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Autore: Kimberly Horan    28/10/2016    1 recensioni
I fatti narrati in questi speciali, sono un'approfondimento della storia principale ''The prince and the princess''. I fatti avvengono in diversi e in generale prima del matrimonio dei protagonisti.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Harry amava sciare, e questo iniziava ad essere l’unico vero problema nella relazione tra lui e Sofia. Il fatto che era negata per questo tipo di cose lo sapeva già, ma Harry insistete così tanto per portarla in montagna, che alla fine dovette accettare e mettersi in gioco.
Il che fu decisamente una pessima idea.
Durante la loro prima lezione Sofia cadde sulla neve praticamente subito. E poi ancora e ancora. All’inizio non era poi così tremenda come cosa, e anzi era anche divertente, ma dopo qualche giorno i lividi delle cadute iniziavano a vedersi e a sentirsi. Non c’era nulla da fare: era proprio negata per lo sci.
“Come sta andando la giornata?” Le chiese William in uno dei rari momenti di pausa.
“Cosa?” Si tolse il berretto di lana e cercò di sistemarsi i capelli.
“Come sta andando?” Ripeté ridendo.
“Uno schifo”, ammise lei sospirando. “Harry mi odierà per questo e la nostra relazione finirà tragicamente tra la candida neve”, disse chiudendo gli occhi e portando indietro la testa rassegnata.
“Non essere esagerata Sofia, non è poi una tragedia così tremenda”. Le diede una pacca sulla spalla e lei gli sorrise poco convinta.
Harry li raggiunse poco dopo, si tolse gli occhiali e riservò a Sofia il migliore dei suoi sorrisi. Lei arrossì improvvisamente per la vergogna, pensando che in quel momento erano la coppia peggio assortita della storia: lui lo sciatore bello e atletico, e lei la sfigata di turno completamente sgraziata. Non si era mai sentita tanto ridicola e impacciata come in quella settimana. Si disse che così non poteva continuare e sperò solamente che quegli ultimi tre giorni passassero in fretta.
“Allora, ti sei riposata abbastanza?” Le chiese togliendosi gli occhiali e guardandola dritta negli occhi.
Lei arricciò il naso. “Harry io non credo che sia una buona idea…”
“Cosa?” Le chiese lui corrugando la fronte.
“Crede che sia inutile continuare a sciare, o quanto meno a provarci, visto che tanto è negata”, disse ingenuamente William.
Sofia si voltò lentamente verso di lui e lo guardò male. “Grazie per la delucidazione, vostra altezza”. Così non la aiutava molto e la faceva apparire ancora più imbranata di quanto non si sentisse già.
“Chi ha detto che torniamo a sciare?” fece Harry riponendo l’attrezzatura da sci da una parte.
Sofia lo guardò confusa, ma fu felice di sentirglielo dire. “E allora cosa facciamo?”
Harry attese qualche istante per risponderle. L’aiutò ad alzarsi e nel frattempo guardò William con una certa complicità. “Qualcosa di…molto bello”. D’accordo, il tono che utilizzò non era molto rassicurante, ma la disperazione di Sofia era tale che qualsiasi altra cosa era meglio che tornare sulla pista.
Harry condusse Sofia lungo una stradina di montagna. “Allora, dove stiamo andando?”
Lui fece spallucce. “Solo a fare una passeggiata”, le circondò le spalle con un braccio e le sorrise.
“Non ti credo”. Glielo si leggeva in faccia che aveva in mente qualcosa.
“Però ti fidi di me, giusto?”
“Per mia sfortuna sì”. Si fidava cecamente di lui, ma questo alcune volte, come in quella settimana, la metteva nei guai. “E comunque sono felice di fare qualcosa di rilassante. Finalmente!”. Quell’ultima esclamazione le uscì dalla labbra senza preavviso. “L’ho detto a voce alta, vero?”
“Sì”, fece Harry. Entrambi scoppiarono a ridere mentre continuavano a camminare lungo la strada in salita.
“Però dai, devi ammetterlo: ti sei divertita anche tu, insomma eri così buffa che non potevi non ridere!” Continuò lui.
Sofia lo guardò indignata, si liberò dal suo abbraccio e gli tirò una palla di neve dritta in faccia.
Harry si piegò di lato, portandosi istintivamente le mani sul viso.
“Harry?” Sofia rimase in attesa, preoccupata. “Ti ho fatto male?”
Non ricevendo risposta, fece un passo in avanti. Quando fu abbastanza vicina, Harry scattò e, mentre la teneva ferma con un braccio, le tirò una bella manciata di neve, restituendole il favore. “Così siamo pari!” Commentò ridendo.
“Oh dai! Sei un bambino!” Sofia si pulì il volto e poi gli diede un colpo sul petto, ma alla fine fu lei a farsi male. Sofia alzò lo sguardo verso il cielo.
“Che c’è?” Domandò Harry.
“Ma…” disse. “Sta nevicando o è solo una mia impressione?”
I fiocchi iniziarono a scendere, candidi e leggeri, per poi dissolversi al contatto con la strada scura che era stata sgomberata per consentire il passaggio.
“Già”. Harry osservò Sofia, compiaciuto e con un sorrisetto stampato in faccia.
“Che c’è, perché mi guardi così?”
“Nulla”, scosse la testa senza smettere di sorridere. “Andiamo, prima che il tempo peggiori”. La prese per mano e proseguirono.
“Aspetta, non dovremmo tornare indietro?” Gli chiese lei, vedendo che nevicava sempre di più.
“Fidati”, rispose lui con tranquillità. “Eccoci qua”. Indicò uno chalet di legno in fondo alla strada.
I due fecero una corsa, mentre il tempo peggiorava sempre di più. Harry aprì la porta e riuscirono ad entrare appena in tempo, prima che la tormenta diventasse ingestibile.
“Wow!” Sofia si lasciò scappare quell’esclamazione, quando vide l’interno dello chalet. L’ambiente era caldo e accogliente: un grande spazio con in fondo il caminetto in pietra, che sembrava essere stato acceso da un po’, mentre sul lato era situata una piccola cucina a vista.
Per la prima volta Sofia si sentì stranamente fuori posto. Non sapeva bene il perché, ma era leggermente a disagio nel trovarsi lì.
“Ti piace?” Le chiese curioso Harry.
Lei annuì. “Solo per curiosità: che posto è questo?”
“Io e William lo prendiamo spesso in affitto. Negli anni passati ci venivamo molte volte”.
“Cos’è una specie di base in cui i principi portano le loro ultime conquiste?” Non le andava a genio l’idea di essere portata in un posto dove Harry aveva portato tutte le sue ex. Anche perché lui, di avventure amorose, ne aveva avute tante e lei era parecchio diffidente su quell’argomento. Non poteva evitarlo: era più forte di lei. E dopotutto era una cosa normale, considerando il fascino che aveva Harry e di cui lei era rimasta inevitabilmente vittima.
Harry si mise a ridere. “No, solo il ritrovo di due fratelli che bevono birra e chiacchierano per tutta la notte”.
“Ah!” Esclamò Sofia.
“Sta tranquilla, non c’ho mai portato nessuna qui”, le sussurrò baciandola. “Lì in fondo c’è il bagno, così puoi cambiarti e toglierti questa bella tuta da sci”, le disse strattonando leggermente la manica del giubbotto. Harry sapeva quanto Sofia odiasse indossare quegli abiti.
“Non ho nulla con cui cambiarmi”.
“A questo ho pensato io”. Harry tirò fuori dallo zaino una delle sue camice e gliela porse. Lei inarcò un sopracciglio e lo guardò con aria di disapprovazione. Quell’uomo era decisamente senza speranze.
“Che c’è? Non guardarmi così: ti starà enorme”. Sofia era così piccina che su quello non c’erano dubbi.
Sospirando, prese la camicia si andò a cambiare. Quando la indossò, l’odore di Harry le inebriò i sensi, e per un momento chiuse gli occhi e si strinse nelle spalle, godendosi la bella sensazione; poi tornò nell’altra stanza.
 
Harry la osservò dalla testa ai piedi, seduto sul tappeto di pelliccia davanti al caminetto. “Sai tremendamente bene”, commentò imbambolato. Non poté trattenersi dal farlo, perché era dannatamente sensuale e lui impazziva quando la vedeva così. Doveva ancora farci l’abitudine e a quel punto si disse che non ci sarebbe mai riuscito.
In verità aveva portato quella camicia solamente perché non avrebbe saputo cosa prendere dalla valigia di Sofia, che era ordinatissima, neanche fosse dovuta partire per arruolarsi nell’esercito, ma questo non lo aveva aiutato poi granché.
Sofia alzò gli occhi al cielo e si mise seduta al suo fianco. “Mi sta tremendamente larga”, gli rispose.
“A causa della tormenta saremo bloccati qui fino a domani mattina”.
“Non sembri molto dispiaciuto della cosa”, lo stuzzicò lei circondandogli il collo con le braccia.
“E tu?” Chiese lui sottovoce.
Sofia non rispose, ma si sporse in avanti e lo baciò dolcemente. “Lo prendo per un sì”, disse ridendo Harry.
“Dovremmo avvertire gli altri, oppure si preoccuperanno”.
“Penseranno ad una fuga d’amore!”   
“Sì, immaginati i titoli dei giornali: il principe Harry e la sua ragazza in fuga!” Scherzò Sofia.
Harry scoppiò a ridere. “Non sarebbe una cosa tanto male: devo ricordarti la nostra fuga a Parigi?”
“Non era una fuga d’amore, quella”. Sofia si disse che per Harry il loro appuntamento doveva essere stato davvero il migliore che avesse mai avuto, visto che lo menzionava ad ogni occasione. E comunque anche per lei era stato il più bell’appuntamento di sempre, ma sentire un uomo che se ne ricorda, era piacevolmente strano. Ma comunque Harry si ricordava sempre tutti i loro momenti importanti ed era questo che lo rendeva l’uomo che Sofia aveva sempre desiderato.
“Certo che era una fuga d’amore”, borbottò lui. “Io e te eravamo già fidanzati, solo che tu ancora non lo sapevi”.
“Ah giusto!” Sofia si disse che quella sembrava tanto la classica scusa che usano le adolescenti quando parlano dei loro idoli musicali, o di attori di cui sono innamorate, e si mise a ridere.
“Cosa?” Harry la prese per la vita e la fece stendere accanto a lui, tenendola abbracciata forte.
Sofia cercò di ricomporsi e di smetterla di ridere. Per paragonare Harry ad un’adolescente. Incrociò le gambe con quelle di lui e si sistemò in modo da poterlo guardare negli occhi. Con una mano gli spostò un ricciolo ribelle dalla fronte, per poi tracciare il profilo del suo volto con l’indice. Gli accarezzò la barba rossa che tanto amava e sorrise.
“E pensare che gli uomini con la barba non mi sono mai piaciuti”.
“Meglio”, rispose lui baciandola.
“Perché William e Kate non vengono qui con i bambini? C’è un sacco di spazio e potrebbero correre liberamente, sono certa che lo adorerebbero”.
Harry si pensò su. “Sì, specialmente George”. Lui era decisamente più vivace di Charlotte e in quel posto si sarebbe trovato benissimo. “Magari anche noi ci porteremo i nostri figli, un giorno”. Forse era un po’ prematuro parlare di figli, dal momento che non avevano nemmeno parlato di matrimonio, ma Harry desiderava disperatamente costruire la sua famiglia insieme a Sofia, perciò non ebbe timore ti tirare in ballo l’argomento.
Sofia fece un profondo respiro. Bambini? Aveva davvero appena parlato di bambini? Insomma…lei e i bambini non andavano mai d’accordo. Vero era anche che in realtà non aveva molta esperienza, dal momento che in casa era la più piccola. “Al riguardo, non credo che sarei molto brava come mamma. Sai che io non sono molto portata per i bambini”.
“Scherzi? Con George e Charlotte sei fantastica!”
“Sì, ma è diverso”, giocherellò con il bracciale che Harry aveva al polso per non guardarlo negli occhi.
“Hai ragione, è diverso perché saranno i nostri bambini”. Harry la strinse a sé e la baciò.
 
SPAZIO DELL'AUTRICE
Ebbene sì, i nostri Harry e Sofia tornano per degli speciali che vanno a braccetto con la storia madre. Harry si fa dei viaggi mentali su di lui e Sofia e sui loro bambini...perché lei forse non andrà d'accordo con i bambini, ma noi sappiamo che di bambini ce ne saranno...e che bambini!!!
  
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