“NOT MY HAPPY ENDING”
Raccolta Akuroku, 30 minuti massimo, canzoni casuali
Raccolta Akuroku, 30 minuti massimo, canzoni casuali
Ieri mi sono completamente dimenticata di postare, sorry! Ma ecco per voi la vostra dose di depressione quotidiana! ❤
Al solito... grazie per la recensione, Libery! (っ◔◡◔)っ ♥
6 ➣ Colors (Crossfade)
La loro storia era di colore rosso.
Si erano incontrati un giorno di autunno, quando le foglie degli alberi erano ormai secche e svettavano contro il cielo ingrigito dal freddo.
Risaltavano terribilmente sui rami magri e spogli, come macchie di colore puro colate su una manciata di pennelli. A volte il vento ne afferrava qualcuna e la trascinava in una danza elegante fatta tutta di piroette e curve fino a depositarla sul prato brullo del parco cittadino.
Era un Novembre gelido, di quelli che fanno arrossare le punte del naso e sfiatare nuvolette di vapore.
Le guance di Roxas avevano preso una tinta scarlatta quando Axel l’aveva aiutato a rimettere in piedi la sua bicicletta.
“Come ti chiami?” aveva chiesto con un sorriso che niente aveva d’invernale.
Rispondendo, Roxas aveva capito che con lui sarebbe stata sempre estate.
Non è forse rosso il colore dell’amore romantico?
Quello era sbocciato, come i tulipani fuori stagione che Axel aveva iniziato a portargli al mattino.
La sua chioma vermiglia avanzava nei corridoi fino alla sua porta.
Non era uno che bussava, piuttosto si intrufolava di nascosto e si compiaceva di non aver dovuto chiedere il permesso.
Era un tipo irruento, sempre allegro. Quando parlava muoveva le braccia e le mani, si picchiettava la fronte ed a volte si soffermava anche a fare lo spelling di alcune parole.
Quando gli aveva dato l’indirizzo per farsi ritrovare, Roxas non aveva davvero creduto che Axel si sarebbe ripresentato.
…ed invece l’aveva trovato là tutte le mattine, fiori in mano e mille cose da raccontagli sulla lingua.
Non aveva mai conosciuto nessuno come lui, prima d’ora.
La prima volta che l’aveva visto arrivare era andato nel pallone.
Rossi i suoi capelli, quel colore che fa salire il battito cardiaco e mette al lavoro tutto il sistema nervoso. Non riusciva neanche a capacitarsi che fosse arrivato realmente fino alla sua porta, che quei tulipani fossero per lui, che l’avesse davvero considerato così importante da tornare a cercarlo.
Cosa poteva aver visto di speciale in uno come lui, che non brillava di alcun colore?
Eppure eccolo là, attirato come un toro dal drappo…
Si erano trovati mescolandosi come toni caldi, abbracciandosi sotto le coperte e sussurrandosi dolci parole.
Rosso era il colore della passione, quella che li univa con quella dolcezza segreta che solo loro sapevano di condividere.
Pian piano, ogni giorno, Roxas si rendeva conto di non aver sbagliato su di lui:
Axel davvero portava l’estate.
Aveva quel profumo di fresco, la pelle sempre bollente… sembrava fatto di fuoco vivo, vista la vivacità che sprizzava!
Era così forte, così intenso, che contagiava tutto quello con cui veniva a contatto! Tingeva il mondo al suo passaggio, mutava le cose perché si accostassero al suo tono.
Più passava del tempo con lui, più Roxas si rendeva conto di non essere più grigio. Lentamente, giorno dopo giorno… ci voleva del tempo, tanto tempo…ma quando sorrideva sentiva del calore nel proprio petto. Stava lentamente diventano rosso anche lui.
Anche se finora era più un arancione.
La loro storia non era solo scarlatta, ma era anche composta di piccoli particolari dello stesso colore… eppure tanto più freddi.
Quale vuoto nel petto gli si era creato leggendo le parole scritte in rosso su quel foglio, quanto terrore aveva assalito Roxas in quel momento!
…tuttavia Axel era di nuovo accanto a lui e l’aveva abbracciato facendogli percepire l’estate. Mancavano ancora due mesi a Giugno, ma con lui pareva sempre che la bella stagione avesse già inondato la loro stanza.
Quant’era rosso il suo amore… e quant’era rosso il sangue che Roxas si tossì tra le mani.
Rosso gelido, come la luce accesa del pronto soccorso.
Rossi come gli occhi di Axel, pitturati dal pianto.
Quando Roxas aveva lasciato l’indirizzo dell’ospedale, non credeva che quel ragazzo sarebbe mai venuto a trovarlo.
L’avrebbe preso per uno scherzo, perché avrebbe dovuto credergli? Ed anche allora che interesse poteva avere a frequentare uno che stava andando a farsi ricoverare?
Ma Axel era passato ogni giorno riempiendo il vaso sul suo comodino… come se non vedesse il suo malore.
Aveva riso con lui, avevano scherzato assieme. Solo a parole l’aveva trasportato in mille e mille luoghi diversi…
Non l’aveva mai trattato come se fosse malato, neanche una volta. Aveva apparecchiato sul letto d’ospedale quando avevano mangiato assieme al loro primo appuntamento… e quanto avevano riso le infermiere quando aveva fatto la sua proposta di fidanzamento riempiendo la stanza di palloncini scarlatti.
Axel aveva portato il calore nel suo cuore, l’aveva aiutato a tornare a sorridere e dimenticare quanto grigia fosse ormai la sua esistenza… gli fece assaggiare quei giorni caldi a cui sapeva di non poter arrivare.
Era ancora Maggio ma Roxas aveva vissuto tutta l’estate.
A Giugno non arrivò mai.