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Autore: Sam__    07/11/2016    5 recensioni
[Swan Queen/ Long AU / OOC]
Innamorarsi e ritrovarsi con il cuore spezzato, imparare ad amare ancora, voler restare sul fondo ma contemporaneamente voler essere disperatamente salvati, scoprire la propria sessualità, stringere amicizie con persone che non ti aspettavi, sognare in grande, fare progetti, litigare, urlare, piangere …
Storia su come l’adolescenza può essere un gran casino!
I dolci sedici anni, vissuti da Emma e Regina.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Neal Cassidy, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14.
La risata di qualcuno sulla propria bocca.



 
 
Fu Neal a mettere fine a quel contatto che aveva iniziato un attimo prima.
“Scegli me.”
“Cosa?”
“Metti fine a questo doppio gioco e scegli me.”
“Non ho fatto nessun doppio gioco.”
“Un appuntamento con un’altra persona mentre sei impegnata come lo chiami? Preferisci tradimento?”
“Io non ho fatto niente!” esclamò “ho evitato qualsiasi contatto perché il solo pensiero di essere così viscida da arrivare a tradire mi da il volta stomaco.”
“Ma non hai evitato il pensiero, Emma. E mi hai tradito con quello.”
“Okay, d’accordo, lasciami allora.”
“Oh no! Sarebbe troppo facile per te! Quando hai intenzione di crescere e riuscire a dire ciò che provi a voce alta?”
“Adesso. Ho intenzione di crescere adesso!” prese un respiro “provo qualcosa per Regina, è vero.”
“Ma provi qualcosa anche per me.” Ribatté Neal.
Emma annuì.
“Da persona che ti ama, ti chiedo di scegliere me. Lasciarci tutta questa storia alle spalle, chiudere i rapporti con Regina e tornare ad essere felici.”
 “Chiudere i rapporti con Regina?” rise istericamente.
“E’ l’unico modo per mandare via quello che provi.”
“No, no senti” un’altra risata “io non credo di essere più capace di vivere senza Regina.”
“Oh. Sei già a quel punto?”
Ebbene si, lo era.
Perché non appena Neal aveva anche solo insinuato l’idea di rompere i rapporti, era stata assalita dall’enorme paura di non rivederla mai più.
E davvero, non le andava di vivere in un mondo in cui non poteva vedere Regina.
“Io sono al punto in cui mi terrorizza a morte pensare di non poterla neanche più guardare da lontano.”
“Okay.” Affermò dispiaciuto “è già nel tuo futuro, allora?”
Emma abbassò lo sguardo. Deglutì.
“Lei è il mio futuro.” Sussurrò.
E fu spaventata dalle sue stesse parole.
Non doveva concentrare tutto su una persona. L’unica su cui doveva fare affidamento era lei stessa e sarebbe sempre dovuto essere così.
Lo sapeva.
Eppure, ora che c’era di mezzo Regina, non era più capace di pensarla così.
 “Allora credo che dovresti scegliere lei.”
Calde lacrime presero possesso degli occhi di Emma, che buttò le braccia attorno al collo del suo exragazzo, stringendolo in un forte abbraccio.
“Mi dispiace tanto.” Gli disse.
“Voglio solo che tu sia felice. Anche se implica esserlo senza di me.” Rispose Neal stringendo la presa.
“Sei il ragazzo migliore che si possa desiderare.” Districò l’abbraccio solo per guardarlo negli occhi e fargli capire quanto dicesse sul serio “troverai una ragazza fantastica! Che ti meriti molto più di quanto ti merito io. E ti farà dieci volte più felice.”
“Tu mi hai meritato, Emma, perché mi hai reso felice ogni giorno che abbiamo passato insieme.”
“Vale lo stesso per te.” Sorrise.
“Solo, non farti influenzare da qualche cattiva abitudine rimasta a Regina, okay? Semmai rendila migliore tu!”
“Te lo prometto.”
“Anche se, per meritarsi il tuo amore, deve essere davvero una bellissima persona.”
No, non lo è.
Pensò Emma.
Ed era proprio per questo che l’amava: non era una bella persona, piena di qualità che potevano soltanto essere amate … era una persona distrutta e oscura. Ma per Emma, era una bella persona. Perché le piaceva esattamente così, quando agli altri non sarebbe mai piaciuta.
“Lo è per me.” Rispose, sorridendo.
Un altro abbraccio.
“Ci vediamo in giro?”
“Ci vediamo in giro.”
Si allontanarono piano, girandosi per le loro distinte direzioni.
“Neal?” chiamò Emma un ultima volta.
“Si?”
“Grazie.”
 
Quando rientrò in casa, il senso di leggerezza che provava rischiava di farla volare fino alle nuvole.
Come avesse il corpo pieno zeppo d’elio.
Il telefono vibrò, messaggio da Regina:
Almeno dimmi se sei ancora viva, è passata più di mezz’ora.”
Sorrise, rispondendo immediatamente “devi lasciare Robin.”
Cosa?!”
“Sennò non potremmo vederci fino a quando non lo lasci.”
“Perché mai?”
“Perché adesso che ti posso finalmente baciare, niente mi fermerà dal farlo non appena ti vedo. Ma la mia coscienza ne risentirà quindi, lascialo.”
“Lasciarlo per farmi baciare da te? Non sono sicura il gioco valga la candela …”
“Regina!”
“Buonanotte, Emma.”

Quest’ultima scosse il capo, riuscendo perfettamente ad immaginare Regina ridacchiare dall’altra parte del telefono.
 
L’indomani mattina, Regina si presentò a casa Nolan.
Voleva farsi raccontare tutto da Emma.
Quando la bionda aprì la porta, si fiondò ad abbracciare Regina.
“Allora, posso sapere che è successo?” chiese la mora allontanandosi.
“Hai lasciato Robin?”
Regina scosse il capo “e poi credo che tu sappia organizzare meglio l’atmosfera per il nostro primo vero bacio.”
Emma sorrise “accomodati.” Le fece spazio per lasciarla entrare.
Dopo essersi sistemate nel divano, Regina chiese nuovamente “vuoi dirmi che è successo una volta per tutte?”
“Io e Neal ci siamo lasciati.”
“Oh! Wow.”
Emma le sorrise “voleva convincermi a sceglierlo e rimanere con lui. Diceva cose sull’allontanarsi da te per far tornare tutto come prima …”
“Invece sei qui con me.”
La bionda annuì.
“Per fortuna.” Aggiunse Regina.
“Non ti fidi di me? Pensavi avessi scelto lui?”
“Pensavo alla tua insicurezza, alla paura che avevi di lasciarlo per provare a stare con me. Non ero sicura di come ti saresti comportata una volta messa alle strette.”
“Beh si, all’inizio facevo finta di non capire, sviavo l’argomento. Cercavo di prendere tempo, non so esattamente per guadagnare cosa.”
“Che è successo poi?”
“Quando ha parlato di tagliare i rapporti con te … ho capito tutto! Gli ho detto come stavano le cose. Mi ha detto che gli interessava solo che fossi felice.”
“Beh, è stato molto carino.” Sorrise.
“Mi ha detto anche di non farmi influenzare dalle tue brutte abitudini!” rise la bionda.
“Quali brutte abitudini?” si mise a braccia conserte “il contrario semmai.”
Emma inarcò un sopraciglio, per poi spingere forte Regina facendola finire sdraiata sul divano.
Quest’ultima la guardò sconvolta “che hai fatto?!” esclamò mentre si rialzava, per poi buttarsi di peso sopra la bionda.
Incominciò a farle il solletico nei fianchi.
“No no no Regina ti prego!” cominciò a ridere contro la sua volontà, contorcendosi per il solletico.
“Chiedi scusa!”
“Re- AHAHAHAHAHA bast-AHAHAHA!”
“Chiedi scusa e la smetto.”
“Non val-AHAHAHAHA così non- AHAHAHAHA!”
“Così vediamo se ti viene voglia di spingermi la prossima volta.”
“Oka-AHAHAHA Sc-AHAHAH SCUSA AHAHAHA PERD-AHAHAHAH TI PREGO!”
Regina si fermò, facendo finalmente respirare Emma.
Poco dopo, si accorsero della posizione in cui erano: faccia a faccia, l’una sopra l’altra.
Emma sorrise.
Non c’era più niente di cui vergognarsi. Non c’era motivo di trattenersi.
Ma Regina le diede un bacio in fronte, per poi alzarsi “non penserai che dopo avermi fatto penare, tu possa vincere così, vero? E poi, devo prima lasciare Robin.”
Emma scosse il capo sorridendo, per poi abbracciarla “Io ti adoro ma ci sono volte in cui ti ucciderei.”
“Credo sia normale. Dicevi che essere una coppia significa anche avere momenti in cui non ci si sopporta.”
“Lo so, è che non ci sono abituata.” (*)1
“Vuoi dire che con Neal andavate sempre d’amore e d’accordo?”
“No! Ma non arrivavo a provare sentimenti così distinti e contrastanti come l’amarlo e il volerlo uccidere.”
Regina rise “ti ci abituerai.”
 
Quella stessa sera, Regina diede appuntamento a Robin al Rabbit Hole.
Non si sentiva un granché di persona a camminare con un sorriso mentre andava a lasciare il suo ragazzo.
Ti manca anche quel minimo di sensibilità che hanno tutti. Si diceva. Ma non riusciva a smettere di sorridere.
Perché non vedeva l’ora di poter baciare Emma.
Quando arrivò, il ragazzo era appoggiato al muro esterno e vedendola scendere dall’auto, le andò incontro con un sorriso “ciao tesoro!”
Regina lo fermò quando tentò di baciarla.
“Qualcosa non va?” chiese allora.
“Dobbiamo parlare.”
Il ragazzo abbozzò un sorriso “non mi spaventare.”
Regina sospirò “devo lasciarti.”
“Perché? Che ho fatto?”
“Nulla, tu sei stato migliore di quanto mi aspettassi. Sono io il problema.”
Robin corrucciò il viso “non capisco, come fai ad essere tu il problema se mi stai lasciando?”
“Mi sono impegnata con te per cercare di non amare più un’altra persona.”
“Emma.”
La mora deglutì “già.”
“C’era da aspettarselo, sai? Era strano che all’improvviso volessi una relazione seria con me.”
Regina annuì.
“Stavamo bene. Prima di Emma, stavamo bene. A modo nostro ma stavamo bene.”
“Lo so, ma preferisco stare davvero bene adesso.”
“Non ti permetto di lasciarmi.” Affermò Robin.
“Prego?”
“Non voglio lasciarti quindi non mi lascerai.”
“Robin c’è mezza scuola che metterebbe la firma per stare con te.”
“Ma io voglio te.”
“No! Cavolo lo stai facendo solo per dispetto! Perché la tua virilità si sente minacciata ad essere lasciato per una donna.”
Robin restò zitto davanti a quell’affermazione, perché era la verità.
“Ti avessi lasciato per Daniel non avresti avuto da ribattere!”
“Daniel è mio amico.”
“Ah quindi preferisci che io ti lasci per un tuo amico invece che per una ragazza? Ma come ragioni?”
“Senti, io non voglio. E basta.”
“E basta cosa, eh? Non decidi tu! Non siamo sposati! Non c’è da decidere di firmare o meno i documenti del divorzio! Ti lascio, fattene una ragione.”
“Non puoi farlo fino a quando non lo dico io. Fattela tu la ragione.”
E poi entrò nel Rabbit Hole, senza dare a Regina il tempo di rispondere.
 
Quando Emma andò ad aprire la porta di casa sua, trovò una Regina che doveva essere molto nervosa per fumare proprio davanti a lei sapendo quando la cosa la disturbasse.
“Ehi, che è successo?”
“Robin non si fa lasciare!” rise sarcasticamente.
“Che cosa significa?”
“Mi ha detto che lui non vuole che io lo lasci e che così non posso lasciarlo.”
“Ma di quello che vuoi tu?”
“Non gli importa! Gli ho detto che per me non stiamo più insieme, e lui mi ha detto che non ci lasceremo fino a quando non lo dirà lui!”
“Che diavolo? Non lo facevo così prepotente!”
Regina si strinse nelle spalle “ha sempre avuto alcuni scatti violenti quando una cosa non gli va bene, ma sono momenti veloci, gli sono sempre passati.”
“Ah. E stavolta che non gli è passata, cosa? Si apposterà sotto casa tua a minacciarti?”
Emma vide la paura farsi spazio negli occhi dell’altra.
“No, okay, scherzavo!” disse subito Emma “senti, l’avrà presa male perché è stata una cosa troppo … immediata! Un po’ di tempo e l’accetterà.”
Regina annuì “ti va di uscire?”
“Adesso?”
Scrollò le spalle “un semplice e famoso McDonald’s? Ti va?”
Emma sorrise “vuoi guidare fuori dalla città solo per il MC? O hai paura di restare sola?”
“Guarda che se non vuoi venire-“
“Scherzi? E’ ovvio che voglio!”
“Vederti rifiutare del cibo è in cima alla mia lista di cose impossibili.”
“Avrei rifiutato, se non fosse che vale come secondo appuntamento!”
“Ma non mi dire.”
“Cioè non vuoi che sia un secondo appuntamento?”
“Emma, vuoi che sia un secondo appuntamento? Allora lo sarà! Io voglio solo passare del tempo con te.”
“Odio quando non stai al gioco per fare la romantica” sorrise “avverto i miei, arrivo.”
 
Erano sedute nell’unico McDonald’s che esisteva tra Storybrooke e Boston.
Emma stava addentando il suo terzo cheeseburger, quando Regina ricordò una cosa.
“Oggi hai detto ben due volte che non mi sopporti.” Affermò.
“Entrambe le volte era vero.” Parlò con la bocca piena.
“So quello che ho detto ma, credi davvero che sia normale provare un sentimento così opposto a quello che provi di solito?”
Emma inghiottì il boccone “non so se è normale ma sono contenta sia una cosa che mi capiti solo con te.”
Regina la guardò incuriosita.
“Perché mi piacciono anche quei momenti” spiegò “di te mi piacciono anche le cose che non mi piacerebbero in nessun’altro, capisci? Mi piace anche un comportamento che odio.”
La mora sorrise “credo sia reciproco.”
“Ne sono contenta.” Disse, dando un altro morso al panino.
Regina si perse nei suoi pensieri, mentre Emma finiva di mangiare tutto quello che aveva ordinato.
“A che pensi?” chiese, vedendola assente.
“Sto pensando che, stiamo praticamente insieme oramai … giusto?”
La bionda inarcò un sopraciglio “si beh suppongo di si, c’è bisogno di ufficializzare la cosa?”
“No ma adesso, posso fare questo” si sporse oltre il tavolo che le divideva, fino ad essere a pochi millimetri dalla faccia di Emma e baciarla.
Fu un semplice premere le sue labbra su quelle di Emma, la posizione non era molto comoda per approfondire, ma quel contatto bastò a far felici entrambe.
Regina si allontanò, tornando al suo posto.
“E Robin?” chiese Emma, poco dopo essersi ripresa dallo stupore.
“Io l’ho lasciato, se lui vuole ammetterlo o meno è un problema suo.”
Così, la bionda si alzò, andandosi a sedere vicino a Regina.
Quest’ultima le sorrise ed Emma le prese il viso tra le mani, assicurandosi di stampare un bacio sopra la cicatrice nel labbro.
La mora si tirò indietro per guardarla, ottenendo un sorriso “ho sempre voluto farlo.”
“Che idiota.” Rispose, per poi avvicinarsi e baciarla.
E Regina seppe in quel momento che quel bacio non poteva essere descritto, non c’era un solo pensiero o parola per classificarlo che gli avrebbe reso giustizia.
Andava solo sentito, assaporato.
Non avrebbe saputo nemmeno raccontarlo.
Ma sapeva anche che, non c’era bisogno di avere fretta, che avevano tutto il tempo del mondo … quindi perché Emma rispondeva al bacio con una velocità tale da affannare il proprio respiro?
Regina fece per mettere fine a quel contatto, ma Emma la tirò più vicina, non permettendole di allontanarsi.
Tutta quella fretta nel baciare Regina, proveniva dal fatto che aveva aspettato fin troppo per farlo e adesso non l’avrebbe più lasciata andare.
Voleva prendere tutto quello che poteva, quanto più possibile.
La mora riuscì ad allontanarsi quel tanto che bastava per riuscire a parlare “Emma che ti prende?” le soffiò sulle labbra.
La bionda la lasciò andare immediatamente, allontanandosi di scatto “mi dispiace, ho fatto qualcosa di sbagliato?”
“No niente di sbagliato” fu Regina ad avvicinarsi stavolta, prendendo le mani di Emma tra le sue “ma che ti è preso? Cavolo, mi hai messo un ansia mentre mi baciavi” rise per smorzare la tensione.
“E’ che … se non potremmo più farlo?”
“Che?”
“Ho aspettato tutto quel tempo per baciarti e se ne dovrò aspettarne dell’altro per il prossimo bacio? Ho cercato di viverlo al massimo.”
“Perché non potremo più farlo così da aspettare altro tempo?”
“Beh non lo so, ma è strano che tutto sia così semplice adesso.”
Regina le sorrise, dandole un bacio veloce sulle labbra “semplice” altro bacio “è” un altro ancora “bello.”
Emma abbozzò un sorriso.
“Ehi, l’hai detto tu, no? Non ci saranno solo momenti belli, ma che ne dici di viverli pensando che ci saranno solo quelli?”
Scrollò le spalle “mi sembra da incoscienti perché sappiamo non sarà così.”
“Okay, allora viviamoli pensando che ci saranno momenti brutti, ma almeno saremo insieme.”
“Saremo insieme così da superarli.”
La mora annuì “ma speriamo sempre che non ce ne siano.” Sorrise per poi sporgersi a baciarla.
“Ti va un po’ d’aria? Vorrei uscire per una sigaretta.” Le disse poi Regina.
Emma scosse il capo “non mi va la sigaretta.”
“Quella va a me, infatti.”
“Quando la smetterai? Non c’è più motivo di far del male alla tua salute.” Sbuffò “anzi devi essere più sana di un pesce, per me.”
“Te l’ho detto, fumare mi piace, mi rilassa.”
“Stai dicendo che non ti faccio rilassare?”
“Sto dicendo che sono rilassata e per questo ci vuole una sigaretta.” Le sorrise.
“Ah-ah. Ecco un’altra cosa che odio di te.”
“E sono già tre! Qualcos’altro?”
“Sicuramente.”
“Ti va di dirmele mentre mi accompagni fuori?”
“Credo che sono ancora da scoprire.”
“D’accordo” sorrise “ma fuori mi accompagni lo stesso?”
Emma alzò gli occhi al cielo.
Come se avrebbe potuto dire di no a quel sorriso …
 
Cinque giorni dopo, era ricominciata la scuola.
 Quando si videro nel bel mezzo del corridoio, entrambe avevano voglia di correre l’una dall’altra ma l’insicurezza le fermò.
Potevano farlo? E se le avessero viste?
Certo, i pensieri altrui non erano un problema loro,  ma era ancora presto.
Presto per Neal che se le avesse viste gli si sarebbe spezzato il cuore per la seconda volta.
Presto per Robin, che aveva addirittura detto a Regina di non poterlo lasciare.
Presto per le loro amiche perché non avevano ancora raccontato nulla a nessuno.
Sarebbe stata una sorpresa se si fossero corse incontro, tra l’altro fregandosene dei ragazzi che avevano lasciato un paio di giorni prima.
Perciò fecero l’opposto, si evitarono.
E la cosa non passò inosservata.
“Perché hai cambiato direzione quando hai visto Emma alla fine del corridoio?” chiese curiosa Malefica, mentre seguiva Regina.
“Pff. Ma quando mai?”
“Non dirmi che non l’hai vista.” Rispose annoiata dal patetico tentativo dell’amica di fingere.
“Infatti è così!”
“Certo, e dimmi dove stai andando?”
“Devo assolutamente correre al bagno, non ce la faccio più!” esclamò, entrando nel bagno femminile che aveva inquadrato poco prima.
Si appoggiò alla porta chiusa alle sue spalle e trasse un respiro di sollievo.
“Regina?”
Alzò lo sguardo da terra e vicino ai lavandini vide Emma.
“Ehi.”
“Ehi.”
La bionda fece l’unica cosa che le venne in mente di fare: precipitarsi a baciare Regina.
Quest’ultima la spinse via “potrebbe entrare chiunque.”
“Si, è vero. Okay, hai ragione.” Affermò Emma.
Si guardarono per poi ritrovarsi a baciarsi di fretta.
La mora si allontanò “fanculo gli ormoni, davvero!”
L’altra sorrise “andiamocene via.”
Regina la guardò felicemente incuriosita “vuoi saltare la scuola?”
“No, no! Dico: andiamo via di qua. Stare qui ci farà sempre finire a fare solo una cosa.”
“D’accordo. Uscirò prima io.”
Emma annuì.
“Non dobbiamo evitarci, comunque. Malefica ha già i suoi sospetti.”
“E’ solo che … è difficile ricordarsi di non poterti baciare, abbracciare, tenerti per mano o tutte quelle cose che mi viene naturale fare.”
“Stiamo insieme da ieri! Non può ancora venirti naturale.” Ribatté.
“Invece si! Mi è sempre venuto naturale e adesso che posso finalmente farlo dobbiamo fingere … non ce la faccio più.”
Regina sospirò “lo so. Ma non ho ancora capito come la gestirà Robin. E non voglio passare dalla ragione al torto.”
“Ed è ancora troppo presto per Neal, non vorrei mai che ci vedesse.”
“Siamo d’accordo allora.”
“Siamo d’accordo.”
“Esco prima io.” Disse voltandosi verso la porta.
“Aspetta aspetta!” la bionda la tirò per i fianchi, facendola nuovamente voltare verso di lei e dandole un  bacio.
Regina rise nel bacio ed Emma fu certa che non esisteva sapore più bello della risata di qualcuno sulla propria bocca.
“Okay basta, vai!” disse quando la lasciò.
“Senti, restiamo qui!”
“Ma che stai dicendo?”
“Ci chiudiamo qui e restiamo insieme fino alla fine delle lezioni.”
“Esci prima che prenda in considerazione quest’assurdità.” Sorrise Emma.
“Dai!” piagnucolò l’altra.
“Regina, ci cercherebbero ovunque! Che senso ha non dirlo se poi spariamo insieme?”
La mora annuì “va bene, allora vado …”
Baciò Emma un’ultima volta.
“Vattene, ti prego.” Le disse la bionda mentre si allontanava e girava, per frenare la voglia che aveva di fermare ancora una volta Regina.
Quest’ultima uscì immediatamente.
 
“La lezione di chimica è noiosa.” Scrisse Regina ad Emma, circa due ore dopo.
“Vediamoci!”
“Ah così? Ormai nemmeno chiedi se voglio deliziarti con la mia compagnia?”
“Ritiro la mia offerta, allora.”
“Ma scherzavo, dai! Dammi un luogo.”
“Parcheggio posteriore?”
“Al 50% le ragazze saranno lì! E’ il nostro posto …”
“Scale antincendio vicino la porta di servizio?”(*)2
“Arrivo.”
E così si raggiunsero in quelle scale.
“E’ sudicio.” Si lamentò Regina, mentre salivano.
“Lo so, ma abbiamo bisogno di salire un po’ di più. Non vogliamo che qualcuno ci veda, giusto?” la spinse piano Emma da dietro, invitandola a salire.
La mora annuì, continuando nella sua camminata.
“I miei poveri stivali …”
“Sono sicura che hanno visto posti peggiori.”
“Non loro! Sono nuovi!” piagnucolò.
“Puoi sempre tornare alla lezione di chimica.” Suggerì Emma.
Regina la prese per mano, aumentando il passo “fin quando dobbiamo salire?”
“Fino a quando non ti ritrovi davanti una porta.”
“E da lì non ci vedranno?”
“Sempre chiusa. Conduceva al corridoio del terzo piano, chissà perché l’hanno chiusa.”
“E’ l’ultimo dei miei pensieri al momento.”
“Il primo qual è?” chiese maliziosa.
“Te lo dico tra un attimo.”
Finalmente si ritrovarono davanti una porta grigia, munita di catena e lucchetto.
“Fine della corsa.” Disse Regina, voltandosi verso Emma e stringendola per i fianchi “ehi.”
La bionda rise “ehi. Ci conosciamo?”
“Oh no, faccio così con tutte le sconosciute.”
Le si avvicinò quel tanto che bastava per baciarla.
Ed Emma si appuntò mentalmente di desiderare –ad ogni stella cadente, compleanno, soffione, 11:11- che la sensazione che le dava baciare Regina non svanisse mai.
Si allontanò appena “fortunate le sconosciute.” Sussurrò.
Regina rise per poi baciarla nuovamente.
 
A pranzo, dovettero vedersi per forza in mezzo alla gente.
I sospetti di Malefica erano già sufficienti.
Fecero bene attenzione a non guardarsi troppo a lungo o rivolgersi sorrisi complici mentre erano sedute l’una accanto all’altra.
“Allora, state insieme?” chiese d’improvviso Ruby.
Emma impallidì.
“Maleficaaa!” lamentò Regina.
“Io ho solo detto che avevo un sospetto, Ruby ve l’ha chiesto.”
“E non avete smentito!” strillò “quindi è vero!”
“No no ferma un attimo!” Emma cercò di frenare l’entusiasmo dell’amica.
“Mal, da quando in qua vai da Ruby a confidarti?”
“Con chi avrei dovuto farlo? Tu sei l’argomento, Crudelia e Ursula non potevano saperne più di me” scrollò le spalle “sono andata da una fonte sicura per quanto riguardava Emma.”
“Ma se ne sapeva quanto te!”
“Potevo saperlo? Ho tentato! E lei ha avuto la brillante idea di chiedervelo.” Rise.
Regina incrociò le braccia sotto al petto “ti odio.”
“State insieme, è una cosa bella! Perché devi fare così?”
“Volevamo solo aspettare un po’ per farlo sapere in giro” rispose Emma “abbiamo lasciato Neal e Robin da pochi giorni.”
“Ma li avete lasciati!”
“La gente si lascia e si impegna dall’oggi al domani qui, non dovete farvi problemi.” Sorrise Ruby.
“Io non voglio ferire Neal più di quanto non abbia già fatto.” Ribatté Emma.
“E Robin è ancora convinto che io non l’abbia lasciato.” Le fece eco Regina.
Malefica alzò gli occhi al cielo “l’hai lasciato, problema suo se non lo vuole ammettere.” Tagliò corto “Ed Emma, solo perché Neal non vi vede non significa che non sappia che state già insieme.”
“Effettivamente gli hai pure detto il vero motivo.” Osservò Regina.
Zelena, Aurora, Mulan, Crudelia e Ursula arrivarono al tavolo in quel momento.
Ruby non vedeva l’ora di comunicare la novità “non indovinerete mai-“
“Ehi guardate!” l’interruppe Emma, attirando a sé la totale attenzione delle quattro ragazze.
Si voltò, afferrando il viso di Regina e baciandola.
La mora sgranò gli occhi.
D’accordo, forse potevamo incominciare a dirlo ma … questo?
Regina l’allontanò, guardandola confusa.
“Ooh finalmente!” disse Ursula.
“Era ora!” le fece eco Crudelia.
“Auguri!” esclamò Aurora sorridendo.
“Ruby, era questo che non avremmo mai indovinato?” chiese Mulan.
“Non credo, era talmente ovvio.” Le rispose Zelena.
Emma abbozzò un sorriso “lo sapevate tutte?”
“Fino a prova contraria, tutte abbiamo un paio d’occhi.” Rispose Ursula.
“Le uniche a non aver capito cosa stava succedendo eravate voi due.” Spiegò Aurora.
“Ah, non esageriamo! Malefica e Ruby avevano i loro dubbi.” Ribatté Regina.
“Okay, allora diciamo che l’avevano capito le persone munite del cosiddetto gay radar!” affermò Crudelia.
“Ci credi davvero?” le chiese la sua ragazza.
“Beh, perché no? Dà sempre prova di esistere!”
“Okay” le interruppe Emma “non iniziamo con le etichette! Siamo solo persone innamorate, tutto qui.”
“L’importante che siete innamorate della persona giusta!” ammiccò Ruby.
“Mio Dio, Ruby è tipo più felice di noi.” Sussurrò Regina ad Emma.
“Nettamente di più.” Sorrise l’altra.
“Allora, stasera si esce assolutamente per festeggiare l’evento!” propose Malefica.
“Per te ogni occasione è buona per far festa, strega!” le disse Ursula.
“Io sono per la posizione della strega.” Scrollò le spalle Crudelia.
“Non c’era neanche bisogno di dirlo.”
“E dove vorreste andare, sentiamo.” Le spronò Regina, sapendo che avrebbero detto Rabbit Hole.
“La festa è dedicata a voi, a voi la scelta.” Rispose Malefica.
“Dove vorresti andare?” chiese Emma a Regina, sorridendole.
“Vuoi davvero andare ad una festa con queste pazze?” indicò le sue amiche.
“Grazie!” disse Ursula con sarcasmo.
“Di nulla.” Alzò le spalle “allora?”
“Stanno facendo decidere noi.” Rispose la bionda.
“Sono così brave da saper creare casino ovunque vadano.”
“Non devi preoccuparti, saremo insieme.”
“Okay. Decidi tu dove andare.”
Emma sorrise “grazie! Avevo già una mezza idea!”
 
“La tua mezza idea era questa?” chiese Regina, mentre se ne stava seduta sul divano accanto ad Emma “fare una festa a casa tua?”
“Ho sempre sognato farlo! Non c’è mai stata l’occasione.”
“Non che questa lo era.”
Emma la guardò confusa.
“Ti svelerò un segreto” le s’avvicinò all’orecchio “non si può chiamare festa se siamo otto persone.”
La bionda la spintonò via “mi piacciono le cose intime.”
“La prossima volta possiamo farla io e te, allora.”
Emma arrossì e, per sua fortuna (o sfortuna col senno di poi) bussarono alla porta.
“M-meglio che vado ad aprire.”
“Si, vai ad aprire.”
Passando, abbassò il volume della musica e poi aprì la porta con un sorriso.
Robin!
E il primo istinto fu quello di chiudergli la porta in faccia.
Grazie al cielo era fin troppo educata per farlo davvero.
Guardò Regina, che dal suo sguardo capì immediatamente che qualcosa non andava.
La raggiunse per ritrovarsi anche lei di fronte al ragazzo.
“Ci penso io.” Disse ad Emma, uscendo di casa e richiudendosi la porta alle spalle.
 
 



(*)1 Sa, ti avevo detto che l’avrei inserita perché mi piaceva davvero tanto! Tu e S. una fanfiction vivente siete, cosa di scriverci un libro su di voi!
(*)2 Marti, non stai leggendo questa fanfiction ma…le nostre pause a bere il caffè in quelle scale sono davvero l’unica cosa che mi manca di quel dannato posto (insieme ad Orsacchiolotta ovviamente.)
 
Grazie a tutti voi!
Spero che l’attesa sia valsa la pena.
Sam.

 
  
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