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Autore: Sarah_Oncer    27/10/2016    1 recensioni
Dal testo: "Le accarezzò piano un braccio, realizzando quanto gli sembrasse delicata ed indifesa così, come poteva non fare tutto quello che era in suo potere per proteggerla?"
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Precious Quiet Moment

Ciao a tutti #Oncers e #CSers! 
Questa fan fiction l'ho scritta di getto, è da quando ho visto l'episodio 6x05 che mi chiedo se riusciremo a vedere il seguito della scena finale, così ho deciso di scrivere quello che io vorrei vedere. Spero vi piaccia, fatemelo sapere con un commento, se vi va.
Sarah_Oncer

Dopo aver controllato e riposto le forbici nella tasca interna della giacca, Killian si voltò ancora ad osservare Emma mentre si allontanava dal molo. Si sentiva molto in colpa, poche ore prima si era sentito tradito per il silenzio di Emma sulle sue visioni e lei aveva promesso che non ci sarebbero più stati segreti, ma come poteva davvero disfarsi dell'unica arma in grado di salvarle la vita? Anche lui sperava che insieme sarebbero riusciti a trovare un'alternativa, ma questa era una possibilità, non una certezza, e le forbici erano l'unica ancora di salvezza per il loro futuro. Perchè chiaramente non sarebbe esistito nessun futuro per Killian Jones in un mondo senza Emma Swan, e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per cambiare il maledetto destino della Salvatrice. Sapeva bene che Emma non sarebbe mai stata d'accordo e probabilmente si sarebbe arrabbiata, e molto, se avesse davvero usato quelle forbici. Una volta le aveva detto che forse stava a lui proteggere il suo cuore, e in quel momento più che mai, sentiva che stava a lui anche decidere della vita di Emma, perchè era quello che lei aveva fatto per lui a Camelot e perchè Emma era la sua vita. 

Riflettendo su questo per auto-convincersi che fosse la cosa giusta da fare, si diresse dalla sua vecchia signora, la Jolly Roger, e dopo aver sistemato le vele, in vista della tempesta, come aveva detto, andò sotto-coperta nella sua stanza e nascose accuratamente le forbici nel cassetto che solo il suo uncino avrebbe potuto aprire, lo stesso in cui per molto tempo aveva custodito la conchiglia con il canto di Ursula, e dopo aver controllato che la donna in dolce attesa, che dormiva nel suo vecchio letto, stesse ancora russando, afferrò una bottiglia di rum da portare a casa.

Intanto Emma era arrivata, ed era andata dritta in cucina con le pizze appena prese per riporle in un piatto. Da quando aveva una vera casa tutta sua, le piaceva fare questi piccoli gesti domestici che per un istante la facevano sentire normale. Iniziò a pensare alla giornata appena trascorsa, e che per fortuna stava per giungere al termine. Erano successe molte cose, il suo segreto era finalmente stato svelato, anche se il suo timore si era compiuto, ovvero adesso erano tutti molto preoccupati per lei, non poteva fare a meno di sentirsi più leggera, quel segreto era diventato un fardello troppo pesante da sopportare da sola, sapeva che la sua famiglia, Regina e Killian non avrebbero trovato pace fino a quando non avessero trovato una soluzione alternativa a tagliare i fili del suo destino, utilizzando le forbici che le aveva dato Aladdin. Le tornarono in mente le parole di Henry, e le spezzava il cuore sapere che suo figlio potesse sentirsi in colpa per quello che stavano vivendo adesso, lei era stata sincera quando gli aveva detto di non pentirsi di niente. Da quando il ragazzino si era presentato alla sua porta anni prima, la sua vita era diventata incredibile, aveva vissuto cose che nemmeno con la più fervida fantasia sarebbe riuscita ad immaginare, ma la cosa più incredibile per lei non era solo il fatto di essere parte di un mondo letteralmente fantastico pieno di magia, la cosa più incredibile era che mentre lei avrebbe creduto di vivere per sempre di solitudine, come la ragazza sperduta che era sempre stata, adesso aveva tanti amici, aveva la sua famiglia, suo figlio e aveva Killian, il suo Vero Amore. E avrebbe lottato con le unghie e con i denti per non perdere tutto questo.

Sentì appena la porta di casa aprirsi e richiudersi subito dopo, troppo distratta dai suoi profondi pensieri. Sussultò vedendo apparire davanti a sé una mano che teneva stretta una bottiglia di rum, e riconobbe all'istante il tocco delicato dell'uncino sul suo fianco sinistro. 
"Come da voi richiesto, Swan." Le sussurrò Killian all'orecchio, prima di lasciarle un delicato bacio sulla guancia destra.
Emma prese la bottiglia e l'appoggiò sul ripiano della cucina davanti a lei. Si girò lentamente verso Killian e come suo solito afferrò il bavero della sua giacca.
"Bene, allora direi che adesso che tu e il rum siete arrivati non manca nient'altro, spero che vada bene, ho preso la pizza." Disse sorridendo e dandogli poi un bacio veloce sulle labbra, a malincuore si allontanarono l'uno dall'altra per prendere le pizze, il rum, due bicchieri e raggiungere la sala. Lasciarono tutto sul tavolino da fumo e si sedettero sul divano.
"Manca ancora una cosa, però." Disse Emma, mentre afferrava una fetta di pizza.
Aprì una mano in direzione del camino e immediatamente il fuoco si accese, rendendo l'ambiente ancora più caldo e confortevole.
"Credevo che avessi problemi con la magia. Non ti ha tremato la mano."
Anche a Emma sembrò strano esserci riuscita al primo tentativo, e senza quei fastidiosi tremori.
"Già è così... Non so, forse adesso che non ci sono più segreti sono più rilassata, e lo è anche la mia magia... - disse, osservandosi la mano - A proposito, mi dispiace."
"Lo hai già detto, Swan. Non preoccuparti"
"Voglio dirtelo di nuovo, adesso che siamo soli: mi dispiace. Davvero. Non voglio che tu pensi che non mi fido di te, Killian. E' per questo che ho dato a te le forbici, ti ho letteralmente affidato la mia vita perchè mi fido di te."
"Ne sono onorato, quello che mi chiedo è perché non ti sei confidata con me allora? Se sei riuscita a parlarne con il grillo, perchè non con me, Emma?"
Si aspettava quella domanda, ma dovette rimanere in silenzio qualche attimo per riflettere sulle parole da dire.
All'improvviso Killian le prese una mano e le si avvicinò.
"Non sono così ingenuo, credevi che mi sarei davvero bevuto la storia del 'solo stress'? Sapevo che mi stavi nascondendo qualcosa, dalla prima volta che lo hai fatto probabilmente. Ma ho capito che avevi bisogno dei tuoi tempi, quindi ho lasciato correre e ho finto a mia volta che andasse tutto bene, sperando che ad un certo punto ti saresti aperta con me, di tua spontanea volontà."
Travolta dalle parole del suo pirata, Emma non riusciva ancora a dire niente.
"Lo sai che ti amo, Emma. E ci sono sempre per te. Non c'è niente che insieme non possiamo affrontare. Siamo già riusciti una volta a sconfiggere la morte, lo faremo ancora se sarà necessario per avere il futuro che desideriamo."
Delle lacrime, iniziarono inevitabilmente a rigare il volto di Emma, e Killian appena se ne accorse le asciugò con il palmo della mano, accarezzandole dolcemente la guancia.
"Avevo paura. Paura che dirlo a voce alta, a te a alla mia famiglia, avrebbe reso tutto più dannatamente reale. Sapevo che significava iniziare ad affrontare davvero questa cosa, perchè vi sareste preoccupati per me. Sapevo che tu saresti stato preoccupato per me. Dannazione, eri appena tornato dall'oltretomba! Eravamo felici di iniziare a vivere le nostre vite insieme, in questa casa, non volevo che questo barlume di felicità venisse spento dal tuo sguardo preoccupato. Ti conosco, Killian. Ho visto come a Camelot hai sempre dato la massima priorità a me e alla mia oscurità."
"Swan, comprendo la tua frustrazione, ma come posso non dare la massima priorità alla tua vita? Come?"
"Una volta mi hai detto che c'è sempre una crisi, e che dovevo imparare a vivere la mia vita nei pochi momenti di tranquillità che si presentano, anche durante queste crisi."
"Me lo ricordo." Disse Killian, provando a mostrarsi rilassato, anche se non lo era affatto. Emma gli afferrò la mano e l'uncino, avvicinandosi ancora di più a lui. Gli dette un bacio leggero sulle labbra. Poi appoggiando un gomito allo schienale del divano, gli accarezzò il collo e i capelli.
"Questo è un momento tranquillo, penseremo domani ad un modo per sfuggire al destino dei Salvatori. Ma ti prego, almeno per questa sera prendiamoci questo momento di preziosa tranquillità. Il primo momento di relax da quando... beh non ricordo nemmeno più da quanto tempo a questo punto. "
Questa volta era Killian che non riusciva a controbattere, un po' perché era indeciso se parlarle della sua decisione di tenersi le forbici come alternativa d'emergenza, ma non gli sembrava più il momento adatto, ed un po' perchè era rimasto colpito che Emma avesse appena citato qualcosa che lui le aveva detto molto tempo prima. Così si limitò ad annuire, e si avvicinarono per annullare la poca distanza rimasta con dolce bacio. Emma appoggiò la testa sul suo petto e lui la strinse a sé baciandole i capelli dorati. Rimasero così per un po', senza dire niente, fino a quando gli stomaci di entrambi iniziarono a borbottare per la fame. Sciolsero l'abbraccio e scoppiarono a ridere.
"Ho fame." Disse Emma.
"Anch'io luv, che ne dici se adesso mangiamo quella pizza?"
Così si tolsero le giacche per stare più comodi e si misero finalmente a mangiare la pizza, che ormai si era raffreddata, ma data la loro fame, non ci fecero molto caso. Dopo aver passato il tempo a mangiare e parlare di argomenti più leggeri, come vecchi aneddoti da pirata e da cacciatrice di taglie, e aver condito tutto con qualche bicchiere di rum, anche il fuoco nel cammino iniziava ad affievolirsi. Emma un po' infreddolita, si alzò, prendendo i piatti e i bicchieri dal tavolo, dirigendosi verso il lavandino della cucina.
Appoggiò le stoviglie, intenzionata a lavarle, ma quando fece per aprire il rubinetto, la mano di Killian la fermò. Con l'uncino le scostò delicatamente i capelli da un lato, lasciando libero il collo per posizionarvi una lunga serie di baci e continuando a scendere con l'uncino le accarezzò il braccio sinistro, percorrendolo fino a raggiungere la sua mano, facendo sentire ad Emma un brivido piacevole.
"Forse anche le faccende domestiche le possiamo rimandare a domani, luv."
Emma non se lo fece ripetere due volte. Si girò verso di lui senza lasciare la presa sull'uncino, e appoggiando l'altra mano sul suo petto, lo baciò prima dolcemente per poi approfondire sempre di più il bacio, in un bacio pieno di passione.

Continuando a baciarsi, prendendo fiato solo quando era strettamente necessario, salirono le scale, quasi senza rendersene conto in pochi minuti avevano raggiunto il piano di sopra e la loro camera da letto. Le mani di Emma iniziarono lentamente a sbottonare la camicia di Killian, che non perse tempo, le tolse la maglia e con la sua abile mano, le sbottonò i pantaloni, mentre lei stava facendo lo stesso con i suoi. Lentamente Killian la spinse contro la porta chiusa, avventandosi ancora sulla sua bocca, i loro corpi erano così vicini che Emma riuscì a sentire quanto Killian la desiderasse, facendo salire ulteriormente anche il suo desiderio. Si disfecero degli ultimi indumenti rimasti per poi distendersi sul letto. Le loro mani continuavano ad esplorare i loro corpi e le loro bocche ad assaggiare il sapore l'uno dell'altra. Anche se in preda alla passione, Killian si prese un attimo per fermarsi ad ammirare la donna che amava, nuda, distesa sotto di lui. Emma lo guardava senza parlare, aspettando i suoi movimenti, senza capire perchè si fosse fermato tutto d'un tratto.
L'azzurro degli occhi di lui si fissò nel verde degli occhi di lei.
"Ti amo, Swan."
"Anch'io ti amo." Rispose Emma, sorridendo, prima di diventare una cosa sola.
Riuscendo finalmente a pensare solo a vivere quel momento, dimenticando, anche se solo per un po', ciò che li affliggeva, si lasciarono andare, fecero l'amore e si addormentarono accoccolati.

La mattina seguente, il primo a svegliarsi fu Killian. Aprì gli occhi e il suo primo pensiero andò alla sera prima, ripercorrendo con la mente ogni cosa, ogni gesto ed ogni parola. Si voltò verso di Emma, che stava ancora dormendo rivolta con la schiena nuda verso di lui. Le accarezzò piano un braccio, realizzando quanto gli sembrasse delicata ed indifesa così, come poteva non fare tutto quello che era in suo potere per proteggerla? In fondo sarebbe stata così male la loro vita senza la magia e senza il peso di essere la Salvatrice? Forse anche il pirata, che un tempo era sempre in cerca di nuove avventure, adesso sentiva la necessità di una vita normale. Se una vita normale, significava una vita piena di notti come la precedente, per lui sarebbe stato il modo migliore di accogliere la seconda chance che Zeus gli aveva offerto. Ma Killian sapeva che Emma non avrebbe mai voluto smettere di essere la Salvatrice, se questo significava smettere di aiutare gli altri.
Anche Emma iniziava a svegliarsi, e Killian la sentì sbadigliare.
"Oh, perdonami luv, non volevo svegliarti. Mi stavo solo gustando l'onore di guardarti dormire." Disse Killian smettendo di accarezzarle il braccio, ritirandolo.
Anche se lui non poteva vederla, Emma sorrise e afferrò la mano che indietreggiava per portarla davanti a se e mentre lei gli baciava la mano, lui le baciò la spalla.
"Ho fame."
"Speravo lo dicessi, Swan."
Sgattaiolarono entrambi da sotto le lenzuola. Killian indossò soltanto i pantaloni, rimanendo a piedi e petto nudi e senza l'uncino, che la notte prima aveva preferito togliere per evitare di farle del male, "non è così che intendo impedirti l'incontro con la figura incappucciata" aveva detto. Emma afferrò la camicia nera di lui e se la infilò. Mentre l'abbottonava metà dei capelli rimasero intrappolati dietro, mentre delle ciocche disordinate le scendevano sul viso.
"E' la cosa più sexy che gli occhi di questo pirata abbiano mai visto." Disse Killian, alzando un sopracciglio, mentre con la mano buona, l'aiutava a liberarsi. Lei accennò soltanto un sorriso malizioso. 
Uscirono dalla camera e ridendo iniziarono a scendere le scale. Erano quasi sull'ultimo scalino quando Emma si fermò di colpo.
"C'è qualcuno."
Killian diventò improvvisamente serio.
"Cosa? Chi? E che cos'è questo odore?"
"Oh, no! Pancake!"

Fine

   
 
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