Everything you knew left with the wind
In times like these we do
You and me breathe to ignite the feeling
Freedom, scream again
Inside of me doors will stay open
A thousand lives to live
Waiting like universes do without an end
Love break into my innocence
Il Labirinto si era svegliato, aveva notato Gogol, eppure sembrava
ancora immerso in una sorta di Limbo.
Certo, al custode aveva fatto piacere rivedere Ludo e Sir Didymus,
ma il Re lo preoccupava: si era chiuso nelle sue stanze non appena Sarah era
sparita e la sua energia era scomparsa dal Sottosuolo.
A voler essere sinceri, i desideri della ragazza erano in parte
rimasti attaccati alla realtà del luogo, ma il Custode riteneva che ciò fosse
normale. Tutti coloro che avevano condizionato il Labirinto in un modo o
nell'altro vi avevano sempre lasciato una parte di loro stessi, attraverso la
quale il Labirinto si era nutrito ed aveva dato forma ai vari luoghi che lo
caratterizzavano.
Quanto a Jareth… bah, il Re era sempre stato diverso da tutti gli
altri sovrani che avevano vissuto nel Dedalo.
Gogol era impegnato a potare le siepi che si trovavano vicino al
portone principale del Labirinto e a scacciare le odiose fatine dei fiori,
quando si trovò davanti Jareth, abbigliato ed acconciato come quando era apparso
nel Labirinto qualche ora prima.
-Maestà?-
-Trogolo, speravo di trovarti qui. Volevo consegnarti questo.-
Jareth gli allungò il Libro Rosso e Gogol lo maledisse mentalmente. Chissà
quale altro bell'affare gli si prospettava ora! Non gli era bastata tutta la
situazione con Sarah? Voleva già rimettersi nei guai? -Cosa dovrei farci,
maestà?-
-Quello che di solito fai, Tralalà. Rimandalo nel Sopramondo
affinché trovi, beh... affinché trovi un nuovo sovrano per il Labirinto.-
-Cosa?!-
-Hai capito benissimo, Gable. Il Libro Rosso narra una storia e
questa volta non ci saranno Re di Goblin o cavalieri sperduti, ma solo qualcuno
che vuole diventare signore di un regno fantastico e che dovrà compiere il suo
viaggio per scoprire se stesso. Il Labirinto si adatta alla realtà che gli
viene sognata e non dubito che il Libro Rosso saprà costruire il sogno e
l'incanto.-
-E la sfida?- domandò il Custode.
-La sfida sarà conquistare il Labirinto, Trogolo. Piazza una spada
nella roccia nella sala di Escher e arriveranno a frotte da tutti i mondi,
fidati.- Jareth si sistemò meglio il cinturino dell'orologio e controllò l'ora
-Bene, se mi sbrigo, arriverò in tempo...-
-Dove? Cosa volete fare, Maestà?-
David si inginocchiò, in modo da poter guardare negli occhi il
nano. Notò che al polso il custode indossava ancora il bracciale che Sarah gli
aveva donato tanti anni prima e sorrise. -Io intendo tornare nel Sopramondo,
Gogol, e questa volta per sempre. Non so dove andrò ma ti prometto che non mi
annoierò affatto*.-
E poiché aveva detto le parole giuste, la Magia lo ascoltò.
*
- Sarah, sei ancora qui? Pensavo fossi già andata via!- disse Marika, incrociandola in spogliatoio.
Sarah incrociò nello specchio lo sguardo dell’infermiera e arricciò il naso, facendole una piccola smorfia. Stava armeggiando con il correttore, tentando di darsi un aspetto più umano e meno da zombie, sebbene si adattasse perfettamente alla giornata. Da quando si era svegliata, non aveva fatto altro che pensare a ciò che era successo ed aveva fatto un salto a casa dei suoi, per la gioia di suo padre e di Karen. Era corsa in soffitta, trangugiando un pancake, e si era messa a cercare tra i vari scatoloni quello in cui aveva gettato alla rinfusa tutti i ricordi del suo tempo da Proserpina. E niente, il libro rosso non era balzato fuori e Sarah aveva avuto la certezza che la sua avventura con il Labirinto era definitivamente conclusa e che Jareth era scomparso dal suo mondo.
-Finisco per le 17.-
Marika soppesò il suo viso per un po'.
-Tutto ok? Sembra che tu abbia avuto una pessima nottata, hai gli occhi tutti rossi e due occhiaie da paura. Hai programmi per cena o ti vuoi accodare a me e alle ragazze? Andiamo a festeggiare Halloween giù al Transition.-
-Più o meno: i miei mi hanno chiesto di mangiare da loro stasera.- borbottò Sarah pettinandosi i capelli scuri ed acconciandoli in una treccia morbida. Alla fine, decise di scioglierli.
-Se non sei troppo stanca, sul dopocena potresti venire con me e le altre a prendere una birra!- buttò lì l'infermiera. -Sai, giusto per festeggiare la serata e magari incontrare qualche bel maschione mascherato!-
-Non siamo un po' cresciute per fidarci degli uomini mascherati?- scherzò Sarah, rimettendo il pettine a posto nell'armadietto. Le venne quasi da ridere al pensiero di aver già vissuto in parte quella giornata e poi le venne una strana nostalgia rendendosi conto di ciò che non sarebbe avvenuto.
-Oh, andiamo, che male c’è? Cosa vuoi diventare, una zitella con i gatti?-
-Preferisco i cani!- scoppiò a ridere Sarah. -Comunque, visto che il reparto è tranquillo passo un attimo dalla saletta per controllare Liza. Si è sfebbrata e gli esami vanno bene, ma voglio essere sicura che dopo lo spettacolo torni dritta nella sua stanza. E poi, voglio dare un'occhiata allo show di oggi pomeriggio, anche se Maggie mi ha detto che hanno dovuto cambiare il programma per non so quale motivo.-
-Ah, allora vai a vedere David!- Marika le lanciò uno sguardo malizioso. -Stai attenta a che non ti rubi l'anima: quell'uomo è un incantatore nato!-
-Credo che il problema riguardi proprio lui,- l'informò Sarah atona -pare che non riescano a contattarlo.-
-Cosa? No, che peccato! David è bravissimo ed i bambini lo adorano. Speriamo che non gli sia successo niente di grave.- gemette Marika.
Sarah accennò un mezzo ghigno, che pareva più la smorfia di un urlo deformato.
Non avrebbe più rivisto David. Non avrebbe potuto più confidargli ciò che aveva capito e ciò che sentiva. Avrebbe vissuto con quel rimpianto, ma almeno adesso era pronta ad abbracciare la sua vita, dovunque l'avesse portata.
Sarah mise piede nella saletta quando lo spettacolo ormai si avviava alla fine. Aveva cercato il più possibile di tenersi lontana, ma alla fine la curiosità aveva preso il sopravvento ed aveva deciso di scoprire come fosse stato risolto il problema dell'assenza di David King.
A giudicare dal silenzio che proveniva dalla saletta, la sostituzione si era rivelata riuscita.
Sarah mise dentro la testa.
I bambini erano seduti in cerchio –chi in sedia a rotelle, chi sulle sedie di plastica. Il mago vestito di nero dava le spalle alla porta e camminava in mezzo ai bambini, chinandosi felino sui loro volti rapiti. Con un gesto che doveva essere talmente studiato da apparire del tutto naturale – chiunque fosse il sostituto, assomigliava a Jareth, almeno visto di spalle… ma di certo, David doveva avere un sostituto - il mago si sfilò il cappello a cilindro e lo lanciò ad un bambino, che tese le manine e lo afferrò al volo.
Sotto lo sguardo rapito del pubblico, il cappello si sfaldò al tocco delle piccole dita, diventando un mantello nero e sollevando un “Oooh” di stupore.
-Ah! Ecco dov’era finito!- disse il mago, trionfante, e gettò il capo all’indietro, i capelli di un biondo iridato sotto le fredde luci a neon.
Il mantello dell’uomo parve fluttuare un istante nell’aria – una notte scura, trapuntata di stelle – poi lui lo afferrò al volo, prima che si adagiasse a terra. Le sue movenze, feline ed aggraziate, fecero indietreggiare Sarah per la sorpresa.
E poi la voce limpida del mago iniziò a graffiare l’aria.
-Nessuno vide il barbagianni: bianco al chiar di luna, nero sotto le stelle. Nessuno lo sentì planare su ali di velluto. Il barbagianni vide tutto. Si piazzò su un albero, artigliato a un ramo, e fissò la ragazza nella radura sottostante.-
La sua voce era roca e invitante e sempre più familiare, mentre intrecciava una parola all’altra, tessendo una storia che Sarah conosceva troppo bene. Il mago sollevò una mano guantata verso il soffitto. Una sfera baluginò tra le sue dita e lui la fece scivolare nel palmo, e poi sul dorso della mano, come non facesse altro da tutta la vita.
-Il vento mugghiava, faceva dondolare il ramo, trasportava di qua e di là le basse nubi nel cielo crepuscolare. Sollevò i capelli della ragazza. Il barbagianni guardava con occhi impenetrabili e scuri. La ragazza si allontanò lentamente dagli alberi verso il centro della radura, dove luccicava uno specchio d'acqua. Era immersa nei suoi pensieri. Ogni passo la portava più vicino al suo scopo. Teneva le mani aperte, appena tese in avanti. Il vento sospirò fra gli alberi: il mantello le si avvolse attorno al corpo; i capelli si scompigliarono, coprendole in parte il volto illuminato dai grandi occhi verdi. La ragazza aveva le labbra socchiuse. Si voltò verso il barbagianni e disse…-
-Jareth!-
Il nome sfuggì dalle labbra di Sarah in un sussurro, ma risuonò nel silenzio della sala come una scudisciata. Il mago si voltò di scatto verso di lei, catturando nel suo sguardo spaiato il verde dei suoi occhi. L'uomo –perché si trattava di un uomo vero, in carne ed ossa- si inchinò di fronte a lei.
-Ben ritrovata, mia preziosa.-
A quelle parole, Sarah si gettò tra le sue braccia ridendo e a David sfuggirono le sfere di mano, ma non raggiunsero mai il pavimento. Sotto lo sguardo incantato dei bambini, esplosero nell’aria in una lenta pioggia di piume bianche.
And wash away my tears
Let it fill my soul
And drown my fears
Let it shatter the walls
For a new sun
A new day has come
Un grosso bacio a tutti coloro che l'hanno seguita, preferita, ricordata. Grazie di cuore! In particolare, voglio ringraziare ancora una volta l'adoratissimo David Bowie per aver dato vita e colori al nostro amato Jareth e alla mia carissima Saliman che ha betato questa storia con affetto <3
*è una quote dello stesso Bowie