Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Vavi_14    13/11/2016    3 recensioni
Per Jungkook, essere quello che è oggi costituisce un nuovo inizio.
Ma non è stato sempre così: il percorso che lo ha portato ad accettare se stesso e, soprattutto, ad aprire il suo cuore agli altri, ha rappresentato per lui un ostacolo difficile da superare.
Dal capitolo I:
[…]Fuori dalla finestra, la neve imbianca i tetti di una Seoul congelata e i riscaldamenti, quella mattina, non hanno proprio voluto saperne di partire. Si stringe un poco nella sua felpa nera, quella che un tempo usava per le giornate di ozio passate a giocare ai videogiochi; tira giù entrambi i polsini e saltella sul posto, mentre ascolta attentamente le parole del coreografo. Percepisco il vostro impegno, dice, ma non è ancora abbastanza. Il suo tono è tranquillo, tutti sanno che non vuole spaventarli, né spingerli troppo oltre il loro limite. Ma non è abbastanza: Il suono di quelle parole martella nelle tempie di Jungkook tanto quanto il dolore delle dita paralizzate dal freddo. […]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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II

 
 

 







 
La crepa che ramifica beffarda sul display del suo smartphone provoca in Jungkook un sussulto nervoso, somigliante quasi a uno sbuffo di rabbia.
Osserva ancora una volta lo schermo nero, privo d’ogni segno di vita, mentre maledice se stesso per essere stato così disattento. Quella mattina si era svegliato di soprassalto, tormentato da un orribile incubo: era corso in bagno a rinfrescarsi e, nella fretta di prepararsi, aveva scordato di togliere il cellulare dalla tasca della tuta. Così, durante le prove, quello era volato via indisturbato, schiantandosi sul parquet in legno con un tonfo che lo aveva fatto rabbrividire. Non che tenesse poi così tanto a quel maledetto aggeggio elettronico, ma quelle poche volte che gli era permesso usarlo poteva sentire la sua famiglia, aggiornarli sulle ultime novità riguardanti il loro ormai vicino debutto e, soprattutto, illudersi di essere ancora accanto a loro, in qualche modo.

«Che c’è Jungkookie?»

Jimin si avvicina, vedendolo fermo come una statua in mezzo alla sala, intento a rimuginare su chissà quale questione importante dell’umana esistenza.
Jungkook nasconde velocemente lo smartphone, coprendone le crepe con le dita, e sfoggia l’espressione più tranquilla che ha nel repertorio. Al momento non può permettersi di comprarne uno nuovo e l’idea di doverne parlarne alla produzione non gli piace nemmeno un po’.
«È per il cellulare?»
Il ragazzo lo guarda cercando di capire cosa nasconde dietro quella maschera di falsa indifferenza. In quel momento Jungkook si sente un totale idiota: avrebbe dovuto metterlo via subito e archiviare la questione come l’ultimo dei suoi problemi. Con tutti gli impegni che avevano da sbrigare, come gli era venuto in mente di rammaricarsi per uno stupido cellulare?
«Parlane con il manager, sicuramente troveranno una soluzion-»
«No». Le parole gli escono di bocca senza che abbia il tempo di poterle elaborare. «Non voglio, hyung».
Nel frattempo anche Hoseok li ha raggiunti e corruga le sopracciglia alla vista del cellulare che il più piccolo tiene stretto nella mano destra, ormai inutilizzabile.
«Perché no?» L’espressione di Jimin evidenzia un leggero disappunto.
Jungkook alza le spalle, infilandosi in tasca lo smartphone. «Non è importante». Beh, in un certo senso lo è, ma Jungkook non ha nessuna intenzione di approfittare della cortesia del suo manager: si prenderà la responsabilità di ciò che ha fatto e ne pagherà le conseguenze. Vorrà dire che per un po’ userà il telefono fisso dello studio di registrazione, almeno fin quando non-
«Puoi usare il mio» afferma Hoseok, interrompendo il flusso di pensieri nella testa di Jungkook. «È un po’ scassato ma fa il suo dovere».
Lo dice con quel solito sorriso radioso stampato in volto e Jungkook vorrebbe rifiutare ancora una volta, ma non ci riesce.
«Grazie, hyung».

Tanto sa che non lo userà, eppure questo non gli impedisce di affrontare il resto della giornata con il cuore un po’ più leggero.


















 
 ________

Ok, lo so: questa è davvero una misera chicca nell’universo infinito della carriera deiBangtan, ma qualcosa di più leggero dovevo pur  inserirlo. Al di là della questione legata allo smartphone (ok, magari avrebbe potuto prenderne uno di riserva, anche sgangherato), ho voluto porre l’accento sul fatto che Jungkook è ancora molto legato alla sua famiglia e alle sue cose, ma capisce che è necessario metterle da parte in quella situazione. Decide che la questione è poco importante: chiedere al manager vorrebbe dire essere facilitati  (scommetto che gliene avrebbe procurato uno senza troppi problemi) e non è questo che Jungkook vuole ottenere. Ho immaginato comunque un ambiente ancora un po’ freddo e rigido, in cui non è permesso loro fare ciò che fanno adesso. Non so effettivamente se avessero soldi liquidi da poter spendere o meno ma insomma, al di là di tutto spero che il messaggio sia arrivato, ecco.
Vi ringrazio per aver letto anche questo secondo capitolo. Con la speranza di ritrovarvi anche prossimamente, vi mando un abbraccio!
 
A presto,


Vavi
  
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