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Autore: IsaMor    09/11/2016    7 recensioni
In un mondo di umani e licantropi, quest'ultimi amano giocare con le loro prede senza fargli del male.
Questo gioco è chiamato "Il rapimento della gallina" e consiste nel sequestro di un umano da portare attraverso il bosco, dove si sa può accadere di tutto.
Derek dopo il sequestro della sua auto, sotto consiglio di Peter, rapirà il figlio dello sceriffo solo per ripicca o forse no...
Mi sono ispirata a Lupo Alberto, personaggi e immagini non mi appartengono.
Ringrazio oOBlackRavenOo per aver subito i miei scleri.
La storia potrebbe essere incompleta per molto tempo.
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deputy Parrish, Derek Hale, Peter Hale, Sceriffo Stilinski, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Rapimento

 


Stiles venne portato lungo una strada, sotto gli sguardi divertiti dei passanti. Si coprì la faccia per la vergogna, prima di iniziare a scalciare senza ottenere nulla. Era nelle mani di un licantropo tosto, non aveva fatto una piega neanche quando l'aveva pizzicato nel tentativo di costringerlo a lasciarlo. 

Pensò di usare qualcosa che aveva nella tracolla, ma il continuo ballonzolare non gli permetteva di aprirla. 

Rimandò la fuga, sperando nell'intervento di suo padre o persino di Parrish. 

Si rassegnò e si appoggiò meglio che poteva sulla spalla.

Dopo un centinaio di metri un altro licantropo si affiancò a loro con il suo bottino. 

Stiles riconobbe i suoi compagni di scuola Ethan e Danny in spalla. 

"Ciao Danny bello."

"Ciao Stiles, anche tu vedo sei stato rapito."

"Ti riferisci a questo lupone? No, lui è il mio nuovo maggiordomo e mi porta in giro così. È il modo migliore per evitare il traffico. E lui?"

"Lui, invece ha deciso di fare il romantico. Spera che poi io decida di andarci a letto."

"Danny!" si lamentò Ethan. 

"Non sto dicendo nulla, solo che non abbiamo ancora fatto sesso."

"Preferirei che non lo raccontassi a tutto il quartiere."

Una risata sbuffata venne da Derek.

Stiles ebbe un sospetto: "Ehi, non farti venire strane idee. Non so neanche chi tu sia! So solo che hai un bel culo da questa posizione."

"Sì, è vero." aggiunse Danny. 

"Smettila di guardarmi il culo e non pensare che ti abbia rapito perché mi interessi." affermò una voce proveniente dal suo fianco destro. 

"Primo, non lamentarti se ti guardo questa meraviglia, non è che io possa ignorarla da questa posizione e secondo so bene che lo stai facendo per far incazzare mio padre. Non vedo l'ora che ti trovi lupone acido."

"Sta' zitto ragazzino, mi stai già dando sui nervi."

Stiles sbuffò. 

"Nervosetto il tuo lupo, per fortuna è carino, altrimenti ti direi di scappare il prima possibile." affermò Danny. 

"È quello che intendo fare."

"Tu non scapperai o io ti apro la gola con i denti."

"Non puoi farmi del male o mio padre ti uccide."

"Scommettiamo?" chiese poco rassicurante.

"Siete adorabili, vero Ethan? Sembrano già una bella coppietta." sostenne Danny. 

"Non credo proprio. Comunque, quale strada farai?" domandò Ethan. 

"Sicuramente lo sceriffo mi impedirà di fare la solita strada. Devo girarci intorno."

"Ti va una scommessa?"

"Non vi azzardate!" si offese Danny. 

"Danny, tutti scommetteranno su chi arriverà primo, tanto vale guadagnarci sopra."

"Questo non è romantico. Mi avevi promesso un rapimento romantico." si lamentò. 

"Non ti preoccupare amore, sarà romantico."

"Cosa vuoi scommettere?"

"Chi perde offre una cena all'altra coppia."

"Noi non siamo una coppia!" sbottò Stiles. 

"Ristorante di classe?" domandò Danny, più interessato. 

"Sì." fecero i due licantropi all'unisono. 

"Chi arriva per primo con la gallina alla vecchia villa vince." decise Derek

"Ci sto!"

"Non chiamateci galline, voi due!" si infuriò Stiles. "Zitto tu o ti tiro il collo." gli ringhiò Derek. 

Corserò un altro po' insieme, poi si separarono: "In bocca al lupo Stiles."

"Che crepi malamente!" rispose infastidito. 

"Credimi, è molto piacevole stare in bocca al lupo!" lanciò un occhiolino. 

Stiles, vide un paio di madri coprire le orecchie ai figli dopo quella battuta volgare. 

Maledisse Danny che gli faceva venire certi pensieri a luci rosse. 

~×~

"Parrish, prendi questo."

Lo sceriffo passo un fucile caricato a pallini di colore usato proprio per quel gioco. 

Dopo essersi cambiato, aveva deciso il piano per fermare Hale, e un paio di agenti a fine turno si erano dimostrati disponibili.

Così era pronto ad uscire armato e furioso, quando qualcuno di inaspettato si presentò alla porta del suo ufficio. 

"Sceriffo, la disturbo?"

Lo sceriffo e il suo vice quasi non credevano ai loro occhi, Peter Hale se ne stava davanti a loro come se nulla fosse successo. Era impossibile, realizzarono i due, lui doveva sapere altrimenti era impensabile che si presentasse in centrale in quel momento.

"Dove ha portato mio figlio quel degenerato di tuo nipote? Cosa vuole fargli?" l'afferrò e lo trascinò nell'ufficio per farlo parlare. 

"Non ne so niente. È successo qualcosa? Io ero passato per chiedere perdono ad entrambi per il mio comportamento. Avete fretta?"

~×~

Mentre Danny e Ethan superavano la barricata composta solo da due agenti fuori servizio che non erano interessati a loro, Derek trasportava Stiles lungo un sentiero dietro ad alcune casa e in pendenza.

"Sta' attento che mi fai cadere così!" supplicò vedendo il terreno pericolosamente ripido sotto ai suoi occhi. 

"Zitto!" abbaiò. 

"Non dirmi di stare zitto. Qui c'è in gioco l'osso del mio collo. Se mi fai cadere, sono morto. Ho le ossa fragili e neanche un filo di grasso ad attutire la caduta."

"So quello che faccio... Ma tu non giochi a lacrosse? Come fai a dire di essere fragile? Credo di averti visto più in posizione orizzontale che verticale sul campo."

"Ehi, non sperare di vedermi in posizione orizzontale anche qui nel bosco." precisò. 

"Non ci pensare neanche. Non sei il mio tipo."

L'autostima di Stiles andò sotto i piedi o sotto la testa visto che i piedi erano ad un'altezza maggiore.

Era il momento di scappare. Suo padre non si era ancora visto e non capiva perché, quindi decise di fare da sé. 

"Mi scappa la pipì."

"Cosa? Tienitela! Io non mi fermo."

"Mi scappa davvero. Non posso tenerla."

"Non mi importa."

"Ti importerà se te la faccio sulla giacca di pelle. Penso che a voi lupi non piaccia l'odore di urina. Credo che abbia a che fare con il segnare il territorio. Vuoi che ti segni?"

Derek grugnì e decise di mollarlo in malo modo sull'erba.

"Ehi! Potresti fare piano. Guarda che mi devi portare intero a destinazione o non vale."

"Muoviti. Falla!" fece irritato per essersi dovuto fermare. 

Non erano ancora lontani dalla città e dallo sceriffo, quindi bisognava muoversi. 

"Non ci riesco a comando." affermò alzandosi e guardandolo. 

Stiles non aveva ancora visto bene il ragazzo, ma doveva ammettere che il lato A era meglio o pari al lato B, tranne per il cipiglio incazzato. Era più grade di lui e il fisico muscolo non era affatto male. Si scopri a pensare che quella era la cosa più eccitante che gli fosse capitata negli ultimi anni: essere rapito da un bel lupo. 

Peccato che il bel lupo era interessato più a vendicarsi di suo padre di quanto fosse interessato a sbaciucchiarsi con la sua preda. Doveva ribellarsi e mantenere alto l'onore della famiglia Stilinski. 

Si fece venire in mente un piano e lo mise in pratica.

"Un attimo fa sembrava che stessi per fartela e farmela addosso, quindi muoviti! Non ci saranno altre fermate."

"È che... Sono timido. Non riesco a farla se qualcuno mi guarda. Non ci riesco neanche a scuola se ci sono altri in bagno." fece piegando la testa e muovendo la punta del piede come un bambino di sei anni nervoso.

"Ma quanto sei..." si rassegnò pur di sbrigarsi: "Mi giro dall'altra parte, così non ti guardo."

Stiles lo vide dargli la schiena. "Però..."

"Adesso che c'è. Vuoi che ti faccia anche psss psssss per aiutarti a farla?"

"No. Non dire assurdità. Vorrei che cantassi. Mi dà fastidio anche quando qualcuno mi sente farla. Dopo un po' mi blocco."

L'altro ringhiò. "Muoviti! Io non canto."

"Allora fischia."

Derek voleva quasi quasi restituire il ragazzino al legittimo proprietari e chiedergli perdono, facendogli capire che comprendeva il suo stato d'animo ogni volta che lo multava, con un figlio così. 

Poi ricordò che la sua amata Camaro rischiava delle violenze in un parcheggio mal custodito, e mise da parte la compassione e l'orgoglio. 

Stiles lo sentì fischiare la colonna sonora di Guerre Stellari e non sembrava promettere bene.

Poco dopo Derek smise e non sentendo nulla alle sue spalle s'informò: "Spero per te che tu l'abbia fatta tutta.", ma voltandosi trovo il ragazzo fermo e troppo soddisfatto per uno che si era solo svuotato la vescica. Guardò a terra cercando tracce del misfatto, ma ciò che trovo era solo un cerchio di polvere di sorbo. 

Lo fisso incredulo. 

"Davvero credevi che non fossi preparato ad un'evenienza simile. Certo, non mi aspettavo che fosse un altro lupo e non Parrish a rapirmi, ma credo che mi divertirò di più con te."

"Esci di lì!" ordinò impossibilitato a tirarlo fuori dal cerchio.

Nessun licantropo poteva superare quella barriera e solo un umano poteva romperla. 

~×~

Quando lo sceriffo aveva visto Peter Hale tirare fuori cinque fogli di scuse da fare sia a lui che a Parrish, si era messo le mani in faccia disperato. 

Il licantropo aveva iniziato a leggere con una mano sul cuore, manco stesse leggendo il giuramento alla bandiera, e pareva pure convincente nelle sue scuse. Purtroppo, non potevano dirgli semplicemente "Va bene, grazie. Arrivederci.", ora che finalmente l'uomo dimostrava un po' di rispetto nei loro confronti. Peccato che lo facesse per far perdere tempo ai due uomini che intanto avevano mandato gli altri due agenti a bloccare almeno una delle vie più usate per penetrare nel bosco. 

Al quinto foglio Parrish stava letteralmente fumando di rabbia, le zanne in bella vista e gli occhi di un colore poco raccomandabile. "Hai finito?!" cercò di trattenersi, ma il tono non ammetteva repliche. 

"No. Vorrei scusarmi anche per ciò che mio nipote sta facendo. Credo di aver avuto un brutto ascendente su di lui. Il tutto è iniziato quando aveva tre anni e gli facevo rubare le caramelle ai bambini umani per poi convincerlo che non erano buone e darle a me... Ahi! Sceriffo mi ha appena sparato un proiettile di vernice in petto?"

"No, Hale, ti sbagli." fece imbracciando l'arma con entrambe le mani e iniziando a spare. "Te ne ho sparati molti di più."

Lo sceriffo non era mai stato così soddisfatto dal momento in cui aveva lasciato Peter Hale ricoperto di colore dalla testa ai piedi, alla centrale. 

"E ora troviamo Stiles!" annunciò, pronto a dar battaglia. 

"Sì, signore!" fece il suo vice.

"Tu controlla il lato est dal punto in cui sono appostati i nostri. Io prenderò il lato ovest. Se è riuscito a entrate nel bosco certamente Stiles avrà trovato un modo per rallentarlo."

"Ne è certo capo? Stiles è solo un umano, non credo che possa averla vinta con un lupo..." fu interrotto. 

"Jordan se vuoi stare con mio figlio è meglio che ti metta in testa che lui, da solo, può fare le scarpe a tre lupi contemporaneamente. O credi che sia solo un docile umano?" guardò il ragazzo. 

Lo sceriffo Stilinski aveva sperato dal primo attimo in cui aveva capito che Stiles era gay, che si mettesse con un bravo ragazzo come il suo vice sceriffo. Aveva visto nel venticinquenne un buon primo partner per suo figlio. Non se la sentiva di lasciarlo nelle mani di un ragazzino inesperto quanto lui e nemmeno nelle mani di ragazzi più grandi per le sue prime esperienze. Parrish invece sembrava il tipo giusto, con un po' di esperienza alle spalle e tanta dolcezza e comprensione per il giovane.

Ora invece, temeva che i suoi buoni progetti andasserò a monte per colpa di un sexy lupo infastidito. 

Il ragazzo ascoltò il suo superiore, iniziando a pensare che Stiles non era certamente un dolce agnellino, anzi stava resistendo alla sua corte spietata come nessun altro prima di lui e gli dava pure filo da torcere. Non era solo adorabile, come continuava a sostenere.

Quando lasciò lo sceriffo e si adentrò nel bosco, trovo subito una debole scia dell'odore di Stiles, coperta da quella di un licantropo. La seguì velocemente e la scena che vide lo fece sorridere. Doveva dar ragione al suo capo.

~×~

Stiles era comodamente seduto su una roccia con uno sguardo diabolico in viso.

Derek stava girando intorno al cerchio nella speranza di abbattere la barriera, però senza alcuna speranza. 

"Esci! Non ti faccio nulla."

"Scherzi?! Mi hai rapito sotto gli occhi di tutta la centrale di polizia, solo per ripicca. Non so neanche chi sei, come posso fidarmi?"

"Non ce l'ho con te. Esci, finiamo questa cosa e torniamo tutti a casa felici."

"Non credo proprio."

"Dovrai uscire prima o poi. Non ci puoi rimanere tutto il tempo."

"Chi lo dice? Devo solo aspettare che papà e i suoi colleghi mi trovino."

"E se ti trovasse Parrish?"

"Mi riporterebbe indietro."

"Ne sei certo? Un'occasione così per stare soli soletti nel bosco. Solo un'ora fa ti stava per rapire. Correggimi se sbaglio, ma il sorbo non era per me?"

"Meglio lui di un lupastro come te. Lui è un bravo licantropo e non mi farebbe nulla di male."

"Neanche io! Per chi mi hai preso, magari potrei irritarmi solo se non uscissi."

Vide che era irremovibile e tentò un nuovo approccio con uno sbuffo. "Ok. Proviamo così. Il mio nome è Derek Hale, sono tornato da poco a Beacon Hills dopo essermi laureato a New York. A settembre inizio a lavorare nell'azienda di famiglia, ho ventiquattro anni e mi piacerebbe fare la tua conoscenza. Se per favore esci di lì?" chiese mostrando il suo sorriso più bello.

"No." rispose l'altro senza spostarsi di un centimetro. 

L'altro digrignò i denti per la frustrazione. 

"Che devo fare per farti uscire?"

"Non ho intenzione di permetterti di averla vinta su mio padre! Preferisco restare qui in eterno... però magari potresti essere più gentile, così papà non ti userà al poligono per il tiro al bersaglio una volta che ci avrà trovati."

"Se ti dico che ti ho osservato per settimane prima di decidere questa cosa e non l'ho fatto solo perché volevo vendicarmi, ma perché mi piaci, ci credi?"

"No, non essere ridicolo. Io non piaccio a nessuno."

"A Parrish sì, quindi perché non a me?"

"Ah ecco, ora si spiega tutto! Vuoi sedurmi per vendicarti di lui. Non mi aspettavo che fossi così crudele con i sentimenti di un diciassettenne." Voltò il viso da un'altra parte con fare arrabbiato.

"Non è così! Io non lo farei mai."

"Non ci parlo più con te. Va' via!"

"Dai Stiles, non volevo fare nulla del genere. All'inizio volevo vendicarmi di tuo padre e anche di Parrish, ma poi ti ho seguito e ho iniziato ad adorare i tuo sproloqui infiniti quando sei a disagio o il tuo modo di affrontare tutto a testa alta. Volevo davvero conoscerti fuori dalla portata di tuo padre. Lui ti avrebbe vietato di uscire con me se l'avesse saputo." Derek emise un profondo sospiro e poi decise: "Ok, se non vuoi uscire, io non ti costringerò. Mi dichiaro sconf..."

Un rumore di rametti calpestati lo bloccò. 

Il tempo di girarsi a guardare chi ci fosse e venne travolto da un grosso licantropo furioso. Stiles balzò in piedi vedendo Derek venir aggredito da Parrish trasformato in licantropo. Non sapeva per chi fare il tifo o provare paura. 

I due oramai trasformati, ringhiavano e ruggivano l'uno contro l'altro quasi a voler dimostrare chi era il vero alpha dominante lì nel bosco. Nessuno dei due però riusciva a dominare sull'altro, tanto che iniziarono con spintoni e pugni. Uno di questi mandò Derek oltre un pendio scivoloso, finendo per cadere per diversi metri e colpendo un sasso che lo lasciò privo di conoscenza.

Stiles, leggermente preoccupato, cercò di vedere dove fosse finito restando nel cerchio, ma non ci arrivava con lo sguardo.

"Tranquillo, sta bene. È un licantropo." fece Parrish tornando al suo aspetto umano. 

"Sicuro?"

"Sì, però ora dobbiamo andarcene di qui. Si riprenderà molto presto. Esci dal cerchio."

Stiles iniziò a fare un passo per uscire, ma poi si bloccò. "Senti Jordan, ora ritorniamo in città?" domandò. 

L'altro ci mise qualche secondo prima di rispondere.

"Esci e dopo ti porto dovunque tu voglia andare."

"Perché hai detto dopo?" chiese come folgorato da un'idea. 

"Stiles, già che siamo qui, potremmo concludere il gioco. Sarà divertente." sorrise dolce. 

L'altro ritrasse il piede: "No! Io non vengo da nessuna parte. Voglio solo tornare a casa o alla centrale." si agitò. 

"Stiles, non fare così. Sai che è da un po' che voglio chiederti di uscire. Ora potremmo stare un po' insieme. Tuo padre è d'accordo."

"Non voglio uscire con te e tanto meno farmi portare a spalla per mezzo bosco. E se mio padre è d'accordo esci con lui!" incrociò le braccia mettendo su il broncio.

"Stiles..."

Le parole vennerò interrotte da qualcosa che si mosse velocemente. L'umano non capì bene come Derek avesse fatto, ma Parrish era ammanettato abbracciato ad un albero. "Come ci sei riuscito?" chiese meravigliato. 

L'altro lo guardò intensamente prima di affermare sfrontato: "Sono l'alpha."

Stiles per un attimo si sentì ammaliato da cotanta figagine, poi ritrovò le parole: "Ok, ma come hai fatto? Le manette?"

"Sono le sue, le porta sempre dietro. Sono anti-licantropo, lo sapevo perché ho visto che le portava anche fuori servizio, quando ti girava intorno. Le ho afferrate mentre combattevamo e ho finto di essere in difficoltà, per avvicinarmi e sorprenderlo."

"Liberami Hale. Questo è un reato! Non puoi fare questo ad un agente. Quando lo sceriffo arriverà, tu sarai nei guai." affermò Parrish.

Stiles lo guardò con l'aria divertita.

"Vuoi restare qui e sorbirtelo tutto il tempo Stiles?" chiese Derek, lanciando uno sguardo diverso da tutti gli altri all'umano. 

"No. Vengo con te, ma sta sicuro che non sarò una preda facile."

Era pronto alla guerra.

Uscì dal cerchio di sorbo, mentre Parrish lo guardava confuso, non riusciva a capire perché lo respingesse così tanto. "Stiles, cosa fai?"

"Scusa Jordan, ma forse ora capirai che non sono interessato a te. Preferisco accettare questo stupido gioco piuttosto che frequentarti."

Derek, si avvicinò a Stiles con calma, quasi temesse che scappasse, e dopo averlo osservato da più vicino tornò a metterselo delicatamente in spalla. 

L'umano lasciò che Derek facesse tutto ciò sistemandosi in spalla come meglio poteva. 

 

   
 
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