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Autore: blu992    28/10/2016    7 recensioni
Di come Stiles deve risolvere un problema sovrannaturale da solo. O quasi.
Persone scomparse. Nuove amicizie. Nuove alleanze. Stessa Sterek.
Dalla storia:
Stiles si svegliò quella mattina di inizio dicembre perfettamente riposato, i muscoli distesi e i piedi gelati [...] Afferrò il cellulare sulla scrivania per controllare se ci fossero notifiche. Aprì il messaggio di Scott, probabilmente il suo buongiorno come ogni mattina, ma si bloccò al centro della stanza dopo averne letto il contenuto.
(Ore 22:45) Nemeton. SM
Era della sera prima, ed era davvero un messaggio strano. Per questo decise di non rispondere, ma di far partire la telefonata. Telefonata che dopo dieci squilli si interruppe per mancata risposta.

[Sterek]
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rieccoci.
. Ho aggiornato presto, forse fin troppo, ma avevo promesso che l'avrei fatto appena avrei avuto il capitolo successivo pronto e il tre era già mezzo scritto. Il quattro non c'è per niente, quindi passerà una settimana, suppongo.

Buona lettura!




Greta* abitava dall’altra parte della città rispetto al loft, quindi Stiles impiegò davvero tanto a raggiungerla. Durante il tragitto aveva potuto osservare gli effetti di quello che stava succedendo: molte persone erano in strada davanti alle proprie abitazioni, qualcuno addirittura in pigiama e vestaglia. La strada principale era completamente bloccata dal traffico, sicuramente non tutti avevano ancora capito che uscire di lì era praticamente impossibile. I negozi erano tutti aperti, ma gli unici che sembravano avere clienti erano quelli di generi alimentari.
Dopo aver percorso in un’ora la strada che normalmente avrebbe percorso in metà del tempo, Stiles parcheggiò la Jeep di fianco al piccolo complesso residenziale di case tutte rosa cipria. Greta diceva sempre che prima o poi avrebbe messo mano ai risparmi e avrebbe pagato un esercito di imbianchini per colorare tutto di blu.
La donna era arrivata a Beacon Hills solo da tre mesi. l’avevano trovata nei pressi delle rovine di villa Hale mentre raccoglieva fiori.
Era stato Stiles a trovarla, in realtà per puro caso. Era nella riserva perché faceva caldissimo in casa e si stava pure annoiando, quindi aveva fermato la macchina al margine della strada e si era incamminato all’ombra degli alberi. Era sbucato poco dopo in una radura e aveva visto questa bellissima donna, con un abito bianco e lungo che raccoglieva fiori. Stiles era rimasto un po’ incantato, affascinato dai lunghi capelli biondi mossi dalla leggera brezza. La donna si era accorta della sua presenza e si era girata piano, per niente disturbata dalla presenza del ragazzo. Stiles aveva quindi agitato una mano per salutare, ma in realtà era terribilmente spaventato. Era quasi sicuro che ci fosse un’alta probabilità che quella donna fosse un essere sovrannaturale, magari anche di quelli più pericolosi, vista la sua proverbiale fortuna.
La donna, ancora tranquilla, aveva mosso qualche passo in sua direzione e Stiles non avrebbe mai dimenticato la tragica caduta all’indietro mentre cercava di allontanarsi. Così come non avrebbe dimenticato il modo in cui gli aveva parlato Greta.
“Tranquillo, giovane uomo, non voglio farti del male,” per poi aggiungere “ci saranno ben altre sciagure nella tua vita, ma io non sono una di queste”.
Stiles, non sapendo cosa fare, aveva salutato ancora una volta con la mano e si era presentato. ”Ehm, io sono Stiles” aveva detto avvicinandosi di qualche  passo, ma le parole della donna lo bloccarono.
“So chi sei da almeno due anni, io sono Greta.”
Greta gli rinfacciava ancora la sua maleducazione, ma in quel momento Stiles non ci aveva pensato su due volte e, avanzando quasi di corsa e parandoglisi davanti, le aveva posto tutte le sue domande.
“Oddio e tu chi diavolo sei? Cosa sei? Cosa significa che mi conosci da due anni?”
Lei, mantenendo la calma più totale, aveva risposto “Non ho detto che ti conosco, ma che so chi sei. Le persone non si smette mai di conoscerle. Ho visto il tuo arrivo due anni fa, ho solo aspettato questo momento, giovane Stiles. E, per quanto tu me l’abbia chiesto in modo molto poco elegante, ti rispondo. Sono una Sibilla.”
Stiles non avrebbe mai dimenticato nemmeno il modo in cui era rimasti incantato ancora una volta a causa della ristretta vicinanza. Da lontano Greta sembrava una donna molto più adulta di come invece era da vicino; doveva avere al massimo venticinque anni.
Stiles ricordava bene anche il momento in cui aveva portato Greta da Deaton, dove si trovava Scott. Quest’ultimo aveva avuto la sua stessa reazione imbambolata e il veterinario era subito andato a prendere dell’acqua e una sedia per la donna. Greta sembrava venuta fuori da un altro mondo, ma aveva solo attraversato l’oceano: veniva dalla Grecia. La prima parola che aveva rivolto a Scott era stata “Salute a te, Vero Alpha” che aveva fatto arrossire il ragazzo ai limiti del consentito e ridere Stiles fino alle lacrime.
Per quanto sembrasse di un’altra epoca, lei aveva davvero venticinque anni, era completamente mortale, ma aveva solo vissuto in un modo completamente diverso da loro. Stiles aveva deciso di adorarla quando nello studio veterinario era arrivato anche Liam e lei gli si era avvicinata lentamente e gli aveva messo una mano su una guancia, quasi una carezza. “Quando il tuo cuore si aprirà, dovrai stare attento alle tempeste e ai fulmini che vi si scateneranno all’interno” gli aveva detto, per poi girarsi verso di lui e chiedergli dove fosse il bagno. Stiles non avrebbe mai smesso di prendere in giro il piccolo mannaro, soprattutto perché, ad un mese di distanza, Liam era stato lasciato dalla sua ragazza.
Greta, da quel momento, non si era più mossa da Beacon Hills e, anche se ovviamente non ci capivano quasi mai niente, li aveva sempre avvertiti in anticipo prima che arrivasse qualcuno, innocuo o meno. Una volta erano seduti al parco, lei, Stiles e Lydia, e aveva afferrato le mani di entrambi tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. “Quattro per muoversi, due mesi di vita, sconvolgerà la vita di chi ha la testa ricoperta di rosso” aveva detto, poi si era alzata come se nulla fosse successo ed era andata a comprare tre gelati. Due giorni dopo, Lydia aveva trovato, sul ciglio della strada, un gattino bianco che aveva, appunto, due mesi di vita e l'aveva adottato.
Una volta, invece, la premonizione aveva riguardato Elìas. Lui andava d’accordo con Greta, ma era troppo scettico riguardo le sue visioni. Lei una sera l’aveva aspettato fuori la biblioteca dove lui lavorava da poco, sotto la pioggia e senza ombrello, fino a quando lui non aveva chiuso la saracinesca e l’aveva vista dall’altro lato della strada. Le si era avvicinato, soprattutto per darle riparo, ma lei gli aveva preso la testa tra le mani abbassandosi alla sua altezza, sconvolgendolo non poco. “Alla tua prossima gialla, ci sarà rosso.” Nessuno aveva capito e, come sempre, Greta non ricordava nulla di quello che diceva in stato di trans, ma capirono la settimana successiva. Durante la luna piena Elìas aveva perso il controllo perché ricadeva nel giorno dell’anniversario della morte di sua madre. Aveva ferito, per fortuna, solo Scott che però aveva perso molto sangue. Il rosso durante la gialla. Da quel giorno il semi-vampiro non perdeva una sola parola della Sibilla.
Stiles si riscosse dai suoi pensieri mentre cercava la chiave della casa di Greta nella pianta di fianco l’ingresso. Entrò e si guardò intorno sperando di essere più fortunato di quanto lo era stato al loft. Gli serviva qualcosa, anche la minima cosa che gli dicesse cosa stesse succedendo. Guardò in cucina, vicino al frigo dove Greta di solito attaccava i suoi scritti con le calamite, ma trovò solo una lista della spesa e il numero della pizzeria. Si spostò quindi nel suo studio dove dipingeva i paesaggi che poi rivendeva quando si posizionava con la sua bancarella al mercato del venerdì. Era entrato raramente in quella stanza, ma ne rimase affascinato come ogni volta. Amava il suo modo di dipingere la natura, ti sembrava di essere catturato dal dipinto e risucchiato in un mondo fatto a tinte forti. Spostò qualche schizzo dalla scrivania e un foglio gli saltò all’occhio. Era mezzo appallottolato, ma c’era qualcosa scritto sopra. A Stiles cominciarono a sudare le mani quando ne lesse il contenuto e si rese conto che forse un po’ di fortuna ce l’aveva ancora.
Potere. Vita. Derivano da chi ha potere e vita oltre la natura, sopra di essa. Coloro che sono oltre Madre Natura, sarann-
Il messaggio era interrotto, nemmeno l’ultima parola era scritta per intero. Stiles si mise il foglietto in tasca e riprese la sua ricerca, ma oltre altri disegni e scarabocchi senza significato, lì non c’era più nulla. Uscì di nuovo in strada e decise di chiamare suo padre per aggiornarlo, ma, prendendo il cellulare, vide che gli era arrivato un messaggio proprio da lui.
(Ore 14:23) Stiles, sei a  casa? Non so quando torno. Ho novità, ma ti chiamo io dopo, c’è troppo da fare.
Stiles, ovviamente, non aspettò la chiamata di suo padre, ma fece il suo numero. Lo sceriffo rispose dopo tre squilli.
“Devo tenere la linea libera, cosa succede?” gli chiese.
“Papà, che novità hai? Anch’io ne ho una, di Greta, ho trovato un messaggio.”
Lo sceriffo parlò velocemente. “Nessuna. Che novità hai?”.
Stiles si sentì per un momento soffocare, di nuovo, ma cercò di riprendersi, soprattutto per non farlo notare a suo padre.
“Greta ha scritto qualcosa che credo riguardi questa storia, ti mando la foto e ora vado da Deaton. Lo so che mi hai detto di stare a casa, ma non posso, papà, ci sono i miei amici lì fuori da qualche parte.”
Lo sceriffo sembrò riflettere, dato che per qualche secondo non parlò, poi sospirò. “Va bene, ma sta attento, non voglio che ti succeda qualcosa, ok?”. “Si, papà, hai solo me e io ho solo te, starò attento e ti chiamerò appena saprò qualcosa. Sta attento anche tu”, e chiuse la chiamata.
Per arrivare da Deaton, Stiles impiegò un’altra ora.
Quando arrivò non poté fargli leggere il messaggio perché lo studio era decisamente affollato. C’erano anche Melissa e i signori Yukimura,  quindi le altre persone dovevano essere i parenti degli altri scomparsi. C’erano altre cinque persone oltre loro tre. La mamma di Scott gli si avvicinò, gli occhi lucidi. Stiles avrebbe voluto dirle che sarebbe andato bene, che se la sarebbero cavata come le altre volte, ma non ne ebbe il coraggio. La donna gli  accarezzò piano una guancia, come faceva quando era ancora piccolo.
“Tranquillo, Stiles, li troveremo” disse e Stiles si sentì un po’ sollevato. Razionalmente sapeva che quella era una semplice frase fatta, ma mostrava tutta la speranza di Melissa e un po’ di quel sentimento invase anche il suo cuore. Voleva crederci, voleva credere che ce l’avrebbero fatta a risolvere quell’enigma.
Stiles sorrise e si guardò meglio intorno, mentre Melissa gli elencava i nomi dei presenti.
“Quella signora bionda, in fondo, è la mamma di Reachel, è una kitsune come Kira, ma del vento. Affianco a lei c’è lo zio di Jake, un leone mannaro, si lo so, spaventa anche me. Poi c’è quella ragazza, Lisa, insieme a suo marito Robert che sono i tutori di David, che è…credo una specie di folletto e quello vicino a Deaton è Seth, fratello di Ana, una fata.”
Stiles guardò tutti, riconoscendo solo un paio di volti. “Perché non sappiamo nulla della loro natura? E perché non sono presenti i parenti di tutte e nove le persone che Deaton aveva chiesto di vedere?”
A rispondere, però, non fu Melissa, ma il ragazzo che aveva smesso di parlare con il druido, Seth. Doveva avere l’età di Stiles, anche se era di poco più alto. Capelli biondo scuro, occhi blu, molto blu.
“Alcuni non sono qui perché non hanno mai voluto avere a che fare con voi del branco McCall o con il dottor Deaton. Nemmeno noi che siamo qua vogliamo avere contatti con voi, ma abbiamo pensato che due strade sono meglio di una ed ora che abbiamo un obiettivo comune, meglio unire le forze”.
Stiles ricambiò il suo sguardo poco velatamente ostile senza sentirsi intimorito. Non gli importava nulla di mancanza di fiducia verso il suo branco o di chissà quali oscuri motivi che avevano spinto quelle persone a nascondersi: voleva solo trovare i suoi amici.
“Bene, ora che hai messo in chiaro il tuo articolato pensiero, che ne dite di darci una mossa?” poi aggiunse, rivolto verso il veterinario, “Ho novità da Greta”.
Il ragazzo antipatico, Seth, parlò ancora una volta senza essere interpellato.
“Greta? Intendi la Sibilla?” gli chiese avvicinandosi.
“Come  fai a sapere di Greta? Perché tu sai di noi e noi non sappiamo di tua sorella?”
Seth ghignò quasi, sfacciato.
“Perché voi avete la strana abitudine di fidarvi del prossimo e di accettare le cose così come le vedete. Mia sorella ed io abbiamo fatto delle ricerche quando abbiamo saputo del vostro branco, prima di trasferirci qui da New York. Se voi non studiate i nuovi arrivati, non è mica mia la colpa.”
Se non avesse avuto vent’anni, Stiles gli avrebbe fatto una linguaccia, ma aveva ancora un po’ di dignità quindi lo ignorò e si avvicinò a Deaton.
Gli diede il messaggio di Greta. Lui lo osservò per almeno dieci minuti in completo silenzio mentre tutti  facevano…nulla. Se ne stavano lì, ad osservare l’uomo con il foglio nelle mani che pensava a chissà cosa. Stiles stava per sventolargli una mano davanti agli occhi quando lui alzò lo sguardo nel suo. “Non abbiamo gli incantesimi di Talia e Greta ci è di aiuto solo in parte. Ci servono quei libri e non so come fare. Posso farti una domanda, Stiles?”
Stiles annuì “Certo”, disse.
“C’è una vaga possibilità che Derek si accorga che qui stia succedendo qualcosa e pensi di tornare indietro o che almeno provi a contattare uno di voi e capisca che non è possibile? Per come dice tuo padre, lui potrebbe entrare, anche se non so quanto possa essere rischioso dato che è un licantropo.”
Stiles ci pensò su qualche secondo, stava per rispondere, ma una delle donne, la madre  della kitsune lo interruppe.
“Derek? Intende Derek Hale?” chiese rivolta al druido.
“Si, come vi ho detto, ci servono quei volumi e c’è un’alta possibilità che li abbia lui.”
“Lui che ha abbandonato questi ragazzini ed è andato chissà dove fregandosene di loro” aggiunse Seth.
Stiles decise che era il momento di metterlo a tacere.
“Senti, coso, stammi a sentire. Se sei antipatico mi sta bene, ognuno ha i suoi problemi, ma lascia stare i miei amici. Derek non ha abbandonato nessuno e non era obbligato a stare qui con noi. Se non conosci i fatti, fai meglio a stare zitto. E ragazzini, chi? Avrai qualche mese più di me.”
Il ragazzo gli si avvicinò con passo lento.
“Sarò anche di poco più grande di te, ma ho girato il mondo da solo con mia sorella, ho vissuto ovunque.”
Stiles decise ancora una volta che quel tipo non meritava di ricevere risposta, quindi si rivolse a Deaton, mentre sentì la mano di Melissa carezzargli piano il braccio, come per calmarlo.
“Non sento Derek da due anni quasi e nemmeno gli altri del branco l’hanno sentito. Non credo abbia contatti con qualcuno qui e che possa rendersi conto della stranezza” disse e, vedendo il sorriso compiaciuto del biondo, aggiunse “ma ogni tanto io mi sento con sua sorella, Cora. Lei potrebbe accorgersi prima o poi che qualcosa non va. O potrebbe farlo Isaac che parla ancora con Scott”.
L’emissario parve pensare per qualche secondo, poi si rivolse a tutti i presenti. “Ovviamente non possiamo aspettare solo aiuti dall’esterno, ma dobbiamo continuare a cercare una soluzione. Ognuno farà delle ricerche, ovunque vuole e su qualsiasi cosa possa sospettare abbia a che fare con questa storia. Ora vi chiedo di tornare a casa e di lasciarmi lavorare.”
Lo studio si sfollò in poco tempo. Stiles uscì affiancato da Melissa e a loro si avvicinò la mamma di Kira per salutarli.
“Sarete i primi a sapere se ho novità” disse.
Melissa ringraziò a nome suo e di Stiles che era troppo sorpreso per rispondere, poi lo accompagnò fino alla jeep.
“Stiles, so che tuo padre avrà tanto lavoro da fare, quindi sappi che puoi anche stare a casa nostra se vuoi” gli disse mentre lui stava per mettere in moto.
“Grazie, ma credo che in camera mia con internet e i libri che ho intenzione di prendere in biblioteca andrà bene e poi non mi va che quelle poche volte che papà tornerà, trovi casa vuota. Ma grazie, grazie davvero. Verrò comunque ogni giorno ad aggiornarti.”
La donna gli sorrise teneramente, poi lo salutò e lo lasciò andare via.
Stiles vide dallo specchietto retrovisore come anche le altre persone si stessero muovendo per tornare alle loro case, ma vide anche Seth che, sul marciapiede camminava lento. Sapeva che se ne sarebbe pentito, ma il ragazzo zoppicava, prima non l’aveva notato. Accostò e abbassò il finestrino dal lato del passeggero.
“Hai bisogno di un passaggio?” gli chiese facendolo girare.
“Non mi serve la tua pena, Stilinski” gli risposte quello.
“Quello che di mio vorrei darti è solo un pugno in faccia. Cercavo solo di essere educato, ma forse lo sono fin troppo.”
Seth lo guardò male, ma poi aprì la portiera e salì in macchina.
“Abito a tre isolati, vicino al parco.”
Stiles ingranò la marcia e si diresse verso la direzione indicata. Quando arrivarono a destinazione, il ragazzo gli disse di accostare di fianco una villetta dipinta di giallo, a due piani e scese dall’auto.
“Grazie per la tua educazione” gli disse e si avviò verso l’ingresso senza aspettare risposta. Stiles pensò che le persone strane capitavano sempre sulla sua strada e non sapeva se esserne preoccupato o…terrorizzato. Rimise in moto e decise di tornare a casa e chiamare suo padre per chiedergli se ci fossero novità. Le strade sembravano un po’ meno agitate e affollate. C’era ancora gente che con sguardo spaesato si guardava intorno, ma la maggior parte forse si era chiusa nelle proprie case.
Il peso di tutta la situazione Stiles lo sentì sulle proprie spalle appena varcata la soglia di casa. Era praticamente vittima di una di quelle catastrofi che si vedevano solo al cinema, solo che quella era la realtà ed era ancora peggio. Decise di sedersi in cucina, prendere una CocaCola dal frigo e fare il punto della situazione.
Si era svegliato e Scott sembrava scomparso. Unica traccia il suo SMS. Aveva poi capito che non era l’unico ad essere sparito nel nulla, ma era lo stesso per tutti i suoi amici. Ed ognuno aveva una particolarità sovrannaturale. Era stato a casa Hale per cercare dei libri che avrebbero potuto chiarire qualcosa grazie ad incantesimi di Talia. Aveva trovato un messaggio di Greta, e aveva conosciuto un tizio antipatico.
La parte più assurda e terrorizzante di tutta quella storia era, però, il non poter comunicare con l’esterno. Non riusciva a concepire come fosse possibile, come potesse succedere una cosa simile. Prima o poi tutto il mondo avrebbe saputo che una cittadina era stata isolata dal mondo, no? Non sarebbero arrivati i servizi segreti? Qualcuno non sarebbe entrato in città armato fino ai denti? La risposta gli venne insieme alla domanda. No. Nessuno avrebbe mai sentito il desiderio di raggiungere Beacon Hills. Suo padre quella mattina aveva detto chiaramente che i suoi agenti avevano improvvisamente cambiato idea riguardo al fatto di uscire dalla città e che lui, già a conoscenza di quella strana illusione, comunque non era stato in grado di andare oltre il cartello. Stiles era quasi sicuro che la stessa situazione si stava verificando fuori dai confini di quella strana cupola immaginaria che li aveva chiusi dentro. A nessuno sarebbe mai venuto in mente di raggiungere Beacon Hills.
Posò la lattina ormai vuota e prese dalla tasca il messaggio di Greta.
Potere. Vita. Derivano da chi ha potere e vita oltre la natura, sopra di essa. Coloro che sono oltre Madre Natura, sarann-
Che Oltre natura significasse sovrannaturale, non c’era dubbio. Che il Nemeton c’entrasse, su quello nemmeno c’erano dubbi. E che il messaggio fosse incompleto, Stiles era sicuro anche di quello.
Decise di chiamare suo padre per chiedergli se ci fossero novità.
“Pronto?” rispose dopo tre squilli.
“Papà, come va?”
“Ancora in alto mare, figliolo. Stiamo pattugliando tutti i confini, ma non c’è nulla” spiegò.
Stiles sospirò stanco.
“Non torni, giusto?” chiese retorico.
“Non fare tardi e riposa. Saranno giorni duri. E chiamami se ci sono problemi”
“Va bene. Sta attento, papà” e chiuse la chiamata.



*Le notizie su Greta sono prese da Wikipedia, la pagina sulle Sibille. 
 
   
 
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