coma non ce l'ho più fatta."
Demi avrebbe voluto dire:
"Capisco",
ma si trattenne, perché la verità era che non riusciva nemmeno ad immaginare ciò che Andrew provava ogni giorno, così rimase in silenzio.
"Quest'anno, però, mi è tornata la voglia di farlo; ed è stato grazie a te e all'allegria che ho sentito stasera in questa casa. Voglio che ce ne sia un po' anche nella mia."
"Fai bene, Andrew; è una cosa bellissima quella che hai detto. Carlie ne sarà sicuramente felice quando glielo racconterai."
"Sì, lo penso anch'io. Più che altro dovrò stare attento perché i miei gatti potrebbero buttarlo a terra, ma quando si ha un animale è così."
"Vorrei proprio vederli mentre si arrampicano tra rami e palline" sghignazzò la ragazza, poi lo accompagnò alla porta e i due si abbracciarono.
"A domani allora" concluse, dandole un bacio appassionato.
Lei ricambiò desiderando approfondire quel contatto tra le loro bocche, assaporando il calore delle sue labbra morbide.
"A domani" disse, quando si staccò da lui.
Andrew uscì, salì in macchina e Demi lo salutò con la mano, rimanendo a guardarlo mentre si allontanava.
Rimase lì finché non sentì più il rombo della sua automobile, poi chiuse il cancello e rientrò in casa. Si diresse subito in camera sua, si infilò il pigiama e andò a letto, ringraziando Dio per quelle meravigliose serate di dicembre passate con Andrew e le sue figlie e pregando perché il giorno di Natale sarebbe stato altrettanto bello.
   
 
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