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Autore: Tairi Soraryu    06/11/2016    3 recensioni
Kagome se n'è andata, e tutti devono abituarsi alla assenza. Dopo tre anni, la brezza porta un profumo familiare: è solo un sogno o potrebbe essere la realtà?
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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ABSENCE
scritto da Tairi Soraryu, tradotta da Alessia Heartilly
Capitolo Cinque

Lei gli mancava ancora. La mancanza non svaniva mai e non diventava mai più semplice da sopportare. In alcuni giorni, era un peso al centro del petto, che schiacciava, comprimendo i polmoni fino a quando boccheggiava alla ricerca d'aria. In altri giorni era... esitava a dire 'meglio'. Non andava mai meglio. Ma a volte era solo una fitta, come un tirare distante agli angoli della sua coscienza, che gli ricordava di un vago vuoto dove una volta c'era una presenza. Ma era quasi caldo, quel vuoto.

A volte, comunque, si sorprendeva a pensare a Kagome sarebbe piaciuto, o dovrei mostrarlo a Kagome quando, e barcollava fino a fermarsi, perché quando avrebbe mostrato questo o quello a Kagome?

Non in quella vita. Probabilmente non nella prossima.

Ma era una coltellata nel cuore, un pugno nello stomaco, e lui lo affrontava. Ogni volta. Cos'altro avrebbe potuto fare? Che cos'altro avrebbe potuto fare chiunque?

Non poteva dire di essere andato 'avanti'. Non stava davvero andando 'avanti'. Perché una parte di lui era praticamente bloccata dov'era stata il giorno in cui il pozzo lo aveva risucchiato un'ultima volta.

L'estate ricopriva il villaggio con un'afa soffocante e opprimente, inumidiva la vita e i movimenti. Le riparazioni al villaggio distrutto erano finalmente finite, e la capanna modesta di Sango e Miroku, costruita vicina a quella di Kaede, era quasi finita. Il loro matrimonio, una cosa semplice, aveva avuto luogo nell'ultima luna piena di primavera, con Kaede che celebrava, e Inuyasha, Kohaku e Shippou che partecipavano. L'amico tanuki di Miroku aveva anche fatto da padre surrogato per Miroku, con svariati boccali da sake per 'celebrare e congratularsi'.

Sango era stata... meno che felice descriveva la sua reazione, dato che umido descriveva la quantità di precipitazioni durante la stagione delle piogge. Inuyasha era stato mezzo sorpreso che non avesse mandato a monte il matrimonio quando aveva scoperto che Miroku era in pessime condizioni dopo la notte che lui e Inuyasha - non per sua scelta - avevano passato, in piedi fino a troppo tardi a bere troppo sake mentre Mushin-sama raccontava loro storie sulla gioventù ribelle di Miroku.

Ma la cerimonia era andata bene, e la coppia felice era proprio questo: felice. Ogni volta che Inuyasha li vedeva, erano felici. Stendevano il bucato, facevano una passeggiata al fiume, insegnavano ai bambini del villaggio come difendersi contro inaspettati attacchi youkai. Erano stati entrambi molto più seri nei loro viaggi, ognuno appesantito dal fardello del dolore che Naraku aveva messo su di loro. Era ancora così strano vederli sorridere così tanto.

A volte diventava così brutto che Inuyasha lasciava il villaggio. Questo, in cambio, lo faceva sentire in colpa, e infelice, ma semplicemente non poteva sopportarlo. Odiava questa parte di lui, la parte che sembrava troppo umana, e tutte le emozioni che ne conseguivano.

Odiava essere geloso dei suoi amici. Odiava che la loro felicità lo rendesse infelice. Non voleva che loro fossero infelici. Desiderava solo....

Desiderava solo poter essere felice anche lui.

Fu durante una delle sue prolungate assenze dal villaggio che Kohaku, che faceva pratica con la lancia davanti alla capanna di Miroku e Sango mentre sua sorella rammendava un paio di tabi vicino alla porta, sollevò l'argomento. "Pensi che faccia male a Inuyasha-sama vedere te e Miroku-niisan sposati, Ane-ue?"

Sango guardò la schiena di suo fratello. Non si era voltato per parlarle; aveva la sensazione che lui stesse deliberatamente evitando il suo sguardo. Lui la guardava direttamente solo in rare occasioni, un duro colpo per il suo cuore. Ma aveva imparato ad accettare che lui stava affrontando il dolore dei suoi ricordi il meglio che poteva, a modo suo. "Kohaku?"

"Lui non l'ha mai avuto - Inuyasha-sama. Non ha mai avuto la possibilità di..." Kohaku si fermò, e Sango pensò che stesse cercando le parole giuste. "Sorridi molto più di prima, Ane-ue."

Colta alla sprovvista dall'apparente cambio d'argomento, Sango si posò il suo lavoro di cucito in grembo. "Prima c'erano meno motivi per sorridere, Kohaku. Lo sai. Quando inseguivamo Naraku, cercando di sconfiggerlo per poter spezzare la maledizione di Houshi-sama... liberarti dal suo controllo..." Sango lottò contro le lacrime, un segno di debolezza. "Per molto tempo, ho pensato solo al cercare di vendicarmi di Naraku per tutto quello che mi ha portato via. Non c'era spazio per i sorrisi."

Kohaku fece ruotare più volte la lancia nelle mani, osservando l'orizzonte. Sembrava quasi che potesse sentire le risposte all'universo nel legno liscio tra le sue mani. Sembrò più vecchio di quanto non fosse, quando parlò. Era una strana sensazione. "Penso... Inuyasha-sama aveva più ragioni per sorridere di adesso."

Sango si accigliò. Dove stava andando a parare suo fratello? "Kohaku, voltati e guardami." Lui lo fece, e i suoi occhi scuri erano, come succedeva spesso, enigmatici. "Dove stai andando a parare?"

Lui inspirò, trattenne l'aria. Sango non poté evitare di sorridere mentre gonfiava le guance, concentrandosi. Alla fine lasciò andare l'aria, espirando lentamente e completamente prima di rispondere. "Almeno, quando inseguivate Naraku... almeno allora c'era Kagome-sama."

*~*~*~*~*

Alcune settimane dopo il matrimonio, Sango e Kohaku presero Kirara e andarono a nord per portare i loro saluti ai loro padri e ai compagni caduti. Era passato un anno da quando le sorelle taijiya erano cadute nella trappola di Naraku, e insieme stavano lasciando riposare vecchie ferite e ricordi dolorosi.

"Lei ti manca?"

Inuyasha sedeva su un affioramento roccioso sulla riva del fiume, e guardava i bambini sguazzare nei punti poco profondi della parte alta del fiume, nelle ombre serali. Shippou si lanciava tra la massa dei piccoli, una palla di cannone bagnata e pelosa. Le risate brillavano come rugiada nell'aria ferma e spessa.

Miroku si era tirato i vestiti alle ginocchia - un abbigliamento piuttosto poco da monaco, ma serviva a combattere il caldo - e stava camminando nel fiume, godendosi le pietre lisciate e rovinate dal tempo sotto i suoi piedi. Gettò uno sguardo all'hanyou seduto sulle rocce. Un piede era nell'acqua, e si era tolto il suo haori rosso, ma sembrava comunque indifferente al calore che strozzava la vita fuori dal resto dei paesani.

In altre circostanze, Miroku sarebbe stato geloso del fatto che Inuyasha non stesse nemmeno sudando.

Per un momento, Miroku non fu sicuro se Inuyasha si stesse riferendo a Sango o Kagome, ma uno sguardo lo rassicurò che il suo amico non aveva l'espressione addolorata e vuota negli occhi che indicava che stava pensando alla loro amica del futuro.

"È passato solo un giorno." Miroku tuffò entrambe le mani nell'acqua, guardò la luce piegarsi e rifrangersi mentre il fiume gli passava tra le dita. "Ma sì. Mi manca."

"Mi manca." La voce di Inuyasha era strozzata. I capelli gli nascondevano gli occhi, ma le mani si chiusero a pugno. "Mi manca, Miroku. Voglio solo che smetta. Quando smetterà di mancarmi?"

"Vuoi dimenticare?"

Inuyasha guardò duramente Miroku. Sarebbe stato divertente, pensò Miroku, in altre circostanze, vedere la bocca di Inuyasha muoversi senza alcun suono per un momento. Ma non c'era nulla di divertente nel dolore negli occhi dorati e torturati dell'hanyou.

La sua voce fu un sussurro roco. "No."

Miroku scrollò le spalle, come fosse un dato di fatto. "Allora non smetterà mai di mancarti."

"Miroku." Non c'era rabbia nella voce, cosa che Miroku si era aspettato, si era preparato a gestire. Era dolore, puro e primitivo. Miroku deglutì a fatica, mentre guardava Inuyasha che si costringeva a parlare. "Non posso affrontarla. La mancanza di entrambe. Mi sento così in colpa. Mi mancano tutte e due così tanto."

"Ti senti in colpa perché ti manca Kagome-sama?" La voce di Miroku, in contrasto, era mite. Le emozioni che gli correvano dentro, ne era sicuro, non erano meno intense, ma non si può sempre combattere il fuoco con il fuoco. E in questo caso, sarebbe stato Inuyasha a scottarsi. "Allora siamo tutti colpevoli della stessa offesa."

Inuyasha scosse la testa. Il movimento era brusco, frustrato... inadeguato, in qualche modo. Miroku aveva la sensazione che Inuyasha volesse più fare a pezzi qualcosa che costringersi a movimenti piccoli. Si voltò verso Miroku improvvisamente, con gli occhi dorati intensi, il viso contorto da una tortura interna. "Mi sbaglio, Miroku? Mi manca Kikyou, ma è come... è tipo debole. Sullo sfondo. Mi manca Kagome, ed è come se questo mi uccidesse, ogni volta. Come se morissi ogni volta che penso a lei. Sono colpevole perché mi sento come... come se non potessi più farlo? Come se volessi solo che finisse tutto?"

La voce si alzò alla fine, arrivando quasi a un ululato infervorato. Svariati bambini smisero di giocare per guardare incuriositi; dopo un momento, tornarono alle loro attività. Shippou distolse prontamente la loro attenzione, buttandosi su uno dei bambini in un nuovo gioco di 'scappa dal bersaglio'.

Miroku camminò verso la riva, e mise una mano sul braccio di Inuyasha. L'hanyou era teso sotto alla sua mano, pronto ad alzarsi e fuggire. Miroku non si illudeva: una volta partito, Inuyasha non sarebbe mai ritornato.

Scelte le parole attentamente. "È un fardello di chi rimane indietro sopportare il peso del ricordo."

"Non posso sopportarlo, Miroku."

Era un sussurro angosciato. I muscoli sotto la mano di Miroku si tesero ancora di più. Miroku mantenne il tocco delicato, lottando con la reazione istintiva di stringere il braccio di Inuyasha nel tentativo di tenerlo fermo. Qualsiasi senso di costrizione lo avrebbe probabilmente acceso come un missile. "Ci sei riuscito prima."

"Allora avevo Kagome."

"Allora avevi coraggio, Inuyasha." La voce di Miroku si fece più tagliente. Non gli piacevano il dolore e il senso di colpa in cui era intrappolato Inuyasha... come se fosse lontano, in un posto che nessuno poteva raggiungere. Per un istante, Miroku desiderò che Sango non se ne fosse andata quando lo aveva fatto; non per il suo bene, ma per quello di Inuyasha. Sango sarebbe stata in grado di gestire l'hanyou emotivo. Inuyasha sembrava capace di controllarsi quando c'era Sango - forse era la presenza femminile a calmare il suo tumulto interiore.

"Hai quel coraggio anche adesso."

"Non mi sento molto coraggioso."

"La amavi, l'hai lasciata andare. Hai capito che c'erano altre persone che la amavano e a cui mancava, e hai accettato di non essere l'unico a soffrire della sua assenza. Questo era coraggio."

Inuyasha alzò due occhi infelici sul viso di Miroku, e c'erano lacrime che brillavano in quelle profondità d'ambra. "Ci sono persone qui che la amano e a cui lei manca adesso. È stato il coraggio a causare questo? Quando l'ho vista con la sua famiglia, ero così sollevato che fosse sana e salva, loro erano così felici... io ho scelto che rimanesse, Miroku. Kagome..." Il modo in cui lei lo aveva chiamato, in cui era corsa al pozzo così che l'ultima cosa che lui aveva visto mentre svaniva dal suo mondo per sempre era il suo viso, che guardava nel pozzo con quell'espressione... paura e incredulità e negazione...

Distolse il viso. "Io ho preso quella decisione, e lei non ha avuto alcuna possibilità di dire se era d'accordo o no. Non le ho permesso di scegliere, Miroku. E non saprò mai se il posto in cui si trova è il posto in cui avrebbe scelto di essere."

Per un momento Miroku rimase senza parole, e le sue dita si strinsero intorno al braccio di Inuyasha - non per paura che l'hanyou scappasse, ma per un puro riflesso ai suoi pensieri.

Miroku aveva saputo che Inuyasha si sentiva malissimo perché gli mancava Kagome.

Non aveva saputo che il dolore nascesse in parte dal senso di colpa.

*****
Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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