Anime & Manga > Fairy Tail
Ricorda la storia  |      
Autore: Artemide5775    01/11/2016    4 recensioni
Mavis notò con preoccupazione che appena sentiva il suo professore parlare il cuore le saltava nel petto e ogni minima sillaba sembrava riempire un vuoto che non si era mai accorta di avere.
Per Zeref la situazione non era poi tanto diversa. Appena metteva piede nell'aula, cercava subito con lo sguardo la minuta donna, quasi come se fosse un bisogno. Una dipendenza. E come ogni drogato, il cercare di smettere era troppo difficile.
Come avevano fatto a ridursi così con una sola chiacchierata e tanti sguardi?
Bella domanda, ma non sembrava esserci una risposta logica ad essa. Non per loro, almeno.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mavis Vermilion, Natsu/Lucy, Zeref, Zeref/Mavis
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

My teacher
 

Zervis
 

Una mattina come tante, parecchio soleggiata, un bel po' calda e tremendamente nella norma. Zeref Dragneel, un giovane insegnante al Fairy College, era alla caffetteria del College con il suo fratellino, Natsu, e stavano facendo colazione insieme. Da quando i loro genitori erano venuti a mancare era proprio il maggiore a prendersi cura del minore, un po' come un padre. Infatti Zeref aveva iniziato a lavorare come insegnante dell'occulto soprattutto per mantenere il fratello e vivere con lui senza caricarlo di preoccupazioni o spese, proprio come avrebbero voluto i loro genitori.

Il moro sorseggiò il suo caffé nero e sorrise appena guardando il fratellino mangiare con voracità una serie di dolci che gli aveva preso appositamente. Col lavoro e tutto il resto, pur vivendo insieme, non si vedevano mai. Soprattutto da quando il rosato si era fidanzato e la sua ragazza lo costringeva a studiare e a prendere seriamente la scuola, cosa che lui non aveva mai fatto.

Zeref e Natsu, sia d'aspetto esteriore, che interiore, erano molto diversi. Il primo amava il sapere, rimaneva chiuso ore e ore a leggere libri in una biblioteca e non amava molto stare tra le persone, preferiva di gran lunga la solitudine. Il secondo invece adorava stare sempre fuori casa a far risse con amici e ridere e scherzare con loro, il solo pensiero di rimanere chiuso in una biblioteca era praticamente un incubo per lui.

-Come va con Lucy?- gli domandò Zeref, lieto che il suo adorato fratello minore avesse incontrato quella ragazza che l'aveva allontanato dal dolore che lo tormentava sin dalla morte dei loro genitori e inseguito quella di Igneel, il loro tutore. Esso era un grande amico del loro papà e, perciò, era stato designato dal signor Dragneel nel suo testamento per prendersi cura di loro.

-Mhm... Bhm... em... ne...- mugugnò con la bocca piena.

Quel gesto così uguale a quando era bambino fece ridere il moro. -Prima di rispondere, ingoia- gli disse come se il suo fratellino fosse ancora un bambino. Il rosato fece quanto detto e borbottò qualcosa sul fatto che quei dolci fossero davvero buoni. -Ne sono felice- disse sorridendo il professore. -Hai qualche impegno per oggi?- domandò poi, finendo il suo caffè e vedendo l'orario sullo schermo del suo cellulare.

-Mh...- Natsu ci pensò un attimo prima di rispondere. -Luce vorrebbe andare a una conferenza su... qualcosa di noioso. Non ricordo... su cosa- mormorò per poi sbuffare.

Zeref non potè non ridere. "Quella ragazza lo tiene proprio al guinzaio..." pensò divertito. Lanciò un'altra occhiata allo schermo del suo cellulare, notando che a momenti avrebbe avuto lezione, si alzò e salutò il fratellino.

Avrebbe voluto poter passare più tempo con Natsu, ma il dovere lo chiamava.

In circa venti minuti si ritrovò nella apatica classe grigia e bianca in cui insegnava. Davvero un'aula triste. Gli studenti che frequentavano con regolarità il suo corso erano una trentina e altri dieci si facevano vedere ogni tanto. Per quanto potesse sembrare strano, aveva un gran numero di alunni. Con una materia come la sua ci si sarebbe aspettati di avere uno scarso successo e finire senza lavoro entro la fine del primo anno. Tuttavia, così non era stato.

Aprì la sua valigetta e ne estrasse alcuni programmi e altre scartoffie. Lanciò un'occhiata ai suoi studenti e scoprì che c'erano alcune facce poco o per nulla conosciute. Alcuni erano alunni che si facevano vedere di rado, mentre due o tre era sicuro di non averli mai visti. -Vedo diverse facce nuove...- biascicò avvicinandosi alla lavagna elettronica e scoprendo con felicità che era già accesa. -Sono Zeref Dragneel, per chi non mi conosce- ogni mormorio cessò appena si presentò. Vero, erano quasi a Novembre, ma poco importava: se c'era davvero qualcuno di nuovo era giusto che lo facesse.

Quei suoi occhi color pece, il suo sguardo vacuo e sempre rigido e serio lo rendevano davvero spaventoso. Davvero tanto. Se solo lo avessero visto con il fratellino non lo avrebbero quasi riconosciuto... -Professore, oggi che spiegherete?- domandò entusiasta una ragazza minuta dai capelli azzurri. Essa si beccò le occhiate di molti, sicuramente meno vogliosi di star lì, preferendo di gran lunga il loro adorato letto.

Zeref accese semplicemente un'immagine che rappresentava una fata, seppur meno dolce e adorabile di quelle di fiabe e cartoni animati. Infatti questa indossava un lungo abito viola ornato da rose nere e un cappello a punta del medesimo colore del vestito. Aveva dei lunghi capelli marrone scuro e gli occhi di una tonalità che sfociava sul rosso. Le piccole ali erano costituite da una serie di fini ossa umane, probabilmente quelle delle dita. La foto di un dipinto tanto eccentrico, almeno per chi era cresciuto con le dolci fate dei cartoni Disney, attirò l'attenzione di molti, anche se una gran parte continuava ad essere in stato vegetativo.

Mavis Vermillion strabuzzò gli occhi a quella vista.

Fate?

Davvero?

Lei ne andava matta!

Seppur avesse ventitrè anni ed era già al quarto anno del Fairy College, continuava, oltre che esteriormente, a sembrare una minuta ragazzina all'inizio delle superiori. Amava il sapere: se avesse potuto avrebbe passato tutta la sua vita sui libri e viaggiando.

Quando il professore cominciò a raccontare in quale opere le fate erano apparse nelle varie epoche, ne rimase estasiata. Pendeva dalle sue labbra. Era il primo anno che se lo ritrovava come insegnante ma doveva ammettere che era bravissimo, seppur, sembrava che gli mancasse un po' di umorismo, ma, in qualche modo assurdo, riusciva a spiegare con una semplicità e bravura che mai aveva riscontrato in qualche suo professore precedente. E non era quella materia ad attrarla così tanto, lo sapeva bene, negli anni precedenti aveva avuto un altro prof, però la materia era sempre la stessa, benchè gli argomenti fossero diversi. Era solo merito di Zeref. -Interessante, vero?- le domandò improvvisamente la ragazza dai capelli azzurri che precedentemente aveva domandato l'argomento di quella lezione.

-Uhm, sì, molto- le disse sorridendo appena. Non ricordava affatto il suo nome. L'aveva vista si o no tre volte durande le lezioni del professor Dragneel, sempre accompagnata da un tipo dallo sguardo burbero, i capelli lughi e neri e davvero molto alto. Aveva sentito che erano due conoscenti del prof e che, di nascosto, spesso venissero alle sue lezioni, seppur fossero ancora al liceo.

-Io sono Levy- si presentò la liceale. Più che altro perchè non ricordava neppure lei il nome della bionda. Poi si girò verso Gajeel, il tipo che l'accompagnava sempre, scoprendo così che si era addormentato. -Hm... lui è Gajeel, il mio ragazzo- mormorò, imbarazzata dal comportamento del moro. -Hem... non ama molto ascoltare le spiegazioni, soprattutto quando avrebbe potuto rimanere a casa a dormire- rivelò, a disagio.

Mavis rise. -Lo capisco- biascicò, rendendosi poi conto che non aveva ancora detto il suo nome: -Mi chiamo Mavis.- Le due si strinsero la mano, leggermente meno a disagio. -Non frequentate questo college, vero?- sussurrò in modo furtivo quasi vicino all'orecchio di Levy. Mise poi un dito davati le labbra e accennò un sorriso rassicurante. -Non lo dirò a nessuno, non preoccuparti- le assicurò.

L'azzurra si strinse più a sè il piccolo libricino degli appunti, sentendosi colta in fallo. -Si nota così tanto?- sussurrò.

La bionda sorrise più ampiamente, divertita. -No, non molto. Ma si vocifera che voi siate amici del professore Dragneel- dicendo ciò, girò la testa verso l'insegnante che era intento a uscire dalla classe. -E' vero?- chiese poi.

Levy tentennò un attimo, prima di annuire leggermente. -Siamo amici di Natsu, suo fratello minore- rivelò. -Amo imparare cose nuove, perciò ho chiesto a Zeref di poter assistere a qualche sua lazione quando non ho scuola. Gajeel mi accompagna solo perchè si preoccupa per me, anche se non lo ammette mai- per le sue ultime parole arrossì appena, felice di avere un ragazzo tanto speciale.

Mavis rise. Dopo aver chiacchierato per un po' del più e del meno, Levy decise di farle una domanda, probabilmente, leggermente azzardata, ma non male. -Ti andrebbe di venire alla festa di compleanno del fratello del professore?-

L'altra ne rimase stupita. -Sarebbe divertente... Ma è il caso? Non lo conosco...- mormorò, insicura. La sua migliore amica, Zera, si sarebbe incazzata un mondo sapendo che era stata così imprudente da andare a una festa di cui non conosceva neppure il festeggiato... Ma poco importava, era adulta e vaccinata per poter fare ciò che preferiva.

-Non preoccuparti. L'ho organizzata insieme alla mia migliore amica, Lucy, la fidanzata del festeggiato, e la casa di lei è una gigantesca villa. Una persona in più non sarà certamente di disturbo- le assicurò la McGarden.

Mavis si convinse e accettò. Non sarebbe stato così male uscire dal suo mondo fatto di libri.

 

***

In seguito, passarono esattamente sette giorni. Era il giorno del compleanno di Natsu e Mavis era comodamente seduta a leggere un libro che aveva trovato nella biblioteca del college, seppur la festa sarebbe iniziata tra non molto tempo. -Che ci fai ancora in pigiama?- le domandò Zera, la sua compagna di stanza, nonchè migliore amica. -Oggi non hai il compleanno del fratello del tuo professore?- la castana si sistemò i due codini, che la facevano sembrare un po' più piccola, e guardando la bionda, confusa e con la fronte corruciata.

Mavis guardò l'orologio e si accorse solo allora di che ore erano. Sbattè le palpebre sorpresa. "La festa inizierà tra meno di un'ora!" pensò, sconvolta. Cominciò a gironzolare avanti e indietro, lavandosi e in seguito assalendo il suo armadio scarno. Non era una tipa che pensava molto alla moda o al vestirsi in generale...

Zera la osservava, per nulla sorpresa. A un certo punto aprì un'anta del suo di armadio e ne estrasse un delicato vestito rossa chiaro. -Ero certa che non ti saresti preparata un abito per l'occasione- le disse solamente, compiancendosi vedendo la Vermillion super felice dell'abito. Infatti, dopo averlo indossato, non faceva altro che ruotare su se stessa come una bambina. Non dimostrava affatto la sua reale età.

-Sei fantastica, Zera. Sei la mia fata custode!- esclamò Mavis, entusiasta, abbracciando la sua migliore amica.

-Va bene, va bene. Ho capito che sono fantastica- sbottò la castana tra l'irritato e il felice. -Ora, però, lasciami truccarti e pettinarti- le ordinò.

La Vermillion si sentì come una principessa. Zera era davvero come la sua fata madrina. Chissà... magari avrebbe trovato anche un principe quella sera, come nelle fiabe.

Benchè fu pronta solo quando la festa era appena iniziata, non se ne preoccupò troppo. Si sentiva veramente... speciale con quel semplice ma bellissimo abito.

Arrivata davanti alla villa Heartphilia, l'indirizzo che le aveva spedito Levy diceva che la festa si sarebbe svolta lì, bussò. Il gran fraccasso dimostrava benissimo che non aveva affatto sbagliato luogo. -Hei! Tu chi sei?- le aprì una bionda più alta di lei e dalle forme davvero abbondanti, al contrario di lei...

-Ehm...- fece per parlare, ma una testa azzurra spuntò da un gruppo di persone, e la salutò. -Lucy, lei è Mavis. La studentessa di Zeref di cui ti ho parlato- spiegò la McGarden all'amica.

Essa annuì solamente, presentandosi poi alla nuova arrivata. -Sono Lucy Heartphilia, la ragazza del festeggiato.-

-Mavis Vermillion- mormorò la minuta universitaria. Entrando, scoprì che gli invitati erano un centinaio, cioè meno di quanti sembrassero dal baccano, e conobbe anche molte persone fra cui i vari amici di Natsu, e Natsu, e parlò anche con molti compagni di vari corsi che conosceva solo di vista o di nome. Era davvero una bella festa, oltre che pazzamente divertente. -Vermillion- una voce che conosceva già la chiamò mentre era uscita su un terrazzo per prendere una boccata d'aria.

-Professore Dragneel?- sussurrò veramente sorpresa. Eppure Levy le aveva detto che ci sarebbe stat pure lui...

Si girò e si sorprese di verderlo con una semplice camicia nera e un paio di pantaloni del medesimo colore. Di solito era sempre in completo...

-Già... sono io- fece un passo avanti, mostrando ancora di più la diversità col professore che conosceva lei. -Chiamami pure Zeref fuori dalla scuola- le disse accennando quello che sembrava vagamente un sorriso. Ciò la lasciò ancor più di stucco.

Ritornò in sè e sorride. -Allora chiamami Mavis, Zeref. In fondo abbiamo pochi anni di differenza, no?-

-Sì, credo proprio di sì- annuì appena lui. Le si mise affianco e posò le braccia sulla ringhiera, guardando il cielo quel giorno senza stelle e con solo la Luna a farne da padrona. -Come mai qui, Mavis?- le domandò, senza guardarla.

-Mi ha invitata Levy. Ci siamo conosciute al College...- rispose, aggiungendo poi che la sua ultima lezione sulle fate era stata davvero interessante.

-Ne sono felice...- riuscì a dire solamente il moro prima che lei continuasse.

-Ma non sono d'accordo- il suo tono quasi di sfida lo sorprese. Non gli era mai successo in due anni di insegnamento che un suo studente lo contraddisse in modo così aperto.

-Come?-

-Non sono d'accordo con una cosa che hai detto- disse, sicura. -A un certo punto hai detto che le fate, probabilmente, sono state inventate per consolare gli uomini e perciò essi le raffiguravano come custodi, ma che, per la loro risaputa vanità e egocentrismo, non sono affatto adatte per questo compito- spiegò.

Dopo un attimo di meraviglia, in cui guardò attentamente la donna al suo fianco, decise di replicare. -E tu che pensi?-

-Che non si può fare di tutta l'erba un fascio. Seppur sono state descritte così, non vuol dire che tutte sono egocentrice, facilmente irritabili e vanitose- se solo Zera l'avesse sentita parlare di fate, ancora, le avrebbe fatto una scenata. Ormai la riteneva davvero troppo grende per pensare che le esse esistessero.

Il professore ci mise del tempo per replicare, colpito. Non che lei avesse detto delle cose nuove per lui, non troppo almeno. Ma quella forza d'animo e la sicurezza con cui aveva dato voce ai suoi pensieri lo avevano davvero spiazzato. -Credo che tu abbia ragione- disse solamente, facendola sorridere di gioia. Passarono alcuni minuti a guardare il cielo, persi nel limbo dei propri pensieri. Quel silenzio non era imbarazzante, anzi, era quasi piacevole. -Mavis, credi nelle fate?- le domandò in un sussurro, continuando a guardare l'immensità.

Lei gli lanciò un'occhiata. Zeref era un po' come un libro dalla copertina nera le cui pagine erano un completo mistero da scoprire sfogliandone e assaporandone ogni parola. -Sì- mormorò, per nulla preoccupata di sembrare una bambina o una stupida. -E tu?-

-Studio da anni ogni tipo di creatura sovrannaturale, ma pure non avendone mai vista una da vicino, non posso non pensare che esse esistano realmente. Non si finisce mai di imparare dal mondo- rispose con un luccichio di passione che fece sentire completamente a suo agio la ragazza. Si sentiva simile a lui, in qualche modo che non riusciva a spiegarsi.

-Zeref-nii! Sto per tagliare la torta!- esclamò Natsu affacciandosi al terrazzo e rompendo l'atmosfera che si era venuta a creare tra suo fratello e la studentessa.

Zeref le fece un sorriso a labbra strette e con un cenno della mano la salutò: -Arrivederci.-

"Perché mi sento, improvvisamente, come se mi mancasse qualcosa?" fu il pensiero di entrambi.

 

***

Nei giorni successivi, i due non si parlarono e si videro soltanto a lezione. Era un po' come se si evitassero. Mavis notò con preoccupazione che appena sentiva il suo professore parlare il cuore le saltava nel petto e ogni minima sillaba sembrava riempire un vuoto che non si era mai accorta di avere.

Per Zeref la situazione non era poi tanto diversa. Appena metteva piede nell'aula, cercava subito con lo sguardo la minuta donna, quasi come se fosse un bisogno. Una dipendenza. E come ogni drogato, il cercare di smettere era troppo difficile.

Come avevano fatto a ridursi così con una sola chiacchierata e tanti sguardi?

Bella domanda, ma non sembrava esserci una risposta logica ad essa. Non per loro, almeno.

Era un sabato sera come gli altri e Zeref, trovatosi solo nel suo alloggio al College, aveva deciso di andare in biblioteca. Natsu non sarebbe tornato prima dell'una, come minimo, o, come ultimamente accadeva spesso, sarebbe rimasto a dormire da Lucy o qualche amico. Aveva parecchie ore a disposizione per spegnere i suoi pensieri e dedicarsi completamente alla lettura di un nuovo libro.

Trovò la biblioteca quasi deserta. Solo una manciata di ragazzi erano seduti a leggere in totale silenzio, o ad usare i computer della scuola. Erano così pochi che li avrebbe potuti contare sulle dita di una mano. Si avvicinò alla bibliotecaria ed essa, con un solo sguardo veloce, gli mollò un mazzo di chiavi sullo strato di legno che li divideva. -Chiudi tutto come sempre e riportamele domani mattina- si limitò a dirgli prima di afferrare il suo cappotto e uscire di lì a passo veloce. Rowena, la bibliotecaria, era una gran sfaticata sulla quarantina che amava uscire a ballare e, da quando Zeref gli aveva proposto la prima volta di poter chiudere lui la biblioteca, non se lo faceva ripete più. In fondo, il moro rispettava sempre la parola data, mettendo tutto apposto e chiudendo ogni cosa.

Il professore non le riuscì a dire nulla che lei si trovava già all'uscita. Era davvero veloce quando si parlava di uscire dal College.

Girando tra gli scaffali alla ricerca di qualche libro, si ritrovò a sussultare appena vedendo una minuta ragazza dai lunghi capelli biondi, lasciati sciolti, un semplice vestito bianco e scalza. Era seduta per terra con le gambe incrociate e sembrava completamente immersa nella lettura. Quella vista, apparentemente banale, riuscì a strappargli un piccolo sorriso. Scorse il titolo e rimase sorpreso di scoprire che era il suo libro preferito: "Anche gli angeli piangono". -E' un bel libro, ottima scelta- si complimentò.

Lei sussultò. Era così immersa nel libro che non si era accorta della presenza di lui. -Eh? L'ho iniziato da non molto... ma è stupendo- commentò. Seppur a lei sembrasse di averlo iniziato da poco, per come era presa, erano già due ore che era seduta lì e stava quasi alla metà del volume. -Un ragazzo che vive apparantemente una perfetta e che viene considerato da tutti al pari di un angelo. Sembra non avere problemi o difetti, ma invece, nel profondo, vorrebbe solo uscire dagli schemi ed essere imperfetto. Il fatto che parli dicendo che ogni minimo difetto è praticamente un pregio che ci contradistigue e che dovremmo andarne fieri mi piace un sacco- raccontò con efasi alzandosi e gesticolando.

Il Dragneeel accennò una risata, facendola fermare. -Che c'è?- domandò perplessa, assomigliando quasi a una bambina.

Lui si limitò a scuotere la testa. "Sembra un raggio di Sole che ti riscalda anche se non sei degno di un tale privilegio..." pensò istintivamente, sentendosi poi frastornato per un simile pensiero.

Però...

Sembrava davvero un raggio di Sole. -Nulla- si limitò a risponderle sedendosi per terra a gambe incorociate.

-Che fai?- chiese la ragazza rimandendo in piedi.

-Non leggo questo libro da tanto, potremmo continuarlo insieme- le disse con una naturalezza che distaccava troppo dal professore Dragneel. Infatti quella non era la parte dell'uomo che conosceva lei, ma quella che aveva scoperto solo da poco eche poteva semplicemente chiamare "Zeref".

Si ritrovò con un sorriso fin troppo smagliate che nascondeva, però, un certo imbarazzo. -Sarà divertente- mormorò senza rendersene conto.

Nessuno dei due riuscì però a concentrarsi veramente, di sfuggita entrambi si lanciavano occhiate e la tensione era palpabile, soprattutto quella della ragazza. Si trovavano ad appena venti centimentri di vicinanza e ciò rendeva tutto più... strano. Infatti, nel turno di Mavis per leggere, il moro non riusciva a non seguire e analizzare ogni lineamento e dettaglio della ragazza. Non potè non guardare quegli occhi di un verde così acceso da sembrare irreali, i mossi capelli biondi, a volte un po' boccolosi, che le ricadevano sulle spalle e che la facevano sembrare coperta da un mantelello dorato... E poi, le sue labbra...

Erano sempre state così... invitanti?


-Mavis...- si ritrovò a mormorare mentre la distanza si faceva sempre minore.

15 centimetri di distanza li separavano.

9 centimetri. -Zeref...?-

"Sta per baciarmi...?!" urlò mentalmente la voce interiore della Vermillion, incredula.

2 centimetri. Era come se si fossero estraniati dal mondo. La piccolissima distanza che li divideva era quasi dolorosa. Ogni fibbra del loro corpo gridava per un contatto.

0 centimetri.

Finalmente ogni tensione si affievolì. Smisero di pensare. Non riuscirono neanche a temere che qualcuno li vedesse... Non gli importava. Il tempo sembrava essersi fermato.

Quando si staccarono, Mavis si sentì intontita. "Ho appena... baciato il professor Dragneel...? Davvero?" pensò arrossendo un po' e guardandosi intorno. Pareva che nessuno di avesse visti, per fortuna.

"Lei è una mia studentessa!" si gridò mentalmente Zeref. Sapeva bene quanto fosse sbagliato baciare o provare qualcosa per una propria alunna... Eppure il solo starle vicino, amarla... lo faceva sentire così bene. Finalmente vivo. "Hm... E' questo che si prova quando si è innamorati...?"

Per una manciata di secondi rimasero lì, a guardarsi ed a elaborare quanto era appena succeso e cosa provavano. Benché si conoscessero appena, i loro sentimenti erano forti. -Finiremo nei guai...- riuscì solo a sussurrare il moro.

Per tutta la vita era sempre stato il figlio perfetto che non faceva altro che ascoltare i genitori e rimanere a casa a studiare, il fantastico fratello maggiore che si prendeva cura del fratellino combinaguai, il professore modello... Perchè, per una volta, non poteva uscire fuori dagli achemi ed essere felice?

Dopo aver elaborato la situazione, che l'aveva un bel po' scossa, la studentessa si sedette sulle ginocchia e gli passo una mano sul viso. -Ci siamo cacciati in un bel guaio- disse prima di ridacchiare. "Almeno Zera non potrà più dire che leggo solamente..."

Il Dragneel la guardò e quegli occhi di un verde vivo scacciarono ogni problema dalla sua testa. Che fosse una fata? Perchè non c'era nessuna altra spiegazione al potere che aveva su di lui. Assolutamente nessuna.

Tranne una: gli aveva rubato il cuore, completamente.

Era riuscita a farlo cadere ai suoi piedi in pochissimo tempo, seppur aveva la sensazione di conoscerla da sempre. E lo stesso valeva per lei. Zeref sorrise, pronto a superare ogni problema per sentirsi sempre così felice, vivo. Mavis fece lo stesso prima che lui la baciasse, nuovamente.

Sì, si era innamorata del suo professore dell'occulto e non le importava.

Sì, si era innamorato della sua alluna dell'ultimo anno e non gli importava.

Perchè, davvero, quando si ama, importa altro? Per loro, c'era una sola risposta a questo quesito: no.

Infatti continuarono per un intero anno a frequentarsi di nascosto e ufficializzarono la loro relazione solo quando le si laureò. Può sembrare assurdo, ma quando si ama, si riesce a sorpassare ogni impedimento e loro ci erano riusciti pienamente.

L'amore vince sempre sui problemi.

 

-----------------------------------------------

Salve!

Non aggiorno da un botto, lo so, scusatemi. E' che la tastiera del mio cellulare funziona appena e quasi sempre non mi fa scrivere delle lettere, perciò ho scritto questa One-shot dal computer, dopo che non lo usavo per scrivere un capitolo da oltre due anni.

Spero che vi piaccia questa Zervis e scusatemi per i tantissimi errori. E' che il mio computer ha la tendenza a non segnarmi gli errori, o a segnarmi ogni parola italiana come errore. Ho provato ad aggiornare il dizionario italiano su Firefox, ma nulla. Non va. Quando leggo per conto mio spesso non ci faccio caso agli errori, perciò, se individuate qualche errore, ditemelo, per favore.

Giovedì parto per Venezia e tornerò Domenica sera, perciò, a meno che non riesca ad aggiornare qualche mia storia entro Mercoledì sera, non pubblicherò nulla in questa settimana.

Ditemi che ne pensate di quest Os, seppur l'idea non è molto originale. Ci sono tante storie di questo tipo su Internet, però non ne ho mai letta una sulla Zervis così perciò ho deciso di farla.

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Artemide5775