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Autore: MissKenobi    28/10/2016    6 recensioni
“Non ricordi?”
Scuoto la testa, intontita.
Come diavolo è potuto succedere tutto questo?
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 
 
 




“Capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all'improvviso, in
maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata.”

-Dostoevskij
 
 
 
 
 
 
L’avrei distrutta.

Dal primo giorno che quella sgualdrina aveva messo piede nella mia casa, nella mia vita, nella carriera di mia figlia, avevo giurato a me stessa che l’avrei distrutta.

Non importa quando tempo ci avrei messo; giorni, mesi, anni.

L’avrei fatto.

Avrei aspettato il momento giusto.

Avrei aspettato l’occasione giusta per toglierla di mezzo, e ci sarei riuscita.

Alla fine ci riuscivo sempre.

 Gli anni passati in tribunale, mi avevano insegnato che anche le situazioni più disperate, avevano una soluzione.

Molte volte, la soluzione più ovvia per qualsiasi avvocato, è il patteggiamento.

Il sistema giudiziario americano, ti mette spesso davanti ad un bivio: “mettiamoci d’accordo” “accetta un patteggiamento” “accetta tre anni o vai a processo e rischia la pena massima.”

Era su questo che la maggior parte dei miei colleghi avevano costruito la loro brillante carriera; sul patteggiamento, sul compromesso.

Intere carriere fondate sulla paura; nessuno vuole rischiare di finire la propria vita in prigione, neanche le persone innocenti.

Ma Cora Mills non patteggiava.

Cora Mills non scendeva a compromessi.

Cora Mills aspettava.

E così avevo fatto con Emma,  avevo aspettato.

Quattro anni per la precisione.

Quattro anni di sorrisi, quattro anni di pranzi della domenica, quattro anni di partite di calcio di Henry, quattro anni di pranzi di Natale con quei pezzenti della sua famiglia.

Ero sicura che il momento giusto sarebbe arrivato, e così era stato.

Quell’idiota era caduta; era caduta sulle scale della metropolitana e aveva dimenticato quattro anni della sua vita.

Era perfetto, era l’occasione giusta.

Certo, sarebbe potuta morire, risparmiandomi così la fatica di escogitare un piano per eliminarla per sempre dalla vita di Regina, ma la donna era caparbia, questo dovevo riconoscerlo.

Nessuno mi aveva dato così tanto filo da torcere come lei, ma non sarebbe stato abbastanza.

Non questa volta.

Avevano già dei problemi, litigavano spesso; Regina stessa era venuta nel mio ufficio chiedendomi di aiutarla qualche mese prima.

“Ti avevo detto che non dovevi sposarla, ma  tu non vuoi darmi mai ascolto, Regina”

“La amo”

“Se la ami, che cosa vuoi esattamente da me?”

“Credo stia vedendo…quell’uomo.”

“L’ex fidanzato?”

“Si”

“Te lo ripeto ancora una volta…che cosa vuoi, Regina?”

“Voglio sapere….devi farla seguire. So che usi delle persone per…i tuoi casi.”

“Vuoi che faccia seguire tua moglie? Perché?”

“Devo sapere se mi tradisce.”

Non l’avevo fatta seguire, ovviamente.

Sarebbe stata solo una perdita di tempo; Emma non avrebbe mai tradito mia figlia.

L’amava.

 Era per questo che era stato così difficile separarle.

Era per questo che avevo quasi perso le speranze, ma poi era accaduto quello che io chiamo il fattore Mills.

Il fattore Mills è quello che mi fa vincere le cause, quello che porta gli altri avvocati a temermi appena vedono contro chi dovranno scontrarsi. Il fattore Mills è vedere opportunità dove le altre persone non vedono assolutamente nulla, e in questo caso io avevo visto un’opportunità nell’incidente della sgualdrina.

Avevo suggerito a quell’idiota di Mary Margaret di far vedere uno psicologo alla figlia.

“Per aiutarla, cara”  le avevo detto.

Non era stato difficile trovare il dottore giusto; il dottor Hopper.

Era l’uomo perfetto; ingenuo, stupido e cosa più importante…ricattabile.

Avrebbe detto a Regina quello che volevo.

Avrebbe detto a Regina che la sua mogliettina stava fingendo.

Avrebbe detto qualsiasi cosa, perché la sua vita era nelle mie mani.
 

 
 
“Amo questo giardino, Regina.”

Il giardino botanico di  Brooklyn; amavo quel luogo.

Amavo ogni singola pianta, ogni singolo dettaglio di quel posto….

Amavo ogni particolare; dalle piante aromatiche a quelle medicinali, dal giardino giapponese a quello delle rose, dallo Shakespeare
Garden alla Tea House.

Per me, quel giardino era casa; era mia nonna, era la mia famiglia, era la mia infanzia, era la mia insicurezza, era il mio posto sicuro.

Nessuno sapeva del giardino botanico di Brooklyn, nessuno.

Era un posto segreto, mio e di mia nonna. 

Era il luogo dove mi portava ogni venerdì pomeriggio dopo la scuola, ed era il luogo dove non avevo più messo piede dopo la sua
morte.

Non avevo mai detto a nessuno cosa significasse questo giardino per me, nemmeno a Neal.

“Come sai di questo posto?” le chiedo mentre camminiamo.

“Mi ci hai portato al nostro primo appuntamento; faceva un freddo assurdo…credevo volessi attentare alla mia vita, Emma ” risponde
ridendo.

Amavo la sua risata.

Amavo il modo in cui il suo viso si illuminava, amavo il modo in cui i suoi occhi sembrassero ridere con la sua bocca.

“Ti ho portata qui al nostro primo appuntamento? Non credo sia possibile”

“Credi che ti stia mentendo?”

“No…è che era un posto segreto.”

“Tuo e di tua nonna, lo so.”

Come poteva saperlo?

Come faceva questa donna  a conoscere queste cose della mia vita? 

Le avevo davvero raccontato ogni cosa?

Cosa sapeva esattamente di me?

Sapeva che avevo la fobia dei ragni e che da piccola ero caduta dalle scale?

Sapeva che il mio primo bacio era stato un ragazzino di quattordici anni alla festa di Halloween di Ruby?

Sapeva della mia paura di amare e di essere amata?

Sapeva della mia passione per i film strappalacrime?

Sapeva che i miei gusti preferiti di gelato erano crema e nocciola?

Era una sensazione strana…era come se una parte di me, fosse stata violata.

Regina mi conosceva, ed era una cosa insopportabile, perché io, invece, non conoscevo nulla di lei.

Era come se avesse avuto accesso ad un file sulla mia vita, sui miei gusti, sui miei segreti.

Era come se avesse hackerato la mia vita come un virus da cui non sarei stata mai in grado di riprendermi.

“Ho bisogno di sedermi.”

Ad un tratto la consapevolezza che qualcuno conoscesse la vera me, mi aveva fatto venire la nausea.

“Emma, ti senti bene?” mi chiede preoccupata prendendomi la mano e accompagnandomi alla panchina più vicina.

Vedevo il terrore nei suoi occhi; la paura di avere sbagliato, la paura che potesse succedermi qualcosa ancora una volta.

“Emma?”

“Qual è il tuo gusto preferito di gelato?” dico guardandola dritta negli occhi.

Non si era seduta sulla panchina; era accovacciata davanti a me ed era così vicina che potevo sentire il suo  respiro sul mio viso.

“Il mio….gusto preferito….di gelato?” mi chiede, mentre porta una mano sul mio viso spostandomi una ciocca di capelli “non mi piace il gelato.”

“Sei seria? Non ti piace il gelato?”

“Mai stata più seria, Emma”.

“A che razza di persona non piace il gelato? E’ assurdo.”

Sorride, mentre si alza e si siede accanto a me.

“Alle persone come me, suppongo”.

“E come sono le persone come te, Regina?”

“Sole.”

C’era una sincerità in quelle parole, che era quasi sconcertante.

“Come fai ad essere sola? Sei un’attrice famosa; ho controllato il tuo profilo Twitter,  sai? Hai circa 400.000 followers.”

“Ah si? L’ultima volta che ho controllato erano circa 300.000, sarà contenta la mia agente” dice sarcastica.

“Sono seria, Regina”.

“Quella gente non mi conosce, Emma. Crede di conoscermi, ma vede solo quello che vuole vedere e crede solo a quello che vuole
credere. La verità, è che le uniche persone che mi conoscono, siete tu ed Henry.”

“Ma io non ti conosco, Regina. Almeno la Emma che sono ora non ti conosce.”

“Puoi sempre imparare a conoscermi, no?”

“In che modo?”

“Mmm vediamo…ti concedo un’intervista, va bene?”

“Un’intervista?”

“Immagina di essere una giornalista e di chiedermi quello che ti pare.”

“Sei seria?” le chiedo sorridendo.

“Ooh avanti, Emma.”

“Colore preferito?”

“Rosso. Avanti può fare di meglio, signorina Swan.”

“Squadra preferita di baseball?”

“Boston Red Sox.”

“Che cosa?! Credo che la nostra relazione sia appena finita qui. Non posso credere di stare con qualcuno che tifa i Boston Red Sox.”

“Mi hai anche sposata se per questo, Emma.”

“E’ stato chiaramente un errore di valutazione, oppure non sapevo di questo tuo orribile segreto.”

“Vieni anche alle partite con me.”

“Ora stai mentendo, Regina.”

Ride.

“Ok, sto mentendo. Diamine potevo convincerti che anche tu tifavi i Red Sox.”

“Nei tuoi sogni, Regina.”

Perché era così facile parlare con lei?

Avevamo passato l’intero pomeriggio a discutere di baseball e della sua avversione per i gelati, e mi era sembrato tutto così
estremamente naturale…era come se la conoscessi da sempre.

“Quando ti sei innamorata di me?” le chiedo.

“Questa è una domanda che una giornalista non mi farebbe mai.”

Questa volta non rispondo alla sua battuta, ma continuo a guardala, invitandola a continuare.

“Vuoi saper il momento esatto?”

Annuisco.

“E’ stato dopo il nostro terzo bacio.”

“Il nostro terzo bacio? Che cos’ha di speciale?”

“Di speciale? Niente.”

“Cosa significa?” domando confusa.

“Significa che è stato come il primo e come il secondo, come il quarto e come il centesimo; è stato come ogni volta che ti ho baciato e come ogni volta che ti bacerò, Emma. E’ stato come se ogni cosa che mi fosse successa fino a quel momento non avesse senso. Ed’ è stato come se ogni cosa avesse improvvisamente avuto senso da lì in avanti. Quel terzo bacio mi ha fatto capire, che ogni volta che ti avrei baciato dopo una giornata estenuante, tutto si sarebbe messo al suo posto. Mi ha fatto capire che il bacio successivo sarebbe stato esattamente come quel terzo bacio, perché ti amavo.”

“Che cosa si prova?” chiedo.

“A fare cosa?”

“A baciarti…cosa si prova, Regina?”

 

Ciao! Ok non uccidetemi per il finale del capitolo, ci ha pensato già la mia beta ahah che tra l'altro ringrazio, perché nonostante sia spersa sui monti senza un pc, ha trovato il tempo e la voglia per betarmi il capitolo al telefono. Senza la sua buona volontà avrei pubblicato la prossima settimana, quindi un grande grazie :)
Piccola precisazione: non sono un avvocato e non studio giurisprudenza, quindi non prendete troppo seriamente quello che scrivo su Cora e le varie cose giuridiche ;)
Detto questo, vi ringrazio come sempre e alla prossima! Fatemi sapere cosa ne pensate! Ciaooo :D 
 
 

 
 
 
 
 
   
 
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