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Autore: IsaMor    01/11/2016    8 recensioni
In un mondo di umani e licantropi, quest'ultimi amano giocare con le loro prede senza fargli del male.
Questo gioco è chiamato "Il rapimento della gallina" e consiste nel sequestro di un umano da portare attraverso il bosco, dove si sa può accadere di tutto.
Derek dopo il sequestro della sua auto, sotto consiglio di Peter, rapirà il figlio dello sceriffo solo per ripicca o forse no...
Mi sono ispirata a Lupo Alberto, personaggi e immagini non mi appartengono.
Ringrazio oOBlackRavenOo per aver subito i miei scleri.
La storia potrebbe essere incompleta per molto tempo.
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deputy Parrish, Derek Hale, Peter Hale, Sceriffo Stilinski, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAMARO

 

Se c'era una cosa che Derek Hale odiava più di quanto odiasse qualsiasi altra cosa, e non era un'impresa facile, era quello stupido gioco che la sua città organizzava ogni anno. 

Aveva passato sette anni ad evitarlo e ora ci si era trovato catapultato dentro per di più di sua spontanea volontà, solo per dimostrare chissà che cosa ad uno stupido sceriffo di campagna. 

Ma per spiegare come mai si trovasse in una foresta a stringere un mucchietto di ossa, sarcasmo e nei tra le braccia, bisogna partire dall'inizio. 

~×~

I lupi mannari sono riconosciuti in tutto il mondo come razza dominante, ma stranamente al dominio preferiscono la condivisione, il gioco e la protezione, come accade nei branchi composti da lupi. 

I licantropi sono esseri forti, carismatici quando serve e dannatamente belli. Per loro, è estremamente facile affascinare un umano, e nel corso della storia non si sono fatti problemi a portar via un umano dal proprio compagno o dalla famiglia con veri e propri rapimenti che si concludevano al riparo da occhi indiscreti nel bosco. 

L'usanza di rapire impunemente un umano e farne il proprio compagno o la propria compagna, si era persa con leggi più severe, ma i licantropi non sono esseri che amano le leggi, soprattutto se esse castrano i loro istinti di cacciatori. 

Era per il loro istinto selvaggio che a Beacon Hills era nato uno stupido gioco che si svolgeva l'ultimo week end di giugno.

Ma prima ancora di raccontare del famigerato week end, dobbiamo raccontare la storia di due licantropi e uno sceriffo. 

~×~

La famiglia Hale è una delle più antiche di Beacon Hills e soprattutto è una famiglia di licantropi e proprietari di numerose attività in città. La comunità intera li riconosce tutti come benefattori e ottimi datori di lavoro. 

Essa è composta da molti licantropi, ma quelli che più spiccano sono Talia e suo marito Michael Hale, per la loro bravura negli affari, poi c'è Peter Hale fratello di Talia che è celebre più per i guai che combina in città. 

Ed è proprio a causa di uno di questi guai che tutto ha inizio. 

~×~

Peter stava sfrecciando con la Camaro del nipote lungo una strada poco trafficata, dove la velocità massima era di settanta chilometri l'ora. Lui aveva ignorato bellamente i limiti di velocità, finchè la sirena dell'auto della polizia non l'aveva costretto a fermarsi.

"Agente Parrish, problemi?" domandò prima che l'uomo in uniforme fosse di fianco al finestrino.

"Libretto di circolazione e patente signore. E sono vice sceriffo." affermò in tono spento, visto che ripeteva fin troppo spesso quelle parole all'uomo.

"Una volta me li chiedeva più allegro. Cos'è successo, non la diverte più multarmi?"

"Hale, questa è la sesta multa quest'anno e siamo solo a settembre. Non le pare che sia arrivata l'ora di rispettare i limiti di velocità?"

"E deluderla agente? Mi sentirei in colpa a saltare i nostri incontri clandestini." fece l'occhiolino al giovane vice sceriffo che Peter sapeva essere un licantropo di una strana forma.

"Peter sei ad un passo dal farmi perdere la pazienza! Vuoi capire che i limiti sono fatti per essere rispettati?"

"Jordan caro, e tu vuoi ricordarti che sono un licantropo con ottimi riflessi? Capisco che tu sia strano, ma dovresti ricordarti che non esiste licantropo che non sa sterzare all'ultimo momento."

L'altro era già stufo. "Sparisci!" ordinò dandogli i documenti e una multa per eccesso di velocità.

~×~

Gli incontri tra Peter e le forze dell'ordine della città, in particolare con il vice sceriffo, continuarono invariati fino a capodanno. 

Peter poteva vantare dieci multe in un anno, tutte con la Camaro del nipote Derek, studente universitario a New York. Derek Hale, figlio di Talia e Michael era il classico bel licantropo, come suo zio, con un tocco in più di tenebroso. 

Faceva furore ovunque andasse, anche se sembrava poco interessato alle troppe attenzioni delle ragazze e dei ragazzi, tanto che la notte di capodanno stava attraversando la città a tutta velocità per sfuggire ad un appuntamento al buio organizzato da suo zio. Per sua fortuna sarebbe tornato presto a New York per gli ultimi esami.

Un faro l'accecò nello specchietto retrovisore e decise di fermarsi, sul ciglio della strada.

Un agente cinquantenne scese dall'auto dietro di lui e gli si accostò. 

"Peter, non hai ancora capito... Ah, è lei?"

"Sceriffo." salutò asciutto.

"Correva troppo, devo multarla Hale."

Derek non rispose, si limitò ad aspettare la multa per poi andare via. Era stanco di quella pessima serata.

"La prossima volta, sequestro l'auto a chiunque ci si trovi sopra." avvertì l'uomo consegnando la multa. 

"Chiaro sceriffo. Auguri di capodanno"

"Auguri anche a lei."

Derek lasciò l'uomo.

~×~

Era l'inizio di giugno quando Derek e Peter rimaserò a piedi a causa della rimozione forzata della Camaro, conseguenza di una nuova multa per eccesso di velocità. 

Davanti a loro Parrish e lo sceriffo Stilinski si godevano lo spettacolo. 

"Sceriffo, l'auto è mia, ma tutte quelle multe erano di Peter. Se mai, dovreste portar via lui."

"Ehi! Ingrato di un nipote." si guadagnò uno sguardo in cagnesco dal nipote. 

"Siete stati avvertiti." gongolò Parrish. 

"Stia tranquillo signore, rivedrà tra qualche giorno la sua auto o qualche settimana." l'informò Stilinski troppo allegro in volto. 

"Il deposito delle auto è mal tenuto, la mia Camaro rischia di venir rovinata. Possiamo trovare un'altra soluzione?" domandò Derek, senza mostrare la sua ansia per quell'oggetto, ma sapendo bene che la sua amata auto avrebbe subito di tutto. 

"Purtroppo non possiamo fare nulla. Ci sono troppe multe non pagate."

Peter si guadagnò un'altra occhiataccia del nipote.

"Non guardarmi così. Ne avrò dimenticata qualcuna." Peter, fece il finto ingenuo. 

"Diciamo otto." affermò Parrish trattenendo un ghigno soddisfatto. 

"Peter!?" ringhiò Derek allo zio, afferrandolo per la cammicia. 

"Signori, calma." intervenne lo sceriffo Stilinski, cercando di separarli.

Ma in pochi secondi la cosa degenerò in uno scambio di pugni, dove stranamente lo sceriffo, unico umano, aveva avuto la meglio. Peter le aveva prese da suo nipote e da Parish, mentre Derek si era ritrovato a terra a causa di una scossa causata dalla pistola elettrica dello sceriffo. 

Un'ora dopo erano in una cella per licantropi alla centrale di polizia. 

"Sai nipote, la colpa non è mia. Quei due ci hanno puntato da tempo perché credono che siamo ricchi e viziati." affermò il licantropo dalla branda su cui era elegantemente disteso. 

"Tu sei ricco e viziato! Quindi smettila." affermò esasperato Derek, poggiato al muro con le braccia incrociate.

"Dovremmo farla pagare a quei due." sostenne con non curanza. 

"Vuoi aggiungere l'omicidio sulla tua fedina penale."

"Non parlo di questo, per chi mi hai preso?"

L'altro sollevò un sopracciglio in modo molto eloquente. 

"Pensavo che potremmo divertirci con il gioco del Rapimento della gallina a fine mese."

"Io non lo rapisco Parrish e me lo trascino nel bosco. Fallo tu e già che ci sei fatti un paio di foto con la preda. Tua sorella ne sarà entusiasta." sbuffò Derek. 

"Non mi riferisco a Parrish, lui è un licantropo. A noi serve un umano che faccia incazzare lo sceriffo."

"Chi?" sembrò sinceramente interessato il nipote. 

Peter accennò con la testa a guardare oltre le sbarre e fu allora che Derek vide la sua preda. 

Un ragazzino con una felpa rossa troppo grande per quel corpo da diciassettenne, stava curiosando per l'ufficio.

Derek l'osservò allungarsi sulla scrivania di un agente assente in quel momento e mettere il naso in cartelline riservate della polizia. Aveva lo sguardo vispo e sembrava che il suo cervellino umano elaborasse a mille a l'ora ogni informazione. 

Quel ragazzo dagli occhi castani, che alla luce del sole delle finestre sembravano ambrati come quelli di un licantropo, istigava la parte selvaggia di Derek, quasi urlando di rapirlo e portarlo nel bosco. Non sapeva perché, visto che l'umano non era nulla di speciale, ma forse l'idea di Peter poteva essere interessante. 

"Chi è?"

"Il figlio dello sceriffo."

"Sai che ci ucciderà se facciamo questo stupido gioco con suo figlio?"

"Ma è questa la parte divertente, farci beffe di lui davanti a tutta la città. Il tutto legalmente."

Derek sembrò pensarci, ma poi decise per un secco "No." Non voleva nuovi problemi con lo sceriffo.

"Noioso di un nipote. Hai preso tutto da tua madre."

Intanto, Parrish era entrato nella stanza e il ragazzino era ritornato al suo posto fingendo di leggere un libro alla rovescia. Derek sorrise, ma distolse lo sguardo, aguzzando però l'udito. 

"Stiles, ti ho portato da bere. Come va la lettura?" fece Parrish stranamente gentile. 

Derek percepì una punta d'eccitazione nel licantropo. 

"Bene, grazie. Sono a metà del libro ed è così avvincente che credo lo rileggerò prima o poi." rispose veloce.

"Spero che lo rileggerai dal verso giusto la prossima volta?" scherzò prendendo il libro e rigirandolo nelle mani del giovane.

Il ragazzo arrossì beccato sul fatto e Derek non riuscì a resistere ad assistere a quello spettacolo ascoltando anche il cuore di Stiles con il suo super udito da licantropo.

Notò anche il sorriso seduttore di Parrish e non gli piacque.

"Cosa stavi spiando?" domandò curioso il vice sceriffo. 

Stiles apparve imbarazzato agli occhi di Derek, soprattutto perché Parrish chiaramente cercava di sedurlo. 

Derek voleva ringhiare e aggredire il vice sceriffo, tutti quegli ormoni nell'aria lo infastidivano. 

Per sua fortuna, delle voci famigliari entrarono nella stanza e Parrish tornò ad un atteggiamento serio.

"Signora Hale, eccoli lì. La prossima volta non sarò così comprensivo."

La donna guardò i due oltre la gabbia, Peter si era messo in piedi rispettosamente, come se la sorella fosse una sovrana ed entrambi i carcerati condannati alla gogna.

Mentre, lo sceriffo faceva firmare delle carte alla donna, Derek guardò Stiles incrociando i suoi occhi e prese una decisione. 

"Peter, ci sto!"

~×~

Anche se Derek ci aveva ripensato spesso, l'idea di rapire quel ragazzino non era svanita, anzi a causa dello sceriffo e soprattutto di Parrish che continuavano a trattenere la sua auto e l'ultimo a corteggiare Stiles, l'intenzione di partecipare a quel gioco era aumentata. 

Quand'era bambino partecipava sempre nel gruppo dei piccoli, costretto dalle maestre perché lo rimproveravano d'essere troppo solitario e taciturno. Quindi per evitare altri fastidi partecipava e visto che non voleva litigare con i compagni di scuola licantropi sceglieva sempre la bimba meno considerata, per poi con la scuola e le maestre portare i rapiti al parco, dove giocavano senza tener conto del rapimento. 

Dopo il compimento dell'undicesimo anno d'età era entrato nel gruppo dei giovani dove c'era rimasto fino al compimento dei sedici e solo una volta era stato costretto dalla sua ragazza Kate a partecipare. La meta non era più il parco, ma la palestra della scuola dove dopo si svolgeva una festa. Dopo quella costrizione che aveva infastidito il suo lupo interiore, aveva giurato di non partecipare più al cosiddetto "Rapimento della gallina". 

Con il compimento dei sedici anni era passato nella categoria adulti e poteva rapire solo umani dai sedici anni in poi è portarli in una storica casa nel bosco. 

Il tutto era più complicato perché bisognava farsi tutta la strada a piedi e con l'umano in spalla, in più i parenti del rapito partecipavano come cacciatori lanciando uova, pomodori, palloncini ripieni di colore e usavano fucili con proiettili di colore, che servivano ad abbattere e fermare il licantropo. 

Un altro problema poteva essere lo stesso umano che non voleva farsi rapire e tentava la fuga. 

Ripassando queste e altre regole, stava per rinunciare nuovamente, quando aveva visto Parrish in un caffè, troppo vicino a Stiles e un ringhio furioso era nato nel suo petto. 

Il vice sceriffo risvegliava ogni parte selvaggia e aggressiva di Derek e il fatto che la sua amata Camaro non fosse ancora ritornata in suo possesso, non faceva altro che peggiorare i suoi istinti da lupo. 

O forse, era l'umano figlio dello sceriffo a peggiorarli?

Aveva preso l'abitudine d'osservarlo ogni volta che poteva per capire se il gioco era fattibile con lui e aveva capito che il ragazzo aveva scritto a lettere cubitali sulla fronte "Rapitemi". 

Era arrivato ai giorni prima del gioco, sempre più convinto che far pagare ogni torto ai due agenti non aveva prezzo.

Era a colazione con la sua famiglia quando Cora, sua sorella minore aveva detto che si sarebbe occupata della sicurezza dei giochi insieme ad altri e che le era stato assegnata una parte del bosco. 

Derek sorrise soddisfatto, poteva approfittare del suo aiuto per avere un piccolo vantaggio. 

"Nessuno parteciperà?" domandò Talia sospettosa.

"A dire il vero Derek ha intenzione di partecipare." affermò Peter che non si capiva come mai capitasse dalla sorella sempre a ore pasti senza essere atteso.

"Davvero?" chiese dubbiosa: "Credevo che odiassi questi giochi da sagre di paese?"

"Mamma, cosa te lo fa pensare?" domandò ingenuamente Derek. 

"Il fatto che prima di partire per il college hai detto Io odio questi giochi da sagre di paese."

Le sopracciglia di Derek si sollevarono solo per un attimo per poi tornare a fingere noncuranza per tale affermazione. C'era già qualcun altro che faceva quell'espressione a tavola dietro ad un giornale. 

Lo stesso uomo domandò: "E chi sarà la tua gallina da rapire?" riferendosi all'umano.

Cora intervenne sarcastica: "Dimmi che non è davvero una di quelle galline starnazzanti che urlano per tutto il tempo? Ti prego, non la sopporterei."

"No." ringhiò Derek alla sorella, ritrovandosi entrambi a fare le linguacce da veri adulti non visti.

"Allora chi?" insistette la madre.

"Un ragazzo. Stiles." sganciò la bomba sperando che nessuno riconoscesse il nome.

Peter tratteneva un sorriso aspettando la reazione di Talia. 

"Mi sembra un nome famigliare. Dove l'ho già sentito?"

Il marito intervenne: "Tesoro, l'avrai sentito nominare spesso. È quell'impiccione del figlio dello sceriffo." 

Derek si domandò cosa fosse accaduto a suo padre che di solito non notava nulla, per ricordarsi di un ragazzino umano. Non aveva neanche notato la presenza di Peter a tavola finchè non aveva parlato.

"DEREK!" urlò Talia. "Sei diventato matto? Lo stai facendo per ritorsione? Chi ti ha messo in testa questa stupida... PETER!"

Il licantropo, che aveva finto di non seguire la conversazione per potersi riempire lo stomaco prima che le cose si mettesserò male, ora si stava dando alla fuga con la bocca troppo piena e la scusa di essere in ritardo. 

"Derek, spiegami!" lo costrinse la madre, mentre Cora e anche il padre lo guardavano curiosi e fin troppo divertiti.

Derek dovette mentire: "Sai mamma, è un bel ragazzo e mi piacerebbe conoscerlo meglio, ma sono sicuro che suo padre non lo permetterebbe dopo tutte le multe per eccesso di velocità che Peter ha contribuito a farmi avere."

Gli era riuscito stranamente facile mentire. 

"E non è un tentativo di vendetta nei confronti dello sceriffo?" chiese sospettosa. 

"No. Per chi mi hai preso. Stiles è molto bello e sarei un idiota a non approfittare di questa occasione."

Talia aveva ascoltato sia le sue parole e sia il suo cuore, e sembrava credergli. 

"Derek è innamorato. Derek è innamorato." cantilenò Cora.

A volte si chiedeva quando sarebbe cresciuta sua sorella, perché finora sembrava solo una diciottenne che si comportava da bambina.

"Voglio crederti, ma se scopro che hai mentito e che stai usando quel povero ragazzo per vendetta, giuro che do fuoco alla Camaro." minacciò la madre.

Le minacce di Talia Hale erano sempre fondate e per niente scherzose, rischiava davvero di non rivedere la sua auto. 

~×~

Erano le due di sabato pomeriggio quando le campane che avvertivano dell'inizio dei giochi, suonarono molti rintocchi, come se la città stesse per essere attaccata dai licantropi e un po' era così. 

Quella mattina aveva piovuto, quindi si era rimandato il gioco fin quando finalmente il sole era uscito a riscaldare l'aria. 

Stiles era alla centrale di polizia perche suo padre l'aveva costretto. Dopo un paio di ore passate ad osservare ogni singolo movimento delle persone presenti era arrivato alla terribile e spiacevole illuminazione: qualcuno voleva rapirlo. 

Il qualcuno in questione era Parrish che stranamente si era andato a cambiare d'abito, levando la divisa, proprio quando aveva sentito il suono delle campane. 

Per sua fortuna, aveva sospettato che lo sceriffo l'avesse ceduto tranquillamente al suo vice già da giorni e il fatto che si sentiva osservato l'aveva portato ad attrezzarsi. 

La cosa che gli rodeva però era che l'uomo tentasse di farlo mettere con Parrish dal momento in cui Stiles aveva dichiarato la sua omosessualità. 

Certo, il vice sceriffo non era niente male, ma a Stiles le cose imposte non piacevano. 

Quindi qualche minuto dopo il suono delle campane, aveva sbuffato ed era fuggito nel caffè dall'altra parte della strada. 

Si era preparato ad ogni evenienza, e per questo aveva indossato una borsa tracolla con l'occorrente. 

Si era goduto il suo caffè fissando l'entrata della centrale per non ritrovarsi improvvisamente Parrish di fronte. 

Mentre pagava il caffè e decideva dove nascondersi, una persona si mise in fila dietro di lui. 

Stiles si girò per guardare chi fosse e si trovò due splendidi occhi verdi famigliari che lo guardavano divertiti. Notò anche la splendida dentatura bianca del sorriso e un accenno di canini. 

Li classificò come non pericolosi, ma il sorriso non prometteva nulla di buono. 

Afferrò il resto e prima che potesse ricontrollare l'uomo, vide la stanza vorticare e sentì l'assenza del pavimento sotto i pieni. 

Cercò di capire cosa stesse accadendo e solo quando notò che era su una spalla, arrivò alla terribilmente realtà, era stato rapito e non da Parrish. 

Stiles vide allontanarsi la centrale dall'altra parte della strada e gridò a pieni polmoni: "Papà. Sceriffo aiuto!"

Un agente lo riconobbe prima che fosse troppo lontano e corse a chiamare lo sceriffo che uscì frastornato da tanta agitazione. 

"Cosa succede qui?" domandò ad uno dei suoi agenti.

"Hanno rapito Stiles." 

Lo sceriffo sorrise, ma quando il suo vice l'affiancò, capì che i conti non tornavano.

"Parrish? Ma allora chi ha preso Stiles, se tu sei qui?"

L'agente che aveva assistito alla scena affermò timoroso: "Uno degli Hale. Credo sia Derek."

"Cosa?!"

 

   
 
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