Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, Lila
Genere: commedia, fluff, romantico
Rating: G
Avvertimenti: longfic
Wordcount: 1.229 (Fidipù)
Note: Ci vediamo a fine capitolo!
Nino sbadigliò, grattandosi malamente la
nuca mentre si avvicinava a scuola: notò immediatamente gli studenti fermi
all’esterno, quasi fosse successo qualcosa.
No. Ok.
Era sicuramente successo qualcosa.
Si guardò intorno, sperando di vedere qualcuno e vide Alya, ferma sui
gradini più alti che, con il fido cellulare alla mano, stava riprendendo
tutto: che ci fosse un akumatizzato?
Sicuramente, altrimenti non capiva il perché la ragazza fosse tanto
interessata all’evento.
Ma come mai nessuno fuggiva terrorizzato?
Velocemente il ragazzo raggiunse la compagna di classe e, finalmente, ebbe
una chiara visione della situazione: al centro del cerchio composto dai
curiosi, Adrien e Lila sembravano quasi sul punto di sfidarsi mentre
Marinette era ferma fra di loro: «Cosa sta succedendo?» domandò,
togliendosi il berretto e passandosi una mano sui capelli corti: «Cosa mi
sono perso?»
«Siamo alla resa dei conti! Adrien contro Lila! Chi vincerà la mano della
bella Marinette?»
«Stai scherzando?»
«No, per niente. Ah, fra l’altro, Lila ha detto che Adrien se la fa con
Ladybug.» lo informò Alya, sorridendo con fare diabolico: «Se è vero, mi
farò dire ogni cosa dal tuo amico.»
Adrien fissò male Lila, mentre quest’ultima sorrideva con fare angelico a
Marinette: «Mari! Mi sono scordata di dirti quanto sei carina oggi!» tubò
l’italiana, allacciando le braccia al collo della mora e ignorando del
tutto lui.
Quella…quella…
«Lila.» mormorò Marinette con un tono deciso e stanco al tempo stesso,
mentre si districava dall’abbraccio dell’altra: «Dovresti smettere di
trattare Adrien così.»
«Ma…»
«No. Niente ma, Lila.» continuò la mora, sorridendole: «Siete entrambi
miei amici e voglio che andiate d’accordo.»
Adrien rimase stupito dalla nota di sicurezza che impregnava la voce di
Marinette: in quel momento non sembrava la timida compagna di classe che
sedeva dietro di lui ma…ma…
Ladybug.
Il nome dell’eroina attraversò il suo cervello come un fulmine a ciel
sereno: mai, mai, mai avrebbe pensato di associare le due ragazze più
importanti della sua vita – il suo grande amore e la sua prima vera amica
–, ma era successo; abbozzò un sorriso, cercando di tornare a concentrarsi
sul presente: ci sarebbe stato tempo più tardi per pensare e concentrarsi
su quello strano accostamento.
Adesso doveva calamitare tutta la sua attenzione su quello che accadeva e
mettere fine alle torture a cui Lila lo stava sottoponendo.
Abbozzò un sorriso, cercando un qualcosa da dire per dare man forte a
Marinette: «Tu non puoi uscire con lui!» esclamò l’italiana, facendolo
cadere dalle nuvole: cosa si era perso? Cosa…
Marinette gettò un’occhiata verso di lui, completamente rossa in volto:
«Lui non è buono per te!» continuò Lila, indicandolo e fissandolo con
odio: «Non è nient’altro che un bel faccino e stop! E’ solo un gigantesco
idiota, ossessionato da Ladybug!»
Cosa?
Come?
Come osava dire quelle cose a Marinette?
Quella…
Quella…
«Non hai bisogno di lui, Mari.» dichiarò l’italiana, stringendosi
nuovamente a Marinette e guardandolo con aria di sfida: «Ci sono io per
te.»
«Lila…» mormorò Adrien, facendo un passo verso di loro e cercando di
trattenere la rabbia che stava covando e montando come una marea:
«Marinette ed io…»
«Stai zitto, carino.»
Se una parola poteva uccidere, quel carino che Lila aveva appena
pronunciato era sicuramente letale.
Aveva avvertito benissimo il veleno nel tono della voce.
Adrien strinse i denti, posando una mano sulla spalla di Marinette e
tirandola verso di lui, liberandola dalla stretta malefica della sua
rivale; ignorò le guance sempre più rosse dell’amica e sorrise di fronte
allo sguardo sorpreso dell’italiana: Lila voleva la guerra? Bene,
l’avrebbe avuta!
Lila scosse il capo, prendendo la mora per le braccia e tirandola verso di
lei, ma Adrien nuovamente la prese e, con un braccio che la bloccava
contro di lui, fissò nuovamente la rivale: «Ra-ragazzi…» pigolò Marinette,
completamente ignorata in quel duello di forza dai due.
«Lasciala!» intimò Lila, cercando di liberare Marinette dalla stretta del
biondo: perché era così forte? Era uno stupido modello, con un bel visino,
quindi perché aveva quella forza addosso?
«Mai!» decretò Adrien, trattenendo la compagna contro di lui: si sarebbe
scusato più tardi per quel comportamento, avrebbe chiesto scusa per averla
trattata come un sacco di patate in quella stupida lite: «Ti rendi conto
che tutto questo non ha senso? Marinette ha il diritto di avere altri
amici.»
«Certo! Che ce l’ha!» assentì Lila, pestando decisa un piede per terra e
stringendo i pugni: «Ma non te!»
Adrien sbatté le palpebre, cercando di trovare un senso in quello che
stava dicendo Lila: perché lui no? Cosa aveva di così sbagliato da non
poter essere amico di Marinette?
Tu hai già Ladybug!
Non puoi uscire con lui!
Le parole che Lila aveva pronunciato con astio, rivolte verso di lui,
rimbalzavano nella sua mente: c’era un qualcosa che collegava il tutto, lo
sapeva bene. Qualcosa che, appena scoperto, gli avrebbe fatto dire “sono
un idiota”, lo sentiva.
Ma non riusciva a trovare la soluzione.
Era come avere una parola sulla punta della lingua e non riuscire a dirla.
Lila sorrise, tirando Marinette verso di lei e stringendola possessiva:
«Pensi davvero che Marinette voglia solo essere tua amica?» gli domandò
l’italiana, spostando l’attenzione sulla ragazza fra le sue braccia: «Dico
bene, Mari?»
«Co-cosa? Ah…ec-co…io…»
Adrien rimase a fissare le due, notando l’amica completamente a disagio
con lo sguardo celeste che vagava dappertutto ma che non si concentrava su
di lui mentre quel filo ingarbugliato finalmente si scioglieva: possibile
che fosse stato così cieco fino a quel momento?
E dire che Plagg l’aveva preso in giro tante volte.
E dire che la risposta era sempre stata davanti a lui.
Quanti segnali c’erano stati? Tanti, tantissimi.
E lui non ne aveva mai colto nessuno: non aveva mai fatto caso al rossore
che colorava le guance di Marinette, ogni volta che parlava con lui; non
aveva mai fatto caso che balbettava solo con lui, non aveva mai colto le
frasi che gli erano state rivolte dalla ragazza e da altri.
Sì, grazie. Anche se sei fantastico.
Ah sì, figo ma non quanto te.
Sai, Marinette parla sempre di te.
E quanto era stato cieco davanti a quello che lui stesso provava? Troppo
impegnato a sospirare per l’eroina parigina, da non accorgersi che qualcun
altro era entrato nel suo cuore.
Sorrise, prendendo Marinette per le spalle e stringendola forte contro di
sé, sollevandola un poco da terra: «Lei è mia!» dichiarò deciso, ignorando
le persone attorno a loro, che avevano iniziato a fischiare e commentare
l’accaduto, concentrandosi solo sulla faccia sconvolta di Lila e…
E sulla ragazza svenuta fra le sue braccia.
«Ehm. Marinette?»
Plagg buttò giù l’ultimo boccone di camembert, sbadigliando rumorosamente:
a quanto pareva la soap opera là fuori era giunta al termine e qualcuno
aveva finalmente capito.
Oh. E dire che aveva provato in ogni modo a far notare a quel moccioso,
duro di comprendonio, che non era interessato solo a Ladybug.
Ci era voluta quella stalker di Lila per farglielo capire.
«Vabbè, poi tanto Ladybug e Miss Balbuzie sono la stessa persona.
Finalmente la finirà di sospirare davanti al pc.» commentò il kwami,
incrociando le zampette dietro la testa e spaparanzandosi nella scatola di
formaggio vuota.
Finalmente, tutto quel sospirare d’amore sarebbe finito perché ora…
Plagg spalancò gli occhi, rendendosi conto di una cosa: quei due imbranati
totali si sarebbero sicuramente messi insieme e il sospirar d’amore di
Adrien si sarebbe trasformato in…
«Oh no. Oh no. Oh no. Le uscite romantiche no!»
E quindi, ho deciso di chiuderla qui: con Plagg disperato e i due...beh, i due in procinto di diventare qualcosa. Forse.
E' stato un viaggio divertente, quello che ho intrapreso con questa storia (e, viste le rivelazioni che ci son state date, non è detto che riprenda questa 'linea', una volta che sarà andata in onda la seconda serie) e mi sono divertita a scrivere di Adrien e Marinette, in vesti molto più simili a quelle che ho conosciuto durante la visione degli episodi.
E niente.
E' finita, ma se sperate che l'appuntamento (o la condanna) del sabato cessi qui...beh, vi sbagliate di grosso!
Chissà cosa tirerò fuori dal mio cilindro sabato prossimo? Ai posteri l'ardua sentenza!
Come sempre, ci tengo tantissimo a ringraziarvi tutti: grazie a chi legge, a chi commenta, a chi inserisce le mie storie in una delle sue liste.
Grazie a chi mi contatta, mostrandomi fanart e dicendomi con quel gesto 'Scrivi qualcosa?': sinceramente è uno dei gesti più gratificanti che una fanwriter come me possa ricevere (e se penso che, questa storia, è iniziata proprio così...beh, non posso che sorridere dolcemente al ricordo!).
E niente, ancora millemila grazie a tutti!