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Autore: Echocide    12/11/2016    6 recensioni
Marinette si sente in colpa.
Per colpa sua Lila è stata allontanata da tutti a scuola e, così, cerca di avvicinare l'italiana, offrendole la sua amicizia, peccato che questo ha risvolti...imprevisti!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Lei è mia!
Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, Lila
Genere: commedia, fluff, romantico
Rating: G
Avvertimenti: longfic
Wordcount: 1.229 (Fidipù)
Note: Ci vediamo a fine capitolo!


Nino sbadigliò, grattandosi malamente la nuca mentre si avvicinava a scuola: notò immediatamente gli studenti fermi all’esterno, quasi fosse successo qualcosa.
No. Ok.
Era sicuramente successo qualcosa.
Si guardò intorno, sperando di vedere qualcuno e vide Alya, ferma sui gradini più alti che, con il fido cellulare alla mano, stava riprendendo tutto: che ci fosse un akumatizzato?
Sicuramente, altrimenti non capiva il perché la ragazza fosse tanto interessata all’evento.
Ma come mai nessuno fuggiva terrorizzato?
Velocemente il ragazzo raggiunse la compagna di classe e, finalmente, ebbe una chiara visione della situazione: al centro del cerchio composto dai curiosi, Adrien e Lila sembravano quasi sul punto di sfidarsi mentre Marinette era ferma fra di loro: «Cosa sta succedendo?» domandò, togliendosi il berretto e passandosi una mano sui capelli corti: «Cosa mi sono perso?»
«Siamo alla resa dei conti! Adrien contro Lila! Chi vincerà la mano della bella Marinette?»
«Stai scherzando?»
«No, per niente. Ah, fra l’altro, Lila ha detto che Adrien se la fa con Ladybug.» lo informò Alya, sorridendo con fare diabolico: «Se è vero, mi farò dire ogni cosa dal tuo amico.»


Adrien fissò male Lila, mentre quest’ultima sorrideva con fare angelico a Marinette: «Mari! Mi sono scordata di dirti quanto sei carina oggi!» tubò l’italiana, allacciando le braccia al collo della mora e ignorando del tutto lui.
Quella…quella…
«Lila.» mormorò Marinette con un tono deciso e stanco al tempo stesso, mentre si districava dall’abbraccio dell’altra: «Dovresti smettere di trattare Adrien così.»
«Ma…»
«No. Niente ma, Lila.» continuò la mora, sorridendole: «Siete entrambi miei amici e voglio che andiate d’accordo.»
Adrien rimase stupito dalla nota di sicurezza che impregnava la voce di Marinette: in quel momento non sembrava la timida compagna di classe che sedeva dietro di lui ma…ma…
Ladybug.
Il nome dell’eroina attraversò il suo cervello come un fulmine a ciel sereno: mai, mai, mai avrebbe pensato di associare le due ragazze più importanti della sua vita – il suo grande amore e la sua prima vera amica –, ma era successo; abbozzò un sorriso, cercando di tornare a concentrarsi sul presente: ci sarebbe stato tempo più tardi per pensare e concentrarsi su quello strano accostamento.
Adesso doveva calamitare tutta la sua attenzione su quello che accadeva e mettere fine alle torture a cui Lila lo stava sottoponendo.
Abbozzò un sorriso, cercando un qualcosa da dire per dare man forte a Marinette: «Tu non puoi uscire con lui!» esclamò l’italiana, facendolo cadere dalle nuvole: cosa si era perso? Cosa…
Marinette gettò un’occhiata verso di lui, completamente rossa in volto: «Lui non è buono per te!» continuò Lila, indicandolo e fissandolo con odio: «Non è nient’altro che un bel faccino e stop! E’ solo un gigantesco idiota, ossessionato da Ladybug!»
Cosa?
Come?
Come osava dire quelle cose a Marinette?
Quella…
Quella…
«Non hai bisogno di lui, Mari.» dichiarò l’italiana, stringendosi nuovamente a Marinette e guardandolo con aria di sfida: «Ci sono io per te.»
«Lila…» mormorò Adrien, facendo un passo verso di loro e cercando di trattenere la rabbia che stava covando e montando come una marea: «Marinette ed io…»
«Stai zitto, carino.»
Se una parola poteva uccidere, quel carino che Lila aveva appena pronunciato era sicuramente letale.
Aveva avvertito benissimo il veleno nel tono della voce.
Adrien strinse i denti, posando una mano sulla spalla di Marinette e tirandola verso di lui, liberandola dalla stretta malefica della sua rivale; ignorò le guance sempre più rosse dell’amica e sorrise di fronte allo sguardo sorpreso dell’italiana: Lila voleva la guerra? Bene, l’avrebbe avuta!
Lila scosse il capo, prendendo la mora per le braccia e tirandola verso di lei, ma Adrien nuovamente la prese e, con un braccio che la bloccava contro di lui, fissò nuovamente la rivale: «Ra-ragazzi…» pigolò Marinette, completamente ignorata in quel duello di forza dai due.
«Lasciala!» intimò Lila, cercando di liberare Marinette dalla stretta del biondo: perché era così forte? Era uno stupido modello, con un bel visino, quindi perché aveva quella forza addosso?
«Mai!» decretò Adrien, trattenendo la compagna contro di lui: si sarebbe scusato più tardi per quel comportamento, avrebbe chiesto scusa per averla trattata come un sacco di patate in quella stupida lite: «Ti rendi conto che tutto questo non ha senso? Marinette ha il diritto di avere altri amici.»
«Certo! Che ce l’ha!» assentì Lila, pestando decisa un piede per terra e stringendo i pugni: «Ma non te!»
Adrien sbatté le palpebre, cercando di trovare un senso in quello che stava dicendo Lila: perché lui no? Cosa aveva di così sbagliato da non poter essere amico di Marinette?
Tu hai già Ladybug!
Non puoi uscire con lui!

Le parole che Lila aveva pronunciato con astio, rivolte verso di lui, rimbalzavano nella sua mente: c’era un qualcosa che collegava il tutto, lo sapeva bene. Qualcosa che, appena scoperto, gli avrebbe fatto dire “sono un idiota”, lo sentiva.
Ma non riusciva a trovare la soluzione.
Era come avere una parola sulla punta della lingua e non riuscire a dirla.
Lila sorrise, tirando Marinette verso di lei e stringendola possessiva: «Pensi davvero che Marinette voglia solo essere tua amica?» gli domandò l’italiana, spostando l’attenzione sulla ragazza fra le sue braccia: «Dico bene, Mari?»
«Co-cosa? Ah…ec-co…io…»
Adrien rimase a fissare le due, notando l’amica completamente a disagio con lo sguardo celeste che vagava dappertutto ma che non si concentrava su di lui mentre quel filo ingarbugliato finalmente si scioglieva: possibile che fosse stato così cieco fino a quel momento?
E dire che Plagg l’aveva preso in giro tante volte.
E dire che la risposta era sempre stata davanti a lui.
Quanti segnali c’erano stati? Tanti, tantissimi.
E lui non ne aveva mai colto nessuno: non aveva mai fatto caso al rossore che colorava le guance di Marinette, ogni volta che parlava con lui; non aveva mai fatto caso che balbettava solo con lui, non aveva mai colto le frasi che gli erano state rivolte dalla ragazza e da altri.
Sì, grazie. Anche se sei fantastico.
Ah sì, figo ma non quanto te.
Sai, Marinette parla sempre di te.

E quanto era stato cieco davanti a quello che lui stesso provava? Troppo impegnato a sospirare per l’eroina parigina, da non accorgersi che qualcun altro era entrato nel suo cuore.
Sorrise, prendendo Marinette per le spalle e stringendola forte contro di sé, sollevandola un poco da terra: «Lei è mia!» dichiarò deciso, ignorando le persone attorno a loro, che avevano iniziato a fischiare e commentare l’accaduto, concentrandosi solo sulla faccia sconvolta di Lila e…
E sulla ragazza svenuta fra le sue braccia.
«Ehm. Marinette?»


Plagg buttò giù l’ultimo boccone di camembert, sbadigliando rumorosamente: a quanto pareva la soap opera là fuori era giunta al termine e qualcuno aveva finalmente capito.
Oh. E dire che aveva provato in ogni modo a far notare a quel moccioso, duro di comprendonio, che non era interessato solo a Ladybug.
Ci era voluta quella stalker di Lila per farglielo capire.
«Vabbè, poi tanto Ladybug e Miss Balbuzie sono la stessa persona. Finalmente la finirà di sospirare davanti al pc.» commentò il kwami, incrociando le zampette dietro la testa e spaparanzandosi nella scatola di formaggio vuota.
Finalmente, tutto quel sospirare d’amore sarebbe finito perché ora…
Plagg spalancò gli occhi, rendendosi conto di una cosa: quei due imbranati totali si sarebbero sicuramente messi insieme e il sospirar d’amore di Adrien si sarebbe trasformato in…
«Oh no. Oh no. Oh no. Le uscite romantiche no!»



E ci siamo, un'altra storia è finita!Immagino (anzi, spero) che nessuno di voi si aspettasse un finale del genere: sinceramente, mentre scrivevo i capitoli precedenti a questo, avevo una mezza intenzione di continuare questa storia ancora per un po', magari descrivendo un po' come si sarebbero comportati Adrien e Marinette, adesso che il bel biondino aveva avuto la rivelazione in perfetto stile San Paolo sulla via di Damasco, ma quando ho scritto quest'ultimo...beh, quando ho buttato giù queste righe, ho sentito quel senso di completezza che solo una storia conclusa sa dare.
E quindi, ho deciso di chiuderla qui: con Plagg disperato e i due...beh, i due in procinto di diventare qualcosa. Forse.
E' stato un viaggio divertente, quello che ho intrapreso con questa storia (e, viste le rivelazioni che ci son state date, non è detto che riprenda questa 'linea', una volta che sarà andata in onda la seconda serie) e mi sono divertita a scrivere di Adrien e Marinette, in vesti molto più simili a quelle che ho conosciuto durante la visione degli episodi.
E niente.
E' finita, ma se sperate che l'appuntamento (o la condanna) del sabato cessi qui...beh, vi sbagliate di grosso!
Chissà cosa tirerò fuori dal mio cilindro sabato prossimo? Ai posteri l'ardua sentenza!
Come sempre, ci tengo tantissimo a ringraziarvi tutti: grazie a chi legge, a chi commenta, a chi inserisce le mie storie in una delle sue liste.
Grazie a chi mi contatta, mostrandomi fanart e dicendomi con quel gesto 'Scrivi qualcosa?': sinceramente è uno dei gesti più gratificanti che una fanwriter come me possa ricevere (e se penso che, questa storia, è iniziata proprio così...beh, non posso che sorridere dolcemente al ricordo!).
E niente, ancora millemila grazie a tutti!
   
 
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